
“Nella famiglia sbocciano i santi! Infatti, quando il terreno è buono produce frutti meravigliosi. Dal fango è ben difficile (se non impossibile!) che spunti un giglio o una spiga di grano.
La vita di Padre Pio e di Madre Teresa è la prova lampante di questa affermazione. Leggi e mi darai ragione!”.
Con queste parole il Cardinal Comastri parla della straordinaria vita di padre Pio (la famiglia, la vocazione, i primi anni di sacerdozio, le stimmate) e madre Teresa (la semplicità, l’amore per il prossimo, la famiglia, la vocazione), creature di Dio.
Il 2 maggio 1999 Giovanni Paolo II annoverava padre Pio nell'albo dei beati e dopo poco più di tre anni - il 16 giugno 2002 - lo ha canonizzato santo. Don Amorth non esita a definirlo "il più grande santo del nostro secolo" e ripercorre la vita di questo suo carissimo padre spirituale, che egli ha frequentato dal 1942 al 1968, accompagnando la narrazione con molti ricordi personali, che testimoniano la grandezza dell'umile frate di Pietralcina.
"In questo libro, che è un compagno di viaggio per la Quaresima, desidero interpretare le ultime frasi pronunciate da Gesù in croce come trasformazione delle nostre sette paure di fondo. Le parole di Gesù dalla croce si sovrappongono alle nostre ansie, per trasformare la nostra paura in fiducia. Lui le sovrappone alle nostre ansie, anche perché troviamo il coraggio di affrontare la nostra paura. Soltanto se esaminiamo la nostra paura e avviamo un dialogo con essa, la paura si può trasformare." (Anselm Grün).
Il primo approccio al Padre Nostro attraverso le parole di un grande maestro spirituale e le immagini. Un libro per grandi e piccini.
Destinatari
Un libro illustrato per bambini che piacerà anche ai grandi.
Gli autori
Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. Direttore di Parola, Spirito e Vita, membro della redazione della rivista internazionale di teologia Concilium, è autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora con La Stampa, Avvenire, Luoghi dell’infinito e, in Francia, con La Croix, Panorama e La Vie. Tra i suoi libri ricordiamo i più recenti: La differenza cristiana (2006), Dio dove sei? (2008), Il pane di ieri (2008). Per le Edizioni San Paolo ha già pubblicato Una vita differente (2005, 20062), Vivere è Cristo (20062), Il Padre nostro: Compendio di tutto il Vangelo (20082), L’amore vince la morte (20082), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare (2009).
Donata dal Molin Casagrande è un’illustratrice di grande talento e molto conosciuta per il suo stile evocativo. Sue le tavole di Max e Benedetto (EMP), Ron ron, gatto invisibile e Il monaco Goto (Edizioni San Paolo).
Il Padre nostro è la preghiera più nota del cristianesimo e l’unica che lo stesso Gesù ha insegnato ai suoi discepoli. È recitata dai cristiani di quasi tutte le Chiese e confessioni, sia comunitariamente che individualmente.
Anselm Grün medita le parole del Padre nostro e comunica al lettore la sua personalissima esperienza di fede.
Egli illustra l’essenza della preghiera: una fondamentale fiducia in Dio, uno sguardo introspettivo e il contatto con il prossimo.
Il Padre nostro ci aiuta a scoprire e percorrere un compiuto cammino di fede.
Un libro per tutti coloro che cercano un nuovo approccio alla preghiera per viverla in modo più completo e intenso.
punti forti
La notorietà e l’autorevolezza dell’Autore.
L’importanza del tema della preghiera e in essa la centralità del Padre nostro.
destinatari
Pubblico ampio, specialmente gli estimatori di Grün.
autore
Anselm Grün, monaco benedettino, nato nel 1945 a Junkershausen, nella regione tedesca della Rhön, è priore amministratore dell’abbazia di Münsterschwarzach, nei pressi di Würzburg, in Baviera. Laureato in teologia, svolge un’intensa attività di assistenza psicospirituale. Da molti anni pubblica libri di spiritualità tradotti in tutta Europa che lo hanno reso uno degli scrittori cristiani di lingua tedesca più letti.
