
Spinto dall'urgenza di affrontare i fenomeni attuali dell'immigrazione e dell'integrazione, Enzo Bianchi cerca nella Bibbia risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi. È etico, infatti, accogliere senza poter fornire casa, pane, vestiti e, soprattutto, una soggettività e una dignità nel nostro corpo sociale? Partendo dal presupposto che l'accoglienza non è solo soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia "stranieri e pellegrini" che hanno dovuto subire l'ostilità e addirittura la persecuzione, analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell'ospitalità e dell'apertura, che sono al centro dell'etica cristiana. "Vedere gli stranieri" non è solo il centro tematico dell'intervento pronunciato da Enzo Bianchi al Senato, contenuto in questa nuova edizione, ma un invito all'ospitalità come dono inatteso. Non solo una condivisione degli spazi, ma una qualità aggiunta ad essi, in una logica di concittadinanza dove l'esigenza principale è imparare a riconoscere il prossimo come valore umano inestimabile.
Il presente volume, pensato come sussidio per l'Anno giubilare della Misericordia, "raccoglie le riflessioni e i pensieri di papa Francesco sul tema, di così cocente attualità, dell'accoglienza dei migranti, a seguito dell'incalzante succedersi di esodi forzati dalle regioni e dai Paesi più svantaggiati del mondo verso il vecchio continente europeo. Nel deserto spirituale rappresentato dalle derive della post modernità, la comunità dei cristiani fonda la sua esperienza nella fede in Cristo Buon Samaritano e, prima ancora, in quella del Dio che si fa uomo, e si apre alle sofferenze e ai dolori della carne, per portare il suo messaggio di solidarietà e di salvezza al mondo".
Fino a che punto siamo capaci di resistere alla diversità? Quanti stranieri può sopportare una società, senza perdere la propria identità?
Una società che ha perduto la propria identità non è capace di accogliere stranieri e integrarli nel proprio tessuto vitale. Nel passato vi sono state integrazioni tra popoli ben riuscite e altre estremamente bellicose.
L’autore esamina il tema dell’essere straniero dapprima partendo dalla storia, e poi studiandolo dal punto di vista della psicologia e della fede.
Il presente volume affronta il tema del perdono dei detenuti. Papa Francesco "ha incontrato otto volte i detenuti in carceri italiane e straniere. In questo modo egli si fa continuatore della tradizione, ripresa dopo circa novant'anni di interruzione, da Giovanni XXIII con la sua storica visita ai reclusi di Regina Coeli il 26 settembre 1958. Ciò che accomuna le parole e i pensieri dei pontefici raccolti in questa antologia è che nessuna pena può mai estinguere un peccato, solo il perdono che viene da Cristo può portare la pace alle coscienze. È su questo mistero di misericordia che si diffonde il messaggio del Vangelo e giunge oltre le mura spesse delle carceri". Il volume contiene una antologia di testi sul tema delle carcerati di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Un reportage da Buenos Aires, tra immagini e parole, nelle stesse ore in cui il nuovo papa Francesco sale al soglio pontificio. L’autore parte verso quella “fine del mondo”, evocata proprio dal Santo Padre il giorno della sua elezione, per constatare quanto sapore di frontiera si respiri realmente in quella terra. E scopre una realtà sociale alquanto inquieta. L’Argentina è un paese che potrebbe sfamare oltre trecento milioni di individui ma che al suo interno contiene sacche di povertà assoluta.
Un paese dove la delinquenza di strada è fenomeno comune anche nei quartieri più rinomati e dove il paco (la droga) miete giovani vittime. Nel libro vengono intervistati due parroci di periferia che, anche attraverso il contributo personale di papa Francesco, oggi si dedicano al recupero e al reinserimento sociale di questi ragazzi. Jorge Mario Bergoglio nel suo percorso, prima di provinciale dei gesuiti, poi come vescovo ausiliare di Buenos Aires e quindi come cardinale, è sempre stato vicino agli emarginati.
