
Meditazioni quotidiane per il tempo di Avvento e Natale 2014.
Per sostenere i gruppi familiari in questo loro compito la Diocesi indirizza loro questi Orientamenti. Il presente testo costituisce un aggiornamento dei precedenti Orientamenti pastorali diocesani del 1994. I mutamenti significativi nelle condizioni di vita delle famiglie e delle stesse comunità cristiane hanno reso necessario un ripensamento delle prospettive pastorali per adattarle alle esigenze di oggi cercando così di dare attuazione piena alle indicazioni della Chiesa. Negli ultimi anni la comunità cristiana è stata invitata a puntare con forza sulla centralità della famiglia e a riconoscerla come soggetto protagonista del proprio cammino nonché della stessa azione pastorale. La Diocesi sollecita le comunità cristiane perché attivino proposte e percorsi capaci di alimentare il cammino di fede delle coppie, e non si stanchino di incentivare momenti di aggregazione tra le famiglie. Il documento si rivolge anzitutto agli operatori pastorali che con passione si prendono cura dei cammini di fede delle famiglie, ma anche a ogni membro dei gruppi familiari. Sacerdoti e laici, collaborando in sintonia, possono trovare in queste indicazioni un sostegno al prezioso servizio che già prestano e un aiuto a strutturarlo ulteriormente, con l'auspicio di poter diffondere in tutta la Diocesi uno stile cristiano nel vivere l'esperienza famigliare e un metodo condiviso di riflessione e preghiera.
La venerazione della Vergine Maria "che scioglie i nodi" ha origine da un dipinto votivo risalente agli inizi del 1700 e conservato attualmente nella chiesa di Sankt Peter am Perlach, ad Augsburg in Baviera. La concentrazione e l'impegno di Maria nell'operazione (così come è raffigurata nel dipinto) manifestano la sua tenera cura, la sua passione sincera e la sua materna misericordia per lenire le difficoltà e le sofferenze di tutti i suoi figli. Con testi mariani di papa Francesco per la meditazione.
In un contesto sociale in cui la solennità del Natale è stata mutata in una festa commerciale, si può ancora scorgere il significato profondo e pieno di vita del Bambino nella mangiatoia? Cosa può avere da dire un Dio che si fa Bambino all'uomo di oggi, che predilige la forza alla debolezza, la grandezza alla piccolezza? L'evento dell'Incarnazione del Verbo può considerarsi definitivamente concluso nella grotta di Betlemme? L'articolo di Ester Corso cercherà di rispondere a queste domande, dando ampio spazio ai vari scritti di Edith Stein che trattano l'argomento.
I protagonisti moderni della missione, preoccupati dal problema di superare le barriere, si impegnano nella trasmissione dei contenuti; quelli medievali, nel caso specifico i francescani, sono concentrati sul tema della presenza nello spazio e concepiscono l'attività evangelizzatrice non come trasmissione di contenuti, bensì come presenza negli spazi, quelli estremi, i fines terrae. Alla Cina-finis terrae il frate Minore attribuisce un valore spirituale, quasi mistico, così come spirituale e mistico è il rapporto con l'Oriente, al quale il francescano aspira anche in seguito all'approdo nelle Indie occidentali, meta temporanea ed accidentale. L'Oriens, cioè la luce, vero nome della città natale di Francesco secondo il Poeta, costituisce il perno della riflessione sull'identità missionaria del frate Minore, la stessa che Giotto si impegna a riprodurre nella basilica superiore di Assisi mediante la scena di Beniamino, il fratello minore, prigioniero in Egitto. Nel regno dei faraoni, Beniamino è presenza nascosta e subalterna, così come la coppa della saggezza, appartenente al sapiente Giuseppe, giace nascosta nel suo sacco. Il frate Minore John of Wales, interprete coevo del medesimo brano biblico, spiega infatti: "Cosa significa che Beniamino scende in Egitto, se non che egli è chiamato a portare nel mondo delle tenebre la luce della contemplazione delle cose celesti, la luce trascendente nel mondo temporale, il cielo alla terra?".
La raccolta antologica, ricca di inediti, propone gli scritti di don Tonino Bello antecedenti l'episcopato, e ogni altro testo partorito nella terra d'origine, il Salento de finibus terrae: finestra aperta a vasti orizzonti umani, storici, geografici e di senso religioso. Si completa, così, l'Opera omnia del Servo di Dio, finora mancante degli scritti composti fra il 1954 e il 1982. Pagine che illuminano le radici spirituali dell'alessanese avviato alla santità, richiamano i principali contenuti della sua vita di fede, l'indole e lo spessore umano; contengono le persuasioni del seminarista in formazione e le sue prime esortazioni educative; illustrano la proposta valoriale che infiamma la gioventù tricasina; enucleano i temi generatori che sostengono l'impegno del sacerdote ugentino e delineano il profilo culturale e pastorale che caratterizzerà il "vescovo conciliare".
Biografia di mons. Aurelio Marena. A 30 anni, nel 1926, viene chiamato a reggere la segreteria particolare del cardinale arcivescovo di Napoli, mons. Alessio Ascalesi. È al centro della vita diocesana, gli vengono affidati gli incarichi più delicati e incisivi per più di un ventennio; il suo dinamismo e il suo vigore gli meritarono la stima di tutta la città. È molto attivo nel periodo bellico e in quello immediatamente successivo, con una serie di iniziative rivolte all'assistenza ai rifugiati, ai prigionieri di guerra, ai bambini abbandonati. Il 25 agosto 1946 Pio XII lo nomina vescovo titolare di Lampsaco e ausiliario di Ascalesi. La nomina a vescovo di Ruvo e Bitonto lo coglie di sorpresa, ma nelle nuove diocesi porta con sé la memoria del suo passato e la ferrea volontà di onorare l'impegno pastorale.
Il ruolo del diaconato permanente in chiave biblica. Una lettura innovativa.
Un viaggio nella memoria, come rivedere un film già visto, con emozioni mozzafiato! Come bere un bicchiere di acqua fresca dopo una lunga corsa d'estate... tutto di un fiato! Fotogrammi da una vita semplice ma ricca di umanità e di valori.

