
Il libretto propone spunti di riflessione sul dono dello Spirito Santo valorizzando brevi testi tratti dai discorsi e dalle omelie di papa Francesco, soprattutto in occasione della Pentecoste; alcuni hanno un carattere colloquiale, altri vertono più direttamente sullo Spirito Santo come dono di Cristo risorto. Papa Francesco vuole indicare ai ragazzi che lo Spirito è un «compagno di viaggio», che cammina con noi nel ritmo della vita di ogni giorno. E indica loro una modalità concreta per conservare viva tale presenza: chiedersi al termine della giornata: «Che cosa ha fatto oggi lo Spirito Santo in me? Quale testimonianza mi ha dato? Come mi ha parlato? Che cosa mi ha suggerito?». Input per imparare a percepire Gesù presente nella storia mediante il dono dello Spirito Santo.
La gioia è il filo rosso che lega i vari aspetti del pontificato di papa Francesco, dai documenti ufficiali ai gesti quotidiani che compie in mezzo alla gente. Frate Serafino sarà la guida speciale che accompagnerà bambini e ragazzi alla scoperta di cosa sia la vera gioia, non quella effimera e di breve durata, bensì quella che porta con sé la solidità dell'amore e della pace. I lettori diventeranno così dei piccoli custodi della gioia. A completare il testo, un simpatico inserto da staccare e appendere, con uno speciale "alfabeto gioioso".
In questi primi quattro anni di Pontificato, papa Francesco ha colpito per l'immediatezza del suo linguaggio che va al cuore della gente più semplice. È, come dice il titolo stesso, un "Papa amico", che accompagna - tra l'altro - con le sue meditazioni da Casa Santa Marta i fedeli quasi ogni giorno. Da questa intuizione è nato il libro presente, che raccoglie, in una sorta di vademecum, grandi e piccoli consigli per la vita cristiana di ciascuno. Tornielli e Agasso jr accompagnano il lettore all'interno di questi consigli, aiutandone la comprensione e collegandoli tra loro in una sorta di affresco della vita semplice, quella che ciascuno di noi è chiamato a seguire da credente; ma anche quella che i non credenti possono considerare una sorta di mappa, per la loro ricerca quotidiana.
Un gesto storico quello di Papa Francesco a Betlemme il 25 maggio 2014, quando lungo la barriera di cemento che divide i territori palestinesi da quelli israeliani, in un fuori programma, fece fermare l'auto e a capo chino poggiò la mano sulla barriera restando in silenzio per alcuni istanti. Un gesto spontaneo che ricorda alcune sue considerazioni sulla forza della preghiera riportate in questo libro. L'invito "Pregate per me", che egli rivolge a tutti quelli che incontra, quasi un ritornello a cui siamo abituati, è solo uno dei tanti riferimenti alla preghiera fatti in quattro anni di pontificato e non sempre ripresi dai media. Perché? È possibile che la natura, il senso, i modi della preghiera, siano argomenti lontani dagli interessi della gente? A questi e a molti altri interrogativi rispondono le pagine di questo libro, che riporta le conversazioni sulla preghiera effettuate dall'autore, alla Radio Vaticana, con noti esperti, avendo per riferimento stralci di omelie e di discorsi di Francesco, spesso da lui accompagnati da colorite metafore, di cui quella sull'arma è tra le più realistiche in un mondo avvolto da violenze di ogni tipo.
Schede per la lettura e l'approfondimento dei nove capitoli dell'Esitazione postsinodale "Amoris Laetitia" di papa Francesco.
