
Come affrontare le sfide di questa nostra epoca sempre più precaria, in cui la lotta tra Bene e Male pare sul punto di raggiungere il proprio apice e ogni luce si estingue, avvolta dall'avanzare delle tenebre? Come si può evitare, in questi tempi bui, di domandarsi se sia ancora possibile un futuro per il genere umano? Per padre Livio una risposta a queste domande esiste, e risiede nella fortezza. Ma non bisogna confondersi: la fortezza non ha nulla a che fare con la forza fisica, la violenza o la prepotenza; è piuttosto, insieme alla prudenza, alla giustizia e alla temperanza, una delle quattro virtù morali sulle quali l'uomo è chiamato a costruire se stesso. Una qualità dell'anima, e quindi spirituale, necessaria e imprescindibile per affrontare quel cammino che è la nostra vita e che, per sua natura, è faticoso e colmo di insidie. Ma ognuno di noi, addestrandosi fin dall'inizio alla pratica di questa virtù, perseverando e guardando alla propria esistenza come a una missione da compiere, può trovare il sentiero per uscire dal labirinto delle illusioni e, grazie all'intelligenza e alla volontà che gli è stata donata, navigare attraverso il mare agitato dell'esistenza, senza affondare al primo temporale e aprendosi un varco al di là delle tenebre, verso l'eternità.
Raccolta di meditazioni del Card. Ratzinger (ora Benedetto XVI) sul tempo di Avvento.
Introduzione e commento alla Lettera apostolica Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II.
Si tratta di una nuova edizione del volume del Cardinal Tettamanzi Nella vecchiaia daranno ancora frutti. Meditazioni bibliche, uscito nel 1988 e in seconda edizione nel 1991. A partire dai testi biblici, l’autore affronta il tema della spiritualità dell’anziano, considerandone i tratti specifici legati a quell’età. Insegnamenti e orientamenti dai quali evinciamo il ruolo e la responsabilità dell’anziano all’interno del Popolo di Dio: quel «carisma della longevità» che lancia un messaggio agli anziani di oggi. Infine, mostra come il luogo in cui forse maggiormente si esprime la spiritualità dell’anziano sia la preghiera: i Salmi costituiscono uno dei tesori preziosi di questo luogo privilegiato. Scrive il Cardinal Tettamanzi: «La vecchiaia è l’unica stagione della vita che Gesù non ha vissuto. [...] Vorrei che fossero parole che fanno compagnia, nutrono l’anima, alimentano la preghiera, consolano la sofferenza, ravvivano la speranza. Mi auguro che leggendo queste pagine ciascuno possa vivere con Gesù – al posto di Gesù – la propria vecchiaia. In bellezza.»
Caratteri grandi per agevolare la lettura alle persone anziane
Ideale come regalo
Si tratta di una testo di esegesi biblica sul libro del profeta Isaia.
Le pagine più note del profeta vengono affrontate da Ravasi con la lectio (analisi letterale) e con la meditatio (ascolto interiore) di quanto il testo vuole suggerire.
Il volume scorre come un pellegrinaggio ideale in un tempio e la simbologia serve all'autore per descrivere l'itinerario spirituale del libro profetico.
Isaia che parla in nome di Dio e ne è portavoce presso gli uomini, diventa uomo del presente, coinvolto nella storia, in grado di giudicare i fatti della storia alla luce del messaggio che riceve dal Signore.
Chi ama tocca l'infinito: e questo il grande messaggio dell'autore del libro.
