
Nel febbraio del 1965 i cappellani militari della Toscana emanano un comunicato stampa accusando i giovani italiani obiettori di coscienza di essere dei vili. In loro difesa interviene don Milani con una lettera aperta agli stessi cappellani, una lettera di altissimo valore morale e civile nella quale chiede rispetto per chi accetta il carcere per l'ideale della nonviolenza. Per questa sua lettera Milani viene denunciato da un gruppo di ex combattenti e messo sotto processo. Impossibilitato a parteciparvi per l'aggravamento del tumore che lo porterà, di lì a poco, alla morte, Milani scriverà una memoria difensiva sotto forma di lettera ai giudici. In essa la storia civile dell'Italia unita viene riletta senza retorica celebrativa come storia feroce di guerre, di spietato colonialismo, di sopraffazione di poveri. La lettera, vero manifesto contro l'obbedienza cieca, metterà anche sotto accusa la illusoria deresponsabilizzazione dell'esecuzione di ordini, anche omicidi, impartiti da una autorità. Le due lettere di Milani sono accompagnate da note che ne chiariscono il senso e le relazioni con la sua opera.
«Fino a pochi giorni fa ho cercato di vivere guardando avanti. Inaspettatamente ora mi ritrovo travolta dall’anniversario che si compie quest’anno: il cinquantesimo dalla morte di don Lorenzo Milani. Erano anni che non pensavo a lui ed erano anni che non pensavo nemmeno alla scuola. Ho provato, ma non ci sono riuscita ad evitare questo appuntamento con la mia storia personale. E allora eccomi qua: alla fin fine mi tocca guardarmi indietro, rivivere e rimeditare il mio passato e quello della famiglia di don Milani».
Don Lorenzo Milani fu una figura controversa, solo recentemente rivalutata dalla Chiesa cattolica attraverso papa Francesco. Questo scritto ne ripercorre la storia grazie alla testimonianza di un membro della sua famiglia.
Come vissero i suoi genitori, laici e illuminati, la conversione di Lorenzo? Lui, che apparteneva alla società “bene”, ma che si spese fino all’ultimo per i più poveri? Come accolse la sua famiglia questa sua scelta? In una lunga lettera ai nipoti, Emma Paola Bassani apre il suo cuore per cercare di spiegare loro, e ai giovani di oggi, l’impegno civile e la tensione educativa che don Milani riversò nella Scuola di Barbiana. Un modello che può venire attualizzato anche oggi, come chiarisce nella seconda parte di quest’opera il professor Rossi, dirigente scolastico di una scuola all’avanguardia di Milano e particolarmente coinvolto dalla figura di don Lorenzo.
Concludono questo scritto alcune testimonianze di suoi ex allievi, che da bambini furono entusiasti frequentatori della scuola del priore di Barbiana.
Monsignor Bruno Forte raccoglie in questo testo alcune riflessioni su medicina, etica e spiritualità nel loro reciproco rapporto, alla luce della fede cristiana. Sono riflessioni originate dal tentativo di rispondere alla domanda: quali conseguenze ha sull'esercizio della professione medica la fede in Cristo di chi la esercita? Si tratta, almeno in partenza, di un contributo per la riflessione dei credenti che, per vocazione e missione, fanno il medico, l'infermiere o l'operatore sanitario, affinché la loro fede non sia irrilevante rispetto al servizio da rendere, ma ne ispiri le scelte etiche di fondo e ne nutra la carica spirituale. La medesima riflessione, però, si amplia man mano che procede, fino a toccare temi che riguardano ciascuno: i malati, i loro parenti, tutti coloro che - lungo la vita - si trovano a dover fare i conti con un mondo quale quello della salute, che non è mai facile incontrare e dal quale si può ottenere consolazione o senso di abbandono, a seconda di come ci si metta in gioco e di chi si abbia la sorte di incontrare. Così, la domanda sulla medicina e la sua etica diviene la grande richiesta di ogni donna e uomo nella storia: esiste una spiritualità possibile nel tempo del dolore? Un libro che mancava nel nostro panorama editoriale, e che può trovare ampio riscontro nel mondo della sanità attenta all'uomo, una sanità olistica e integrale, con una particolare attenzione ai temi della salute e spiritualità in famiglia e nel mondo dello sport.
Diciannovesimo titolo della serie di libri "per l'anima", successi editoriali più volte ristampati. Tanti racconti e qualche pensiero: minuscole compresse di saggezza spirituale. Per la meditazione personale, l'uso nella catechesi e nell'animazione, la lettura in famiglia.
