
Riflessioni su uno dei sentimenti che maggiormente nobilita l'essere umano e ne illumina l'esistenza.
Grun ci insegna a non disperdere nel rumore della nostra epoca il nostro nome e il nome di Dio.
Il libro raccoglie due testi di riflessione e di preghiera sulla Pasqua della nostra salvezza, è destinato a tutti coloro che vogliono approfondire questo tema così centrale della nostra fede. Il primo testo del P. Raniero Cantalamessa risponde a una domanda precisa: "Che cosa significa il rito della Pasqua?" e, in definitiva, anche a una seconda domanda, più esistenziale: "Che cosa significa per noi, oggi, 'fare Pasqua'?". Il secondo testo di S.E. Mons. Enrico dal Covolo è una puntuale lectio divina sugli episodi più importanti della Pasqua di Gesù: l'istituzione dell'Eucaristia, l'agonia nel Getsemani, la morte di croce, la risurrezione.
Il presepe, scrive Papa Francesco in questa Lettera Apostolica, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall'umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo.
In questo libro il documento papale è arricchito dalle immagini dei presepi di fra Marie Bernard Barioulet. A colori.
Ravenna è la capitale delle celebrazioni per il VII Centenario della morte di Dante, avvenuta il 14 settembre 1321.
Il legame tra Dante e Ravenna è profondo: qui non solo visse gli ultimi anni della sua vita, trovando la quiete necessaria per comporre il Paradiso, ma poté ammirare lo splendore di luce eterna che promana dai mosaici delle basiliche ravennati.
Quel «mondo riconciliato, trasfigurato dalla luce» (André Frossard) certamente colpì e ispirò Dante, offrendogli un universo di simboli, un ricco repertorio di immagini fortemente evocative: «La bellezza ch’io vidi…» (Par. XXX,19).
Questa edizione “ravennate” della Lettera Apostolica Candor Lucis aeternae dà risalto quel legame e raccoglie l’invito dei mosaici e della Commedia ad alzare lo sguardo alle stelle, quelle del Mausoleo di Galla Placidia e quelle che Dante pone come sigillo delle tre cantiche. Segno del destino eterno dell’uomo e della sua vocazione alla felicità.
Dante ci chiede di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure.
[Dante] ha un messaggio importante da trasmetterci, una parola che vuole toccare il nostro cuore e la nostra mente, destinata a trasformarci e cambiarci già ora, in questa vita.
Papa Francesco
Prefazione di S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni
Postfazione di Cristina Mazzavillani Muti
"Nel cuore del nuovo Papa c'è una grande passione: quella di annunciare Cristo al mondo e mostrare la verità genuina del suo messaggio: la misericordia. Questo è uno dei temi più ricorrenti sul sorriso aperto, reso vivo da due occhi gioiosamente stupiti e ricolmi della freschezza del Vangelo. Papa Francesco ha ringiovanito il volto della Chiesa. Con parole semplici, immediate e gesti inediti... Sono certo che questa piccola opera possa accompagnare i passi che portano alla comprensione del grande dono che il Signore ha fatto al mondo e alla Chiesa nella persona di Papa Francesco." (Don Pasqualino di Dio, vice-direttore Ufficio Liturgico diocesano di Piazza Armerina)
L’orizzonte delle sfide, l’orizzonte dei significati, l’orizzonte dell’ecumène: tre proiezioni che la famiglia, agenzia periferica della comunione trinitaria, deve esplorare per vivere la diaconia della pace.
"Si è fatto tardi, Giuseppe. Nella piazza non c'è più nessuno. I grilli cantano sul cedro del tuo giardino. Nelle case, le famiglie recitano lo 'Shemà Israel'. E tra poco Nazareth si addormenterà sotto la luna. Di là, vicino al fuoco, la cena è pronta. Cena di povera gente. L'acqua della fonte, il pane di giornata, e il vino di Engaddi. E poi c'è Maria che ti aspetta. Ti prego: quando entri da lei, sfiorala con un bacio. Falle una carezza pure per me. E dille che anch'io le voglio bene. Da morire. Buona notte, Giuseppe!"
"Sì, verrò di nuovo. Anzi, perchè non vieni tu, Signore, a trovarmi? Io nel deserto ci sto da sempre. Ma se arrivi tu diverrà un giardino, e germoglieranno i fiori tra le rocce. Ecco, vedi, sotto i tuoi piedi è già spuntata una ginestra. La colgo, perchè voglio portarmela come presagio di una imminente primavera che già incombe sulla storia."
"Se voi riuscirete a liberarvi dalla rassegnazione, se riporterete maggiore fiducia nella solidarietà, se la romperete con lo stile pernicioso della delega, se non vi venderete la dignità per un piatto di lenticchie, se sarete così tenaci da esercitare un controllo costante su coloro che vi amministrano, se provocherete i credenti in Cristo a passare armi e bagagli dalla vostra parte, non tarderemo a vedere i segni gaudiosi della risurrezione."
"Cenere in testa e acqua sui piedi. Tra questi due riti, si snoda la strada della quaresima. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala."

