
Tormenti di vite in fuga. In queste pagine parlano pentiti eccellenti di mafia, un tempo protagonisti di stragi efferate, estorsioni, traffico di armi, droga e rifiuti tossici. Sei collaboratori di giustizia uno fra tutti Gaspare Spatuzza, l'uomo d'onore che ha dato il massimo impulso alle indagini sulla trattativa Stato-mafia che restituiscono squarci di grande storia italiana criminale, insieme alla testimonianza personale. E mentre la loro narrazione ambisce a farsi anche rinascita spirituale, la voce ricorda: dalla giovanile attrazione irresistibile per il potere fino all'attuale paura di vendetta, per aver rotto uno scellerato patto di sangue con le più spietate cosche di Cosa nostra e 'ndrangheta. Uomini e donne sui cui volti don Cozzi riconosce i tratti di Caino e che incontra in carceri di massima sicurezza o in località segrete, nascosti da nuove identità. Ma senza alcuna promessa di perdono a buon mercato, nella convinzione che la misericordia si incroci necessariamente con la restituzione di giustizia ad Abele per il male sofferto. E nella certezza che il bene più prezioso da confiscare alle mafie siano i loro stessi affiliati.
''Ecco dunque il senso di questo libro piccolo ma prezioso, che non parla di teologia complessa, di conoscenza astratta, ma è denso di vita vissuta, di esperienza concreta con Dio, di relazione che passa attraverso la vita vera dell'autore e la testimonianza di tanti giovani che hanno fatto esperienza di Dio attraverso un contatto profondo con l'Eucaristia. Giovani come tanti altri che hanno avuto il coraggio di provare ad aprire lo scrigno del loro cuore a colui che dà senso e pienezza alla vita. La storia di ciascuno può essere la più difficile, devastata, debole, insignificante, piena di prove e dolore, ma diviene pesante e invivibile solo quando è priva di senso. Solo chi ha una meta cammina, solo chi è spinto da una passione è disposto a soffrire per portarla a compimento''. (dalla Presentazione). A fare da commento e quasi da preziosa guida per il lettore sono disseminate lungo il testo alcune significative parole del beato Carlo Acutis.
La vicenda umana e spirituale del Beato Giuseppe Baldo (1865-1915).
Dopo aver scritto 'Perchè vuoi scappare?' sulle avventure delle prime Famiglie in Missione in Olanda, ho pensato: e i figli? Non sarebbe giusto dare la parola anche ai figli? (molti dei quali nel frattempo sono diventati giovani adulti)... Quando ho chiesto ai figli di scrivere la loro esperienza, la proposta è stata accolta da tutti con entusiasmo, ma poi ognuno ha reagito a modo suo. C'è chi ha la penna facile e invece chi dà più rilievo ai fatti che alle parole scritte; c'è anche chi è così preso tra famiglia, lavoro ed evangelizzazione, che non riesce a trovare un momento per fermarsi a scrivere. Ho insistito a tempo e fuori tempo, tempestato di email, allungato il tempo di scadenza... E alla fine ecco il raccolto: abbondante e stupefacente.
Le Lettere spirituali di mons. Franco Costa, assistente centrale della FUCI dal 1955 al 1963 e assistente generale dell'ACI dal 1963 al 1972, furono inviate dall'autore in forma di circolare tra l'Avvento del 1972 e il Natale del 1976. Ida Bozzini, che ha curato il volume, riceveva da ciclostilare e spedire il materiale, composto da 21 lettere, e lo ha conservato preziosamente. L'AVE pubblica oggi questi documenti originali e unici, che servivano come "dialogo spirituale" a distanza, per tenere vivo il desiderio dell'Autore di conversare con i laici e con i confratelli sul mistero di Dio e sul dono della vita cristiana.
Questo saggio è nato sulla scorta delle riflessioni provocate dalla lettura del saggio di William James "le varie forme della coscienza". Le pagine di questo saggio, pertanto, riflettono un'analisi parziale e circoscritta rispetto alla vasta produzione Jamesiana. Questo studio su un presupposto generale: la centralità strategica che la tematica religiosa riveste all'interno dell'intero impianto scientifico di James e la conseguente influenza che la speculazione, nonché la tensione personale, per il dato religioso hanno esercitato nella sua esperienza umana
Un testo delicato e profondo, l'autobiografia di una delle piu grandi ballerine del '900.
