
«Mi è ben chiaro come la teologia e la fisica quantistica agiscano su piani diversi: le scienze naturali spiegano l'origine e l'essenza della natura, e alla natura appartiene anche il nostro cervello, che è in grado di pensare; la teologia cerca invece risposte alle domande sul senso e sullo scopo dell'esistenza umana. Tuttavia, i due piani, quello della scienza e quello della teologia, si toccano. La storia della teologia mostra con chiarezza che tutti i teologi hanno sempre sviluppato il proprio pensiero in un dialogo con la filosofia e con la scienza della loro epoca, studiando la natura e trasferendo la propria concezione del mondo nella teologia. Anche ai nostri giorni la teologia può essere affrontata in maniera responsabile soltanto se in aperto dialogo con la filosofia, la psicologia e la scienza contemporanee.» (Anselm Grün)
Martin Buber mostra in queste pagine come la colpa non sia riducibile alla dimensione psicologica del senso di colpa, ma abbia altre implicazioni, ben più importanti. Per lo psicoterapeuta non si tratta allora di liberare il paziente dal senso di colpa, quanto piuttosto di aiutarlo a elaborare la propria colpa in vista di una riconciliazione con se stesso, con gli altri e con il mondo. "Colpa e sensi di colpa", introdotto da una nota della figlia di Buber, diventa così un punto di riferimento per un dialogo a più voci sul rapporto tra oggettività della colpa e soggettività del senso di colpa, tra consulenza filosofica e psicoterapia, attraverso i contributi di Gian Piero Quaglino (docente di Psicologia della formazione), Cianni Francesetti (psichiatra e psicoterapeuta della Cesto/O, Umberto Galimberti (filosofo e psicoanalista), Andrea Poma (docente di Filosofia morale), Luca Bertolino (docente di Etica applicata), Maria Bertone e Ran Lahav (consulenti filosofici).
Nuova edizione del testo del 2001: l'aggiornamento preponderante riguarda l'aggiunta ex novo di una quarta parte del titolo "Il ricordo di Teresa: una donna che ha lasciato una traccia", dove si seguono tutte le tappe che ne hanno portato alla beatificazione il 19 ottobre 2003, Giornata Missionaria Mondiale, in piazza San Pietro in Vaticano. Si specificano inoltre i cosiddetti cinque rami della famiglia religiosa di Madre Teresa: le Missionarie della Carità, i Fratelli Missionari della Carità, le Missionarie della Carità Contemplative, i Missionari della Carità Contemplativi e i Padri Missionari della Carità.
Nuove meditazioni di Padre Cantalamessa in una nuova collana. Nell’Avvento 2007 e nella Quaresima 2008, in vista del prossimo Sinodo dei vescovi, padre Cantalamessa ha tenuto le sue meditazioni alla Casa Pontificia sul tema della Parola di Dio. Il volume raccoglie queste meditazioni.
Il fulcro delle meditazioni d'Avvento è stato il versetto della lettera dell'apostolo Paolo agli Ebrei: “Ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (1,2). Quello della Quaresima, un altro versetto dello stesso libro biblico: “Viva ed efficace è la Parola di Dio” (Ebrei 4,12).
«Chi sono io?», «Chi sei Tu Signore?» Il Card. Martini risponde a queste domande lasciandosi condurre, come sempre, dalla Parola di Dio e, attraverso la lectio divina di alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento, fa rivivere tutta la forza e l’energia che la Parola sprigiona. Àncora ripropone questa undicesima edizione rinnovata, con una appendice di FAQ (Frequently Asked Questions) sul metodo della lectio divina in tutte le sue fasi anche meno conosciute, nella certezza della perenne attualità del metodo ignaziano e di questo volumetto, che si rivolge non solo agli adolescenti, ma anche agli educatori e a tutti coloro che hanno responsabilità nella guida dei ragazzi. Martini riesce a spezzare la Parola calandola e calandosi in modo esemplare nella loro esperienza e psicologia.
