
È stato Romano Guardini nei primi Anni Venti del secolo appena scorso ad uscire in quell'espressione, che può essere assunta come diagnostica di uno dei lineamenti della teologia cristiana della prima metà del XX secolo: "Un processo di incalcolabile portata è iniziato: il risveglio della Chiesa nelle anime". Un risveglio, che era connesso, nell'analisi del giovane teologo italo-tedesco, con il risveglio culturale ad un vero senso della realtà vissuta e al senso comunitario. Svaniva, sulle macerie della prima Guerra Mondiale, l'incanto per l'idealismo e per l'io astratto, e la coscienza cristiana iniziava a percepire la Chiesa come via verso la personalità, e insieme, come via verso la comunità. Le "Lezioni sulla Chiesa", tenute da Guardini all'università di Bonn nel 1921 e pubblicate nel 1922 con il titolo Il senso della Chiesa, avevano entusiasmato il suo uditorio e i suoi lettori, che le avvertivano "come un colpo d'ala, un soffio di cristianesimo originario, pentecostale", in quanto additavano "nuove vie verso un rapporto vivo tra Chiesa e personalità, verso una crescita umana autentica fondata sulla libertà interiore, che sfocia in una comunità di grazia" (Rosino Gibellini, La teologia del XX secolo)
Nel rapporto di coppia, sul lavoro, nell'educazione dei figli e importante poter definire i propri confini e saper dire di no. Vivere - anziche essere vissuti, il punto e questo. Infatti, chi non riesce a dire di no, si ammala. Chi vuole andare sempre incontro a tutte le aspettative, avvertira presto in modo doloroso i propri limiti. Sia nel rapporto di coppia, sia sul lavoro, sia nell'educazione - per tutte le relazioni e importante poter definire i propri limiti e confini. Molti vivono al di sopra delle proprie forze oppure al di sopra delle loro relazioni. Ma, a un certo punto, si rendono conto di aver perduto il proprio centro. E solo chi ha il proprio centro personale riesce anche a oltrepassare i propri limiti. Per potersi incontrare davvero occorre un buon equilibrio tra protezione e apertura, tra la definizione dei propri confini e il donare se stessi. Solo chi conosce i propri limiti e i propri confini puo anche oltrepassarli ogni volta per andare incontro all'altra persona e incontrarla davvero.
La tesi dottorale di Luigi Giussani, pubblicata per la prima volta dal giorno in cui fu discussa al Seminario di Venegono il 23 giugno 1954, rappresenta un prezioso documento per inoltrarci non solo nella conoscenza di uno degli autori più sensibili e innovatori all'interno del protestantesimo americano, ma anche per cogliere gli snodi teologici che, in senso costruttivo e critico, hanno contribuito alla riflessione di Giussani sull'antropologia cristiana. La lettura attraversa tutte le tappe di un percorso umano alla propria autocoscienza, a partire dalla domanda sulla relazione tra natura e spirito, sul senso dell'auto-trascendenza umana, fino al significato e al ruolo della rivelazione cristiana. Giussani accompagna il lettore entrando nelle pieghe più recondite di tale percorso documentando, come non mai, il suo autentico spirito ecumenico, la sua ampia e profonda competenza teologica e la sua sensibile conoscenza dell'animo umano. Le pagine qui proposte sono l'invito a un'immedesimazione e a un confronto di grande attualità.
Due brevi, ma intense meditazioni che ci aiutano ad entrare con consapevolezza nella dinamica della vita del cristiano. Don Divo ci introduce in un cammino che ci porterà a vivere nel mondo gustando già una partecipazione alla beatitudine stessa di Dio, tutti raccolti, nascosti, affondati nel silenzio divino.
