
"Quando un artista si appresta a fare un'opera, si limita alle operazioni di sbozzatura se scultore, di schizzo se pittore, di innalzamento di muri se architetto? No. Dopo il grosso lavoro scende ai particolari. Sono questi molto più lunghi a compiersi che non lo sia il grosso lavoro. Ma sono quelli che creano il capolavoro... E così dovete fare voi con il capolavoro della vostra vita spirituale... E se nel grande insegnamento evangelico vi è di che dare salvezza alla vostra anima, nei tocchi più minuti vi è di che darvi la perfezione. I primi sono i comandi. Disubbidire a quelli vuol dire morire alla Vita. I secondi sono i consigli. Ubbidire a questi vuol dire avere sempre più sollecita santità e accostarsi sempre più alla Perfezione del Padre".
La buona volontà di amare il Signore! È stato il filo d'oro che ha brillato in tutte le mie azioni e le ha convogliate, dirette, impedite di straripare in sentieri dove il mio impulso, la mia ardenza di vita, avrebbero potuto portarle. Anche nel crepuscolo delle ore peggiori, in cui ero proprio una creatura di carne e sangue, ecco che il filo d'oro brillava e mi ricordava Dio e lo sguardo si alzava dalla Terra al Cielo. Uno sguardo sulle prime breve, poi sempre più lungo, finché si è allacciato per sempre, e l'assolo del divino Amore che mi diceva: "Vieni a Me!" si è mutato in duetto in cui io pure ho detto: "Vieni! Vieni nel dolore, vieni sempre, con tutto, ma vieni, vieni, vieni, mio solo Amore". E per raccorciare l'attesa e la distanza, seguendo, ora, il filo d'oro, correndo lungo di esso, mentre prima lo guardavo soltanto, sono andata, andata, senza chiedere, senza neppur pensare di poter giungere al mio stato di ora, ma solo perché volevo sempre più amare. (Maria Valtorta il 23 febbraio 1946)
Scritti sparsi, su vari argomenti e con date dal 1942 al 1954, che possono integrare quelli contenuti nei tre volumi dei Quaderni. Appendice: La tomba di San Pietro. Con un indice dei principali temi e un indice dei nomi delle persone.
La presente raccolta riporta il testo delle lettere che Maria Valtorta aveva spedito a Monsignor Alfonso Carini, il quale a suo tempo le ha riconsegnate.
I "carismi", o doni, o frutti dello Spirito Santo. Questo il tema centrale della ormai consueta lettera che il Cardinal Tettamanzi rivolge ai ragazzi prossimi ad accogliere il sacramento della Cresima. Ecco presentate allora le doti e le risorse ricchissime regalate dallo Spirito Santo e che la Cresima abilita ad usare. Parole rivolte singolarmente a ciascun giovane lettore, perché il rapporto con Gesù è quanto di più unico e personale possa esistere.
La Giornata mondiale della Vita Consacrata è stata celebrata il 2 febbraio da tutta la Chiesa. Anche l'Arcivescovo di Milano, in comunione con il Santo Padre, ha convocato nella Cattedrale consacrati e consacrate per pregare con loro. L'omelia di quella celebrazione è contenuta in questo libretto che porta in appendice i testi dell'Esortazione apostolica "Vita consacrata" di Giovanni Paolo II.
La Pasqua di Resurrezione attraverso le parole del Cardinale Arcivescovo durante la Funzione del Giovedì Santo. Uno spunto per una riflessione quotidiana individuale e di gruppo.
Il Cardinale Tettamanzi si rivolge alle religiose nel giorno della tradizionale celebrazione dei voti perpetui. Il magistero del Vescovo si riveste in queste circostanze di solennità ma è soprattutto un'occasione preziosa per parlare alla gente e per affrontare in maniera precisa e sintetica i temi della fede cristiana.
L'annuncio delle beatitudini nel Vangelo di Luca è particolarmente coinvolgente. Il "voi", che interpella in modo immediato, è rivolto ai discepoli sommersi dalla moltitudine in cerca di Gesù. Quel voi è rivolto ai discepoli di oggi, immersi nelle vicende delle nostre città, dove, se non è facile trovare folle in cerca di Gesù, certamente è possibile riconoscere costanti segni di vangelo. Il cardinale Dionigi Tettamanzi medita la pagina delle beatitudini secondo il Vangelo di Luca nel contesto di una città come la Milano dei nostri giorni, dentro concrete situazioni che inevitabilmente assumono carattere simbolico. Prima ancora che al contenuto, perciò è indispensabile porre attenzione al fatto che il messaggio della beatitudine cristiana rimbalza da precisi e significativi "luoghi di Chiesa", comunità pastorali che generosamente e continuamente si convertono al vangelo delle beatitudini e lo servono nei contesti di responsabilità, di sofferenza, di progetti per il futuro: in una parola, di vera umanità.
L'autore, calatosi dritto dritto nell'anima di don Tonino Bello, vi ha scoperto il segreto dei sogni" di un uomo poeta, di un prete fremente e di un vescovo zelante, aperto a tutte le dimensioni della speranza e dell'amore cristiano. "
Il volume raccoglie integralmente i testi dei discorsi, delle omelie, delle preghiere e riflessioni di Benedetto XVI in occasione del suo viaggio in Baviera (9 - 14 settembre 2006).
Chi è don divo Barsotti?
Don Divo Barsotti, unanimemente riconosciuto come una delle figure più luminose della Chiesa del Novecento, è stato scrittore, poeta, predicatore, uomo dello spirito, fondatore della “Comunità dei figli di Dio” di carattere contemplativo che conta più di duemila membri sparsi nel mondo.
Irriducibile, anima tesa all’Assoluto, don Divo ha sempre cercato la volontà di Dio sino alla fine, senza sentirsi mai appagato in alcun posto: pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale per interessamento di Giorgio La Pira si è trasferito a Firenze, dove ha avuto inizio la sua attività di predicatore e di scrittore. Don Divo si può definire come un mistico e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo.
Il punto fisso della vita e della predicazione di don Barsotti sono stati la preghiera, la liturgia (Santa Messa e Liturgia delle Ore), la contemplazione, il silenzio, l’esercizio della Divina Presenza continua, la preghiera del cuore. Cose che egli ha esercitato e insegnato a tutti i livelli.
L’amore per la liturgia, per la santa Messa, sono stati i grandi richiami di don Divo: chi poté assistere ad una sua celebrazione eucaristica, difficilmente la dimenticherà: non tanto per lui in sé, quanto perché, immergendosi in quell’ Atto, a volte fino alla commozione e alle lacrime, introduceva i fedeli potentemente nel Mistero: la Messa diveniva la Presenza di Dio, del suo Sacrificio.
Passionale e forte, dolce e paterno, solitario e uomo di fede incrollabile, monaco e predicatore, insofferente alle mode e capace con una parola di illuminare un’intera esistenza... tutto questo è stato don Divo Barsotti.