«L’esperienza di Paolo, il suo venire alla fede nell’incontro con il Risorto, la sua opera di annuncio del Vangelo e di edificazione delle comunità cristiane: tutto questo non può non interrogare il vissuto di un prete, che da discepolo e apostolo vive l’esperienza di essere interamente conquistato da Cristo e di annunciare questa buona notizia, accompagnando il venire alla fede di molti fratelli e l’edificazione di comunità cristiane che vivono del Vangelo di Gesù» (dall’introduzione). Queste le sollecitazioni e gli spunti di riflessione – puntualmente raccolti in questo volume – emersi durante il viaggio dell’Arcivescovo di Milano con i suoi giovani preti a Tarso e ad Antiochia, dove ha avuto inizio l’annuncio missionario della Chiesa.
«Le meditazioni riunite in questo libro - nato dalla predicazione alla Casa Pontificia - sono altrettante salite mattutine al monte Tabor per passare mezz’ora tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede (Eb 12, 2) e ritornare poi ritemprati al lavoro quotidiano» (dalla Premessa).
Padre Raniero presenta davanti agli occhi - quasi dipingesse un’icona con le parole - il Mistero della Trasfigurazione che, meditato e contemplato, porta la Chiesa e il discepolo alla trasfigurazione del proprio volto.
John Henry Newman (1801-1890) è uno dei più grandi pensatori cristiani. A 44 anni si converte al cattolicesimo, diventando segno di contraddizione per la sua epoca, che come la nostra sembra rifiutare Dio. Benedetto XVI lo dichiara beato. La vita di Newman fu interamente spesa nella ricerca della verità. Il suo pellegrinaggio intellettuale e spirituale, raccontato e documentato in questo libro, fu la risposta sempre più appassionata ad una luce interiore di cui egli sembrava sempre consapevole, la luce che la coscienza proietta su tutti gli aspetti della vita. Newman è un limpido testimone della fede, e può essere una guida certa al cammino di ogni persona in ricerca.
Il volumetto raccoglie le meditazioni tenute alla Casa Pontificia, in presenza di Papa Benedetto XVI, nell’Avvento 2009 e nella Quaresima 2010, in occasione dell’Anno Sacerdotale. Alla fine è riportato il discorso tenuto in San Pietro nel Venerdì Santo del 2010, sul tema di “Cristo Sommo Sacerdote”. Padre Raniero, con la consueta profondità e finezza, non fa un “puntiglioso rilevamento” delle deficienze del clero – nell’occhio del ciclone per gli scandali pedofilia – ma si propone di aiutare i presbiteri e i laici a riscoprire la bellezza della vocazione sacerdotale, nella Chiesa di oggi.
In un tempo in cui Amoris laetitia di Papa Francesco ha portato alla Chiesa un rinnovato impulso per la pastorale della famiglia e in particolare delle famiglie ferite, questo libro vuole offrire un contributo alla realizzazione di adeguati cammini nelle chiese locali. Si tratta della testimonianza di ciò che da vent’anni nella diocesi di Bergamo il gruppo “La Casa” sta svolgendo per e con persone separate, divorziate o risposate. Un racconto degli itinerari di preghiera, formazione e orientamento, arricchito da intense testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle esperienze di separazione, divorzio e magari avvio di una nuova unione, e ha il desiderio di rileggere la propria vita alla luce della fede cristiana, dentro la comunità ecclesiale. Accompagnare, discernere, integrare in una Chiesa che apre le sue porte ai fratelli feriti nell’amore e bisognosi di amore, che a loro volta hanno aperto il loro cuore e chiedono accoglienza e comprensione: questo è lo spirito che anima le iniziative del gruppo “La Casa”, qui testimoniato davvero in modo corale attraverso la rielaborazione di tre suoi animatori.
«Santità per tutti» non significa santità in svendita e nemmeno una sua democratizzazione secondo il pensiero corrente; significa piuttosto che su ogni uomo che viene a questo mondo Dio ha un progetto di felicità che è possibile realizzare mettendo a frutto il dono di grazia e camminando al ritmo del santo popolo fedele di Dio. L'esortazione apostolica "Gaudete et exsultate" non fa che ribadire, dalla prima riga all'ultima, questa convinzione, mostrando una santità non complicata, non elitaria, non disumanizzante, ma alla portata di tutti, realizzabile nonostante le cadute, le molte zone grigie dell'esistenza che spesso rimangono tali; per cui, più che esenzione dal peccato, la vera santità è tensione verso il bene con la totalità del nostro essere, così come ne siamo capaci.
Il vuoto è fatto per essere colmato, anzi proprio il vuoto è la condizione migliore per riempire di senso nuovo e autentico le nostre esistenze.