INCONTRO CON GLI AMMINISTRATORI LOCALI
Lo affermano in molti: c'è un "effetto Francesco". Molte persone da anni lontane dalle chiese ci tornano e si confessano. Perché succede? Qual è il segreto di Papa Francesco? Molti pensano che si tratti soltanto di gesti, di linguaggi, di modi di presentarsi. Massimo Introvigne invita ad andare al di là dei gesti per cogliere i contenuti e la sostanza dell'insegnamento di Francesco. Emerge un Magistero ricchissimo, che culmina nell'enciclica Lumen fidei e nei discorsi del viaggio in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù. Papa Francesco, continuando il Magistero del predecessore, ripresenta tutti i grandi temi della vita cristiana. Lo fa nel contesto di un messaggio che critica anzitutto ogni atteggiamento "autoreferenziale" e invita i cattolici a "uscire" e portare il Vangelo alle "periferie esistenziali" del nostro tempo. Qui donne e uomini disperati chiedono aiuti materiali ma sempre, pure quando sono ricchi di beni, attendono missionari che soccorrano la loro "povertà spirituale" e rispondano a domande che oggi la "dittatura del relativismo" impedisce di formulare apertamente.
Un’indagine che svela il mistero della morte di padre Pio e della sua straordinaria presenza oggi tra i suoi figli spirituali.
“Tutti i tormenti di questa terra raccolti in un fascio, io li accetto, o mio Dio, io li desidero qual mia porzione, ma non potrei giammai rassegnarmi di essere separato da voi per mancanza di amore.” È il 17 ottobre 1915, quando il giovane padre Pio scrive questa lettera. Sono parole semplici, che descrivono con struggente serenità il suo desiderio di farsi vittima, di offrirsi in sacrificio per prendere su di sé le sofferenze degli altri, ottenere per loro tante grazie e redimerli dal peccato. La sua ferrea volontà di espiazione viene accolta da un incontrovertibile consenso divino: le stigmate, il doloroso dono che cambierà la vita del santo di Pietrelcina. Da quel momento in poi, attorno al frate del Gargano fioriscono innumerevoli conversioni e cresce un popolo di credenti, milioni di devoti in tutto il mondo.
Il segreto di padre Pio ricostruisce le tappe di una storia folgorante e unica, raccoglie le parole di molti miracolati e convertiti, ma soprattutto le inedite rivelazioni dei figli spirituali del santo.
Persone comuni che oggi vivono silenziosamente fra noi, che sperimentano attualmente la presenza misteriosa del padre e col suo aiuto si offrono anch’esse vittime a beneficio di tanti sofferenti e del mondo intero, in espiazione dei crimini degli uomini e a protezione della Chiesa.
È attraverso di loro che l’opera di intercessione di padre Pio continua ancora oggi ottenendo tante grazie dal Cielo e miracoli ignoti a tutti. Narrando le loro splendide e sconosciute vicende umane, Antonio Socci risponde con lucida passione alle domande che affollano il cuore di ognuno di noi: perché la vita ci sottopone a tante sofferenze? Che senso assume, per un Dio onnipotente, il dolore degli innocenti? Quale significato ha la nostra esistenza? Questioni che accompagnano ogni essere umano e che trovano una risposta abbagliante e sorprendente.
Pubblicata nel 1927, "Il segreto di padre Brown" è la quarta raccolta dei racconti sul famoso prete investigatore di Gilbert K. Chesterton. L'amico Flambeau ha ormai lasciato le scene, sia come criminale sia come investigatore, per ritirarsi al caldo della Spagna e godere di una vita semplice e famigliare. Padre Brown gli fa però visita e, davanti a un buon bicchiere di vino, racconta le sue ultime avventure, tutte ambientate in Inghilterra. Sono otto indagini diverse e sorprendenti, tra misteriosi personaggi orientali e cadenti castelli della Scozia, magistrati assassinati e fantasmi che si affacciano alle finestre. Ma, soprattutto, il prete investigatore spiegherà per la prima volta il suo metodo di indagine, tanto particolare e misterioso da aver fatto sorgere in molti suoi estimatori l'idea che sotto la tonaca nera si nasconda un vero e proprio mago...