Mi sono imposta, come unica pratica, di recitare il Pater una volta ogni mattina [...]. Talora già le prime parole strappano il mio pensiero dal mio corpo per trasportarlo in un luogo fuori dallo spazio, dove non c'è prospettiva, né punto di vista. Lo spazio si apre". Così Simone Weil racconta a padre Perrin la sua esperienza della preghiera, una pratica essenziale ma anche problematica per la filosofa che aveva scelto di vivere la fede rimanendo sulla soglia della Chiesa. Scritto durante il soggiorno a Marsiglia, il breve testo che i curatori presentano in questo volume è un commento alla più importante delle preghiere cristiane e rappresenta un distillato purissimo della scrittura religiosa di Simone Weil. In parole semplici e forti, emerge un'idea di preghiera che è al tempo stesso un affidarsi a Dio e una messa alla prova, senza facili consolazioni, della propria anima.
Meditazioni che aiutano a entrare nel cuore del mistero cristiano a partire dalla preghiera del Padre nostro, contestualizzata in luoghi diversi a seconda dei contenuti sottolineati. "... Le parole del Padre nostro sono correlate con la nostra esperienza di figli di Dio. Ogni volta che pronuncio il nome 'Padre' sento pronunciare l'appellativo 'figlio, figlio mio, figli miei'. La mia invocazione è risposta alla parola di figliolanza che Dio proclama su di me, ciascuno di noi. Possiamo allora intuire quali sensazioni suscita il nome 'Padre' quando lo diciamo con intensità. La sensazione di essere capiti a fondo; lui sa ciò di cui ho bisogno. La sensazione di essere importanti davanti a Dio, come si è ritenuto importante il figliol prodigo della parabola nel momento in cui, tornato a casa, è stato abbracciato dal padre. Se Dio ci permette di chiamarlo Padre, significa che abbiamo grande valore per lui. Da qui anche la sensazione di non essere abbandonati nei giorni della prova, ma di essere capiti, sostenuti, accompagnati. E poi la sensazione di poter rivolgerci a Dio con audacia; se è Padre, siamo liberi di parlargli con franchezza".
Ci vuole coraggio per pregare il "Padre nostro". Ci vuole coraggio. Dico: mettetevi a dire "papà" e a credere veramente che Dio è il Padre che mi accompagna, mi perdona, mi dà il pane, è attento a tutto ciò che chiedo, mi veste ancora meglio dei fiori di campo. Credere è anche un rane rischio: e se non fosse vero? Osare, osare, ma tutti insieme. Per questo pregare insieme è tanto bello : perché ci aiutiamo l'un l'altro a osare".
Papa Francesco
Una lettura della lettera apostolica Patris corde, dedicata alla figura di san Giuseppe, dono prezioso da parte di papa Francesco per tutto il popolo cristiano e in particolare per i sacerdoti e i consacrati, per «accrescere l'amore verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio». Il Papa, volendo proporre da imitare le virtù del carpentiere di Nàzaret, annota: «San Giuseppe ci ricorda, ci invita, ci insegna». In questi punti bisogna sostare per meditare, assimilare e lasciarci interpellare dal suo slancio e dalla sua creatività in ogni occasione.
In un tempo segnato dalla perdita di ogni certezza, Carlo Carretto medita sulla preghiera dell’abbandono di Charles de Foucauld, che illumina con l’esperienza personale che “Dio è Padre”. Attraverso parole forti e carismatiche Carretto invita a ricoprire Dio come “propria famiglia” e a tessere nella quotidianità un dialogo vero e vissuto da Padre a figlio. È questa l’esperienza di farci strumenti per un nuovo domani. Vero e proprio long seller pubblicato da Città Nuova ininterrottamente dal 1975 nella collana Meditazioni, il testo si è guadagnato sul campo il passaggio nella collana Minima, tra i maestri di spiritualità contemporanea.