Il volume ricostruisce la partecipazione di osservatori non cattolici al Concilio Vaticano II, aspetto assolutamente inedito della storia religiosa moderna. E lo fa partendo dall'enorme mole di documentazione inedita emersa durante le ricerche dell'autore per la redazione della "Storia del Concilio Vaticano II" diretta da Giuseppe Alberigo e curata da Alberto Melloni. Si tratta in gran parte dei rapporti che gli osservatori (luterani, riformati, anglicani, ortodossi e di altre piccole chiese cristiane) mandavano periodicamente ai responsabili della propria chiesa: in questi scritti emerge il punto di vista critico di questi osservatori nei confronti dei lavori conciliari ma soprattutto la dinamica del loro coinvolgimento nell'azione comune. Seguendo questo percorso si arriva a comprendere come siano divenuti in qualche modo membri a tutti gli effetti del Vaticano II e protagonisti di quel "concilio segreto" che rappresenta il nucleo spirituale e di comunione dell'esperienza sinodale.
Che cos'è la Massoneria? Com'è organizzata? In cosa crede? Che obiettivi intende raggiungere? A queste e altre domande risponde questo libro diviso in due parti: la prima prende in esame l'organizzazione interna (le logge, le obbedienze, i riti e i gradi iniziatici) e i fondamenti del pensiero massonico (la gnosi, il panteismo, il templarismo, e i Rosacroce); la seconda invece affronta la Massoneria storica, vale a dire le strategie messe in pratica per realizzare nella società il proprio modello religioso e politico in chiave anticattolica. Questa ricerca è necessaria per spazzare il campo dalle fantasiose teorie e approssimazioni complottistiche che abbondano sul web e minano la comprensione del fenomeno: se infatti è innegabile l'influenza che i massoni hanno avuto in determinati processi storici, è bene chiarire che la loro azione è sempre stata indirizzata soprattutto contro la Chiesa cattolica, dal momento che la Massoneria è una contro-Chiesa, anzi la contro-Chiesa per eccellenza. Quello tra la loggia e la tiara è infatti un conflitto ancora in corso e le cui conseguenze più devastanti sono sotto gli occhi di tutti.
Il mistero della SS.ma Trinità fin dai primi tempi del cristianesimo è stato oggetto di riflessioni, sulle quali la Chiesa ha sempre vigilato a tutela della fede. Il Concilio di Nicea del 325 d.C. intervenne per salvaguardare la divinità del Verbo, il Figlio di Dio fatto uomo in Gesù Cristo, divinità messa in dubbio dall'Arianesimo, definendo che il Figlio è omoousios (consostanziale) al Padre, formula che ancora oggi recitiamo nel Credo durante la Liturgia. Questo volume spiega la storia di questa definizione nella ricorrenza dei 1700 anni dal Concilio di Nicea. Analoghe osservazioni si possono fare circa l'appendice annessa al volume riguardante il matrimonio al Concilio di Trento.
«Una vera e propria enciclica sulla e per la pace in Ucraina e in ogni altra parte della terra». Sono le parole con le quali Papa Francesco ha voluto introdurre il suo messaggio al mondo contenuto in questo libro, rivolgendosi a tutti gli uomini e alle donne di buona volontà, alla vigilia del primo Natale di «guerra totale» in Europa dopo il secondo conflitto mondiale. Con la collaborazione del vaticanista Francesco Antonio Grana, il Pontefice ha raccolto tutti i suoi appelli accorati, insistenti e ripetuti. Uno dopo l'altro, questi interventi richiamano l'attenzione al dovere di essere uomini e donne di pace, perché nessuno, in qualsiasi ruolo, può sentirsi assuefatto o indifferente davanti agli orrori della guerra. E se l'obiettivo è la "pace giusta", allora nessuno potrà esimersi dall'ammettere che il mercato delle armi deve essere fermato, che le ingiustizie sociali vanno superate, che le differenze culturali non possono diventare motivo di odio e che la minaccia di un conflitto nucleare non può essere posta, in nessun caso, sul tavolo delle trattative. La guerra è una strada di morte che illude soltanto alcuni di essere vincitori, perché con essa siamo tutti sconfitti.
Benedetto XVI è stato una figura dirompente non solo nella storia della Chiesa a cavallo tra due millenni ma nel cammino della modernità, che ha sfidato, ma in modo positivo, proponendo la scommessa della Fede in Gesù Cristo nel dibattito intellettuale, dominato da una cultura secolarizzata e secolarizzante, e riuscendo a suscitare l’interesse e la stima del mondo accademico e culturale ma anche una veemente reazione contraria. I punti cardine della sua opera teologica e del suo Magistero pontificio sono stati: l’ermeneutica della continuità del Concilio Vaticano ii, la riscoperta della liturgia tradizionale, il confronto fra Fede e Ragione, la grande sfida alla dittatura del relativismo. Le sue dimissioni, un gesto storico, hanno concluso un pontificato straordinario ma non l’influenza del suo pensiero su milioni di persone, così come la sua morte, che ha, anzi, fatto emergere come fosse ancora amato da larga parte del Popolo di Dio e come le questioni da lui poste siano più che mai attuali.
