
Un volume inedito e straordinario scritto da uno degli allievi della scuola di Barbiana. Paolo Landi è stato a scuola da un "fustigatore di coscienze", così come definisce don Milani. Mettere a fuoco la pedagogia dell'educatore don Milani descrivendone il personaggio, la scuola, i metodi usati nel fare scuola, nonché il come deve essere l'insegnante per volare alto nel fare scuola, quello che don Lorenzo definiva: il come bisogna essere. Molti si soffermano sulla cronologia della vita di don Lorenzo, Paolo Landi invece testimonia e riporta il cuore di questo prete e l'anima del suo insegnamento.
Nel decimo anniversario dell'inizio del pontificato di Papa Francesco, l'autore ripercorre, nella forma di dialogo-intervista, il cammino straordinario e complesso del Santo Padre, attraverso l'analisi dei suoi più significativi documenti, cercando di coglierne l'essenza lasciataci come prezioso patrimonio. "Il dopo di noi, l'utilità di quello che facciamo, quello che resta con noi, è ciò che conta, proprio perché, nonostante la nostra tentazione di possesso, lo doniamo: insomma è eredità. Ecco perché affrontiamo seriamente la domanda dell'eredità di Papa Francesco, perché non solo ci insegna a vivere quello che ci ha affidato in questi anni, ma anche a capirne il valore, la prospettiva, l'opportunità da non perdere. Papa Francesco non si stanca con il suo magistero e il suo esempio di indicare il tempo come l'orizzonte nel quale pensare le nostre scelte di oggi, liberandole dall'utilitarismo e dal protagonismo che tanto le condizionano" (dalla Prefazione del Card. Matteo Zuppi).
Benedetto XVI lascia al suo successore Francesco un magistero che tratta in modo sistematico tutti i grandi temi della vita cristiana. Dall'interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II come "riforma nella continuità" discende anzitutto un'intransigente difesa della libertà religiosa, una nozione che Benedetto XVI fonda e spiega contro ogni relativismo. Alla denuncia della "dittatura del relativismo" corrisponde un grande rilancio della dottrina sociale della Chiesa intorno ai "princìpi non negoziabili", vita, famiglia, libertà di educazione, a sua volta radicato in un ritorno alla teologia della storia che mostra le tappe di un processo di scristianizzazione dal Rinascimento all'Illuminismo, dalle tragiche ideologie del secolo XX a quelle non meno insidiose dell'era postmoderna. Come antidoto a questa grande crisi, papa Ratzinger propone il ritorno alla fede. Per tanti cattolici italiani è stata quella di Massimo Introvigne la voce che quotidianamente ha presentato e spiegato il magistero di Benedetto XVI. Con questo libro Introvigne propone una sintesi degli insegnamenti degli ultimi anni di papa Ratzinger: un'eredità preziosa per il nuovo pontificato che si apre.
La sintesi degli insegnamenti di Benedetto XVI sulla bellezza della vita cristiana e la possibilità di declinarla nella modernità, nel futuro che ci attende, nella vita quotidiana. Un libro che è la summa di un percorso teologico e spirituale sui quattro vangeli canonici. Un percorso affascinante, in cui Joseph Ratzinger invita fedeli e laici a tornare alla Buona Notizia del Vangelo, per assumerlo con convinzione come “bussola etica” nelle scelte e nei passi decisivi della propria esistenza. L’itinerario si sofferma sulla necessità di riscoprire il filo rosso che attraversa gli eventi della Storia e dell’esperienza umana, sulla necessità di cercare Dio sempre – anche quando pare sordo e distante – sulla necessità della preghiera per alimentare la fede e sul significato dell’Incarnazione.
La lunga meditazione si dipana fino all’affermazione di un “Vangelo per sempre vivo”, capace di essere “lievito” nella pasta del mondo contemporaneo e di riscattare un declino dell’umanità che oggi pare quasi inevitabile.
