
La povertà di cui Turoldo celebra il mistero e la cui profezia invoca che si realizzi, la povertà rivendicata come un valore, come portatrice non di morte ma di vita, è quella che invece di abbattimento, può essere beatitudine, invece che spossessamento può essere acquisto, invece che espressione della "nera esistenza del male", può essere il segno del "bianco mistero della grazia e dell'amore divino".
«La speranza cristiana non è facile ottimismo; è la certezza, radicata nell’amore e nella fede, che Dio non ci lascia mai soli». È proprio partendo da questa consapevolezza, emersa dal pensiero di papa Francesco e del Venerabile don Tonino bello, che questa virtù, che trova in Cristo la sua origine e il suo compimento, diviene nella vita di ogni uomo e donna di fede la sorgente dalla quale attingere per il cammino della vita. La speranza, che ha guidato la storia di tanti fratelli e sorelle nella fede, trova nella Madre di Dio l’esempio più alto e sublime da imitare. Ancoràti alla grazia della misericordia, possiamo essere profeti di speranza.
Quarta di copertina
«“Non possiamo limitarci a sperare, dobbiamo organizzare la speranza”. Se la nostra speranza non si traduce in scelte e gesti concreti di attenzione, giustizia, solidarietà, cura della casa comune, le sofferenze dei poveri non potranno essere sollevate, l’economia dello scarto che li costringe a vivere ai margini non potrà essere convertita, le loro attese non potranno rifiorire. A noi, specialmente a noi cristiani, tocca organizzare la speranza, tradurla in vita concreta ogni giorno. Questa è una dinamica che oggi chiede la Chiesa».
Papa Francesco
Biografia dell'autore
Tommaso Giannuzzi, originario del Salento, dal 2013 è sacerdote dell’arcidiocesi di Milano. Nella sua adolescenza è cresciuto nel cammino di Azione Cattolica, rivestendo anche incarichi di responsabilità nel settore giovanile. Si è formato spiritualmente alla scuola di Francesco d’Assisi. Ha conseguito il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose presso la Facoltà Teologica pugliese. Successivamente consegue il Baccellierato presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e la Licenza in Teologia Spirituale presso la stessa Facoltà Teologica con una tesi dal titolo Servi premurosi del popolo, sulla figura del presbitero negli scritti del Venerabile Tonino Bello. Nel 2013 pubblica con la casa editrice EDB La spiritualità del presbitero, un commento alle omelie crismali di Mons. Antonio Bello. Nel suo ministero si è sempre dedicato alla pastorale scolastica attraverso l’insegnamento della religione cattolica, anche presso le scuole paritarie e arcivescovili della diocesi di Milano nelle quali ha ricoperto l’incarico di vicerettore. Sono diversi gli ambiti della pastorale nei quali esercita il suo ministero, tra questi la cura e l’accompagnamento spirituale dei giovani.
Gli esercizi spirituali di papa Francesco predicati dal carmelitano p. Bruno Secondin. Sulla trama del cammino di Elia profeta, p. Bruno propone la sua "lectio divina" in tre movimenti: - Il primo basato sul "capire": un risalire al testo, al suo significato di base, allo scavo esegetico. - Il secondo, il "meditare", fa fiorire il testo svelandone tutte le sue potenzialità spirituali ed esistenziali. - Infine il terzo, l'"applicare a noi", alla nostra storia presente, alle nostre scelte, e qui p. Bruno propone lo stile di Elia la cui voce turba e ferisce la nostra coscienza facendola persino sanguinare. Il lettore potrà ripetere l'esperienza che papa Francesco e i membri della Curia romana hanno fatto, lasciandosi condurre fino "alle radici della fede, avendo il coraggio di dire no all'ambiguità, passando dagli idoli vani alla pietà vera, dalla fuga al pellegrinaggio", per usare ancora le parole indirizzate a p. Secondin dal Papa.
Umberto Eco, Gianni Vattimo, Emilio Colombo, Silvio Garattini, Pietro Pfanner, Emmanuele Milano sono stati tra i giovani dell’Azione cattolica che nei primi anni Cinquanta hanno avuto don Arturo Paoli come assistente spirituale. Quel gruppo ha rappresentato la «meglio gioventù» del cattolicesimo italiano del Novecento, precursore delle aperture e delle riforme che la Chiesa farà proprie soltanto con il concilio Vaticano II.