Fra i diversi documenti del magistero pontificio, sono specialmente rilevanti le encicliche. Giovanni Paolo II ne ha scritte tante. Ma più ancora del numero, è l'importanza dei temi esposti ciò che colpisce. Senza rinunciare alle esigenze di un sostanziale rigore teologico, Graziano Borgonovo e Arturo Cattaneo rendono accessibile la profondità di questo straordinario magistero ad un vasto pubblico e aiutano i lettori a scoprire le ripercussioni di tali insegnamenti nella loro vita. In queste pagine non si trovano perciò semplici "riassunti" dei contenuti, ma ne vengono offerte le chiavi di lettura. Nell'introduzione viene esposta una visione complessiva degli aspetti salienti dell'insegnamento di GiovanniPaolo II dal punto di vista storico, teologico e antropologico. Le quattordici encicliche sono poi analizzate singolarmente da altrettanti specialisti. L'ordine seguito non è semplicemente quello cronologico. I temi affrontati permettono infatti di raggrupparle attorno a quattro triadi: le encicliche che si possono denominare "trinitarie" rivolgendo l'attenzione al Figlio (Redemptorhominis), al Padre (Dives in misericordia) e allo Spirito (Dominum et vivificantem); le encicliche sociali (Laboremexercens, Sollicitudo rei socialise Centesimusannus); quelle ecclesiologiche (Slavorum Apostoli, Redemptorismissio, Ut unum sint) e quelle antropologiche (Veritatis splendor, Evangelium vitae e Fides et ratio). Per ultimo sono esposte due encicliche che, per vari motivi, ben possono considerarsi specialmente "personali" di questo papa e costituiscono come un coronamento del suo variegato magistero: Ecclesia de Eucharistia e Redemptoris Mater. Prefazione di Rino Fisichella.
Gli autori hanno voluto narrare la Storia della Chiesa attraverso i secoli, dai primi martiri alla vita dei più grandi santi, riportando alcuni brani dei loro scritti, fino alla storia contemporanea. Il libro é riccamente illustrato e rivolto ad un lettore giovane/adulto.
Negli ultimi anni un'attenzione anche mediatica senza precedenti si è concentrata sulla giustizia vaticana, trovatasi alle prese con un caso dalle dimensioni altrettanto inedite per il minuscolo stato d'Oltretevere. Oltre all'identità dei suoi imputati, a catalizzare un simile interesse hanno contribuito altresì criticità macroscopiche nella gestione del processo, su cui commentatori ed esperti non hanno potuto fare a meno di interrogarsi. Quali gli effetti dei rescritti pontifici che hanno investito la vicenda processuale? Quale il rapporto tra diritto vaticano e diritto canonico? Quale l'impatto della sentenza nell'ordinamento italiano, ma anche sul piano europeo e internazionale? A tali quesiti la presente «analisi critica» mira a fornire risposte.
L'Anno Santo, che Papa Francesco ha voluto celebrare sotto il segno della speranza, è un'occasione di riflessione profonda sul rinnovamento spirituale e sulla riconciliazione tra gli uomini e con DiS. E proprio per riflettere sull'importanza del Giubileo, padre Leonardo Sapienza richiama l'esperienza vissuta da Papa Paolo VI nel 1975, quando, nonostante dubbi e difficoltà, decise di mantenere viva la tradizione iniziata nel 1300.
Attraverso un'antologia di discorsi, omelie, lettere e udienze di Papa Montini, padre Sapienza riesce a far riscoprire al lettore significato del Giubileo come evento che, lontano dalle apparenze, è un invito a un profondo rinnovamento interiore.
Con una lettura che spazia dalle esperienze personali di Paolo VI ale riflessioni teologiche e spirituali, il testo aiuta a comprendere la rilevanza continua del Giubileo, esplorandone il suo significato come tempo di grazia nella Chiesa di oggi.
Un libro che invita a riscoprire la bellezza del Giubileo come un periodo di rinnovamento e di gioia profonda, in cui i fedeli sono chiamati a essere testimoni e messaggeri di speranza per il mondo intero, affrontando le nuove sfide con fede e resilienza.
