
«Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo - cosa che non è molto indicato fare - allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa» (Newman)
La questione della coscienza ha assunto un ruolo centrale nel dibattito contemporaneo non soltanto teologico, ma anche laico. Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, nel saggio L'elogio della coscienza opera una profonda riflessione sul terreno principe dell'attualità: quello della libertà di coscienza.
Mai quanto oggi si è parlato di una libertà di coscienza rispetto all'autorità, ad esempio quella della Chiesa, che impone determinate decisioni. Proprio in questo contesto L'Autore evidenzia come la libera coscienza interiore non sia per essenza in contraddizione con l'autorità.
Il Papa non ha la funzione di dare ordini e di influenzare le coscienze. Casomai, ha il dovere di richiamare alla coscienza quelle verità che si trovano già sedimentate nella natura del cuore dell'uomo.
Se assumiamo il presupposto che la morale cristiana si riduca ad una serie di norme faticose che aggiogano l'uomo all'aratro di una vita triste, forse è proprio qui che si deve operare un chiarimento. E' sbagliato pensare che la norma si concretizzi in dettami autoritari che operano sull'uomo in modo coercitivo ed estraneo all'interiorità della coscienza. Benedetto XVI cita opportunamente Paolo «Quando dunque i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza...» (2,14s) e cita San Basilio «L'amore di Dio non dipende da una disciplina impostaci dall'esterno, ma è costitutivamente inscritto in noi come capacità e necessità della nostra natura razionale».
Görres mostra che il senso di colpa appartiene all'essenza stessa della struttura psicologica dell'uomo. La colpa è necessaria all'uomo come il dolore fisico, in quanto è l'unico campanello d'allarme che mette in guardia il soggetto dal compiere il male. Senza il senso della Verità delle cose, la coscienza interiore si smarrisce in una soggettività che perde i contatti con la realtà della vita.
La speranza nei cieli non è nemica della fedeltà alla terra, anzi il presupposto di una vita felice sta nel riconoscere l'importanza della ricerca della verità.
Ratzinger spiega il Riconoscere la verità che distingue il male dal bene attraverso il concetto filosofico e platonico di "Anamnesi". La nostra coscienza è un organo che si allena a riconoscere certi valori. In questo senso il conformismo sociale e l'uniformazione culturale, ottunde la capacità della coscienza e la incasella in schemi superficiali.
"L'uomo è ridotto alle sue convinzioni superficiali e, quanto meno sono profonde, tanto meglio è per lui".
"L'identificazione della coscienza con la consapevolezza superficiale, la riduzione dell'uomo alla sua soggettività non libera affatto, ma rende schiavo; essa ci rende totalmente dipendenti dalle opinioni dominanti ed abbassa anche il livello di queste ultime giorno dopo giorno. Chi fa coincidere la coscienza con convinzioni superficiali, la identifica con una sicurezza pseudo-razionale, intessuta di autogiustificazione, conformismo e pigrizia".
Allora se manca la capacità di riconoscere il nesso che esiste tra Verità, Coscienza e Dignità umana, l'uomo si distrugge da solo.
In quest'illusione di libertà effimera l'uomo si consegna alla dittatura del relativismo e del Totalitarismo conformistico. In base a questi dettami non serve approfondire, non serve comprendere le ragioni, ma è sufficiente seguire la moda e l'opinione comune, il cui regista è il dio progresso. Sull'altare del progresso e della tecnica si sacrifica senza battere ciglio la vita del più debole, perchè la verità non è più oggettiva, ma è "pragmatica", adattabile alle esigenze del momento e anzi, non più degna di essere neppur considerata.
Così uno Stato tiranno e totalitario decide della vita dei più indifesi.
Joseph Ratzinger/Benedetto XVI mostra che oggi come non mai è a rischio la democrazia, in un mondo che sta cancellando quella coscienza interiore profonda che sia in grado di compiere "anamnesi", riconoscimento di ciò che è bene distinto da ciò che è male.
Il crollo del sistema marxista nell'Europa orientale ha evidenziato un danno ancora più grave rispetto a quello economico: l'ottundimento spirituale di uomini che avevano vissuto in un sistema di menzogna: "La società aveva perso la capacità di misericordia e i sentimenti umani erano andati perduti".
Dice L'Autore: "se non si reagisce, l'ammutolirsi della coscienza porta alla disumanizzazione del mondo e ad un pericolo mortale".
La coscienza non può essere ridotta ad abitudine soggettiva. Essere assolutamente convinto delle proprie opinioni o adattarsi alla corrente, può far correre il rischio di prendere abbagli clamorosi. Se tutto ciò che si fa in coscienza fosse per questo corretto, allora "persino i membri delle SS naziste sarebbero giustificati e dovremmo cercarli in paradiso. Essi infatti portarono a compimento le loro atrocità con fanatica convinzione ed anche con un'assoluta certezza di coscienza" Essi "erano profondamente convinti della loro causa".
Chi è allora un uomo di coscienza secondo Benedetto XVI ?: "Un uomo di coscienza è uno che non compra mai, a prezzo della rinuncia alla verità, l'andar d'accordo, il benessere, il successo, la considerazione sociale e l'approvazione da parte dell'opinione dominante".