Per alcuni è il "parroco del mondo": quando decide di vivere in pochi metri quadrati a Santa Marta, quando scende dalla papamobile per abbracciare un malato, quando apre la Porta Santa del Giubileo in una diocesi africana e non a San Pietro... Per altri è un leader politico scomodo: quando denuncia gli eccessi della finanza, si preoccupa delle sorti dell'ambiente, si scaglia contro i potenti delle armi. Jorge Mario Bergoglio non è solo il pastore della cattolicità, ma un'icona carismatica, di grande forza comunicativa, che sta sollecitando le coscienze di credenti e non credenti. In una galleria di respiro internazionale, cinquanta grandi personalità della vita politica, culturale, artistica e imprenditoriale hanno accettato di confrontarsi - con estrema franchezza - con la figura di papa Francesco. Un contributo vergato di pugno, in cui intellettuali, accademici, economisti, artisti, scrittori, sportivi, industriali hanno condiviso i sentimenti e le idee che hanno suscitato in loro i gesti e le parole di questo pontificato. In una sorta di pubblica agorà, si rincorrono suggestioni, riflessioni, sguardi. Sono opinioni diverse: alcune entusiastiche, altre critiche e puntute, in ogni caso sempre rispettose, provenienti da universi culturali variegati, molti non certo vicini alla Chiesa. "Francesco e noi" dimostra che dialogare, gettare ponti, non significa rinunciare alla propria identità, quanto piuttosto approfondirla con onestà intellettuale. Un excursus nient'affatto apologetico. Uno straordinario caleidoscopio.
Nella predicazione del Papa, la meditazione delle pagine evangeliche costituisce uno dei momenti centrali, perché tutto nasce dal Vangelo e al suo messaggio tutto si riconduce, nella dimensione intima della fede e nella testimonianza della vita. A cominciare dal commento quotidiano delle letture della messa celebrata nella cappella della residenza di Santa Marta e, via via, nelle omelie, nei discorsi, nelle udienze, ben si vede come per il Papa sia un bisogno e un dovere prioritario mettersi personalmente a far assaporare la Parola di Dio, perché essa incontri e dimori nel cuore dei credenti. Nelle sue parole ritroviamo non solo l'originalità, la saporosità e la colloquialità del linguaggio che gli è familiare (le immagini, le metafore, le sottolineature), ma anche la congiunzione di una creatività meditativa che, attraverso un sobrio quanto intenso commento, sa esprimere l'essenziale da cogliere come esortazione spirituale, ammonimento morale, passione di ricerca. Concentrato sull'attualizzazione e la personalizzazione del Vangelo che deve vivere nell'oggi dell'uomo e penetrare ogni momento della sua esistenza, Francesco punta a far sì che il messaggio da cogliere non venga recepito come una bella «lezione» da ascoltare, ma arrivi a scuotere profondamente le coscienze e a portare ogni volta degli orientamenti concreti per la vita. Nel commento di Francesco ai brani evangelici si avverte la fede umile di chi vive dentro di sé quello che annuncia, e l'afflato del pastore che si pone in dialogo con chi lo ascolta, nella comune ricerca della verità e del bene, attinta alla luce e alla speranza del Vangelo. E in questo si avverte la tenerezza paterna del Papa; la premura materna della Chiesa che si riflette nelle sue parole; la forza dello Spirito - così spesso invocato - che lo illumina e lo guida. C'è in sostanza tutta la dimensione spirituale, ecclesiale e umana della predicazione come discernimento, messaggio e incontro, che si nutre anche della semplicità sapiente di Francesco nell'annunciare e testimoniare il Vangelo come Parola che vive. Nei testi qui raccolti appare nitidamente questa dimensione, nella quale si può leggere lo stesso tratto distintivo del suo pontificato, ovvero gli orizzonti ecclesiali e pastorali verso i quali desidera che la Chiesa cammini per essere autenticamente se stessa. Che siano alcuni momenti della storia di Gesù evidenziati nella prima parte di questa silloge oppure, nella seconda, alcuni aspetti fondamentali del messaggio evangelico, emerge sempre chiaramente ciò che per Francesco conta di più nell'incontrare Cristo e nel rimanere nel suo amore.
Il Santo Padre, durante le udienze generali che hanno accompagnato l'Anno Santo, ha presentato il tema della misericordia dal punto di vista biblico, spirituale e pastorale. Ha declinato la parola "misericordia" con il servizio, l'impegno, la correzione, la pietà, l'elemosina e con tanti altri aspetti della vita di ogni uomo. Nel Magistero di papa Francesco la misericorida è un tema ricorrente. Ne parla sempre. Ma noi abbiamo recepito il suo messaggio? Abbiamo compreso le implicazioni della misericordia nel nostro quotidiano? Abbiamo seguito l'invito di Francesco a farci volto di misericordia? A noi il compito di rileggere e meditare le catechesi sulla misericordia per abbandonare la via dell'indifferenza e abbracciare la via della tenerezza e dell'amore.
