
Papa Francesco visita la Corea del Sud dal 14 al 18 agosto 2014. Fra i propositi che spingono in Asia il pontefice venuto "dalla fine del mondo" vi è il desiderio di dialogo con i giovani dell'Asia, vero motore dell'evangelizzazione mondiale, e il rilancio dell'azione missionaria della Chiesa coreana, sostenuta dalla testimonianza dei martiri. Diventa fondamentale capire quali siano le sfide della Corea, Paese "del calmo mattino" in bilico fra democrazia e dittatura, sviluppo economico e disparità sociale, impegno civile e guerra fredda, tradizioni religiose e materialismo. Uno sguardo all'interno di una delle società e Chiese più vive dell'Asia. Il libro, corredato di una introduzione del segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, indica quali sono le sfide che la chiesa deve affrontare in Asia e nel lontano oriente e i motivi del viaggio di Papa Francesco.
«È la fine, per me è l'inizio della vita»: queste le ultime parole di Bonhoeffer prima di essere assassinato per ordine di Hitler nel campo di Flossenbürg il 9 aprile 1945. Questo giovane e brillante teologo è un personaggio fuori dagli schemi. È uno dei pochi teologi martiri; un accademico, titolare di cattedra finito impiccato sulla forca. La sua figura è percorsa da polarità straordinarie: un uomo di profonda spiritualità, ma pure il teologo della profanità; uno dei più radicali pacifisti dell'epoca, ma anche cospiratore contro Hitler; profondamente tedesco, ma nel 1941 prega «per la disfatta della Germania». Il suo discepolato, vissuto come semplice, cioè diretta e totale, obbedienza alla Parola di Dio, lo condusse a testimoniare Cristo fino alle estreme conseguenze.
La gioia è il mistero stesso della vita di Gesù. Nonostante la croce, il Figlio di Dio aveva un cuore che traboccava di vera gioia, un gaudio nascosto faceva vibrare tutta la sua persona. Interrogandosi su questo mistero della vita cristiana, cuore del Vangelo, l'autore si è imbattuto in Hans Urs von Balthasar e nella sua visione particolare della gioia, intesa come passaggio purificatore attraverso l'esperienza della croce, che è esperienza di morte e di vita, di seppellimento e di risurrezione e quindi di immersione nel divino, già ora sperimentabile. In questo senso la gioia ha un carattere paradossale perché mette assieme speranza e sofferenza, passione e amore, attesa e profezia, giustizia e perdono. Ma essa è segno di un'esistenza redenta, liberata dal peccato e dal male attraverso la passione di Cristo e la sua risurrezione nella carne. Ed è in questa luce che la gioia può ritornare nella vita di ogni giorno e riportare l'uomo alla ricerca della vera felicità. La gioia evangelica deve essere il segno e l'abito del cristiano. È rara, ma non impossibile. Prefazione Scognamiglio Edoardo.
Prestare ascolto alle voci della riflessione critica della fede può far crescere la qualità del pensiero e della vita per tutti, credenti o non credenti che siano. A una simile esigenza risponde Bruno Forte, in un libro aperto al dialogo con la filosofia, la psicologia, l'etica e la scienza, un libro che si propone di superare steccati e riscoprire la forza di congiunzioni possibili tra scienza e teologia, tra fede e pensiero.
Il saggio su "Lo sviluppo dell'idea musicale" del 1925 è il primo della bibliografia ufficiale di Balthasar. Il movimento della riflessione appare molto determinato nella ricerca di un intrinseco rapporto tra l'energia immanente al Musikgeist e l'impulso trascendente che segna la sua costituzione e dischiude la logica dei suoi sviluppi. Il saggio di Sequeri presenta i temi della saggistica musicale balthasariana nel contesto della genesi del progetto di un'autonoma estetica teologica.
La mistica cristiana è come un sentiero che porta a una più autentica umanità e a una più profonda esperienza di Dio. Anche chi si trova al di fuori di un monastero può rinnovare questo cammino ogni giorno. Ognuno può aprirsi al mistero della mistica cristiana e della contemplazione.
Questo libro di Anselm Grün, arricchito dei numerosi contributi di famosi pensatori cristiani – Jean Lafrance, Pierre Stutz, Elisabeth Hense, Willigis Jager, Werner-Egon Groß, Thomas Keating, Reinhard Korner, Fidelis Ruppert, Gerhard Wehr, John Eudes Bamberger - presenta le forme di contemplazione che sono praticate nei monasteri: il silenzio, la preghiera del cuore o il canto dei salmi. Sono spiegate le diverse forme di spiritualità degli ordini cristiani, come il benedettino “ora et labora”, la tradizione dei Padri del deserto o la preghiera nel Carmelo.
