
I Padri dei primi secoli cristiani hanno parlato del mistero della Chiesa attraverso immagini simboliche, spesso evocate nel recente insegnamento di papa Francesco e, prima, di papa Benedetto XVI. È forse doveroso, però, offrire ai lettori più attenti qualche ragguaglio sulle origini e l'attualità di una delle immagini ecclesiali care ai Padri, ossia quella della Chiesa come Luna, il mysterium Lunae. L'astro minore, infatti, quello che illumina il mondo immerso nelle tenebre per virtù della luce del Sole, immagine di Cristo, ci vuole ricordare la funzione vicaria della Chiesa illuminata da Cristo e che solo in lui trova il senso della sua esistenza nel mondo e la forza per essere fiaccola che nella storia illumina gli uomini e le donne chiamati a essere una cosa sola in Cristo.
«Il libro di Ronza non è preoccupato di definire, ripropone l'esperienza di Giussani e del Movimento che lo segue come provocazione e suggerimento per riaccendere fede e speranza nei tempi attuali che sembrano esserne così carenti». (Dalla Prefazione di Giancarlo Cesana). Chi è stato Luigi Giussani? E che cos'è il Movimento di Comunione e Liberazione da lui fondato? Perché l'uno e l'altro hanno avuto e hanno tuttora un impatto molto forte nella vita ecclesiale e sulla società da non lasciare nessuno indifferente? Fondatore di Comunione e Liberazione, uno dei maggiori movimenti ecclesiali nati nel XX secolo, finora mons. Luigi Giussani (1922-2005) resta, per così dire, imprigionato in tale suo pur rilevante ruolo. In realtà egli fu assai più di questo. Senza certo pretendere di sostituire il molto che si è già scritto su di lui, questo libro si offre come una guida rapida e non convenzionale a chi voglia scoprire o riscoprire Giussani, il suo pensiero e la sua opera, percorrendo un rapido itinerario segnato sia dal racconto di esperienze e di incontri sia da suggerimenti di lettura.
La memoria lieta di un evento che ha poi segnato positivamente tutta la loro vita: è questo il tratto comune delle testimonianze delle ventotto persone che nelle pagine di questo libro rievocano il loro incontro con don Giussani. Su Luigi Giussani (1922-2005), figura di primo piano nella storia della Chiesa del XX secolo, biografi, storici e teologi si sono già messi al lavoro. Con la speranza che ciò possa essere per tutti questi studiosi di ulteriore utile documentazione, ma soprattutto con il desiderio di raccontare l'uomo Giussani anche a chi non lo conobbe, ne parlano qui persone che lo incontrarono negli anni in cui egli avviò a Milano, a partire da Gioventù Studentesca, il movimento che più tardi avrebbe preso il nome di Comunione e Liberazione. Un'attenta simpatia per chiunque gli stesse dinnanzi e un modo sempre geniale di riproporre Cristo come risposta convincente alle grandi domande esistenziali sono i lineamenti del ritratto di don Giussani che, al di là di ogni differenza, riemergono costantemente da queste testimonianze.
In questo saggio biografico R. Rondanina, propone una interpretazione della pensatrice francese Simone Weil, la cui esperienza politica e mistica si salda nel tentativo di elaborare un progetto di radicale riforma culturale di ispirazione cristiana, in grado di curare i mali della società. Filosofa impegnata politicamente, scrittrice, insegnante, operaia, sindacalista, Simone Weil è una delle figure più affascinanti del Novecento; la passione per la verità e per la giustizia si trasformava in lei in un impegno radicale che la spingeva a percorrere strade inedite per coniugare esperienza politica e mistica.
Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro Giovanni XIII, giunse a Roma nel 1901 per completare gli studi nel Seminario Romano. Da quel lontano anno fino a quando fu eletto al soglio pontificio, il suo rapporto con il Seminario Romano fu intenso. Le 159 lettere raccolte in questo volume, indirizzate ai quattro rettori avvicendatisi alla guida del seminario tra il 1901 e il 1959, sono il documento più nitido di tale rapporto, che è certamente una delle «radici» che alimentarono la sua ricca personalità.
Carlo Badalà, nato a Roma nel 1961, ha insegnato Storia della Chiesa presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Campobasso e successivamente, dal 1995 al 2000, presso l’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater della Pontificia Università Lateranense. Dal 1990 al 2000 è stato, inoltre, responsabile dell’archivio storico del Pontificio Seminario Romano Maggiore.