Questo volume, che riguarda un periodo breve, ma cruciale della vita di Paoli, raccoglie una selezione di lettere, relazioni, articoli, verbali composti quando il sacerdote era vice assistente centrale della Gioventù di Azione Cattolica, movimento giovanile che negli anni del primo dopoguerra godeva di larghissima diffusione e forza identitaria.
Quel breve periodo, vissuto all’apice di un’organizzazione incardinata nel cuore dello Stato Vaticano durante il pontificato di Pio XII, può rivelare i molteplici aspetti che hanno caratterizzato la personalità e l’impegno di Paoli. Libertà e fedeltà sono due cardini del suo pensare e del suo agire: la libertà dell’uomo di cultura e di fede che orienta azioni e parole secondo la Parola del vangelo, che non esita a esercitare e stimolare una critica propositiva nel dibattito su religione e politica; la fedeltà del «figlio» che non rinnega il legame con la Chiesa cui appartiene neppure quando viene ingiustamente punito, ma anzi da lì trae ragione e forza per diventare un suo testimone più credibile e coerente.
Sommario Sigle e abbreviazioni. Presentazione (A. Del Carlo). Introduzione (S. Soave). I documenti. Premessa. I. Epistolario. II. Interventi verbalizzati. III. Relazioni e articoli. Ringraziamenti. Indice dei nomi.
Note sull'autore Arturo Paoli (Lucca 1921-2015), Giusto tra le nazioni e medaglia d’oro al valor civile per aver aiutato ebrei perseguitati dal nazifascismo, venne ordinato sacerdote nel 1940. L’ingresso nella congregazione dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld lo portò al noviziato nel deserto di Algeria, a Orano con gli operai del porto e in Sardegna tra i minatori di Iglesias. Inviso a una parte delle autorità vaticane, fu costretto a imbarcarsi per l’Argentina, dove finì nell’elenco dei condannati a morte dal regime militare. Riparò in Venezuela e poi in Brasile, dove divenne uno dei protagonisti della teologia della liberazione. Paoli ha scritto oltre cinquanta libri tradotti in varie lingue. Nel catalogo EDB sono presenti gli scritti giovanili con il titolo Chi ha diritto di dirsi cristiano? (a cura di Silvia Pettiti, 2015).
Questa raccolta di interventi, che don Tonino Bello scrisse durante la prima guerra in Iraq tra il 1990 e il 1991, potrebbe cominciare con un: "Come si prevedeva". Si potrebbe definire una concreta testimonianza di profezia, a patto che per profeta s'intenda colui che vede il futuro perché mescolato, anzi impolverato, con la fatica di conferire un senso al presente, anche - se necessario - al prezzo di laceranti sofferenze e incomprensioni. È incandescente il fuoco dell'indignazione sprigionato da queste lettere. Bruciò don Tonino, nel momento più difficile della sua esperienza pastorale, ma consentì di illuminare, con straordinaria attualità, questo nostro tempo. Don Tonino vide che, proprio nel giorno seguito alle grandi speranze, l'utero della guerra restava ancora gravido e nutrito da silenzi, omissioni, complicità ma anche da insopportabili luoghi comuni. E noi sappiamo che, poi, quell'utero non ha smesso di partorire più e più volte, da allora. Anche in quella terra. Eppure la sua voce, calda e coinvolgente, che risuona nell'allegato CD "Dissipare l'ombra di Caino", accompagna ancora oggi, con straordinaria attualità, la strada dei tanti che sempre più si ostinano a credere che l'unico volto di Dio sia quello della misericordia, della riconciliazione e della pace. Non la spirale infinita della vendetta.
Pubblicato in inglese a New York nel 1923, "Il Profeta" è unanimemente considerato il capolavoro dello scrittore-pittore libanese. L'opera di Gibran esce qui in edizione economica rispetto all'edizione maggiore pubblicata nel 2005 con le illustrazioni originali dell'autore. Il saggio introduttivo, autentica miniera di informazioni, contribuisce alla rilettura e alla reinterpretazione del testo gibraniano.