Il "complesso di Telemaco", figlio che attende il padre Ulisse per poter ritrovare anche se stesso e il proprio ruolo nel mondo - secondo la lettura che del mito ha offerto Massimo Recalcati opponendola al "complesso di Edipo", figlio che, invece, uccide il padre - è l'immagine con la quale questo libro si apre, per introdurci a riflessioni decisive e necessarie per la nostra cultura odierna, a questi anni complessi, dai quali le figure di paternità e figliolanza sono uscite "con le ossa rotte". Alla suggestione offerta dall'Odissea, don Luigi Maria Epicoco fa seguire la rilettura di alcuni personaggi biblici (veri prototipi dei padri e figli che anche noi siamo), di alcune relazioni paterne/filiali, offrendo al lettore un percorso inedito e sorprendente, in vista di una reinterpretazione della questione giovanile come opportunità e non più e solo come problematicità. Gesù è, in questa riflessione, l'immagine più significativa di una giovinezza che funziona e in cui definitivamente l'opportunità di essere figlio si realizza nel compimento liberamente "scelto" e non subito della relazione con il Padre. Nel tempo in cui la Chiesa si raduna in Sinodo proprio attorno alla tematica dei giovani, il testo ne delinea un'antropologia positiva, liberata e liberante: quella di cui troppo a lungo abbiamo patito l'assenza.
Il "complesso di Telemaco", figlio che attende il padre Ulisse per poter ritrovare anche se stesso e il proprio ruolo nel mondo -- secondo la lettura che del mito ha offerto Massimo Recalcati opponendola al "complesso di Edipo", figlio che, invece, uccide il padre -- è l'immagine con la quale questo libro si apre, per introdurci a riflessioni decisive e necessarie per la nostra cultura odierna, a questi anni complessi, dai quali le figure di paternità e figliolanza sono uscite "con le ossa rotte". Alla suggestione offerta dall'Odissea, don Luigi Maria Epicoco fa seguire la rilettura di alcuni personaggi biblici (veri prototipi dei padri e figli che anche noi siamo), di alcune relazioni paterne/filiali, offrendo al lettore un percorso inedito e sorprendente, in vista di una reinterpretazione della questione giovanile come momento propizio e non più e solo come problematicità. Gesù è, in questa riflessione, l'immagine più significativa di una giovinezza che funziona e in cui definitivamente l'opportunità di essere figlio si realizza nel compimento liberamente "scelto" e non subito della relazione con il Padre.
Teilhard de Chardin (1881-1955) ha rivoluzionato la teologia cattolica.
Alla vigilia di una storica riabilitazione del suo pensiero, il volume mette in evidenza la novità essenziale del suo pensiero facendo una selezione antologica dei sui scritti e suddividendoli in base ai vari ambiti della teologia sistematica.
Nella vita e negli scritti di questo gesuita amato ed emarginato che fu sacerdote, eroe di guerra, scienziato e precursore del dialogo interreligioso è presente in nuce il volto futuro della chiesa.
L'obiettivo quotidiano e primario di ogni uomo è "agire bene", orientare il proprio atteggiamento e la propria azione verso un'esistenza piena e felice. Sembra però che nel mondo contemporaneo sia sempre più difficile comprendere il posto dell'uomo nella natura. Ciò che vale nell'ambito personale si riverbera nelle grandi questioni che affronta l'umanità: la crisi ecologica, la giustizia, la difesa della pace. In un mondo che si dice secolarizzato, la teologia può e deve tornare a dire qualcosa di significativo per tutti. Teilhard de Chardin ha saputo leggere i mutamenti del mondo contemporaneo e la direzione presa dall'umanità, delineando sfide, minacce e opportunità. Osannato o avversato, egli ha segnato indelebilmente la cultura del Novecento. Il sacerdote e paleontologo francese ha aperto nuove vie di ricerca che chiedono di essere percorse, continuate. Lontano dalle polemiche che hanno accompagnato la pubblicazione delle sue opere, l'autore ha accostato in questo libro il cuore eucaristico del pensiero teilhardiano all'opera di alcuni grandi autori del cristianesimo orientale Ortodosso, in particolare Pavel Florenskij e Iannis Zizioulas. I due approcci, a prima vista distinti, se non lontani, mostrano convergenze e assonanze che illuminano la visione teilhardiana del mondo, conducendo a considerare la liturgia - al di là di ogni concezione riduttiva e funzionale - come esperienza sintetica, capace di esprimere e orientare la pienezza dell'esistenza di ogni uomo.

