
Anthropologica è un annuario di filosofia legato alle attività di ricerca del Centro Studi Jacques Maritain che si propone un duplice obiettivo: la comprensione dei molteplici aspetti che attengono alla cosiddetta "questione antropologica" e una riflessione teorica che al di sopra delle singole discipline metta in luce il significato dell'umanesimo occidentale e delle radici culturali che lo sostengono. In questo secondo numero la riflessione si svolge intorno al rapporto interpersonale, riconosciuto già da Aristotele come elemento strutturale dell'essere umano.
Nel genere dell’intervista l’andamento autobiografico può essere l’occasione per rievocare un mondo e ripensare questioni aperte. È il caso di questo colloquio con Givone, il quale da un lato ripercorre gli anni in cui Torino era al centro del dibattito filosofico – bastino i nomi di Nicola Abbagnano, Luigi Pareyson, Pietro Chiodi, Augusto Guzzo, e dei più giovani Umberto Eco e Gianni Vattimo –, dall’altro riflette sull’eredità teoretica mutuata da Pareyson (il misterioso intrecciarsi di Dio con il male e la libertà) e sul suo stesso itinerario. Un percorso che, avendo al centro il problema del nulla – insieme possibilità di grazia, ma anche di annientamento –, ha condotto Givone a delineare un pensiero tragico che è, nel medesimo tempo, una filosofia del bene di vivere. Tragico perché sfida e sopporta le contraddizioni dell’esistenza, e teso verso il bene come modo di stare al mondo: custodendo le parole in cui si svela l’umano. Quelle parole che Givone ha cercato di catturare nelle sue prove narrative.
Il volume integra l'analisi dei temi filosofici con la ricostruzione delle questioni giuridico-letterarie al centro delle tensioni tra vichiani e antivichiani. Il richiamo alle tesi filologiche di Vico sull'origine delle XII Tavole alimenta l'interesse per la questione filosofica circa il fondamento della validità del diritto. In queste pagine si offrono anche gli esiti di una circumnavigazione intorno a ciò che, sia pure dentro l'ambiente di Vico e della sua fortuna, non è sempre immediatamente riconducibile a lui. Lo documentano i saggi tra letteratura, filosofia ciclica della storia naturale dell'uomo nella Napoli riformatrice e massonica (Bertòla) e l'anticurialismo prerivoluzionario (Conforti). Più vichianamente orientata è, invece, la non trascurabile attività politico-culturale in Lombardia dei napoletani Francesco Lomonaco e Flaminio Massa, editore del Pagano, impegnati nell'offrire una possibile soluzione della 'crisi' del razionalismo settecentesco con la sintesi tra momento ideale e contrassegno antropologico della funzione conoscitiva, oggetto della moderna science de l'homme della cultura europea del tempo e segnatamente idéologique d'oltralpe.
Per illustrarci i temi chiave sui quali la filosofia da sempre s'interroga, Ermanno Bencivenga ha scelto un linguaggio insolito: quelli delle favole. Ne è nato, nel 1991, uno dei libri più originali e di maggior successo della divulgazione filosofica italiana, La filosofia in trentadue favole, poi ampliato in La filosofia in quarantadue favole.
In questa terza edizione Bencivenga aggiunge altri dieci racconti per portarci in un mondo nel quale la magia è negli occhi di chi guarda, di chi gioca a chiedersi «perché» sapendo che ogni risposta cela sempre in sé una nuova domanda.
Interiorità: un tema dal sapore antico e dalla profondissima attualità.
Le scienze del cervello ci sorprendono ogni giorno con straordinarie scoperte, mettendo in discussione numerose idee correnti. Le nostre scelte morali sembrano non essere del tutto figlie di riflessioni e di ragioni; le nostre credenze sono influenzate non solo dalla cultura, ma anche - ci piaccia o no - dall'architettura della nostra mente, su cui non abbiamo alcun controllo. La nostra stessa autocoscienza e il concetto di persona vacillano sotto i colpi della ricerca sulle basi cerebrali della vita mentale. In questo volume, alcuni fra i maggiori esperti italiani della materia fanno il punto su una nuova disciplina, la neuroetica, chiamata a fare i conti con le acquisizioni delle neuroscienze e le loro ricadute sulla cultura e la vita pratica.
