
L'anno B del ciclo triennale del lezionario festivo privilegia il vangelo di Marco, il più breve dei quattro. La brevità del secondo vangelo è da riferire alla scarsità delle parole; gli insegnamenti di Gesù sono riferiti con parsimonia; egli si manifesta soprattutto attraverso i gesti. Si manifesta, ma anche si nasconde; dagli studiosi il vangelo è associato al "segreto messianico": con grande insistenza Gesù raccomanda a coloro che sono spettatori dei suoi gesti sorprendenti di tacere; così anche con i propri discepoli, specie con i tre che portò con sé sul mon-te e che furono testimoni della sua trasfigurazione. Per favorire il segreto - così pare - Gesù mostra una trasparente fretta, che gli impedisce di indulgere al desiderio di tutti di trattenerlo. Fin dalla prima giornata del ministero pubblico, a Cafarnao, emerge una tensione tra Gesù che fugge e la folla che, complici i discepoli, cerca di trattenerlo. Appunto questo è il registro di fondo che segna le stesse omelie proposte per quest'anno; esse sollecitano ad affrettare il cammino verso un altrove, che sempre da capo pare sfuggire.
Si tratta di commenti al Vangelo della domenica affidati ad uomini e donne; credenti o non credenti (oppure cristiani non cattolici), laici o preti o religiosi che, per scelta, per condizione o per decreto si trovano a vivere la loro condizione di credenti "sulla strada", fuori da ogni protezione o benedizione del potere ecclesiastico. Riflessioni (non "prediche") poco clericali, quindi; ma forse proprio per questo profondamente evangeliche, condotte da credenti, ma anche da non credenti che hanno accolto l'invito di lasciarsi provocare dal dirompente messaggio di Gesù. Ad alternarsi un eterogeneo e autorevole gruppo di "omileti", significativo anche e soprattutto per un pubblico di lettori "laici", poco addentro alle questioni del "tempio", ma forse curiosi di leggere un commento al Vangelo sottratto al genere predicatorio, svestito del rassicurante ed asettico stile e del linguaggio "ecclesialese", che cerca di far risuonare la "grazia" dell'inquietudine, della domanda, dell'attesa, che evita "vapori" spiritualistici e languori "buonisti", che tenta di "affliggere i consolati" (come si proponeva don Tonino Bello) e di convertire i buoni.
In queste riflessioni sulle letture delle liturgie domenicali dell'anno B la brevità si accompagna alla semplicità e alla chiarezza. Ciò che colpisce in questi commenti è l'incisività dei titoli, piccole sintesi dei contenuti, insieme all'armonica connessione delle letture proposte, dove la buona esegesi si coniuga con l'efficace attualizzazione che giunge alla nostra vita quotidiana.
Una raccolta di materiali "predicabili". Il sussidio suggerisce per ogni domenica e festa: monizione d'apertura e monizioni alle Letture, un'omelia di taglio divulgativo, altri materiali per l'omelia, preghiera dei fedeli. Ogni liturgia della Parola è centrata sopra un unico tema, che viene anticipato nelle monizioni, sviluppato nell'omelia, e pregato nella preghiera dei fedeli. I termini teologici non sono evitati ma utilizzati e spiegati. Le monizioni alle Letture non sono commenti eruditi, ma introduzioni semplici e chiare che preparano all'ascolto. Le omelie contengono in abbondanza episodi, citazioni, forme brevi (aforismi, massime, proverbi, anche battute).
«Stendendo questi brevi commenti ai vangeli festivi ho avuto un solo scopo, come sempre: fare incontrare il vangelo con la vita e la vita con il vangelo. È scontrandosi con l’esistenza di chi l’ascolta che la parola di Dio svela il suo vero significato, la sua attualità e anche la sua bellezza. Ascoltare significa confrontare la Parola con l’esistenza e l’esistenza con la Parola. Sono convinto che il compito di un commentatore è di aprire la strada all’incontro con la Parola. Nulla più. Nessuna invasione del testo e nessuna invasione del lettore. È bene fermarsi alla soglia. Bastano pochi suggerimenti essenziali, che possono aiutare il lettore a trovare personalmente la porta di entrata. Il commentatore si ferma sulla soglia. Tocca al lettore varcarla» (dalla Premessa).
Il messale perpetuo non solo per i fedeli della Santa Messa Tradizionale detta di San Pio V, ma dal 14 settembre 2007 anche per tutte le parrocchie e i sacerdoti in seguito alla liberalizzazione della messa in latino ad opera di Papa Benedetto XVI, rieditato per tutte le parrocchie, da mettere sui banchi in chiesa.
