
Sono numerosissime le carenze per l'adeguata comprensione dei termini e dei metodi utilizzati nella ricerca, delle tecniche statistiche per analizzare i dati e dei criteri per valutare l'affidabilità dei risultati scientifici raggiunti. Alla estraneità dei termini, si aggiunge, per i giovani che si avviano allo studio delle scienze umane e sociali, la difficoltà spesso insormontabile, di reperire una fonte di consultazione rapida. Proprio per consentire di superare tale carenza, l'Autore compone un agile Dizionario, che illustra termini e concetti riguardanti la metodologia della ricerca, i disegni sperimentali, i test, la statistica, superando le confusioni create dai termini con significati sovrapposti, sinonimi e pseudo-sinonimi.
Il percorso verso l'altro è un percorso musicale, nel quale ogni nota ha la sua importanza sulla partitura. Ma hanno la loro importanza anche i silenzi, anche i mugugni, le pause di riflessione e le pause di discorso. Ogni singolo dettaglio ha importanza. Le persone sono prismi di suoni e di silenzi. Per dipanarle non ci resta che cominciare il percorso entrando nei luoghi dove questi percorsi vengono agiti e compresi.
Oltre che umanista e teologo di fede protestante, Melantone fu vero e proprio filosofo. In un periodo in cui in ambito luterano c'era profonda disaffezione per la filosofia, egli offrì alla causa della Riforma un sistema filosofico in accordo con i principi protestanti fondamentali e gli attribuì una precisa sfera d'indagine, quella della natura e delle sue leggi. Costituita da tre libri dedicati allo studio sistematico del cosmo e dal De Anima, che ne applica in campo antropologico le tesi, la Fisica - principale opera filosofica di Melantone - si propone infatti di conciliare le leggi dell'universo con una natura umana dotata di libertà e affermare, al di là della netta distinzione tracciata, la reciproca necessità di filosofia e vangelo: la fisica è necessaria per chiarire i punti controversi nelle dispute religiose e, al contempo, solo il vangelo può dare alla nozione filosofica di natura tutta la sua ampiezza e validità.
Questa pubblicazione segna un nuovo sviluppo del pensiero tomista di Cornelio Fabro. Lo scopo dell’A. è raggiungere una sincera conoscenza della novissima filosofia o filosofia esistenzialista per «operare un incontro del vecchio con il nuovo». Il volume, scritto nel 1942 e pubblicato nel 1943, può essere annoverato fra i primi nel suo genere in Italia. Importante e suggestiva la divisione tematica (temi, struttura e fondamenti dell’E.) e la Nota Bibliografica.
Filosofo morale e metafisico, pensatore politico e religioso, esegeta della Bibbia, critico della società, intagliatore di lenti, commerciante fallito, intellettuale olandese, ebreo eretico. Se la vita di Spinoza è tanto interessante, ciò è dovuto anche ai diversi contesti, a volte contrastanti, in cui si trovò a operare: la comunità di immigrati portoghesi e spagnoli, parecchi dei quali un tempo "marrani", rifugiati in seguito nella nuova repubblica olandese, ricca di opportunità economiche; la politica turbolenta e la lussureggiante cultura di questa giovane nazione, che alla metà del XVII secolo conobbe la sua età dell'oro; e, non ultimo, la storia stessa della filosofia. Basato su rigorose ricerche d'archivio, Baruch Spinoza di Steven Nadler - più che un semplice resoconto della vita del filosofo - introduce il lettore nel cuore dell'Amsterdam ebraica del XVII secolo e nel tumultuoso mondo politico, sociale, intellettuale e religioso della giovane repubblica olandese.
La formazione dell'identità europea è caratterizzata, secondo Mattéi, dalla nascita di uno sguardo che si distanzia dal proprio oggetto e, declinandosi all'infinito, permette di illuminare e preservare la verità di quanto osserva, anche dell'"altro" più remoto. Tracciare la storia della nascita di tale sguardo, a partire dall'incrocio fra mito, letteratura e filosofia, significa stabilire la specificità di quello che è l'unico elemento in grado di definire propriamente l'identità europea. Senza rinnegare le radici stesse da cui è nata l'Europa, Jean-François Mattéi cerca di "tenere la rotta" di una valorizzazione della cultura europea che renda giustizia alla sua storia mediterranea, ai contributi originari del mito e della religione, del pensiero artistico e filosofico, ma, soprattutto, alla dimensione della trascendenza, costitutiva di ogni esperienza artistica, spirituale e teoretica. Come già mostrava Walter Benjamin, senza di essa, ai cittadini europei pare essere rimasta solo la possibilità di muoversi nel mondo dell'economia e delle merci come automi dallo "sguardo vuoto".