L'obbligo di minimizzare i costi e massimizzare i profitti genera in molte aziende, e soprattutto nei dirigenti, una forte pressione. Questo libro è rivolto proprio a chi vorrebbe applicare le virtù cristiane della guida delle persone anche all'ambito quotidiano del lavoro. Anselm Grün, monaco benedettino e famosissimo autore, unisce le proposte spirituali alle conoscenze tratte dall'esperienza di Friedrich Assländer come trainer e consulente aziendale. Numerosi testi ed esercizi pratici aiutano a sviluppare un'onesta autocritica nonché a inserire nella vita professionale di ogni giorno virtù fondamentali quali la lealtà, l'attenzione e l'autocontrollo. Un libro per capire che è possibile oggi dirigere e guidare le persone senza perdere di vista il singolo individuo.
Il testo raccoglie un'ampia riflessione sui temi presenti nell'Enciclica Laudato si', e più in generale sul pensiero teologico e filosofico del Cristianesimo in tema di natura e ambiente. Risalendo alle origini stesse del pensiero cristiano sulla Creazione e sul rapporto Dio-uomo-natura, a partire dal Nuovo Testamento e dalla Patristica dei primi secoli, e giungendo fino alle riflessioni sul tema della natura presenti nei testi recenti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, il libro affronta i temi essenziali della teoria cristiana dell'ambiente. Diventa così possibile comprendere a pieno il senso dell'Enciclica di Francesco I, approfondire gli snodi tematici e cogliere gli elementi di rinnovamento.
«Perché l’anoressia colpisce alcune donne piuttosto che altre? Gli individui sono più o meno rivalitari, e il caso della magrezza non è differente da molti altri ambiti. Le donne anoressiche vogliono essere campionesse della loro categoria. Lo stesso accade nel mondo della finanza. La differenza consiste nel fatto che il desiderio di essere più ricco degli altri non è ritenuto patologico. Al contrario, il desiderio di essere più magro, se viene spinto all’estremo, possiede degli effetti funesti visibili sul piano fisico. Ma una volta che una ragazza ha scelto di diventare anoressica, ciò significa che essa ha scelto questo ambito di concorrenza, ed è molto difficile abbandonare la gara prima della vittoria, cosa che implicherebbe una rinuncia al titolo di campionessa. Il risultato finale è tragico nei casi estremi, ma ciò non deve farci perdere di vista il fatto che l’ossessione per la magrezza caratterizza tutta la nostra cultura, e non è in nessun modo un tratto distintivo di queste giovani ragazze. […] L’imperativo che spinge queste donne a lasciarsi morire di fame proviene da tutta la società. È un imperativo unanime. Da questo punto di vista, quindi, è strutturato come un sacrificio. E il fatto che sia qualcosa di inconscio dimostra in modo piuttosto inquietante che nel nostro mondo vi è una sorta di ritorno alla cultura sacrificale arcaica.»
René Girard
L'AUTORE
René Girard è nato ad Avignone il 25 dicembre 1923. Critico letterario e antropologo, dal 1981 al 2005 è stato professore di letteratura comparata presso l’università di Stanford. La sua opera complessiva – incentrata su una critica radicale del pensiero moderno da una esplicita prospettiva cristiana – costituisce uno dei contributi filosofici e intellettuali più significativi del XX secolo. Il 17 marzo 2005 Girard è stato eletto membro dell’Académie française.
RECENSIONI
da «Diva e Donna», 5 maggio 2009
«Non lasciatevi spaventare dal titolo […]: è uno stupendo pamphlet in cui il grande filosofo sviscera con stupefacente maestria i meccanismi dei disturbi alimentari, facendo di questo male lo specchio di un’intera società.»
Fra i libri che scrisse, La saggezza del deserto è uno di quelli che Thomas Merton amò di più, probabilmente perché sperava di passare gli ultimi anni della sua vita da eremita (morì invece improvvisamente nel corso di un incontro tra monaci cristiani e orientali a Bangkok, nel 1968). Il tono personale della scrittura, così come la sua tipica combinazione di devozione e ironia, rivelano quanto profondamente si identificasse con i leggendari autori di questi detti e parabole, quei Padri cristiani del IV secolo che vissero in solitudine e contemplazione nei deserti dell’Egitto, della Palestina, della Persia e dell’Arabia.
Quei monaci abbandonarono le città perché erano convinti del carattere strettamente individuale della salvezza, in un mondo che ai loro occhi era come una nave sul punto di affondare. Andarono nel deserto per essere sé stessi e per dimenticare le seduzioni e gli inganni che li allontanavano da questo obiettivo. Condussero una vita di fatiche e di digiuno, di carità e di preghiera. Non cercavano il consenso dei loro contemporanei e neppure volevano sfidarne il dissenso, perché le opinioni degli altri avevano smesso di avere importanza per loro. Distillavano per sé una saggezza pratica e senza pretese, al tempo stesso primitiva e senza età, una saggezza di cui la nostra epoca ha un disperato bisogno.
L'AUTORE
Thomas Merton (1915-1968), scrittore e monaco trappista, è autore di più di settanta libri, tra cui La montagna dalle sette balze, Nuovi semi di contemplazione, Fede e violenza e Diario di un testimone colpevole, dedicati in particolare ai temi dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso e dei diritti civili. Di Merton Lindau ha pubblicato nel 2008 il volume Scegliere di amare il mondo.