La figura della Madre di Dio nelle parole di papa Francesco. All'interno dei Vangeli, rifulge la presenza discreta e silenziosa di Maria di Nazaret, che accoglie e accompagna la vita del Figlio con la forza della sua tenerezza e la profondità della sua fede. Il Pontefice, commentando i pochi passi biblici a lei dedicati, presenta il delicato ritratto di una madre capace di parlare al cuore degli uomini e delle donne di oggi. Madre del silenzio, che custodisce il mistero di Dio e ci libera dall'idolatria del presente; Madre della bellezza, che ci permette di tornare alla freschezza delle origini; Madre della tenerezza, avvolta di amore e pazienza, che ci fa riscoprire la gioia di una Chiesa umile e fraterna.
Il sussidio contiene la proposta 2017 per campi scuola, GREST e estate ragazzi: accogliendo le indicazioni dell'enciclica Laudato si' e rileggendo i contenuti della Dottrina sociale della Chiesa, i ragazzi sono accompagnati da San Francesco d'Assisi a vivere una esperienza eccezionale. L'invito di Gesù «Va' e ripara la mia casa» diventa un mandato per ogni ragazzo a scegliere di vivere la propria fede nell'ascolto della Parola, impegnandosi nella cura della casa comune, per essere strumento di pace e misericordia. Per ognuno degli otto giorni di campo: le preghiere, tutte le attività con suggerimenti per la drammatizzazione, il grande gioco tematico.
Il primo pontefice sudamericano della storia ha mostrato di avere molto a cuore i destini dell'Europa e ben chiari i suoi compiti. Il volume propone tre testi di papa Francesco: i discorsi al Consiglio d'Europa e al Parlamento europeo (25 novembre 2014) e quello pronunciato in occasione del Premio internazionale Carlo Magno, conferitogli il 6 maggio 2016. A 60 anni dalla firma del Trattato di Roma (25 marzo 1957), Lucio Caracciolo e Andrea Riccardi accompagnano questi interventi con un proprio contributo di taglio geopolitico ed ecclesiale.
Non ci sono mezzi termini nei fogli che un giorno papa Francesco riceve. Dopo quasi vent'anni di silenzio, Daniel Pittet ha deciso di raccontare la sua storia di bambino abusato per quattro anni da un prete. Usa parole crude, pesanti, sconvolgenti per descrivere quello che ha subito, perché solo così si può dipingere l'abisso in cui una violenza trascina un bambino. Papa Francesco legge e decide di scrivere una prefazione a quelle pagine che diventeranno questo libro. È un'iniziativa coraggiosa, non è mai successo che un papa si esponesse così per una testimonianza tanto scottante, infatti sono in molti a sconsigliarlo. Ma la "tolleranza zero" di Bergoglio contro la pedofilia passa anche da questo gesto senza precedenti, da questa assunzione di responsabilità della Chiesa e di condanna totale dei colpevoli e della parte di gerarchia - vescovi o cardinali - che li proteggesse. Daniel oggi è un padre di famiglia, ed è riuscito ad affrontare l'inferno e a conservare la fede nonostante tutto. Il suo percorso non è stato facile, le cicatrici sono tutte lì, ma ha deciso di costruire la sua vita sul perdono, all'interno della Chiesa, e di impegnarsi per aiutare altre vittime come lui, per fare in modo che non ci siano più altre vittime come lui. Ci sono molte ragioni per cui questo libro è destinato a lasciare un segno profondo: la trasparenza del racconto, che spazza via decenni di omertà e rimozioni nel raccontare queste vicende; l'intervista al sacerdote responsabile dell'abuso, un documento rarissimo e a suo modo illuminante. E soprattutto, l'inequivocabile presa di posizione del pontefice contro l'anima nera che può insinuarsi all'interno della Chiesa stessa. Pagine che solo questo papa poteva scrivere.