
La scienza moderna ha cominciato a fare capolino alla fine del Medioevo, per poi affermarsi ai tempi del processo a Galileo, dell'inquisizione, dei roghi degli eretici e delle streghe. È nata, cioè, dal cuore più profondo (e anche più buio) del cristianesimo che riscopriva la filosofia greca, ma si è con il tempo presentata come l'altra religione, o addirittura l'antireligione, l'oblio del divino, l'ultima spiaggia di ogni ateismo. Ma come mai il cristianesimo ha partorito dal suo seno questo "crepuscolo degli Dei"? Effetto della presenza del Maligno nel mondo? Eppure la scienza è nata dal nulla per generazione spontanea? Forse è frutto del capitalismo? O della riforma protestante? In questo libro di storia cognitiva, Borzacchini disegna un rapporto profondo, radicale, tra la scienza moderna e il cristianesimo nel suo periodo di massimo splendore e autorità, quando, dalle cattedrali alle università, la chiesa ricopriva con il suo latino tutto l'umano sapere, mentre cominciavano a nascere le nuove nazioni e i loro dialetti. E San Francesco lasciava per la scienza e per l'umanità una traccia indelebile che oggi sembra riapparire in un papato che ha ripreso quel nome.
Pubblicato nel 1923, Il Profeta viene da subito accolto – con grande favore di critica e di pubblico – come un libro di saggezza e, ancora oggi, continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo. In quest’opera allegorica, che schiude al lettore il significato spirituale dell’esistenza, Gibran è stato capace di parlare a intere generazioni attraverso la voce di Almustafà l’eletto, che nel rispondere alle domande dei suoi seguaci esplora i grandi temi della vita: l’amore, l’amicizia, la bellezza, la gioia e il dolore. L’opera di Gibran è qui presentata in una nuova veste, frutto delle ricerche di Dalton Hilu Einhorn che, quando nel 2017 ha ottenuto l’accesso agli archivi Gibran/Haskell, ha ritrovato oltre centocinquanta scritti inediti tra poesie in prosa, aforismi, detti e tre capitoli degli Dei della terra non inclusi nell’edizione definitiva. Un tesoro inaspettato che possiede la stessa scrittura lirica, la stessa forza evocativa e la stessa profondità del grande classico del poeta libanese.
Dal V secolo dell’era cristiana in poi, i fedeli hanno sempre ascoltato e tramandato i racconti e i Detti dei Padri del deserto. Di più: ogni momento di rinnovamento nella storia della Chiesa è coinciso, singolarmente, con una riscoperta di quei magistrali insegnamenti. Non ha fatto eccezione il francescanesimo, sia ai suoi primordi, sia in ogni momento di rinvigorimento durante la sua storia lunga, ormai, otto travagliati secoli. Questo lavoro è frutto di una esplorazione condotta da un gruppo di studenti dell’Istituto teologico di Assisi che ha cercato di accostare i Detti dei Padri con i testi di alcune tra le più antiche Fonti francescane del XIII secolo fino alle Prime Costituzioni dei Cappuccini del XVI secolo, scoprendo la vita di una sapienza comune e la sapienza di una vita secondo Dio.
Destinatari
Studenti di storia e studiosi di francescanesimo.
Autore
GUGLIELMO SPIRITO, francescano italo-argentino, ha ottenuto la Licenza all’Istituto di Teologia Pastorale al “Camillianum” di Roma e il Dottorato in Teologia all’Istituto francescano di Spiritualità “Antonianum”. È docente all’Istituto Teologico di Assisi dove ricopre l’incarico di vicepreside, ma insegna anche alla Facoltà Teologica San Bonaventura. Ha tenuto corsi in Croazia, Romania e Russia ed è coinvolto con varie realtà monastiche di Egitto e Armenia. Ha all’attivo numerose pubblicazioni.
Che cosa ha da dire la fede in Gesù Cristo all'uomo d'oggi? Due monaci hanno intessuto tra loro un intenso dialogo su questo argomento. Entrambi danno la loro incisiva testimonianza e l'interesse è accresciuto dal fatto che fratel David ha avuto un'esperienza del tutto singolare per un monaco: un'iniziazione buddhista, alla scuola di vari maestri Zen, con i quali ha percorso i gradi della meditazione orientale. Il libro offre dunque la possibilità di mettere a confronto la fede cristiana con la visione buddhista che oggi attira molte persone in Occidente. Fratel David, grazie alla sua esperienza diretta, mostra con forza le convergenze tra le due spiritualità.