Papa Francesco, nell'ultimo ricovero in ospedale (febbraio-marzo 2025), ha attraversato un tempo di prova, che si è esteso a tutta la Chiesa. Si è sperimentata la paura, la sofferenza, la fragilità, l'incertezza. Ma insieme si è fatta prova di resilienza, forza, fiducia e speranza. Il papa degli abbracci è scomparso improvvisamente dalla nostra vista. Così siamo stati "costretti" a soffermarci sulla sua parola scritta, che rimanda alla Parola, a quella Buona Novella che al dramma del calvario fa seguire l'annuncio del Risorto: «Pace a voi!».Qui troverete le riflessioni di Francesco sui limiti che impongono l'età e la malattia e sul valore prezioso della vita, che mai viene meno.
Fra le mille letture su papa Francesco, mancava una che prendesse organicamente in esame il suo rapporto con l’universo femminile, nella prospettiva della crescente responsabilità delle donne in ambito ecclesiale. L’ipotesi di una «apertura» al diaconato femminile ha dato la stura al dibattito (e anche alle polemiche) su una questione – quella, appunto, della donna nella Chiesa – destinata a rimanere centrale durante, e anche dopo, il pontificato bergogliano.
Il vuoto è fatto per essere colmato, anzi proprio il vuoto è la condizione migliore per riempire di senso nuovo e autentico le nostre esistenze.
Una rilettura dei primi dieci anni che hanno cambiato il mondo di intendere il pontificato. Dieci temi sui quali Francesco ha qualificato il suo magistero di vescovo tra i vescovi, con un'inedita interpretazione del Primato petrino. È l'esame di alcuni temi fondamentali della testimonianza del messaggio evangelico e del mistero del Dio incarnato in Gesù cristo, tra cui: la morte e la resurrezione, la collegialità e sinodalità come progetto di Chiesa, la secolarizzazione e la modernità in rapporto alla Chiesa non solo istituzione, i movimenti sociali, la politica al servizio dell'uomo il primato della pace, disuguaglianze e dignità di tutte le vite, ecologia umana e integrale, antropologia umana e metafisica del già e non ancora del mondo.
Simbolo dei cristiani tedeschi resistenti al nazismo, uomo giusto e fedele al proprio ideale fino alla fine, Dietrich Bonhoeffer non si è fermato a un orizzonte ristretto, nella convinzione che nella nostra esistenza c'è uno scopo e un compimento più alto capace di dare un senso a tutti gli eventi, anche ai più tragici e negativi. Eppure gli sviluppi più profondi del suo travagliato itinerario interiore rimangono in gran parte ignorati dal grande pubblico. Queste pagine, ripercorrendo le linee fondamentali del suo pensiero etico e teologico e della sua vicenda umana, ci permettono di accostare l'uomo Bonhoeffer, la cui vita non cessa di interpellarci e alimentare la nostra personale ricerca di una vita cristiana autentica.
È il maggio 1967 quando esce, per una piccola casa editrice fiorentina, un libro dal titolo "Lettera a una professoressa". L'hanno scritto don Lorenzo Milani e gli alunni della scuola di Barbiana, una canonica del Mugello a pochi chilometri da Firenze. Il libro viene subito accolto dai linguisti come un manuale di pedagogia democratica, dai professori come un prontuario per una scuola alternativa, dagli studenti come il libretto rosso per la rivoluzione. "Lettera a una professoressa" è stato un autentico livre de chevet di una generazione, vademecum di ogni insegnante democratico per lunghi, lunghissimi anni. Visto, ancora oggi, come anello centrale se non vero e proprio punto di partenza di ogni riflessione sulla necessità di riformare la scuola. Ma anche come inizio della crisi della scuola. Un libro-manifesto, suo malgrado. Ma com'è stato possibile che l'esperimento pedagogico di una scuoletta di montagna e la pubblicazione di poche pagine siano diventati la scintilla di una rivoluzione? Perché ancora oggi questa "Lettera" mobilita il ricordo, innesca passioni, divide e fa litigare? Perché si è fissato nella memoria collettiva come un punto di passaggio epocale non solo quando si parla di scuola ma anche di giovani, generazioni, movimenti?