Flambeau è stato uno dei più famosi criminali di Francia, e uno dei più famosi investigatori privati d’Inghilterra. Grande amico di padre Brown, è proprio nel castello dove vive con la sua famiglia – dopo aver lasciato entrambe le professioni – che si svolge il primo racconto. Tutto ruota intorno a una domanda precisa: come fa padre Brown a risolvere casi impossibili? Il suo non sembra un metodo, ha modi opposti a quelli di Sherlock Holmes, eppure non sbaglia mai. Il motivo fa trasalire i suoi ospiti, insieme al lettore: sa come si svolgono i delitti perché è lui stesso a compierli, uno dopo l’altro. Non credendo al metodo scientifico e non fidandosi di chi analizza l’uomo «come un insetto», il prete procede nell’unica via che conosce. Si immedesima in chi ha compiuto il delitto fino a sentire le sue emozioni, a diventare la stessa persona. A quel punto tutto diventa chiaro e lampante, perché le cose possono essere andate solo come lui le ha… ri-vissute.
Quando si parla delle apparizioni di Medjugorje - in corso da oltre trent'anni nel villaggio della Bosnia-Erzegovina e meta di milioni di pellegrini da ogni parte del mondo - non si può fare a meno di trattare dei dieci segreti che la Regina della Pace ha affidato ai veggenti. Il rischio, come si intuisce, è quello di farne oggetto di curiosità o speculazione, senza coglierne il reale valore all'interno del piano di Maria che - da Fatima a Medjugorje - va ormai realizzandosi. Nel tempo dei dieci segreti l'umanità sarà messa alla prova come mai prima e dovrà attraversare eventi difficili, situazioni drammatiche. Come vivere la prospettiva di questo tempo di prova senza lasciarsi prendere dallo scoraggiamento, dalla paura o dalla disperazione? Bisogna ricorrere ai messaggi della Regina della Pace che, nel corso degli anni, ci ha svelato i mezzi per affrontare questo tempo di dolore. In ciò sta il "segreto" di Medjugorje, che fa da sfondo al fenomeno delle apparizioni che non cessano di stupire i credenti e non credenti.
La Chiesa attraversa la più grave crisi della sua storia, secondo tanti osservatori. Si ripropongono sempre più le domande su ciò che è davvero accaduto nel 2013 con la sorprendente "rinuncia" di Benedetto XVI, la sua decisione di restare "papa emerito" e la convivenza di due papi. Perché Benedetto XVI era diventato un segno di contraddizione? Cosa stava accadendo a livello geopolitico? Chi caldeggiava una "rivoluzione" dentro la Chiesa cattolica? E il papa si è veramente dimesso? Sono le domande a cui cerca di rispondere Antonio Socci attraverso i fatti, i gesti e le parole di Benedetto XVI in questi sei anni, scoprendo, come in un thriller, che egli in realtà è rimasto papa, con conseguenze ancora inesplorate. In questa documentata inchiesta si cerca di capire cosa sta succedendo in Vaticano, ma soprattutto si indaga sulla misteriosa missione a cui Benedetto XVI si è sentito chiamato, per la Chiesa e per il mondo. L'autore ipotizza che possano esserci anche eventi soprannaturali all'origine della sua scelta. C'è poi da decifrare un'antica profezia che riguarda Benedetto XVI e c'è infine una nuova rivelazione che arriva da Fatima. Che non riguarda solo la Chiesa, ma il mondo intero.
Chiunque vuol farsi discepolo di Gesù deve seguirlo non semplicemente come un profeta, un predicatore itinerante che compie miracoli e attira le folle e che poi, per un disgraziato incidente, viene fatto prigioniero e viene ucciso, ma come colui che fin dalla nascita a Betlemme pone la sua vita sotto il segno della povertà, della fragilità, del disonore ricevuto e accolto quale parte del disegno divino. È questo il percorso di iniziazione tracciato dalla prima lettera di Pietro. Con l'Epistola dell'apostolo il biblista Martini ha avuto una lunga consuetudine e, proprio dal prolungato contatto con le ricchezze del testo, nascono queste meditazioni, frutto di un amore appassionato alla Parola rivelatrice di Dio.