Padre Anselm Grün accompagna i lettori tra gli aspetti e i vissuti della solitudine, restituendone un volto benevolo e rappacificante.
L'autore
HENRY MOTTU, pastore e professore alla Facoltà di teologia protestante dell'Università di Ginevra, è uno dei più qualificati specialisti francofoni di Bonhoeffer, di cui ha tradotto La Parole de la Prédication (Labor et Fides, 1992). Ha pubblicato inoltre le Lettres de fiançailles. Cellule 92. 1943-1945 (Labor et fides, 1998). È’ autore de Le Geste prophétique. Pour une pratique protestante des sacraments (Labor et Fides, 1998).
Il libro
Dietrich Bonhoeffer (1906-1945) è uno dei principali teologi protestanti del XX secolo. La sua opera teologica, al pari della sua lotta contro il nazismo all'interno della Chiesa confessante tedesca, hanno lasciato un segno nelle menti. Coinvolto in una cospirazione che tendeva a neutralizzare Hitler alla fine della seconda guerra mondiale, Bonhoeffer sarà impiccato accanto all'ammiraglio Canaris e ad altri congiurati il 9 aprile 1945, nel campo di concentramento di Flossenbürg.
In quest'opera si troverà la sua biografia intellettuale nonché gli assi portanti della sua opera: la sua dottrina della Chiesa, la sua antropologia teologica, la sua cristologia e la sua visione di una «interpretazione non religiosa dei concetti biblici». Il destino eccezionale di Bonhoeffer darà alla sua concezione di un cristianesimo in un «mondo divenuto adulto» un'immensa risonanza all'interno del movimento ecumenico e oltre. L'autore evoca anche il suo percorso personale attraverso l'opera del teologo luterano. Alla fine del volume si propongono alcuni testi che riflettono la diversità teologica e letteraria del pensiero di Bonhoeffer.
Papa Francesco presenta al lettore sette passi attraverso il suo insegnamento e la sua azione nel mondo. In pratica il suo personale 'Vangelo': l'amore, la fede, la felicità, la giustizia, la pace, la speranza per l'umanità e il futuro. Si rivolge ai fedeli come ai non credenti e indica i punti fermi sui quali costruire una nuova civiltà. Una sintesi limpida, chiara ed efficace di oltre dieci anni di pontificato che hanno cambiato il volto della Chiesa e lasciano il segno in tutti gli ambiti della vita personale e sociale. Il pontefice che voleva "avviare processi" mostra di aver mosso forze straordinarie, con effetti di cui misureremo l'efficacia nei prossimi decenni.
Nel suo Messaggio per la 57a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali papa Francesco ci ricorda che solo quando si realizza fino in fondo la donazione di sé nell'amore, «secondo verità nella carità» (Ef 4,15) si comunica in modo pieno. Il Papa si appella alla «responsabilità di ciascuno», quasi a sottolineare che nell'ambiente digitale tutti possono e devono essere protagonisti di «una comunicazione aperta e accogliente », che cioè parte dall'incontro e dall'ascolto, che trae la sua linfa dal cuore. Questo volume offre commenti e approfondimenti del Messaggio del Santo Padre, ma anche spunti operativi per il lavoro in ambito pastorale ed educativo. Uno strumento a disposizione di giornalisti, operatori dei media, direttori diocesani, sacerdoti, insegnanti, catechisti e famiglie. Papa Francesco Parlare col cuore Vincenzo Corrado - Pier Cesare Rivoltella, Introduzione Walter Capriotti, Dentro l'immagine di copertina Commenti: Vincenzo Corrado, Quattro terapie per una comunicazione cordiale Paolo Ruffini, «Basta amare bene per dire bene» Ernesto Olivero, Disarmare gli animi promuovendo un linguaggio di pace Adriano Fabris, Per una comunicazione coinvolgente Ruggero Eugeni, Senza metterci la faccia. L'eclissi del volto nei media contemporanei Giuseppina D'Addelfio, Parlare con il cuore, parlare secondo verità Giovanna Frosini, Cor ad cor loquitur. Il cuore umile e grande della comunicazione Giuseppina De Simone, Parlare con il cuore nel processo sinodale Arnoldo Mosca Mondadori, Eucaristia: fonte e culmine della comunicazione Pier Cesare Rivoltella, Per una pedagogia del dialogo Strumenti per l'uso pastorale del Messaggio di: Domenico Beneventi, Stefania Careddu, Alessandra Carenzio, Elisa Farinacci, Eleonora Mazzotti, Mariangela Parisi, Sergio Perugini, Marco Rondonotti, Ufficio Liturgico Nazionale CEI.