I filosofi spesso si meravigliano di cose che la maggior parte delle persone non nota neppure: Socrate trovava sorprendente il fatto che qualcuno potesse apparire più piccolo in lontananza senza rimpicciolire davvero e Kant si chiedeva come accade che gli specchi invertano la destra e la sinistra, ma non l'alto e il basso. Quello che vediamo, tocchiamo o sentiamo pone quotidianamente alla nostra attenzione problemi e stranezze di difficile soluzione. Per esempio, come mai l'immagine retinica è piatta ma noi vediamo gli oggetti tridimensionali? E perché al variare dell'illuminazione non cambia la nostra percezione del colore di un oggetto? I filosofi della percezione cercano di rispondere a questi e altri quesiti partendo dalla domanda fondamentale: cos'è la percezione? cosa significa "vedere" e "sentire" qualcosa? Questo volume è un'introduzione accessibile ai temi e ai problemi della filosofia della percezione.
Quali sono le parole usate più frequentemente nella riflessione filosofica contemporanea? Il testo, nel rispondere a questa domanda, si propone come uno strumento agile, ricco e aggiornato, rivolgendosi sia a coloro che si avvicinano per la prima volta alla filosofia, sia a coloro che hanno già alcune competenze o sono esperti in una determinata area del sapere filosofico. Gli studenti universitari o della scuola superiore e le persone interessate all’argomento, anche senza alcuna conoscenza tecnica, avranno così l’opportunità di avvicinare il lessico filosofico, mentre gli esperti potranno trovare voci che coprono ambiti della filosofia a loro meno noti.
Tutti i saggi introduttivi di Sossio Giametta alle opere del filosofo tedesco. Il pensiero di Nietzsche è esplosivo, come dinamite ha fatto saltare certezze e stabilità, e ha aperto interrogativi drammatici, ancora privi di risposta. I saggi di Sossio Giametta mostrano in che modo Nietzsche persegua, attraverso uno scetticismo profondo e sconvolgente, l'ideale dell'indipendenza umana e l'educazione di sé e degli altri alla grandezza, rivestendo di alta poesia la multiforme tragedia del vivere; ma anche in che modo egli, sotterraneamente sospinto dalle correnti dell'epoca, per combattere la decadenza nel suo aspetto morboso-estetizzante sviluppi l'altra sua faccia, quella della violenza, accelerando la crisi involutiva della civiltà cristiano-europea giunta al tramonto.
"Le origini del totalitarismo" (1951) è un classico della filosofia politica e della politologia del Novecento. Per la Arendt il totalitarismo rappresenta il luogo di cristallizzazione delle contraddizioni dell'epoca moderna e insieme la comparsa in Occidente di un fenomeno radicalmente nuovo. Le categorie tradizionali della politica, del diritto, dell'etica e della filosofia risultano inutilizzabili; quanto avviene nei regimi totalitari non si può descrivere nei termini di semplice oppressione, di tirannide, di illegalità, di immoralità o di nichilismo realizzato, ma richiede una spiegazione "innovativa". Lungi dal presentare una struttura monolitica, l'apparato istituzionale e legale totalitario deve rimanere estremamente duttile e mobile, al fine di permettere la più assoluta discrezionalità. Per questo gli uffici vengono moltiplicati, le giurisdizioni tra loro sovrapposte e i centri di potere continuamente spostati. Soltanto il capo, e una cerchia ristrettissima di collaboratori, tiene nelle sue mani gli ingranaggi effettivi della macchina totalitaria. Nelle Origini tale macchina viene smontata e analizzata pezzo per pezzo: i metodi propagandistici, le formule organizzative, l'apparato statale, la polizia segreta, il fattore ideologico e, infine, il campo di sterminio, istituzione suprema e caratteristica di ogni regime totalitario.
La primissima fase della filosofia occidentale vide la nascita della cosmologia e della teologia razionale, della metafisica, dell'epistemologia, della teoria etica e politica. In quell'epoca prese forma una grande varietà di idee radicali e provocatorie, dall'affermazione di Talete secondo cui i magneti possiedono un'anima alla teoria parmenidea dell'immutabile esistenza dell'uno, allo sviluppo di una teoria atomista del mondo fisico. Questa panoramica generale della filosofia presocratica ricostruisce le idee e le visioni del mondo dei più importanti filosofi greci attivi dal sesto alla metà del quinto secolo a. C., ricostruendo il contesto concreto in cui operarono, discutendo le modalità secondo le quali oggi possiamo ricostruire le loro visioni e le intenzioni originarie della loro opera, e sottolineando i motivi del durevole interesse filosofico delle loro spesso sconcertanti teorie. Accompagnato da un'utile cronologia e da una guida per ulteriori letture, "I presocratici" di James Warren costituisce un'introduzione ideale per lo studente e il lettore generale a un'età di straordinaria ricchezza della civiltà occidentale.