L'Italia ha imparato a comprendere la sua scuola in termini che le sono profondamente ostili. È questo il lascito di don Milani. E sta qui il nucleo di un equivoco che accompagna il nostro discorso educativo dagli anni Settanta in avanti. Ebreo convertito al cristianesimo e prete in odio alla borghesia, che nella Chiesa aveva aperto un'aspra polemica in nome dei poveri, don Milani sembrò incarnare una potente richiesta di cambiamento. In una maniera che ha qualcosa di profondamente ironico, tuttavia, la cultura pedagogica italiana ha finito per restare impigliata nelle stesse contraddizioni in cui si dibatteva il suo eroe. Il fatto è che don Milani, figura del nuovo, sarebbe rimasto fedele fino alla fine all'antico, al messaggio di Cristo e alla Chiesa. E a ben vedere anche a una idea di borghesia come classe di cultura. A pensarci è sorprendente come una figura così complessa, piena di tante cose, ambigua, contraddittoria e indubbiamente carica di fascino sia stata poi ridotta al figurino senza spessore del pedagogismo nostrano. L'ideologia che nel nome di don Milani pretende di bandirne il messaggio finisce così per imprigionare il prete a Barbiana ma svuota contemporaneamente Barbiana di ogni significato.
L'opera "L'Evangelo come mi è stato rivelato" della mistica e veggente italiana Maria Valtorta (1897-1961) rappresenta un enigma. Poetica e al contempo dettagliatissima, la narrazione di queste visioni racchiude invero un'imponente massa di riferimenti astronomici, topografici, biblici e storico-antropologici, che Jean-Francois Lavere ha raccolto e vagliato, in un lavoro di minuziosa verifica incrociata durata oltre quindici anni. Alla luce delle sue sorprendenti scoperte, esposte nei due volumi "L'Enigma Valtorta", l'autore ha dimostrato che gli scritti della mistica sono talmente coerenti e attendibili sotto ogni punto di vista, da non poter essere definiti semplice frutto di fantasia.
Le descrizioni di cui abbonda l'opera L'Evangelo come mi è stato rivelato, scritta da Maria Valtorta, riguardano la topografia, l'archeologia, gli usi e i costumi, i dati storici e geografici e quanto altro possa servire a raffigurarci l'ambiente e l'epoca che videro svolgersi la vicenda terrena di Gesù.
Un ingegnere in pensione, Jean Francois Lavere, ricercatore aperto ad ogni branca del sapere, ha raccolto migliaia di questi dati, li ha repertoriari e, da alcuni anni, li sta confrontando metodicamente con fonti scientifiche quali: trattati specifici, documenti di ogni epoca, scoperte archeologiche eccetera. Partito da una posizione di scetticismo, più incline a dubitare che a credere, come egli spiega molto bene nel preambolo, ha dovuto arrendersi dinanzi alla accertata veridicità delle "visioni" di Maria Valtorta.
L'attendibilità dell'Opera valtortiana è vagliata principalmente sulla sua sostanziale concordanza dottrinale con i quattro Vangeli canonici. Accertare, inoltre, che tutto il suo apparato scenografico ha un sicuro fondamento scientifico, significa rafforzare la storicità degli stessi Vangeli canonici.
Questo volume raccoglie una prima significativa parte delle ricerche di J-F Lavere. L'edizione italiana esce in contemporanea con la pubblicazione in Francia dell'edizione nella lingua originale.
C'è un'ansia di cambiamento nel mondo. Papa Francesco la raccoglie nei suoi gesti e nelle sue parole, specialmente in un tempo di crisi quale quello che stiamo vivendo. È chiaro che abbiamo tutti bisogno di capire che cosa ci sta accadendo, di dare una lettura umana e spirituale di quel che viviamo. Francesco, come si comprende in questo volume, assimila la visione di sant'Ignazio di Loyola così come emerge negli Esercizi Spirituali. E afferma che i «desideri allargano il cuore»: è in essi che «si può discernere la voce di Dio» nella storia di oggi. Immergendoci in queste pagine ritroviamo le chiavi per comprendere l'esperienza religiosa e i criteri di azione del primo Papa gesuita della storia della Chiesa, e oggi unico leader mondiale dall'impatto veramente globale. Quello di Francesco è un invito alla ricerca, al cammino, al vivere un'inquietudine che ci libera dalle «reti e catene» dell'ipocrisia e del peccato, così come dalle «false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti». Questo volume ci aiuta a capire il Pontefice e la sua convinzione di quanto sia importante l'utopia intesa non come astrazione, ma come forza vitale e apertura al futuro a partire dal reale, da ciò che si è.