Essere chierichetto significa servire Dio e il popolo durante la Messa. I chierichetti sono veramente dei ministri e per questo oggi sono chiamati anche ministranti. Questo manuale si presenta come un sussidio per gli incontri formativi attraverso cui i giovani ministranti acquisiscono i necessari significati del loro ministero e imparano a praticarlo al meglio.
Questo sussidio è pensato per la preparazione dell'omelia festiva, un aiuto che comunque non deve sostituire la preparazione personale del sacerdote. Per ogni domenica e festa dell'anno liturgico "B", il sussidio riporta i testi delle letture (Leggo la Parola), una succinta ma densa meditazione (Rifletto) e un'orazione (Prego).
Il tema della predicazione cristiana è oggi un problema pastorale di grande rilievo. L'importanza della questione è data dagli stravolgimenti culturali in atto, che incidono profondamente sulla mentalità della gente e richiedono grande efficacia comunicativa, ma anche della necessità di una maggiore consapevolezza della Chiesa circa il dovere di annunciare il Vangelo e di rendere sempre più ragione della propria speranza.
L'intento del Seminario di studio (Roma 11-12.4.2008), di cui sono ora proposti gli atti, è quello di condurre una riflessione che permetta di approfondire il valore accordato oggi alle parole proferite nell'opera di comunicazione del Vangelo, precisando che per 'predicazione' si fa riferimento a tutto l'insieme delle modalità con cui si trasmette il messaggio cristiano: conferenze, catechesi, insegnamento, esercizi spirituali, omelie.
Sommario
Introduzione. La predicazione cristiana come problema pastorale oggi (A. Staglianò). "Predicare" da ieri a oggi (P. Garuti). "Predicare" nella cultura contemporanea (G. Matino). Catechesi ed esortazione nella predicazione dei laici (P. Bignardi). La predicazione cristiana oggi: l'imprescindibile orizzonte pneumatologico (S. Martinez). L'arte della parola al servizio della Parola. Note esperienziali sulla comunicazione della fede (F. Rosini). L'arte della parola tra Bibbia e letteratura (F. Parazzoli). La predicazione oggi: dalla parte di chi ascolta e comunica (F. Ognibene e A. Tornielli). Annotazioni conclusive. «Guai a me se non predicassi il vangelo» (1Cor 9,16) (A. Staglianò).
Note sull' autore
Il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI ha pubblicato presso le EDB i seguenti atti di Forum del Progetto Culturale: L'Europa sfida e problema per i cattolici (II Forum, 2000), Libertà della fede e mutamenti culturali (III Forum, 2001), Il futuro dell'uomo. Fede cristiana e antropologia (IV Forum, 2002), Di generazione in generazione. La difficile costruzione del futuro (V Forum, 2004), A quarant'anni dal Concilio (VI Forum, 2005), Cattolicesimo italiano e futuro del Paese (VII Forum, 2006) e La ragione, le scienze e il futuro delle civiltà (VIII Forum, 2008); inoltre i volumi: Il prete e la sua immagine (2005), Ripensare la parrocchia (22005) e, insieme all'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, Parabole mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione (2003).
Le omelie raccolte nel volume sono il frutto di dieci anni di predicazione alla messa festiva delle ore 12 in Santa Maria del Fiore, cattedrale di Firenze.
L'autore è molto attento a interrogare i testi biblici della liturgia del giorno, facendo parlare la Parola, in maniera che i brani proposti - tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento - possano essere anzitutto interpretati nel loro più autentico senso teologico e spirituale. Un secondo criterio che lo guida è quello di proporre l'annuncio gioioso e liberante di Cristo, evitando i toni opprimenti del pessimismo moralistico.
Egli tenta poi di tenere presente la cultura di oggi, la sensibilità dell'uomo contemporaneo, attraversato e talora sopraffatto dal dubbio, incapace di credere, fidarsi, affidarsi. A tal fine spesso affianca da una parte la testimonianza della ricerca umana, dall'altra la proposta umanizzante della Rivelazione.
Le sue parole si arricchiscono di frequente del magistero autorevole dei Padri e dei santi.
Sommario
Introduzione. Tempo di Avvento. Tempo di Natale. Tempo di Quaresima. Tempo di Pasqua. Tempo ordinario. Solennità e feste.
Note sull'autore
Dante Carolla, sacerdote della diocesi di Firenze dal 1966, attualmente è direttore dell'Ufficio per la pastorale scolastica e delegato arcivescovile per le scuole cattoliche, nonché delegato diocesano della FIES (Federazione italiana Esercizi Spirituali) e canonico della cattedrale. All'attività pastorale diretta nella parrocchia ha unito un'attenzione particolare alla scuola e all'animazione dell'associazionismo cattolico. Ha pubblicato, insieme a Renzo Bonaiuti, un sussidio per l'IRC nelle scuole elementari e materne, Dalla Bibbia alla Scuola, Le Monnier, Firenze 2002 e, per le EDB, Solo l'amore conosce. Omelie per le domeniche e le feste. Anno A (2007).
