
Come è possibile che il Papa abbia successo e la Chiesa cattolica sia in crisi? In questo suo ultimo libro, Luca Diotallevi affronta il problema da un punto di vista diverso da quello usuale: cosa sono diventati la società contemporanea, la religione contemporanea, la Chiesa contemporanea, il papato di oggi e il cattolicesimo di oggi? Perché quello che sembrava impossibile è invece divenuto reale? Perché il Papa ha successo e la Chiesa no? Per affrontare il "paradosso di Francesco" l'autore propone di liberarsi non della idea di "secolarizzazione", ma dei luoghi comuni che hanno caratterizzato il concetto classico (oppure: tradizionale) di secolarizzazione. Allora diventa comprensibile perché in una società più secolarizzata circola più religione (non meno), o perché la laicità non se la passa meglio delle vecchie confessioni religiose. Tutto questo avviene perché la società è oggi una "cosa" diversa da quella che aveva funzionato fino ai "lunghi anni '60" (del Novecento) e che ci si era illusi funzionasse anche nei decenni successivi. Così anche la religione è diventata una "cosa" diversa. Alcune possibilità si sono chiuse e molte altre si sono aperte. In questo spazio di cambiamento il paradosso di Francesco diventa meno enigmatico e meno enigmatiche le alternative.
Il «De Christiana religione» è un testo importante per molti motivi: è la prima opera personale resa pubblica a stampa da Ficino, sia nel testo volgare che in quello latino; intende rivolgersi a un pubblico più vasto dei 'litterati' o dei sodali dell'Accademia; esprime con notevole chiarezza le idee religiose dell'autore e la sua concezione della 'pia philosophia', destinata ad avere larga influenza sulla cultura europea del Quattrocento e del Cinquecento. Nonostante il grande lavoro di insigni studiosi, come Cesare Vasoli che ne illustrò con sapienza le fonti, mancava però una edizione critica che consentisse anche di entrare nell'officina di Ficino. È il compito che si è assunto Guido Bartolucci, dando un contributo importante agli studi sulla cultura filosofica del Rinascimento.
"Non esiste uomo che, seppur per un attimo, non sia stato seguace di Platone. Chi può dire di non essersi sentito spuntare le ali dell'anima? Chi non l'ha sentita levarsi verso la contemplazione diretta, immediata di ciò che la grigia coltre di nuvole del quotidiano nasconde alla vista? Chi, grazie all'"eros", non ha toccato profondità della conoscenza alle quali la ragione non ha accesso? Chi non ha visto svelarsi la realtà altra e luminosa dove colui che ha conosciuto l'ispirazione incontra "de visu" gli archetipi eterni delle cose? Chi non ha assistito al crollo, alla caduta del muro invalicabile tra soggetto e oggetto, chi non ha visto l'Io abbandonare i limiti della propria introversione egoistica per respirare a pieni polmoni l'aria rarefatta della conoscenza e fondersi con tutto il creato? E quei 'sogni d'amore meravigliosi, puri, senza nulla di terreno, intessuti di profumo di fiori e luce lunare, con i quali oggi si ottenebrano i giorni della giovinezza e che sono sulle labbra di tutti i poeti di tutte le nazioni colte' non sono forse figli del platonismo?".
È la disciplina dell'antropologia, in particolare con Durkheim, Rappaport e Csordas, a guidare l'intuizione sulla centralità svolta dal rito nella dinamica di esodo dei fedeli dal credo cattolico a quello pentecostale. Se la vera risposta a cui si è giunti è la capacità del rito pentecostale di mediare il Sacro ai fedeli, è dall'adeguamento del rito latino-romano che il mondo cattolico può ripartire, per contenere il rischio di rendere inaccessibile alla comprensione dei devoti il mistero che il rito stesso significa e per manifestare l'essenza stessa della liturgia in quanto azione teandrica.