Andrea Lavazza è studioso di filosofia della mente e di scienze cognitive. Fra le sue pubblicazioni: "L'uomo a due dimensioni" (Bruno Mondadori, 2008) e "Siamo davvero liberi?" (curato con M. De Caro e G. Sartori, Codice, 2010). Giuseppe Sartori è professore ordinario di Neuroscienze cognitive presso l'Università di Padova, dove dirige anche il Master in Psicopatologia e neuropsicologia forense e la Scuola di specializzazione in Neuropsicologia.
"Un libro straordinariamente ricco e stimolante" (Charles Taylor)
"Bellissimo libro" (Armando Massarenti)
Questo volume va oltre i confini dell'antichistica, per inserirsi con forza nell'odierno dibattito sull'azione etica e politica. I greci furono consapevoli del fatto che valori e ideali devono venire a patti con la "fortuna", ossia con ciò che non prescinde da noi. E' a questa commistione tra ambizione virtuosa e vulnerabilità alla sorte che guarda Nussbaum, rileggendo la tradizione tragica e filosofica. Sulla scia di Aristotele, l'autrice suggerisce che ciò che rischia di contaminare la purezza della virtù e della ragione - impulsi inconsci, passioni incontrollabili - è anche ciò che costituisce la specificità della sfera umana: l'importante è limitare i rischi e arginare il potere della fortuna.
Martha C. Nussbaum insegna Law and Ethics nell'Università di Chicago. Con il Mulino ha pubblicato anche "Diventare persone" (2001), "Giustizia sociale e dignità umana" (2002), "L'intelligenza delle emozioni" (2004), "Le nuove frontiere della giustizia" (2007), "Giustizia e aiuto materiale" (2008), "Lo scontro dentro le civiltà" (2009), "Libertà di coscienza e religione" (2009).
"Il più grande filosofo della scienza mai esistito" (Peter Medawar)
I due saggi che compongono questo libro esprimono il senso profondo che ha animato la battaglia culturale e politica di Popper. Interrogarsi e pronunciarsi sulla validità della nostra conoscenza non significa soltanto affinare la speculazione, ma anche offrire visioni del mondo che possono essere fatte proprie da tutti gli uomini. Popper non ammette fonti privilegiate di verità e giudica deleterio perseguire idolatricamente la certezza e l'oggettività della scienza. La conoscenza è umana e perciò stesso intessuta di pregiudizi, sogni, speranze. Possiamo solo procedere per confutazioni, riconoscendo ed eliminando gli errori, che saremo tanto più sagaci a cercare quanto più consapevoli saremo della nostra imperfezione.
Karl R. Popper (1902-1994) è stato uno dei maggiori filosofi del Novecento. Il Mulino ha pubblicato anche "Congetture e confutazioni" (1972), "Il mito della cornice" (1995), "La conoscenza e il problema corpo-mente" (1996).
Accompagnare nella vita dello Spirito è un'arte che si incide sulla persona fin da quando è stata a sua volta accompagnata. E. Stein "come" venne a scoprire "il linguaggio di Dio nel Cuore della persona"? "Come" a sua volta ne fece dono? L'antropologia evangelica diventa allora personale, inedita, e i volti degli accompagnatori sfilano delineando relazioni personali ricche e trasparenti con grandi "la più grande donna nel cielo dei filosofi tedeschi" approda al Carmelo e Scopre Teresa di Gesù, formatrice di "pietre vive", che vivono la fede e hanno "afferrato e tengono la mano di Dio".
L’Autore delinea il quadro complessivo dei temi della logica, evidenziando i principali nessi teoretici che avvicinano questa materia ad altri ambiti di studio. Dopo una ricostruzione essenziale dell’intero percorso storico (dalle origini aristoteliche e stoiche alle grandi sintesi medievali, fino agli sviluppi più recenti), il testo allarga l’attenzione alle questioni relative al linguaggio e all’argomentazione che appaiono strettamente legate alle tematiche più propriamente logiche. Avviato così allo studio di questa fondamentale disciplina, lo studente, potrà inoltre avvalersi di diversi supporti presenti nel manuale, quali:
• sintesi dei contenuti di ciascuna sezione
Il pregio e l’attualità di questo manuale universitario si colgono nella proposta “forte” di una scienza filosofica della natura.
In un panorama variegato di approcci epistemologici, spesso tra loro contraddittori, l’Autrice privilegia, come via interpretativa ultima, la centralità dell¹uomo-natura nella natura, sulle cui parti e ordinamenti ella concentra, con cura didattica, l¹attenzione del lettore.