
A sessant'anni dalla firma dei Trattati di Roma, l'Unione Europea vive la più profonda crisi della sua storia: nazionalismi, populismi, divisioni politiche ed economiche minacciano di distruggere il sogno di un'Europa unita e pacificata. Rivolgendo uno sguardo particolare alla difficile situazione politica del suo Paese, l'Ungheria, assediata dal razzismo e dalla questione rom, Ágnes Heller mette in discussione i cosiddetti "valori comuni europei", si interroga sul ruolo dei singoli cittadini e solleva una domanda scottante: l'Europa è qualcosa di più di un museo? Da questo libro emergono i grandi paradossi che caratterizzano tanto il continente europeo quanto l'intera cultura occidentale: universalismo umanista e fanatismo nazionalista, tolleranza e xenofobia, totalitarismo e libertà. Conflitti che si fanno più drammatici nella crisi dei rifugiati e che mettono in serio pericolo l'intera costruzione di una comunità europea. Ma Heller, con tenace fermezza, suggerisce che non bisogna rinunciare a realizzare il sogno di una Europa umana: questa utopia dipende da noi.
Il più completo repertorio di paradossi elencati dalla A alla Z. Una sorta di abbecedario di ciò che è assurdo o sembra tale.
Fin dal loro apparire, nel 1534, i Paradossi di Sebastian Franck suscitarono sconcerto per la loro radicalità: ad avere la forma del paradosso sono la teologia stessa e la Scrittura, un paradosso in conflitto con tutto ciò che il mondo crede. Di qui l'andamento dialettico dell'opera: il vero Cristo, il Cristo interiore, lo Spirito, non ha bisogno delle Chiese storiche, ovvero non ha bisogno di libri, cerimonie, culti. Il Nuovo Testamento stesso è pensato da Franck non come un libro, una legge, bensì come lo Spirito santo che parla all'uomo interiore, all'uomo completamente distaccato. Affermazioni che nella loro paradossalità, anche stilistica, riprendono temi della mistica speculativa di Meister Eckhart e inaugurano quella corrente della cultura europea che va sotto il nome di "pensiero religioso liberale". Non a caso Pietro Martinetti ebbe a scrivere: "Sebastian Franck è la più grande figura religiosa del cristianesimo moderno. Egli ha un intuito profondo della realtà: anche nella storia religiosa sa gettare uno sguardo penetrante, sicuro, sereno, obiettivo. Egli solo ha saputo sottrarsi, restando cristiano, alla schiavitù del biblicismo, che egli rimprovera anche agli anabattisti, e resistere al sogno di restaurare il cristianesimo apostolico [...] Non dobbiamo perciò meravigliarci se egli rimase solo.".
A cura di Fabio Cicero
Traduzione di Roberto Piumini
Testo inglese a fronte
“E di chi è la colpa?
Di chi se non di lui che da me ebbe,
ingrato, tutto quello che poteva:
lo feci giusto e retto, ed abbastanza
forte per non cadere, benché libero.”
Scritto in un periodo di profonda crisi personale e politica dell’autore, Paradise Lost è il più grande poema epico della letteratura inglese. L’opera ha avuto un’enorme influenza sui Romantici inglesi e, attraverso questi, sulla poesia moderna. Il tema principale del poema riguarda la caduta dell’uomo dal suo stato originario di grazia, e lascia già intravedere le condizioni che gli permetteranno, grazie all’intervento divino, di recuperare tale stato. Ma la forte personalità di Milton ha saputo disegnare dei personaggi originali che riflettono la tensione del suo autore, uno spirito libero che in qualche caso non riesce, e non vuole evitare il conflitto con l’ortodossia cristiana. Personaggi quali Dio, Satana, Eva hanno fatto e fanno ancora discutere molti critici, dando adito a ciò che lo stesso Milton ha sempre perseguito con estremo rigore e accesa passione: la ricerca instancabile della verità nel messaggio cristiano.
Il testo originale a fronte si basa sull’edizione di Barbara K. Lewalski, Paradise Lost, Oxford, Blackwell, 2007, che riproduce fedelmente la versione finale del 1674.
Fabio Cicero, studioso di letteratura moderna inglese e tedesca, ha già curato per Bompiani Storia dell’arte dell’antichità di Winckelmann (2003) e Opere in prosa di S.T. Coleridge (2006).
Roberto Piumini scrive poesie, poemi, fiabe, racconti, romanzi, filastrocche, testi per canzoni, per teatro, televisione, radio e cinema. Ha una cinquantina di traduzioni all’estero. Ha tradotto in versi i poemi di Browning, i Sonetti e il Macbeth di Shakespeare e l’Aulularia di Plauto. Legge e recita i suoi testi di prosa e poesia.
La grande filosofia del Novecento ha evocato questo destino come un inesorabile tramonto della nostra civiltà, un tramonto che, però, non ha mai conosciuto la notte, divenendo una lunga, interminabile decadenza. E tuttavia, questo Occidente in declino ha diffuso nel mondo i suoi modelli di vita, ha colonizzato senza essere colonizzatore: migliaia di persone, oggi, fuggono dalle proprie terre per venire a vivere da noi. Perché l'Occidente è visto come un paradiso: sarà anche mediocre, senza quelle tensioni utopiche e quelle energie progettuali che un tempo ha conosciuto, ma chi si guarda intorno non trova di meglio di questo pur modesto paradiso. Ha senso salvarlo dalla notte in cui può definitivamente sprofondare la sua cultura? Come proteggerlo dall'attacco dei fondamentalismi? C'è ancora una bellezza che sia testimonianza della nostra umanità? Può l'altra notte – quella d'Oriente, le «mille e una notte» dimenticate nei secoli, dove risuona l'eco dei versi del poeta, dove tutto ritorna all'origine, al mistero, simbolo d'incontro meraviglioso tra civiltà – comunicare un senso ancora valido e fondante per noi? Sono domande a cui Stefano Zecchi risponde ripercorrendo in particolare i temi che hanno segnato la cultura europea del XIX e del XX secolo e sui quali è opportuno ricominciare a interrogarsi.