Villaggi fantasma, stragi di religiosi e civili, stupri, rapimenti, persecuzioni di massa, fosse comuni, conversioni forzate: è il destino dei cristiani sotto l'Islam radicale negli ultimi anni. Le chiese in Medio Oriente hanno subìto una liquidazione fisica e simbolica. Eppure, questi cristiani perseguitati sono i cani randagi dell'Occidente. La scomparsa delle più antiche minoranze cristiane che parlano ancora la lingua di Gesù non ha generato emozioni nell'opinione pubblica dell'Occidente, sempre pronta a mobilitarsi per altre cause. Nessun artista o intellettuale di primo piano o star del cinema ha difeso la loro causa; nessun governo europeo ha perorato un intervento militare a loro difesa; l'Onu non ha denunciato la loro scomparsa. Perché, come ha detto un arcivescovo in Iraq, "l'Occidente tiene più alle rane che a noi cristiani". La tragedia degli ultimi cristiani d'Oriente ha mostrato l'allarmante impotenza e nichilismo della civiltà occidentale e il suicidio morale di una Europa scristianizzata e a rischio islamizzazione. Eppure, i cristiani d'Oriente sono la nostra linea di difesa.
Il documento che qui offriamo al lettore italiano affronta uno dei temi di maggiore importanza non solo nel dialogo attuale tra le chiese ortodossa e cattolica, ma anche nel complesso dibattito interno a ciascuna di esse: il modo in cui si articolano primato e sinodalità, a tutti i livelli, locale, regionale e universale. Non si tratta tecnicamente di un testo di consenso, ma di uno studio storico e teologico su come, nel corso di due millenni di storia delle chiese, forme di governo sinodali e forme primaziali si sono formate e consolidate, sono state in tensione ma anche in feconda interazione.
Il Gruppo di lavoro misto ortodosso-cattolico Sant’Ireneo è nato nel 2004, per iniziativa dell’Istituto ecumenico Johann Adam Möhler di Paderborn, con il fine di aiutare e affiancare il dialogo teologico ufficiale tra ortodossi e cattolici. Vi fanno parte teologi cattolici e ortodossi che hanno deciso di intraprendere liberamente un percorso di studio per approfondire gli aspetti più problematici che ancora dividono le loro chiese.
Erasmo da Rotterdam non ha bisogno di presentazioni nel mondo scientifico; ne ha invece nel campo delle scienze della religione, perché sta ancora pagando lo scotto della libertà di pensiero nel trattare una materia da sempre ritenuta "sacra". Erasmo, prete cattolico, nel secolo della Riforma è stato considerato un pavido conservatore sia dal movimento luterano che dai controriformisti romani, e quindi condannato alla damnatio memoriae. È in atto una riscoperta e una valorizzazione della sua spiritualità secolare come fattore fondante di una cultura europea, che sta cercando con fatica la strada dell'unità dopo l'ubriacatura dei particolarismi e dei nazionalismi.
La rivista vuole essere un punto di confronto e di incontro per chi, a vario titolo, ha a che fare con la formazione della persona, aprendo un dialogo tra scienze psico-pedagogiche e discipline teologico-spirituali. Gli autori, psicologi e psicoterapeuti che lavorano nel campo della formazione umana e cristiana, si sono formati alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e hanno alle spalle anni di condivisione culturale e aggiornamento nel campo della formazione e della direzione spirituale.
La famiglia: un valore comune, due culture diverse. Quali sfide? Quali urgenze? Quale approccio? Ma soprattutto quali risposte dare a partire dall’ottica della fede?
In questa raccolta vengono presentati i testi delle relazioni del simposio, tenutosi nell’ottobre 2018 a Livorno proprio sul tema della famiglia. Per alcuni giorni studiosi di diversi settori, teologi, storici, sociologi, psicologi, che rappresentano l’Italia e la Russia, hanno discusso le affinità e le differenze della concezione cattolica e ortodossa del matrimonio e della famiglia. Oltre ai collaboratori dei centri di ricerca dell’Università San Tichon di Mosca, hanno presentato le loro relazioni al simposio i ricercatori del Centro di Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Universita Cattolica di Milano, nonché ricercatori ed insegnanti di enti educativi di Livorno, Roma e Genova.
Una lucida analisi delle opportunità che l’esperienza e le virtù cristiane possono offrire a una società secolare e a una laicità scosse nelle loro fondamenta. Il testo – scritto da uno dei massimi filosofi contemporanei – è, al tempo stesso, una riflessione per recuperare, valorizzandoli, i princìpi religiosi alla base dello stesso universo democratico laico, ma anche una ripresentazione del cattolicesimo rivolta ai tanti che ne hanno dimenticato la logica che lo struttura e le ragioni che lo alimentano.