
La nuova cultura visuale ha ricominciato a occuparsi della funzione sociale delle immagini e, altresì, del loro potere simbolico. Le immagini non si limitano a rappresentare la realtà e a esprimere significati, ma si spingono oltre: producono effetti. È un loro tratto intrigante, tutto da esplorare. La posta in gioco diviene chiara ripercorrendo le tappe dell'antico dibattito cristiano sulle immagini sacre, racconto sostanzialmente rimosso dalla Storia dell'Arte. Zanchi svela da par suo l'istanza teologica che alimenta la diatriba a cavallo fra VIII a IX secolo. Quando accedono nella pretesa di mediazione del divino, le immagini sacre si trasformano in idoli e si allontanano dal necessario legame della verità di un'esperienza con la parola che la rende autentica. Immagine, parola e sacramento - i tre termini che, a seconda dell'equilibrio che si stabilisce, distinguono "idolo" da "icona" - ritornano in auge nel contesto dell'attuale imperativo estetico e del suo crescendo infomediale. Lì, ancora una volta, immagine e parola si contendono il campo della mediazione simbolica, svolgendo una funzione fatta di realismo-ed-efficacia che era sempre stata, in realtà, quella del sacramento. La lotta fra iconoclasti e iconofili riguardava, più che la liceità della rappresentazione del divino in figura, un potere di mediazione che le icone stesse contendevano al sacramento. E quel nodo risulta emblematico anche per noi, dato che oggi «l'immagine è tutto». Una raffinata interpretazione del potere sociale delle immagini.
Età di lettura: da 8 anni.
«Questo Instrumentum laboris si interroga e ci interroga su come essere una Chiesa sinodale missionaria; come impegnarci in un ascolto e in un dialogo profondi; come trasformare strutture e processi in modo che tutti possano partecipare e condividere i carismi che lo Spirito riversa su ciascuno per l'utilità comune; come esercitare potere e autorità come servizio». Un testo nato dalle riflessioni svolte dalle Conferenze Episcopali, le Chiese Orientali Cattoliche e altre realtà ecclesiali internazionali. Il documento si pone in continuità con l'intero processo sinodale iniziato nel 2021 e avanza proposte per una Chiesa sempre più vicina alla gente e in cui tutti battezzati partecipino alla sua vita.
In questo nuovo lavoro gli autori interpretano la storia della Chiesa nella luce della preghiera, convinti che tale storia si consolidi nella santità dei loro protagonisti. A partire dal giorno di Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo sopra tutti i partecipanti, il cammino della Chiesa è stato caratterizzato da numerose vicende ad intra e ad extra. Questo secondo volume raccoglie inni, preghiere e cantici dei grandi santi della Chiesa dal XII al XX secolo, da Francesco d'Assisi a Ignazio di Loyola, da Teresa d'Avila a Giovanni Bosco, da padre Pio da Pietrelcina a Giovanni Paolo lI. Ogni secolo, poi, è presentato alla luce degli eventi storici con cui la Chiesa si è dovuta confrontare. Ogni autore cristiano, infine, è accompagnato da una rica scheda biografica.
La funzione degli angeli nei riguardi dell'uomo è di guidarlo e assisterlo nella realizzazione del progetto divino, ma gli angeli sono anche di grande auto per combattere l'azione diabolica. Il vangelo di Giovanni, per esempio, descrive in modo drammatico la lotta che san Michele e gli altri angeli ingaggiano contro gli angeli ribelli che muovono guerra all'umanità.
I soldati del cielo, nella loro fondamentale missione di contrasto alle forze del male, sono anche un modello per quelli sulla terra. L'esempio degli angeli, infatti, può e deve costituire per ogni buon "soldato" la ragione della sua missione, perché solo nella comunione con l'amore del Padre saprà vivere affrontare le più rischiose situazioni in spirito di solidarietà con tutti i fratelli.
Che la Qabbalah sprigioni un fascino difficilmente spiegabile è fuori di dubbio: chiunque entri in contatto con essa si sente interpellato, come se quelle oscure dottrine non aspettassero altri per sciogliere gli antichi nodi dell'irradiazione divina. Un fascino cui non hanno potuto sottrarsi molti lettori cristiani - da Giovanni Pico della Mirandola ai platonici rinascimentali, da Knorr von Rosenroth a Isaac Newton, dagli alchimisti ai «fratelli muratori» -, che con i dogmi segreti della mistica ebraica hanno avvertito una profonda affinità. Massimo studioso della Qabbalah, Gershom Scholem non ha mancato di dire la sua su questa robusta corrente del pensiero europeo. Persuaso com'era che la Qabbalah fosse la quintessenza dell'ebraismo, Scholem ha tentato di denunciare la sua versione cristiana come illegittima, frutto di un malinteso o di una frode, giungendo tuttavia a riconoscere, alla fine della vita, che la passione per quegli insegnamenti esoterici era stata accesa in lui proprio dalla lettura di un cabbalista cristiano. E così, nei tre illuminanti saggi qui raccolti, non solo troveremo una storia di quel pensiero sotterraneo, ma potremo anche scorgere in filigrana una riluttante autobiografia.
