
Nuove composizioni per cantare la speranza e il trionfo della vita sulla morte nella liturgia e a servizio delle comunità, perché queste vivano la celebrazione eucaristica come incontro fiducioso e gioioso con la misericordia di Dio. I brani, composti per coro polifonico con accompagnamento dell'organo, sono eseguibili anche dall'assemblea grazie a melodie orecchiabili. I testi sono tratti dalle Sacre Scritture e dagli scritti di sant'Anselmo d'Aosta. L'opera è composta da due prodotti acquistabili separatamente: questo volume con le partiture per il coro a quattro voci e l'accompagnamento d'organo, e il CD musicale con la registrazione dei canti.
Per quale motivo si dice che una persona "ha fegato" per indicarne il coraggio, oppure che "è di cuore" per sottolinearne la generosità? E perché Icaro è testimonianza, nel suo corpo mortale, del desiderio dell'infinito e della domanda di salvezza? Questo libro vuole essere uno strumento pratico per decodificare le rappresentazioni del corpo umano in tutte le diverse accezioni, nel loro significato simbolico e culturale. Un vero e proprio viaggio intorno e dentro il corpo umano sia dal punto di vista storico sia anatomico dalla testa ai piedi sia, infine, come soggetto principale dell'arte medica. Partendo dagli schemi di rappresentazione della figura umana dell'arte antica fino all'iconografia del XX secolo, il viaggio si snoda attraverso moltissimi temi, tra cui le età dell'uomo, i cinque sensi e il rapporto tra l'uomo e la malattia, il medico e il malato, il dolore e i suoi tratti distintivi nella figura e nel volto umani.
Dei settecento chilometri della Via Francigena del Sud, che da Roma porta a Brindisi, porto d'imbarco per i pellegrini che nel Medioevo si recavano in Terra Santa, circa la metà attraversano la Puglia. Un itinerario fra i più suggestivi, soprattutto se percorso a piedi. Si potranno incontrare, fra i molti esempi di romanico svevo, la Cattedrale di Ruvo, quella di Bitonto e la Basilica di San Nicola a Bari: testimonianze mirabili della forza di una religiosità essenziale.
Charlotte Salomon, giovane artista ebrea berlinese, prima di essere travolta dall’uragano nazista fece in tempo a raccontare in pittura la propria vita.
Nata nel 1917 in una famiglia segnata da numerosi suicidi e vittima della follia razziale hitleriana, morirà a soli ventisei anni, incinta di quattro mesi, in una camera a gas di Auschwitz.
È al suo capolavoro autobiografico Vita? o Teatro? (un’opera pittorica, teatrale e musicale) che si ispira Bruno Pedretti, rintracciando nell’esperienza di Charlotte i segni di un dramma che travalica la storia e precipita come tragedia inappellabile. Carica del peso di un dramma familiare che va oltre il suo personale destino, Charlotte sfidò gli estremi del dolore e dell’offesa riscattandoli con l’arte, per lasciarci in eredità uno dei canti più alti del nostro tempo.
Bruno Pedretti è nato a Bienno (Brescia) nel 1953. Da molti anni vive a Milano e attualmente insegna all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana, a Mendrisio.
Autore di saggi su temi di arte, architettura ed estetica, in ambito letterario ha pubblicato, oltre alla prima versione di Charlotte. La morte e la fanciulla (Giuntina, 1998), i romanzi Patmos (Marinotti, 2008) e La sinfonia delle cose mute (Mondadori, 2012).
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Decenni vissuti tutti d’un fiato. Dagli anni sessanta alla fine degli ottanta, la discografia italiana ha vissuto una golden era esaltante, che ha inciso profondamente sui gusti e i costumi non solo giovanili.
Dalle melodie sanremesi alla rivoluzione dei cantautori, dall’irriverenza di Battiato a Battisti che sbanca il tavolo del pop italiano, agli scimmiottamenti prima rock poi punk, alla mistica delle primedonne: un susseguirsi di personaggi, canzoni e avvenimenti che hanno segnato la storia personale e pubblica di almeno tre generazioni.
