
Una biografia del beato Faà di Bruno.
Un raccolta di pensieri e aforismi tratta dagli scritti di don Tonino Bello dai quali emerge - quasi come un assaggio - il suo universo interiore, il suo amore per il Cristo e per i poveri, gli abbandonati, i sofferenti. Ciascuna voce, che il curatore Saverio Gaeta ha ordinato alfabeticamente, vibra per l'originalità dei contenuti che fanno del vescovo di Molfetta uno dei maggiori interpreti dell'uomo contemporaneo. Un libro adatto per iniziare a conoscere la spiritualità di un grande del nostro tempo, destinato quindi non solo ai fedelissimi di don Tonino, ma anche il pubblico laico che ancora non lo conosce.
Sono 84 i testi che per il 1997 vengono raccolti in questo volume. Se negli interventi del secondo periodo dell'anno più insistiti si sono fatti i riferimenti del card. Martini alla presenza e all'azione dello Spirito, non c'è tuttavia un tema pastorale o dottrinale che egli non abbia toccato. Sempre ha portato uno sguardo attento sul mondo e la città, sui problemi, gli interrogativi, le sofferenze dell'uomo e del cristiano comuni.
L'autore offre esempi per i rituali personali, familiari e sociali e da spunti per strutturarli con consapevolezza.
L'autore da grande biografo descrive il cammino, la personalita, l'impegno e il testamento di Madre Teresa.
Così Hermann Hesse scriveva a Martin Buber: “Tra i suoi scritti, Il cammino dell’uomo è indubbiamente quanto di più bello io abbia letto. La ringrazio di cuore per questo dono così prezioso e inesauribile. Lascerò che mi parli ancora molto spesso”. Un autentico capolavoro in miniatura, il cui messaggio si rivela inesauribile proprio perché parla al cuore di ogni uomo, in ogni tempo e in ogni situazione. Un libro che obbliga a pensare e invita a imboccare il cammino dell’autentica crescita umana in armonia con gli altri uomini e con il mondo intero.
Un libro di meditazioni alla base della parabola del Figliol prodigo.
Da sempre, la figura umana e il messaggio filosofico di Socrate hanno rappresentato un enigma per la schiera degli interpreti. E non soltanto la mancanza di scritto suoi e per la tradizione su di lui affidata al discepolo Platone, troppo creativo per essere fedele, ma soprattutto per la poliedricità del personaggio e del filosofo, raccolta in una ricca unità solo sotto il sigillo del martirio.
L'opera di Guardini è una vivida ricostruzione, continuamente sostenuta dalle citazioni; l'altezza spirituale del lottatore contro gli inganni della sofistica si staglia di contro alla mediocrità etica e all'ottusità intellettuale di molti suoi oppositori e giudici.
In queste pagine la continuità di fondo tra Socrate e Platone, anzi il platonismo eterno, componente ineliminabile dello spirito europeo, appare con la forza luminosa dell'evidenza.