In "Paradigmi per una metaforologia", una tra le sue opere più significative, Hans Blumenberg affronta la storia di alcune metafore fondamentali che hanno caratterizzato il pensiero occidentale. Esistono per Blumenberg metafore "assolute" in quanto originarie, radicate nel mondo della vita e irriducibili a un contenuto concettuale. La relazione della metaforologia con la storia dei concetti si definisce come una relazione di servizio: la metaforologia cerca di raggiungere la struttura sotterranea del pensiero, le sue fondamenta, ma si propone anche di evidenziare con quale "coraggio" lo spirito anticipa se stesso nelle sue immagini e come nell'audacia speculativa prenda forma la sua storia.
L'evoluzione del concetto di uguaglianza nell'analisi filosofica sulla natura degli Stati sovrani, a partire dalle teorie seicentesche fino alle moderne formulazioni del welfare State. Eugenio Somaini è professore ordinario di Politica economica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Parma.
"Un paradigma in cielo": così Platone definisce nella Repubblica il suo modello utopico di società giusta, una sorta di stella polare per l'orientamento morale e politico dell'esistenza umana. Questo libro ricostruisce la storia delle interpretazioni antiche e soprattutto moderne del pensiero politico di Platone: un viaggio avventuroso attraverso le grandi filosofie dell'Ottocento e i conflitti politici e ideologici del Novecento, che hanno via via configurato un Platone liberale e socialista, totalitario (secondo i casi nazista o comunista), e infine persino antipolitico. Da questa complessa vicenda interpretativa c'è molto da imparare su Platone, e ancora di più sulle esperienze intellettuali della nostra modernità.
Il primo incontro di Paolo con i filosofi risale al tempo in cui l'apostolo si trova ad Atene. Incuriositi dai suoi strani discorsi, alcuni epicurei e stoici lo invitano a parlare davanti all'Areòpago, ma quando lo sentono argomentare sulla risurrezione dei morti lo deridono e lasciano la platea. Due millenni più tardi, l'attualità delle lettere paoline riecheggia nella riflessione filosofica che si confronta con la nascita del cristianesimo. Questo volume - che colma un vuoto nella saggistica sul tema - prende in esame le riflessioni di Heidegger, Badiou, Zizek, Taubes, Agamben, Foucault, Vattimo e Derrida.
"Benedetto XVI nella Caritas in veritate osserva che è 'contrario al vero sviluppo considerare la natura più importante della stessa persona umana. Questa posizione induce ad atteggiamenti neopagani o di nuovo panteismo: dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, non può derivare la salvezza per l'uomo'. Ho, pertanto, avvertito l.urgenza di denunciare come l.influenza dell.impostazione panteista si stia espandendo a macchia d'olio, seppure spesso in modo mascherato, in numerosi ambiti della nostra cultura, della mentalità comune. Molti oggi subiscono, in maniera non sempre consapevole, il fascino di tale visione della realtà, che si trasmette da secoli sotto diversi nomi o scuole di pensiero dai contorni non sempre uguali, ma dalle radici comuni."
Remo Bodei, Achille Bonito Oliva, Massimo Cacciari, Adriana Cavarero, Gianni Celati, Michele Ciliberto, Piero Coda, Umberto Curi, Roberta De Monticelli, Massimo Donà, Felix Duque, Andrea Emo, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris, Bruno Forte, Umberto Galimberti, Aldo Giorgio Gargani, Romano Gasparotti, enrico ghezzi, Giulio Giorello, Sergio Givone, Antonio Gnoli, Eugenio Lio, Giacomo Marramao, Jean-Luc Nancy, Salvatore Natoli, Piergiorgio Odifreddi, Mario Perniola, Giovanni Reale, Franco Rella, Pier Aldo Rovatti, Emanuele Severino, Carlo Sini, Corrado Sinigaglia, Gianni Vattimo, Vincenzo Vitiello, Franco Volpi, Italo Zannier, Stefano Zecchi. Ritratti fotografici di Raffaella Toffolo
a cura di Massimo Donà
Nicolaj Berdjaev, Maurice Blanchot, Sergej Bulgakov, Albert Caraco, René Daumal, Benjamin Fondane, Manfred Frank, Roger Gilbert-Lecomte, Mecislas Golberg, Martin Heidegger, Jeanne Hersch, Alexandre Kojève, Hanif Kureishi, Antonio Machado, Kazimir Malevic, Merab Mamardachvili, Thomas Mann, Dionys Mascolo, Carson McCullers, George Oppen, Georges Palante, Jean Paulhan, Raymond Quéneau, Georges Ribemont-Dessaignes, Reiner Shürmann, Lev Svestov, Peter Sloterdijk, Leo Strauss, Paul Valéry
a cura di Roberto Di Vanni