In Italia l'identità culturale ebraica si esprime in oltre 20 musei ed esposizioni permanenti, 60 sinagoghe e circa 100 cimiteri. In questa guida, novità assoluta, sono rappresentati i lughi che generano il più forte interesse culturale e turisitco per tutto ciò che sanno rappresentare in termini storici ed emozionali. Un patrimonio che si sta sempre più aprendo ai viaggiatori, di cui circa la metà studenti, interessati a vivere un'esperienza il più possibile completa della cultura ebraica attraverso l'incontro con le comunità ebraiche.
Il volume propone il testo dei Vangeli e degli Atti degli apostoli secondo la nuova traduzione della CEI, accompagnato da alcune brevi riflessioni che aiutano la lettura. Si tratta di uno strumento agile ed economico, spesso usato anche come dono da parte delle parrocchie in occasione di prime comunioni e cresime. Per i più piccoli e i più grandi, un modo semplice per avvicinarsi alla figura di Gesù e alla prima storia della chiesa. Questa nuova edizione presenta caratteri più grandi e più leggibili, con l'interno a colori e una nuova copertina.
I contributi più significativi della tradizione ebraica su Gesù nel periodo medievale si trovano soprattutto nella letteratura polemica ebraica anticristiana. La sua figura viene essenzialmente delineata attraverso le riflessioni su due questioni chiave: il suo rapporto con la legge mosaica e la sua divinità. Nel volume, le immagini di Gesù che si possono rintracciare in questa produzione letteraria emergono da passi selezionati di sette testi riprodotti in ebraico con relativa traduzione italiana, che coprono diverse aree geografiche e attraversano un arco cronologico che va dal XII al XIV secolo. Gli autori della letteratura polemica ebraica anticristiana, pur focalizzandosi innanzitutto sull'aspetto polemico e apologetico, si sono inevitabilmente confrontati con tematiche di natura storica. Il loro interesse per la figura di Gesù si inserisce spesso in un contesto più ampio di difesa del giudaismo dagli attacchi conversionistici. Tuttavia, è innegabile che alcune delle questioni da loro sollevate coincidano talvolta con quelle ancora dibattute dagli storici contemporanei riguardo alla figura storica di Gesù.
Con quest'opera in tre volumi Klyne Snodgrass mira a fornire una guida in tutto esaustiva allo studio delle parabole di Gesù. Il sottotitolo rende esplicita la posizione dell'autore: suo scopo è di illustrare le parabole secondo gli intenti che queste avevano per Gesù. Intenti che è possibile fare emergere mediante la ricostruzione del contesto della singola parabola: il contesto in generale del mondo mediterraneo, greco, latino e giudaico, e il contesto più immediato in cui la parabola si fa leggere nel singolo evangelista e nel discorso in cui questo la racconta. A un'introduzione approfondita al genere della parabola nel mondo antico e nella ricerca odierna, il primo volume fa seguire l'esame delle parabole di grazia e misericordia, e di quelle di smarrimenti e del seminatore, che in un certo senso è la parabola sulle parabole.
È il secondo libro che Anna Maffei dedica al commento di un vangelo a partire dalla propria esperienza: se il Vangelo di Giovanni era stato un dialogo a tu per tu con «l'evangelista del cuore», il dare del tu all'autore del Vangelo secondo Matteo implica un allargamento dell'interlocuzione e del cammino. Così, Massimo Aprile, compagno di vita e di ministero, apre il "noi" di questo libro, nel quale stai per essere collocato anche tu. Prefazione di Cristina Arcidiacono.
«Conosci te stesso» era l'invito dell'Apollo Delfico, che ha innervato tutta la filosofia greca, ben consapevole che ogni conoscenza è vana senza questa, fondamentale. Percorrendo con coraggio e onestà la via del distacco, la filosofia - "esercizio di morte" come la definisce Platone - giunse così alla scoperta della luce che sempre risplende, non alla superficie, ma nelle profondità dell'anima. È proseguendo coerentemente su questa via che la mistica cristiana, obbedendo al precetto evangelico a rinunciare a sé stessi, completò l'invito delfico aggiungendovi: «e conoscerai te stesso e Dio». Anche se nomina non sunt res, niente infatti si addice meglio che il nome di Dio alla luce che esperimentiamo nell'"uomo interiore", essenza dell'anima nostra, quando essa ha fatto il vuoto di ogni accidentale elemento egoico. È giunto probabilmente il tempo che, dopo la morte di Dio e la conseguente perdita di ogni fondamento, l'uomo contemporaneo, naufrago nel mare magnum di vane teologie e psicologie, recuperi l'esperienza di verità della filosofia antica e della mistica cristiana, ritrovando così la conoscenza essenziale: quella di sé stesso e di Dio.