Ha fatto della predicazione del Vangelo il cuore stesso del suo stile di vita. Uno stile sobrio, semplice, umile. Molti degli aneddoti riferiti confermano questa immagine arricchendola di nuove storie e curiosità. Numerose sono le conversazioni che l’autore ha avuto con moltissima gente comune e con i tanti
amici del Santo Padre: i compagni di studio negli anni del seminario a Villa Devoto e quelli della Facoltà di filosofia e teologia a San Miguel. Quello che emerge è il ritratto di un uomo che comunica più con le azioni che con le parole, rifugge dalle teorizzazioni, e quando parla utilizza spesso esperienze personali, storie realmente accadute, perché è solo attraverso la testimonianza di vita vissuta che si può trasmettere la vera esperienza del Vangelo.
L’autore
Una vita trascorsa tra Colleferro (Roma) e il resto del mondo. Un diploma di scuola superiore preso in Arizona (USA). Cristian Martini Grimaldi ha sempre alternato gli studi con numerosi viaggi e periodi di lavoro all’estero. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Corea, in Cina, in India, in Giappone. Ha scritto reportage per il magazine cinese «Men’s Uno», quindi si è laureato in Storia Contemporanea. Attualmente vive tra Fukuoka e Roma, e scrive per l’Osservatore Romano.
L'autore affronta la questione dell'ermeneutica teologica di Joseph Ratzinger, che si è occupato di teologia prima del Vaticano II e ha continuato a farlo fino ai nostri giorni, in ordine alle questioni dello schema classico (scrittura, traditio, ratio) nel tentativo di renderlo più vicino alla vita e alle correnti più attuali del dibattito teologico. Il volume aiuta a capire come Ratzinger, basandosi sulle ricerche delle fonti storiche e sull'analisi di testi teologici contemporanei, conservi nel pensare la realtà salvifica dell'essere, una corretta comprensione della Bibbia e il suo rapporto con la Tradizione, l'oggettività della verità e la realtà della cognizione umana. Il volume presenta alla luce dell'ermeneutica teologica, in generale e per quanto riguarda i singoli trattati dogmatici, l'influsso della teologia biblica, della teologia patristica e della dogmatica sulla fede cristiana, al servizio dell'identità e della spiritualità di ogni persona umana.
Nel 1905, all’età di trentun’anni, Gilbert Keith Chesterton riunisce in un unico volume gli articoli scritti per il liberale «Daily News». Nasce così Eretici, in cui il «principe del paradosso», facendo sfoggio di tutta la sua tagliente ironia, passa al vaglio le più importanti figure del suo tempo, in particolare del mondo della letteratura e dell’arte: Rudyard Kipling, George Bernard Shaw, H. G. Wells, James McNeill Whistler… Ciò che soprattutto gli interessa è però combattere le «eresie» di cui si fanno banditori o interpreti e che si riflettono in quelli che l’autore identifica come i grandi mali della modernità: la cieca fede nel progresso, lo scetticismo, il determinismo, la negazione dell’esistenza di Dio e dei valori fondamentali del cristianesimo.
Frutto di un sapiente dosaggio di umorismo e buon senso, Eretici suscitò le ire di alcuni critici, perché condannava le filosofie coeve senza fornire alternative. Lo scrittore inglese decise quindi di replicare qualche anno anno più tardi con un altro celebre titolo, Ortodossia, di cui questo resta l’essenziale premessa.
L'AUTORE
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, e l’opera La Chiesa cattolica.
Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, scrive una lettera aperta alle famiglie che si trovano ad affrontare la difficile prova della malattia e del dolore. Parole che di fronte alla disperazione vogliono essere un abbraccio, una preghiera, una benedizione. Parole che non possono rispondere alla domanda che naturalmente ci sale alle labbra in queste circostanze: "Perché?", ma vogliono mostrarci quei semi di speranza, quei segni, quei gesti che ci ricordano l'amore di Dio che è in mezzo a noi perché il Signore vede l'affanno e il dolore e li prende nelle sue mani (cfr. Sal 9, 35).
DESCRIZIONE: «L’annientamento degli uomini è una scienza empirica: senza dottrina, senza principi, nessuna codificazione, nessun vincolo. Solo obiettivi. Quando si mancano si cambia strada, ci si sbarazza di regolamenti e circolari, di direttori e di guardie e si procede. Così alle Solovki è stato inventato il Gulag. Dal nulla. Sperimentando».