La Chiesa non può diventare Stato, ma ha il dovere di costituire una barriera di fronte all'onnipotenza dello Stato. Pilato infatti nel condannare Gesù ha agito secondo uno spirito democratico che distrugge la democrazia medesima: ovvero quando essa non si fonda sul senso della verità come di ciò che emerge come una luce nel profondo della coscienza umana.
In questo volume sono raccolte le riflessioni del Santo Padre Benedetto XVI sui Santi del calendario liturgico che possono essere utilizzate quotidianamente per la Liturgia delle ore, per la predicazione e la catechesi, o semplicemente per la meditazione personale. Il filo conduttore del lavoro curato da Leonardo Sapienza (sacerdote rogazionista già autore di numerosi libri di preghiera e catechesi) è ciò che il Santo Padre ripete spesso nel suo magistero: la Santità è possibile anche oggi; la vita dei Santi infatti racchiude un grande fascino da perseguire a qualsiasi età e in qualunque condizione dell'esistenza.
Non solo Inghilterra, ma anche Italia, Germania, Francia e Stati Uniti: questa volta l'arguto prete-detective, accompagnato dal fedelissimo Hercule Flambeau, ladro redento, si muove in ambito internazionale. Dodici casi ricchi di improvvisi colpi di scena, inaspettati rovesciamenti di situazioni, sorprendenti personaggi che non sono mai quello che sembrano e dove tutto appare relativo. Dodici racconti in cui, a dispetto delle apparenze e delle pubbliche certezze, solo il piccolo prete dalla tonaca sgualcita arriva alla verità, vede dentro gli uomini e ne svela il crimine, perché solo lui antepone alla ragione il rispetto per ogni individuo, qualunque sia la sua storia; solo lui sa riconoscere l'anima che si cela dietro la maschera. Il secondo libro della saga presenta un padre Brown in forma smagliante, pronto a ricorrere anche a trucchi e suggestioni, ma senza mai abbandonare la consueta capacità di analisi psicologica e di affrontare l'indagine con buon senso e finissimo umorismo.
Questo pregevole lavoro fotografico offre un particolareggiato ricordo della visita in Campidoglio di Sua Santità Benedetto XVI, avvenuta lo scorso 9 marzo 2009, per manifestare ancora una volta il profondo vincolo di fede e affetto tra la città di Roma e il suo Pastore. Nel volume, oltre a 60 foto che documentano l'evento, sono presenti i discorsi pronunciati per l'occasione dal Santo Padre e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e una breve storia delle precedenti visite dei pontefici in Campidoglio. L'introduzione è di S.E. Cardinale Agostino Vallini, Vicario Generale del Santo Padre per la Diocesi di Roma.
Vengono qui proposti due testi, sconosciuti al grande pubblico, ma attualissimi e di facile lettura. Usciti nel 1957, gli scritti di Giovanni Battista Montini (arcivescovo di Milano e futuro Paolo VI; 1897-1978) e di Luigi Giussani (fondatore di Comunione e Liberazione; 1922-2005), ruotano attorno a un nucleo tematico comune : il senso religioso, inteso come "sintesi dello spirito" (Montini), "capacità della nostra natura" di domandarsi il significato esauriente dell'esistenza e della realtà, suprema categoria della ragione (Giussani). L'articolata introduzione di Massimo Borghesi situa i due scritti nel contesto culturale, ecclesiale e teologico della seconda metà degli anni Cinquanta, segnato da un crescente processo di secolarizzazione, nel quale si imponeva una rinnovata riflessione sul tema del senso religioso come condizione per poter incontrare l'uomo nelle sue esigenze fondamentali. Superando le strettoie del razionalismo e del fideismo, il cattolicesimo trovava nel senso religioso - riconosciuto come esperienza elementare propria di ogni uomo - la strada per dialogare con l'orizzonte contemporaneo.
Nella notte del 7 novembre 1916 Pavel Florenskij diede inizio alla raccolta di queste pagine autobiografiche dedicate ai figli. Ma il rapido precipitare degli eventi nella sua patria conferì presto al progetto un'urgenza e un tono del tutto nuovi. Si era affermato il potere politico dei Soviet che non tardò a mostrare i tratti persecutori del totalitarismo, così che padre Pavel si ritrovò a stendere i suoi appunti segnato dal presentimento della propria tragica fine, purtroppo destinata ad avverarsi. Quest'opera dunque costituisce la vera eredità culturale e spirituale lasciata ai figli da parte di quel genio assoluto della mente e dello spirito che fu Pavel Florenskij, filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo della religione e teologo, teorico dell'arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica e semiologia.