Luigi Maria di Montfort (1673-1716), grande testimone di spiritualità mariana, è assai conosciuto nella chiesa per aver insegnato una dottrina teologica e spirituale facile, ma insieme profonda per illuminare e convincere sulla via della santità. Propone «ai cristiani la consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali».Il papa Giovanni Paolo II ha scelto per il suo pontificato il motto monfortano: Totus tuus.
Destinatari
L'autore si rivolge ai ragazzi e al grande pubblico, in particolare a quanti desiderano conoscere meglio questa grande figura di santo e la sua spiritualità.
Autore
BATTISTA CORTINOVIS, ha compiuto gli studi di teologia a Roma, dove è stato ordinato sacerdote nel 1969. Dopo un periodo di attività pastorale nella diocesi di Milano, fino all'83, speso nell'impegno della predicazione, nell'insegnamento della religione in un liceo classico, nelle più svariate forme di pastorale sociale tra gli operai e nella direzione del settimanale diocesano, torna a Roma per lavorare nella Provincia religiosa monfortiana, come consigliere prima, come assistente generale poi e infine come superiore generale. Dal 2000 si dedica alla predicazione, agli studi e alle pubblicazioni di spiritualità monfortana.
L'epistolario roncalliano qui raccolto e presentato offre un contributo importante per delineare la fisionomia umana, spirituale e pastorale del futuro Papa Giovanni XIII. Affiorano temi, stili e sensibilità che negli anni successivi si consolideranno e si preciseranno, ma già qui, nel periodo di servizio diplomatico in Bulgaria, lasciano intravedere le linee fondamentali della sua personalità. Queste lettere stupiscono per lo stile fresco, vivace, confidenziale; spesso si fanno dialogo personale, quasi intimo. Egli sa ricondurre tutto all'essenziale della vita cristiana: totale obbedienza alla volontà di Dio, costante fiducia nella divina Provvidenza, amore filiale per la Chiesa e il Papa, impegno generoso nel servire il prossimo, sobrietà nello stile di vita, accoglienza dei più poveri. L'epistolario bulgaro di mons. Angelo Giuseppe Roncalli con don Karl Raev e mons. Damian Theelen. Un grande esempio di diplomazia ecclesiale.
Il sole è ormai alto, i suoi raggi colpiscono con forza la schiena del giovane che si arrampica sulla parete di roccia. Una semplice camicia bianca, calzoni scuri e comodi, scarponi che calpestano i percorsi montani: e poi solo lui, gambe e braccia, muscoli tesi. Sale sicuro, senza esitazione né paura: la montagna non la teme, è amica. Pier Giorgio prega anche mentre ascende la vetta: non ha bisogno che le parole si formino sulle labbra, i versi e il ritmo delle lodi sono dentro di lui e vengono offerte in ogni passo. Sale, sale, e ancora sale Pier Giorgio, rapido e certo, trovando sostegni sicuri. E poi lotta, sceglie da che parte stare, e non resta a guardare: ha Dio nel cuore Pier Giorgio, e con Dio i suoi figli, tra i più invisibili, i più poveri, i più feriti dall'ingiustizia. Pagine intense sono quelle che attraverso il romanzo aprono uno scorcio sulla vita di Pier Giorgio Frassati e su quella sua santità fatta di giustizia e solidarietà.
Giorgio La Pira (1904-1977), originario di Pozzallo in Sicilia, professore di diritto romano a Firenze, laico domenicano e impegnato nell’apostolato per i poveri, lucido oppositore del fascismo, uno tra i padri della Costituzione italiana, sindaco di Firenze e animatore del ruolo delle città, profeta di ecumenismo, di disarmo e di pace sulle orme di san Francesco, fu nel contesto del Novecento un testimone del Vangelo. Egli pose insieme un orientamento limpido di fede a un altrettanto chiaro impegno civile e politico dalla parte dei poveri, impegnandosi per una società equa e solidale e per un mondo in cui trasformare le armi in aratri e aprire vie di disarmo e di pace. Radicato nella fede biblica maturò l’intuizione di una vocazione di Dio per i popoli discendenti di Abramo – ebrei, cristiani musulmani – chiamati a vivere, attorno al mare Mediterraneo, relazioni di dialogo e di pace. Intuizione guida del suo pensiero era ciò che egli indicava come «il sentiero di Isaia»: la storia del mondo è paragonabile al corso di un fiume che sotto la spinta della grazia va verso la sua foce, la pace e l’unità dei popoli. La sua testimonianza continua oggi a interrogare un tempo che vive sfide analoghe a quelle da lui affrontate e a cui rispose con attitudine di fede e dialogo in vista di una fraternità universale.