Lucio Salvini, che di quest’epoca è stato un protagonista alla guida delle più importanti aziende discografiche italiane, ha vissuto in prima persona la scoperta e il lancio di tanti artisti, i successi e qualche errore: un’epopea fantastica, che ci racconta rievocando accadimenti sconosciuti, bizzarrie, astuzie e curiosità appassionanti e divertenti.
Da Sassi di Gino Paoli al Cane con i capelli di Jannacci, dai dervisci in Genesi di Franco Battiato all’orata al sale di De André, alla dieta truffaldina dell’Equipe 84, è una galoppata che si legge d’un fiato con la musica nella mente e negli occhi la nostalgia di un mondo che non c’è più.
Lucio Salvini è nato a Milano. Dopo studi ed esperienze a Londra, Parigi e Francoforte è stato giornalista e autore televisivo.
Entrato alla Ricordi come responsabile dell’ufficio stampa, ne è stato direttore generale per diciassette anni, per poi passare un decennio come amministratore delegato alla Fonit Cetra. Con Franco Franchi e Tinin Mantegazza ha pubblicato Filibusta (Milano 1974).
Giovanni Choukhadarian è nato a Sanremo. Giornalista, ha scritto e scrive su “la Repubblica”, “il Giornale”, “Il Foglio”, “L’Indice dei libri del mese”. Ha pubblicato numerosi studi sulla storia della canzone italiana.
Sono vent'anni che, in Italia, la politica del patrimonio culturale si avvita sulla diatriba pubblico-privato: brillantemente risolta socializzando le perdite (rappresentate da un patrimonio in rovina materiale e morale) e privatizzando gli utili, in un contesto in cui le fondazioni e i concessionari hanno finito per sostituire gli amministratori eletti, drenando denaro pubblico per costruire clientele e consenso privati. Ma cosa ha significato, in concreto, la "valorizzazione" (o meglio la privatizzazione) del patrimonio? Quali sono la storia e i numeri di questa economia parassitaria, che non crea lavoro dignitoso e cresce intrecciata ai poteri locali e all'accademia più disponibile? Ed è vero che questa è la strada seguita nei grandi paesi occidentali? Tomaso Montanari risponde a queste e altre domande spiegando perché non ci conviene distruggere il governo pubblico dei beni culturali basato sul sistema delle soprintendenze: un modello che va invece rafforzato e messo in condizione di funzionare, perché è l'unico che consente al patrimonio di svolgere la sua funzione costituzionale. Che è quella di renderci più umani, più liberi, più uguali.
Questo volume è un tentativo di far conoscere meglio l'opera più famosa e più suggestiva dell'epoca moderna e dell'architetto Antonio Gaudì. Il volume è articolato in due parti che rappresentano i due momenti cronologici del suo itinerario umano e professionale. Nella prima parte gli autori scoprono Gaudì ancora studente di architettura che ammira alcuni esempi di architettura antica e medievale e fornisce le ragioni del suo entusiasmo, questi esempi sono molto importanti perché influenzeranno il suo modo di concepire l'architettura e quindi la Sagrada Familia stessa. Nella seconda parte del volume, gli autori si soffermano sulle sculture, in modo particolare su quelle della Facciata della Natività, perché attraverso di esse Gaudì ha trasmesso la sua visone della vita, ciò in cui crede e ciò che vuole comunicare a tutti. Gli autori quindi invitano il lettore a fare un cammino dietro Gaudì, a seguirlo da quando era ancora studente fino agli ultimi anni della sua attività professionale dedicata a tempo pieno alla costruzione della Sagrada Familia.
"Amici per sempre" è il modo giusto per dire a un amico quanto egli sia fondamentale per voi e quanto grati gli siate. In questo sincero tributo al legame speciale dell'amicizia troverete, pagina dopo pagina, fotografie a colori del mondo animale e parole talvolta ispirate e talvolta umoristiche, che esprimono l'importanza dell'amicizia.