Un testo dove la scrittura diventa evocazione di questa «epoca tremenda», narrando tra le altre l’esperienza di Pavel Florenskij. È un ascolto delle voci, talvolta senza nome, di uomini annichiliti da un’idea di bene – perseguita idolatricamente come assoluta.
COMMENTO: La storia dell'internamento e della morte sotto il regime comunista di Pavel Florenskij (1882-1937), il maggiore filosofo e teologo ortodosso russo, scritta in forma di avvincente racconto.
MAURIZIO CIAMPA per Morcelliana ha già pubblicato Nove croci. Immagini della Passione (1997). Fra le altre sue opere: Tutto quello che offre il mondo. Vita del pittore Shitao e del principe Zhu Ruoji (Bollati Boringhieri 2006); Domande a Giobbe. Modernità e dolore (Bruno Mondadori 2005).
Contenuto
Di lettere ne scrive tante don Tonino Bello: ai protagonisti del Vecchio Testamento, a Gesù nella sconfinata distesa del deserto, a Maria nella notte di Efeso, a Giuseppe nella bottega di Nazareth. Ma anche alla turba dei nuovi poveri, alle comunità parrocchiali, ai sacerdoti, ai giovani sposi, agli amici e…a chi non crederesti mai. Gli è congeniale il genere dell'epistola: per immediatezza ed essenzialità. Una comunicazione vitale, animata dal soffio dello spirito e dal battito del cuore.
Autore
Don Tonino Bello. Testimone di Cristo nel tempo. Amante dei poveri e della povertà. Campione del dialogo e infaticabile costruttore di pace. Cantore della bellezza in tutte le sue espressioni, don Tonino Bello (1935-1993), intriso di spiritualità francescana, ha attraversato la navata del mondo contemporaneo facendo della sua vita un'esperienza di servizio e santià. Vescovo di Molfetta dal 1982, ha indicato con la parola, con gli scritti e la testimonianza un sentiero di autentico rinnovamento della vita cristiana, aperto alle sfide del terzo millennio.
DESCRIZIONE: Dopo la proclamazione dell'infallibilità papale nel Concilio Vaticano I, prima e durante il Vaticano II si è sviluppata più intensamente la riflessione teologica sul ministero episcopale nella Chiesa e sul rapporto tra Vescovo e Papa, tra episcopato e primato.
Nel primo contributo, Episcopato e primato, K. Rahner illumina il problema partendo dall'essenza della Chiesa e dal rapporto in essa vigente tra Chiesa totale e Chiesa locale, che è fondata sulla comunità eucaristica e non è una pura circoscrizione amministrativa. Il secondo contributo, di Joseph Ratzinger (Primato, episcopato e «successio apostolica»), amplia e completa tale visione cercando di intendere la correlazione tra primato ed episcopato in funzione della predicazione della Parola, presente e viva nella successione apostolica. Nella terza parte (Sullo «ius divinum» dell'episcopato), Karl Rahner affronta ancora il problema del rapporto tra il singolo vescovo e l'episcopato universale, fondandosi sulla relazione di quest'ultimo col collegio apostolico; ne trae poi importanti conseguenze per l'attuazione concreta della collegialità. Infine Joseph Ratzinger (La collegialità episcopale dal punto di vista teologico) esamina e commenta con precisione di pensiero e ricca erudizione storica la posizione del Concilio Ecumenico Vaticano II sulla collegialità, quale risulta dalla Lumen gentium e dalla Nota praevia.
COMMENTO: Le riflessioni di Rahner e del teologo Ratzinger su un tema oggi quanto mai attuale.
KARL RAHNER (1904-1984) è stato uno dei teologi più significativi e letterariamente fecondi. Presso la Morcelliana ricordiamo: Chiesa e Sacramenti; Il problema dell'ominizzazione; L'elemento dinamico della Chiesa; Sulla teologia della morte; Sull'ispirazione della Sacra Scrittura, e con J. Ratzinger, Rivelazione e Tradizione.
JOSEPH RATZINGER - ora papa Benedetto XVI - presso la Morcelliana ha pubblicato: Rivelazione e Tradizione (con K. Rahner, 20062); L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa (1973); Elementi di teologia fondamentale (20052); Etica, religione e Stato liberale (con J. Habermas, 2005).
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