«La paura sta al cuore del Vangelo di Marco ed è la parola che si trova esattamente a metà del testo (9,6) come una chiave di volta. La paura sta spesso sotto tanto dolore nella nostra vita: il Signore vuole portarci oltre...» (dall'Introduzione).
L'autore presenta un commento-meditazione alla liturgia festiva dell'anno B, che propone in larga misura il Vangelo di Marco. Egli tuttavia non si limita a un commento alle letture, ma aiuta a immergersi nel clima spirituale del giorno e del tempo liturgico. Accanto alle domeniche, il volume fa spazio anche alle principali feste.
Sommario
Introduzione. Tempo di Avvento-Natale. Tempo di Quaresima. Settimana santa. Tempo di Pasqua. Tempo ordinario. Alcune solennità e feste.
Note sull' autore
MichaelDavide Semeraro osb (Fasano - BR, 1964) è monaco benedettino del monastero di Germagno (VB) dal 1983 ed è stato ordinato presbitero nel 1998. Ha completato la formazione nei monasteri francesi di Tamié e de La Pierre-qui-Vire, e la formazione teologica alla Pontificia Università Gregoriana con il dottorato in teologia spirituale. È impegnato nell'animazione spirituale, che ha nel monastero il suo punto di riferimento materiale e nella Parola il riferimento interiore. Ha pubblicato: Le donne di san Benedetto, La Meridiana, Molfetta 2005; Etty Hillesum: Dio matura, La Meridiana, Molfetta 2005; presso le EDB: Con Gesù in compagnia di Luca. La Parola festiva nell'anno C (2006), Con Gesù in compagnia di Matteo. La Parola festiva nell'anno A (2007), Cantico dei Cantici. L'amore non s'improvvisa (2006) e Facciamo l'uomo! Invecchiare e morire: un'iniziazione possibile (2007). È inoltre autore delle riflessioni alle letture del volume mensile Messa quotidiana e dei volumi a caratteri grandi Accompagnati dalla Parola (per i tempi di Avvento e di Quaresima).
«Un capitello della basilica romanica di Vézelay (XII secolo) rappresenta il mulino mistico. In esso viene rappresentato Mosè che versa nell'imbuto di un piccolo mulino - mosso dalla ruota che forma una croce (simbolo di Cristo) - il grano della tradizione ebraica che Paolo raccoglie in un sacco per portarne al mondo intero il nutrimento spirituale. Questo capitello, di rara bellezza, ci ricorda che l'accoglienza della Parola è un lavoro che comporta una trasformazione per essere capace di nutrire e di portare a pienezza ogni cosa in Cristo» (dall'Introduzione).
L'intento dell'autore è quello di sottolineare che, in riferimento alla liturgia e alla vita spirituale, la Parola è come il pane. Le sue pagine costituiscono uno stimolo a valorizzare maggiormente le ricchezze della riforma liturgica, e della messa in particolare. Egli attinge ampiamente ai Praenotanda del Messale e del Lezionario, con puntualizzazioni rituali e teologiche sulla struttura e sul modo di celebrare la santa messa.
Sommario
Introduzione. 1. La presenza di Cristo nella Parola proclamata. 2. L'annuncio della Parola: il luogo dell'annuncio. 3. La corsa della Parola: da chi parla a chi ascolta. 4. La risurrezione della Parola: omelia come evento. 5. Il frutto della Parola: professione di fede e preghiera universale.
Note sull'autore
MichaelDavide Semeraro osb (Fasano - BR, 1964) è monaco benedettino del monastero di Germagno (VB) dal 1983 ed è stato ordinato presbitero nel 1998. Ha completato la formazione nei monasteri francesi di Tamié e de La Pierre-qui-Vire, e la formazione teologica alla Pontificia Università Gregoriana con il dottorato in teologia spirituale. È impegnato nell'animazione spirituale, che ha nel monastero il suo punto di riferimento materiale e nella Parola il riferimento interiore. Ha pubblicato: Le donne di san Benedetto, La Meridiana, Molfetta 2005; Etty Hillesum: Dio matura, La Meridiana, Molfetta 2005; presso le EDB: Con Gesù in compagnia di Luca. La Parola festiva nell'anno C (2006), Con Gesù in compagnia di Matteo. La Parola festiva nell'anno A (2007), Cantico dei Cantici. L'amore non s'improvvisa (2006) e Facciamo l'uomo! Invecchiare e morire: un'iniziazione possibile (2007). È inoltre autore delle riflessioni alle letture del volume mensile Messa quotidiana e dei volumi a caratteri grandi Accompagnati dalla Parola (per i tempi di Avvento e di Quaresima).