Il volume, venduto congiuntamente ad un cd dove l'autrice esegue brani dei più grandi musicisti del novecento, giunge come corollario di un intenso lavoro di ricerca svolto dall'autrice e musicista attraverso l'attenta analisi di brani di diversi compositori della musica del 900', brani magistralmente eseguiti dall'autrice stessa nel cd allegato al libro. Ognuno dei brani del cd viene analizzato e descritto, riportando il riferimento alla traccia corrispondente, per permettere al lettore, musicista o meno, di seguire il filo del discorso. Nel corso del libro emerge poi il sottile collegamento tra Bartok, Debussy, Ligeti e Messiaen nella magia di quel momento in cui la matematica e' diventata musa ispiratrice di questi compositori.
Il testo parla della diffusione del culto di san Rocco in Italia e delle sue modalità. Ci dice come spesso, fuori dalle mura delle città o dei paesi, sorgessero cappelle, chiese, capitelli dedicati a san Rocco quasi per chiedere al santo taumaturgo di tenere il morbo della peste fuori dalla città. Come siano nate confraternite, chiese, oratori, santuari, Scuole dedicati a San Rocco. Gli autori raccontano come il suo culto conobbe una rapida e straordinaria diffusione dall'Italia settentrionale, dove abbiamo le prime testimonianze, a quella meridionale dove si è profondamente radicato.
L'esperienza della vita monastica è stata caratterizzata, sin dai suoi esordi nell'Oriente tardoantico, dall'abbandono di un ambiente di provenienza e dalla ricerca di uno spazio nuovo e alternativo, nel quale maturare un percorso di avvicinamento a Dio da compiersi in una situazione - spirituale e materiale di libertà dalle interferenze esterne. Questa ricerca ha prodotto da subito delle idee su come tale spazio dovesse distinguersi e proteggersi e tali idee si sono presto trasformate in esperimenti concreti su come i luoghi in cui i monaci andavano a stabilirsi (da soli o in comunità) dovessero essere organizzati. Tuttavia, per quanto votato a una vita di solitudine, il mondo monastico non ha mai potuto (né voluto) recidere totalmente i propri legami con il resto della società umana. Sin dall'inizio la struttura dei monasteri ha dovuto perciò assumere forme in grado di mantenere con essa canali di comunicazione. Questo studio percorre ed esamina le testimonianze, testuali e materiali, relative alla conformazione dello spazio dei monasteri, proponendo un excursus su come le diverse funzioni cui essi dovevano assolvere (di tipo religioso, politico, produttivo, assistenziale) sono state pensate e concretamente realizzate.
"Che cos'è il design? Come funziona il linguaggio degli oggetti di cui ci circondiamo? Quali relazioni lo legano alla moda, al lusso, alla pubblicità, all'arte, all'industria, alla nostra storia personale e collettiva? Il designer è un artista o un professionista, è un meticoloso risolutore di problemi o un egocentrico creatore di oggetti inutili? "In tutte le sue manifestazioni, il design è il Dna delle nostre società. Se vogliamo capire la natura del mondo moderno, è questo codice che dobbiamo esplorare." Gli oggetti parlano e, in un mondo sommerso di cose, il rumore di fondo è diventato così assordante che è giunto il momento di chiedere un po' di silenzio e lasciar parlare quelli che hanno seriamente qualcosa da dire: capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, scopriamo quanto ci manchi una seria e approfondita cultura sull'argomento, quanto piacere ci sia nel conoscere attraverso gli oggetti, quanto possiamo coltivare noi stessi e la nostra stessa personalità circondandoci di oggetti, nei quali riconoscerci e ai quali affidare il compito di rappresentarci. Deyan Sudjic ci insegna ad apprendere questo linguaggio e ad ascoltare con giudizio critico, così da renderci più consapevoli del mondo nel quale viviamo". (M. De Lucchi)