I grandi temi, sempre attuali, sui quali il Profeta intrattiene i suoi interlocutori, ci riportano al mistero dell'esistenza umana che trascende l'individuo e il contingente. La presente edizione de Il Profeta offre, a fronte del testo originale inglese, una nuova traduzione italiana dell'opera di Gibran, particolarmente curata dal punto di vista filologico. In appendice viene ricostruita la genesi del libro attraverso passi tratti dal carteggio tra Gibran e Mary Haskell e dal diario personale di questa donna raffinata e colta, letterariamente e affettivamente fondamentale per lo scrittore libanese.
Il Profeta ha trascorso lunghi anni di riflessione e di solitudine nella città di Orfalese. Ora la sua nave è giunta per riportarlo nell'isola dov'è nato e il popolo si raccoglie intorno a lui. È l'addio. Prima di andarsene risponde alle domande della gente e dona la sua saggezza: il lavoro, il matrimonio e i figli, l'amore e la bellezza, la casa, il dare e il ricevere, il delitto e il castigo, i vestiti, l'amicizia, il piacere... Su questi e su molti altri argomenti il Profeta parla alla gente di Orfalese e a noi tutti.
Il 15 febbraio del 1966 si concluse a Roma un processo destinato a segnare la storia politica e culturale del nostro paese. In quel giorno, infatti, don Lorenzo Milani venne processato per il reato di apologia e incitamento alla diserzione e alla disobbedienza civile. La colpa del priore di Barbiana era quella di aver scritto la "Lettera ai cappellani militari" in cui aveva difeso l'obiezione di coscienza al servizio militare e il dovere della disobbedienza a ordini sbagliati. Nel pieno della guerra fredda, questa provocazione doveva essere punita in modo esemplare. Don Lorenzo, già gravemente malato, si difese con una "Lettera ai giudici" poi pubblicata in "L'obbedienza non è più una virtù", uno dei testi antesignani del '68 italiano. Assolto in primo grado, il priore di Barbiana fu condannato nel processo di appello, tenutosi nell'ottobre del 1967, ma la pena fu estinta per la morte del 'reo' avvenuta il 26 giugno dello stesso anno. Seguendo il filo della vicenda processuale, il libro ricostruisce il clima di quegli anni cruciali, i dibattiti e le polemiche intorno al Concilio Vaticano II, il ruolo e il peso di personalità straordinarie come il teologo del dissenso Ernesto Balducci, il 'sindaco-santo' Giorgio La Pira e il cardinale di Firenze Ermenegildo Florit. E soprattutto ricorda a tutti noi la grande lezione di don Milani: non esiste obbedienza vera, profonda, non formale, senza disobbedienza come processo critico di assunzione di responsabilità.
Il desiderio di arrivare ad una canonizzazione rapida e straordinaria di un papa nasce ai primi di giugno del 1963, quando l'affetto che circonda Giovanni XXIII nella sua agonia - seguita in tutto il mondo da cristiani e non attraverso la radio e una televisione ancora agli albori della sua storia - innesca petizioni, tentativi e desideri che fluiscono dentro il concilio che questo anziano papa aveva convocato. Paolo VI deciderà però di seguire l'iter ordinario e disporrà l'apertura della causa di canonizzazione sia per Giovanni XXIII che per Pio XII. Processo a Papa Giovanni ripercorre tutte le fasi della causa di Angelo Giuseppe Roncalli: dai dibattiti precedenti alla decisione di papa Montini all'apertura del processo canonico vero e proprio; dall'interrogazione di centinaia di testimoni in tutto il mondo ai dibattimenti che seguirono nella congregazione per le Cause dei santi; dall'intervento decisivo di Giovanni Paolo II alla sorprendente decisione di abbinare la beatificazione del "Papa Buono" a quella di Pio IX. Sulla scorta di un'importante documentazione d'archivio si affrontano tutti i nodi di questa inchiesta canonica, durata trentacinque anni. Si tratta dunque di una delle prime approfondite indagini su uno dei beati della "Fabbrica dei santi" di Karol Wojtyla, nonché su un papa che ha marcato in profondità la storia della chiesa contemporanea.