L'idea del libro nasce dall'incontro ideale dei bambini con Papa Francesco, un personaggio destinato a colpire la loro fantasia, qualcosa a metà tra il padre e il nonno buono, tra l'amico di famiglia e il super eroe. I bambini che parlano del Papa sono gli alunni del Circolo didattico don Lorenzo Milani di Randazzo un paesino alle pendici dell'Etna, di un'età che va dai sei ai dieci anni. Il loro pensiero riflette una realtà sociale difficile, ma ricca di umanità, lontana dal consumismo dilagante. E in tal modo ci offrono lo spaccato di un universo trascurato o addirittura ignorato dagli gli adulti, sempre indaffarati nelle beghe quotidiane. Ai loro occhi il Papa è un punto di riferimento irrinunciabile, col quale condividono i loro sogni e che, non a caso, viene definito un "incoraggiatore": un termine emblematico del ruolo che dovrebbero avere gli adulti nei confronti dei figli, evitando di trasmettere loro ansie e pessimismo. In questo piccolo libro, grande per i suoi contenuti umani e poetici, i bambini toccano ogni argomento, dal terrorismo, alla povertà, dal problema dell'immigrazione, a quelli connessi alla famiglia, sempre filtrati dall'innocenza infantile. E senza mai perdere di vista il gusto del gioco. In un clima di serenità, nella consapevolezza di aver trovato nel Papa un interlocutore, attento, sensibile e autorevole. Quindi, "Meno male che c'è Francesco"...
Questa biografia ripercorre le vicende salienti di un uomo dall'altissimo profilo morale, religioso, scientifico e operativo. Ne esce un ritratto talmente ricco, da indurre la sensibilità del lettore a sospettare si tratti di un «panegirico» fuori moda. Ma le fonti e le testimonianze trasmesseci da chi l'ha conosciuto sono concordi circa l'eccezionalità del personaggio. Antonio Rosmini, oggi, per molti è il più grande pensatore italiano dell'Ottocento. Va crescendo l'opinione che egli sia il più grande pensatore dell'Ottocento europeo. Di certo è l'ultimo grande pensatore enciclopedico. Ma, per i cristiani, egli è anche un santo. Infatti il meglio di Rosmini non consiste nella pur vastità e profondità dei suoi libri, bensì nella capacità di convogliare studi ed azione verso una santità personale integra, che all'interno lambisce i vertici della mistica, all'esterno si profonde in carità per il prossimo. "Il suo esempio aiuti la Chiesa a crescere nella consapevolezza che la luce della ragione umana e quella della Grazia, quando camminano insieme, diventano sorgente di benedizione per la persona umana e per la società." (Benedetto XVI)
Queste pagine nascono dalla volontà di "accompagnare" il Messaggio del Papa per la 51a Giornata delle Comunicazioni Sociali. Il tema - Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo - è approfondito a più voci, partendo da prospettive e sensibilità diverse. Completa il testo una proposta di strumenti per l'uso pastorale del messaggio, con schede operative per genitori ed educatori. Sommario: Papa Francesco, "Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo"; Ivan Maffeis, "Introduzione". Commenti: Pier Cesare Rivoltella, "Mediare i media"; Adriano Fabris, "Logica dello spettacolo e «logica della "buona notizia"»"; Francesco Occhetta, "Post-verità o post-coscienza? Le responsabilità del giornalista"; Salvatore Natoli, "Incredibilità della fede e praticabilità del cristianesimo"; Giuseppe Lupo, "Narrare per attendere l'alba".
«Quattro anni di Bergoglio basterebbero per cambiare le cose.» Così, nel marzo 2013, un anonimo cardinale confidava a un amico giornalista le sue speranze per l'imminente conclave. Ora, a quattro anni di distanza, le parole di quel cardinale suonano più che mai profetiche. Dall'elezione al soglio pontificio, Bergoglio, Papa rivoluzionario, sta cambiando il volto della Chiesa. Una rivoluzione fatta di parole spiazzanti e controcorrente che spesso hanno fatto storcere il naso ai cosiddetti "benpensanti" e alle alte sfere ecclesiali, ma che hanno conquistato fedeli e non fedeli di tutto il mondo. E se di rivoluzionario si tratta, chi meglio di don Antonio Mazzi, da sempre "prete contro", può farsi portavoce di questo gesuita "venuto dalla fine del mondo", schierato dalla parte dei diseredati? Così, come ha già fatto ne Le parole di Papa Francesco che stanno cambiando il mondo, don Antonio ha messo uno accanto all'altro i discorsi del pontefice, e ne ha ricavato un nuovo dizionario - dalla A di allattamento alla V di visita a Milano, passando per voci importanti come famiglia, divorzio, figli -per raccontare insieme la visione dell'Uomo e della società d'oggi. Un linguaggio, quello di Francesco, che ha rimesso al centro della vita del cristiano gli esclusi, anche peccatori e non credenti. Come al centro della vita di don Mazzi, paladino degli emarginati, c'è sempre stata la difesa degli ultimi. Discorsi a braccio, dal profondo del cuore, quelli del Papa e quelli di don Mazzi, come due padri che parlano ai figli, due pastori che parlano ai fedeli. Due voci per l'annuncio del Vangelo di Cristo.