Quanto c'è di vero a proposito della convivenza apparentemente «tesa» tra i due Papi di cui tanto si è parlato negli ultimi anni? Dove finisce la realtà e dove comincia il mito nella ricostruzione di una vicenda storica senza precedenti, che ha suscitato e continua a suscitare giudizi contrastanti? Per chiarire che cosa è avvenuto dietro le mura vaticane in un decennio decisivo per il futuro della Chiesa cattolica, sostiene Javier Martínez-Brocal, non si è tenuto conto del punto di vista di un personaggio principale, l'unico in grado di fare luce sul tema dall'interno: papa Francesco. Intenzionato a consegnare al lettore la versione di Bergoglio, il vaticanista di lungo corso lo ha incontrato varie volte tra l'estate del 2023 e l'inizio del 2024, e insieme hanno ripercorso le tappe fondamentali dei due pontificati, tra cui la rinuncia di Benedetto, i momenti più intimi e dolorosi, le cerimonie più significative. Bergoglio non si sottrae, al contrario incoraggia gli interrogativi del giornalista, che sempre lo incalza attingendo al confronto tra la biografia di Benedetto e quella di Francesco, a quanto avevano detto l'uno dell'altro prima e dopo essere divenuti successori di Pietro, a cronache e interviste, alla ricerca dei punti di contatto e delle differenze. Il risultato è un dialogo vivace e mai scontato che, al riparo dalle semplificazioni e dal sensazionalismo dei titoli della stampa, permette al Papa di aprirsi e raccontare per la prima volta la verità sul suo rapporto con Benedetto XVI. Ricca di rivelazioni e di riflessioni, questa straordinaria testimonianza in presa diretta è profondamente toccante per le esperienze umane e spirituali su cui getta nuova luce.
La lettura dell'opera di Hans Urs von Balthasar offre innumerevoli spunti per approfondire e rileggere gli autori del passato e del presente; la sua visione, percorrendo gli spazi e i tempi della storia del pensiero, getta una luce unitaria sulla realtà e sull'uomo. In questo saggio l'autore, mettendo in luce aspetti meno frequentati del pensiero di Balthasar, si rivolge alla sua filosofia e alle fonti che l'hanno ispirata, cercando di indagare alcune zone della sua vasta opera per porre in risalto gli elementi filosofici alla base di tutta la sua riflessione. La filosofia di Balthasar si muove sulla soglia tra finito e infinito e vive, per così dire, nella differenza tra il determinato e l'indeterminabile, tra il conosciuto e l'inconoscibile, tra l'essere e il nulla; sulla soglia l'uomo conosce, senza però incasellare ed esaurire l'essere nelle proprie capacità.Balthasar parla all'uomo del suo tempo e cerca di raggiungerlo là dove vive, nelle sue esigenze e nelle sue domande inquietanti. Egli è stato un pensatore profondamente universale, e perciò genuinamente "cattolico", nel senso di un autore che guarda all'universalità della verità e che, per questo, si apre seriamente al dialogo e, nella sua inesausta apertura al futuro, non ha mai tralasciato il proprio legame con la tradizione.
Piero Viotto ricostruisce la storia del pensiero moderno evidenziando i nodi strutturali del processo di secolarizzazione e indicando le prospettive di una possibile rinascita. Assumendo il punto di vista di Jacques Maritain, il suo studio rintraccia nel criticismo kantiano le premesse per la postmodernità e il germe del pensiero debole e individua nell'idealismo hegeliano e nel positivismo francese le grandi ideologie della modernità. Come superare il relativismo, conseguenza del pensiero debole? Per Maritain è necessario considerare il pluralismo non come una filosofia, ove tutte le opinioni sono vere, ma solo una metodologia politica per garantire la libertà di coscienza in una società democratica, senza rinunciare alla verità. Ma soprattutto bisogna ritrovare una ragione forte, capace di confrontarsi con i problemi della metafisica.
Questo saggio di Edith Stein 'Sullo Stato' e una conferma della vastita dei suoi interessi: attraverso il metodo fenomenologico indaga non solo questioni filosofiche ma affronta temi propri delle scienze umane.