Al cuore della storia del potere temporale della Chiesa. Ritornato da Avignone a Roma dopo la chiusura del Grande Scisma d'Occidente (1378-1417), il papato attraversa un periodo di consolidamento, vissuto all'insegna del trionfalismo. Il recupero dell'autorità, il radicamento definitivo in Italia e l'edificazione di un apparato centrale di governo della Chiesa vennero celebrati dagli apologeti dell'ideologia papalista non meno che dagli artisti e dai letterati della curia. I controversi mezzi di cui fece uso la Chiesa romana nell'ampliamento del suo dominio temporale, come il bellicismo e il «grande nepotismo», sollevarono proteste e imbarazzi ma nessun ostacolo serio. Eppure, l'ascesa dei papi a fastosi sovrani del più forte e rispettato Stato italico, dopo aver toccato il culmine entro i primi due decenni del Cinquecento, conobbe la più dolorosa delle interruzioni con il Sacco di Roma del 1527, evento che conclude l'appassionante ricostruzione di questo libro.
Il mondo ancora non lo sa, ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello (Ap 19,9). Per accedervi occorre solo l'abito nuziale della fede che viene dall’ascolto della sua Parola (cfr. Rm 10,17): la Chiesa lo confeziona su misura con il candore di un tessuto lavato nel Sangue dell'Agnello (cfr. Ap 7,14). Non dovremmo avere nemmeno un attimo di riposo sapendo che ancora non tutti hanno ricevuto l'invito alla Cena o che altri lo hanno dimenticato o smarrito nei sentieri contorti della vita degli uomini.
Per questo ho detto che "sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per |’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione" (Evangelii gaudium, n. 27): perché tutti possano sedersi alla Cena del sacrificio dell'Agnello e vivere di Lui (Papa Francesco, Desiderio desideravi 5).
Il lavoro si svolge in modo molto semplice: dalla presentazione della Lettera Apostolica, confrontarci con la Liturgia di Trento, perché possiamo comprendere e far brillare tutto il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II, come risposta missionaria davanti alla crisi del mondo moderno (cf Giovanni XXIII, Costituzione Apostolica "Humanae Salutis", 25 aprile 1961, con cui indiceva il Concilio). La Costituzione Lumen Gentium ci ha fatto riscoprire la Chiesa come "popolo di Dio", come comunità cristiana: è questa comunità tutta intera, Capo e membra, che celebra il Mistero della Pasqua. A questa comunità cristiana il Concilio ha aperto le Scritture in maniera davvero grande con la Dei Verbum, perché la Parola di Dio torni ad essere la lampada ai nostri passi, la luce sul nostro cammino (cf Sal 119,105). La Sacrosanctum Concilium ha permesso alla Liturgia di tornare alle sue fonti ebraiche e patristiche, tradotte in un nuovo stile celebrativo che ha nel Messale Romano di Paolo VI il suo libro maestro. Di questo rinnovamento ci piace cogliere, poi, la dimensione escatologica propria della Liturgia e lo strumento, a nostro avviso, più adatto per mettere in atto questo rinnovamento è l'iniziazione cristiana, attraverso un'esperienza ecclesiale particolare.
Ezechiele PASOTTI è un presbitero della Diocesi di Roma, licenziato in Teologia Liturgica al Pontificio Istituto Liturgico S.Anselmo (Roma). Ha svolto il ministero di evangelizzazione in diversi Paesi d’Europa, America e Africa, e per quasi 20 anni è stato Prefetto agli studi nel Seminario Diocesano Missionario "Redemptoris Mater" di Roma.
In un tempo per tanti versi drammatico, nel quale l'uomo è sottoposto a innumerevoli minacce che mettono a rischio la sua stessa umanità, i 1700 anni del Concilio di Nicea costituiscono una preziosa opportunità per chiederci chi sia Cristo per la vita dell'uomo, di ciascuno di noi, una domanda che Gesù stesso pose ai suoi discepoli: «E voi chi dite che io?». Essa interpella in primo luogo la vita della Chiesa, sempre esposta al rischio di ridurre Cristo al suo esempio e non al dono della sua persona, una strada che finisce per portare a stanchezza, tristezza e smarrimento. Negando la divinità di Cristo, Ario lo riduceva a mediatore tra Dio e l'uomo, svuotando la realtà dell'incarnazione cosicché divino e umano restavano irrimediabilmente separati. Ma se Dio non si è fatto uomo, come può l'uomo diventare come Lui? Questo era in gioco a Nicea ed è in gioco oggi: la fede in Dio «che si è fatto come noi per farci come Lui», estrema convenienza per ogni singola persona: «Si tratta di te». Riprendendo con rigore il dibattito che si svolse a Nicea, l'autore ci conduce a contemplare con stupore e gratitudine la bontà del Signore e ciò che ha fatto «per noi e per la nostra salvezza», mosso da un amore infinito di Padre che ci vuole tutti figli.