Il 2023 segna l'inizio del decimo anno di pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Eppure è la prima volta che papa Francesco si trova a governare la Chiesa cattolica senza l'ombra protettiva o competitiva di Joseph Ratzinger, l'emerito Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre del 2022. E questo porta a chiedersi se, dopo un'anomalia così lunga da evocare, la normalità dei «due papi», non sia cominciata una stagione completamente nuova per Francesco: una «seconda fase» ancora tutta da definire e decifrare, che rilancia e sottolinea l'incompiutezza e l'enigma del primo gesuita e primo latino-americano, eletto nel Conclave del 13 marzo 2013. Dal giorno della sua elezione, Francesco è stato il personaggio pubblico del mondo cattolico per antonomasia. Una novità «rivoluzionaria» per la Chiesa, che ha creato attese e speranze enormi. Ma dopo oltre dieci anni di pontificato, aumenta la sensazione che questa spinta si sia affievolita, e che i problemi non siano stati risolti. Al punto che c'è da chiedersi se la responsabilità sia di Francesco o del predecessore. Oppure se le difficoltà che Bergoglio incontra non siano la spia di una crisi dell'istituzione papale in quanto tale. Per capirlo Massimo Franco indaga in queste pagine la parabola di un pontificato nato nel segno della trasparenza e di un riformismo radicale; ma immerso oggi in un incantesimo purgatoriale, in cui convivono popolarità e veleni, comitati d'affari e gesti di solidarietà. Ogni capitolo del libro è una porta simbolica che si spalanca sullo scenario della crisi del Vaticano: gli scandali finanziari, la piaga della pedofilia, gli accordi segreti con la Cina, la difficoltà di trovare una linea definitiva sull'aggressione russa all'Ucraina, l'avvitamento della Chiesa sudamericana, la crisi di quella italiana, la convivenza leale e insieme tormentata con il papa emerito. Una ricostruzione dettagliata e dal piglio narrativo, ricca di documenti e testimonianze inediti. Un'inchiesta nel cuore della Chiesa, per mettere a fuoco successi, incognite e crepe che minacciano un'istituzione millenaria.
Il volume prende in considerazione il pontificato di Francesco dal punto di vista dei gesti da lui compiuti. Attraverso le azioni concrete del suo pontificato, Francesco sta davvero scrivendo un'«enciclica dei gesti». E tali gesti sono magistero a tutti gli effetti, non semplici atteggiamenti che suscitano simpatia. È questa la tesi sostenuta dall'autore nei quattro capitoli in cui si articola il libro: 1) I gesti della quotidianità («Fratelli e sorelle, buonasera», le telefonate «private», la residenza a Santa Marta significano: il Papa è «uno di noi»; 2) I gesti della carità e della misericordia: dai Venerdì della Misericordia alle visite in luoghi simbolo della sofferenza, sono i gesti che colpiscono maggiormente l'opinione pubblica; 3) I gesti pastorali classici: Anno della Misericordia, Sinodi sulla famiglia, riforma della curia, ecumenismo ecc.; 4) I gesti della comunicazione: le numerose interviste, il linguaggio creativo, l'omiletica di Santa Marta, i selfie con i giovani, l'uso dei social.
La prima parte di questo volume è dedicata al significato dell'educazione nell'opera di Jorge Mario Bergoglio sia come vescovo che come papa, mentre la seconda delinea il quadro di una possibile «pedagogia» di Francesco attraverso l'analisi del suo pensiero educativo e lo spazio che nei suoi discorsi viene riservato alla scuola e al mondo giovanile.I contributi sono stati elaborati in occasione della decima Giornata pedagogica svoltasi a Roma il 14 ottobre 2017 per iniziativa del Centro studi per la scuola cattolica, costituito all'interno dell'Ufficio nazionale per l'educazione, la scuola e l'università della Conferenza episcopale italiana.
"Nella lettura di questo libro mi sono reso conto di avere a che fare con un'opera nata in seguito ad un lungo percorso educativo e ad innumerevoli riflessioni, presentate con virtuosismo da questo straordinario autore. Un altro aspetto degno di nota è la perfetta conoscenza degli scritti di papa Francesco. Don N'cek, nel suo libro, mostra di aver compreso profondamente l'insegnamento del Pontefice in merito alla comunicazione nella Chiesa. L'autore capisce alla perfezione le riflessioni del Papa, basandosi sui Suoi documenti, sulle omelie quotidiane pronunciate in Santa Marta e sugli interventi di fronte ai mass media. Don N'cek si rende conto dell'importanza del documento di Aparecida come punto di riferimento per il Santo Padre. Occorre ricordare che il cardinale Bergoglio ha svolto un ruolo di primo piano nella preparazione di questo documento per gli Episcopati dell'America Latina e dei Caraibi." (Cardinale Luis Hector Villalba)