Carlo Maria Martini ci offre un'intensa catechesi sui sacramenti per cogliere la relazione tra i diversi modi con cui Dio si comunica all'uomo. Attingendo sempre alla ricchezza della Parola di Dio, il Cardinale spiega il significato e il valore di questi gesti che la Chiesa compie e che rendono presente e operante la grazia di Dio nei passaggi fondamentali della vita. Con un linguaggio molto semplice le sue parole arrivano dritte al cuore e possono rappresentare uno spunto utile per una catechesi parrocchiale, per la meditazione personale o anche per un primo approccio alla religione cristiana e ai suoi riti. Segue poi una bellissima meditazione sulla preghiera: «Ciascuno di noi - dice Martini - ha una propria, irripetibile situazione di preghiera; irripetibile non soltanto perché è "mia", di me come persona diversa da un'altra, ma anche perché è mia in questo momento e quindi è anche irripetibile nel tempo».
Il pontificato di Francesco ha comportato diverse novità sul piano linguistico, pastorale e dottrinale, suscitando per lo più simpatia, entusiasmo e consenso, ma anche, in misura notevolmente minore, attendismo, riserva e dissenso. Sul terreno etico, per esempio, non siamo di fronte a una «nuova morale», ma più propriamente a nuove accentuazioni prospettiche poste su contenuti non certo negati in passato, ma non adeguatamente sottolineati e valorizzati come avviene ora. Questo discernimento selettivo, che si rifà a consolidate pratiche ecclesiali, costituisce la singolarità e la novità del servizio che Francesco offre oggi alla Chiesa, coinvolgendo radicalmente la sua specifica responsabilità pastorale in una lettura autorevole sia del «nostro tempo», sia della realtà ecclesiale. In questo contesto la riflessione teologico-morale è ripetutamente invitata a modularsi secondo la specifica prospettiva proposta dal pontefice. Attraverso un'analisi delle motivazioni e delle argomentazioni, il libro si propone di cogliere gli orientamenti complessivi del pontificato «francescano» sullo specifico terreno della riflessione etica.
Queste pagine che leggerete sono il racconto a tre firme degli ultimi due anni di questa nuova avventura umana e spirituale di Joseph Ratzinger- Benedetto XVI . É il racconto di soli due anni perché ACI STAMPA, parte della grande famiglia ACI-EWTN, è nata solo due anni fa, nel febbraio del 2015. E i primi articoli erano dedicati pro-prio a Benedetto XVI per ovvi motivi di ricorrenze. Abbiamo scelto l'ordine cronologico per permettere di seguire meglio lo sviluppo di que-sto "magistero aggiunto" di Benedetto XVI. Non passa mese in cui non ci sia qualche bella notizia di e su Benedetto XVI. Ed è questo il nostro modo di augurare al Papa Emerito Ad Multos Annos per il suoi 90 in-tensi e ricchi anni. "La pubblicazione merita una particolare attenzione per i contenuti che ci rendono in ma-niera giornalistica, quindi vivace, ma allo stesso tempo ben informata, la vita di Papa Be-nedetto nel periodo di tempo preso in considerazione. I nostri giornalisti, infatti, non han-no tralasciato di seguire il Papa Emerito nelle sue discrete e limitate apparizioni in pubbli-co, hanno dato notizia delle iniziative di studio e di ricerca sul pensiero del fine teologo e straordinario uomo di cultura, hanno dato conto dell'attività dei suoi ex allievi, dell'inaugurazione della biblioteca a Lui dedicata al Collegio Teutonico, dell'assegnazione del premio Ratzinger ad illustri teologi, della sua vita di preghiera sem-plice eppure tanto ricca davanti a quel mistero di Dio che Egli ha indagato, con la totalità della sua mente e del suo cuore, per tutta la vita". Dalla Prefazione di Sua Eccellenza monsignor Georg Gänswein Prefetto della Casa Pon-tificia e segretario particolare del Papa Emerito Benedetto XVI)
La storia cristiana è la storia di coloro che hanno accolto l'invito a seguire Cristo secondo una molteplicità di applicazioni che testimonia della grande creatività della vocazione cristiana. Hanno avuto così origine gli ordini religiosi, le congregazioni, le associazioni, gli istituti, le confraternite. Tuttavia l'accelerazione temporale, tipica della nostra epoca, ha fatto emergere la relatività delle applicazioni rispetto alla centralità della vocazione. Ma come incarnare la vocazione cristiana ai nostri giorni? Il grande teologo svizzero Hans Urs von Balthasar ha cercato di rispondere con la vita e le opere (di cui la presente rappresenta la riflessione più matura) a questo interrogativo. Per Balthasar le forme, o stati di vita cristiana, sono sostanzialmente due: quella del cristiano chiamato alla santità nella vita familiare e quella della particolare sequela secondo i consigli di povertà, castità e obbedienza. In un periodo in cui la riflessione sulla vita cristiana e religiosa si limita molte volte all'impegno sociale o alla veste da indossare, un'opera che va al cuore della vocazione cristiana.