Le tre meditazioni sui libri di Giuditta e di Ester e sul racconto di Susanna nel libro di Daniele, tenute da Don Divo Barsotti in circostanze diverse e pubblicate separatamente, sono qui raccolte in un solo volume. Esse non vogliono essere né una indagine storica,perché forse di strettamente storico non c’è molto, né una dotta critica testuale, ma una lettura simbolica e teologica di queste figure di donne,che sono al centro di tutta la letteratura ispirata degli ultimi secoli del giudaismo.In queste figure è rappresentata sempre la nazione santa e si vuole esprimere una teologia della storia, vedendo la storia sacra di Israele come riassunta in un solo episodio: tutte le potenze del male, per quanto ingenti, sono destinate alla sconfitta, siano esse rappresentate da un esercito sterminato,o da personaggi onnipotenti, o ancora dai detentori del potere civile, religioso e giudiziario. Le armi di Dio sono la bellezza, la pietà, la fede e il coraggio di Giuditta; la preghiera umile, fidente e intercedente di Ester; l’onestà, la fedeltà e l’abbandono in Dio di Susanna.
AUTORE Divo Barsotti (Palaia/Pisa, 1914 Firenze, 2006),pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e scrittore.Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso.La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri,molti dei quali tradotti in altre lingue, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità.Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura,studi su vite di santi,opere di spiritualità,poesie.Tra i suoi testi più importanti:Il Mistero cristiano nell’Anno liturgico,Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di san Giovanni della Croce, Meditazione sull’Apocalisse,La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”,famiglia religiosa di monaci (sacerdoti e fratelli), che vivono in case di vita comune,suore e laici consacrati che vivono nel mondo; in tutto circa duemila membri.Vicino alla sensibilità del cristianesimo orientale,Barsotti ha,tra gli altri, anche il merito di aver fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano di Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.
Tanto nella società quanto nei vincoli personali si avverte oggi una grande mancanza di libertà.Su questo sfondo,Anselm Grün mostra un’immagine dell’uomo libero che tutti vorrebbero essere e descrive modi concreti di sperimentare Dio,per liberarsi e risvegliarsi a una nuova vita.Molti oggi si sentono condizionati da migliaia di costrizioni.Si tratta soprattutto di vincoli interiori. La domanda, allora, è come poter giungere alla libertà interiore. Su questo, afferma l’autore, può esserci d’aiuto la tradizione spirituale. Uno sguardo alle Scritture del Nuovo Testamento e alla tradizione spirituale dei Padri della Chiesa e del monachesimo può indicare come percorrere anche oggi la via della libertà e,quindi,della vera umanità.La via spirituale diventa una strada di libertà. Ma questa libertà, secondo Grün, ha uno scopo: la dedizione a Dio e agli uomini. Il testo, agile, è articolato in cinque capitoli: libertà nel Nuovo Testamento (nei Sinottici, in Giovanni, in Paolo, in Giacomo);libertà nei greci (Socrate, Platone, stoici, Epitteto, gnostici); libertà nei padri della Chiesa (Giustino,Clemente Alessandrino,Giovanni Crisostomo);libertà dalle passioni (i padri monaci);la vita spirituale (ascesi,rapporto con i pensieri e le passioni, la preghiera,la via dell’amore). La libertà è uno dei tanti aneliti che da sempre ispirano l’uomo. Nel profondo del cuore ognuno di noi desidera essere libero,libero dal potere degli uomini,libero dal giudizio altrui,libero dalle costrizioni interiori,dalle paure,dagli scrupoli e dalle dipendenze. (L’autore)
AUTORE Anselm Grün, nato in Germania nel 1945, è monaco benedettino nell’abbazia di Münsterschwarzach (Baviera), dove dirige come cellerario (amministratore) le venti imprese del convento con quasi trecento dipendenti. Esperto di economia aziendale e dottore in teologia fondamentale, ha appreso l’arte di guidare le persone dalla Regola di san Benedetto da Norcia,dalla Bibbia,dai Padri del deserto e dalla psicologia moderna.È lo scrittore cristiano più letto nei paesi di lingua tedesca ed è apprezzato da molti, in particolare dirigenti, come consulente e assistente spirituale. Diverse decine di migliaia di persone partecipano ogni anno alle sue conferenze.Per Paoline Editoriale Libri ha pubblicato: La cura dell’anima. L’esperienza di Dio tra fede e psicologia (2004), L’accompagnamento spirituale nei padri del deserto (2005), Entra in contatto. Preghiere giovani (2006), Preghiera e conoscenza di sé per incontrare Dio(2007), L’anno liturgico come terapia(2007),Angeli (2007) e,nella stessa collana,Sopravvivere lavorando. Manuale antistress(2008).
Un tema centrale della nostra epoca e della psiche umana – la depressione – affrontato in maniera nuova. Grün ne prende in esame gli aspetti spirituali, pur mantenendo sullo sfondo i dati della scienza medica. Una riflessione per infondere speranza ed energia, un aiuto destinato a quanti sperimentano la tristezza dell’anima o vivono a contatto con le persone depresse.
Da sempre gli esseri umani hanno vissuto la musica come porta verso il cielo. Per molti la musica è la strada per aprirsi a Dio e al suo mistero ineffabile, e per entrare in contatto con la dimensione spirituale della vita. Nella musica l'amore di Gesù si fa percettibile: in quaresima e a pasqua, durante l'avvento e il natale, e in ogni canto gregoriano. La musica suscita gioia e speranza. Con questo libro Anselm Grün, grande amante della musica, desidera avvicinare alla forza spirituale della musica.