Si entra nella sfera pubblica ogni qualvolta usciamo di casa, a piedi, o in auto o con i mezzi pubblici, per raggiungere il luogo di lavoro o di incontro con amici e conoscenti, sedi di istituzioni politiche, amministrative, culturali, di volontariato, comunità di fede religiosa. Entriamo nella sfera pubblica, in maniera del tutto diversa, anche ogni qualvolta usiamo il nostro smartphone o computer per navigare o essere presenti sui social. Tutte queste azioni pubbliche pongono tanti questioni e dubbi etici. Questo saggio cerca di rispondere ad alcuni di essi, delineando un percorso di etica pubblica, ossia una riflessione su come ci comportiamo nelle reti di relazioni che frequentiamo e quali principi etici ci aiutano a risolvere piccoli e grandi dilemmi. Si tratta di scoprire se l'etica pubblica stanca, annoia o infastidisce; oppure se l'etica pubblica si è "stancata" di essere trascurata o maltrattata.
Nella creazione si annida un principio dinamico, misterioso e inatteso, l'amore. L'eros di Dio genera il mondo. Il Dio che ama intuisce la creatura umana. L'uomo con attesa e speranza si interroga su questo. Essere cristiani significa vivere in dialogo con questo amore, senza cercare risposte definitive. L'autore parte dall'ipotesi della creazione e pone al centro la figura di Gesù Cristo, mettendosi in cammino lungo le vie del pensare.
La figura di Gesù è di grande attualità, Gesù è "di moda". La ricerca del Gesù storico è ormai ampiamente aperta e consente di focalizzarne alcuni aspetti. L'autore mette in evidenza due aspetti: la sua pratica di guarigione e la sua adesione al giudaismo. Quest'ultima è particolarmente importante in quanto mette in discussione le regole di purità: l'amore per l'altro, infatti, ha la precedenza su ogni altra considerazione legale. Pubblichiamo qui la traduzione dell'articolo "Écrire une Vie de Jésus aujourd'hui", apparso sulla rivista Études 4259 (2019).
Il Dio che si rivela è anche un Dio che si nasconde. Tuttavia, la sua presenza nascosta non è assenza, è appunto quella di un volto familiare che si nasconde, o di uno sguardo amorevole che si sottrae. La presenza elusiva di Dio è una metafora biblica della rivelazione. Il Dio di Israele è un Dio che si rivela e si nasconde, perché nel nascondimento mette alla prova la nostra speranza. La presenza di Dio è elusiva non perché egli sia abitualmente nascosto, ma perché la sua presenza intermittente è un segnale di libertà.
Il Magnificat, cantico della Vergine Maria, è una delle preghiere più elevate, sublimi ed ispirate dallo Spirito Santo. È l'exultet di Maria, la lode della serva, l'inno alla gioia messianica, il canto ai poveri, la memoria della misericordia. L'amore preferenziale di Dio per i poveri è iscritto nel canto della Vergine. Maria è imbevuta dello spirito dei poveri di YHWH, che ripongono solo in Dio la loro speranza. Ella annuncia la vicinanza del Messia evangelizzatore e liberatore. La presenza di Maria è, dunque, più contenuta nella nostra carne che nelle nostre nicchie. Ne è icona per eccellenza il contenuto del Magnificat che si fa espressione dell'umanità profondamente umana della Vergine di Nazaret e radicalmente consegnata e donata all'azione divina. Donna non astratta dal genere umano e dal suo popolo, ma pienamente dentro la realtà antropologica e suo compendio. La vicenda di Maria è, dunque, filigrana di umane relazioni, coinvolgimento graduale nel "piano divino" per eccellenza. Papa Francesco interpreta e declina nel suo magistero il Dio dell'Alleanza che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote. Maria, per papa Francesco, appare come colei che è madre per i poveri, modello di umiltà, simbolo di liberazione e nello stesso tempo ci mostra la Chiesa che è chiamata ad essere mariana, solidale, samaritana e misericordiosa.
L’agiografia rappresenta un punto di osservazione privilegiato per comprendere la società e le trasformazioni della cultura occidentale, poiché ha contribuito a plasmarne l’immaginario collettivo, lasciando un’impronta indelebile nell’arte, nella letteratura e nelle tradizioni popolari. Con questo libro l’autore riflette sul valore di questa disciplina, ne ricostruisce l’evoluzione e le trasformazioni che hanno segnato la narrazione della santità nel corso dei secoli. Dopo aver introdotto il lettore alle origini della materia, alle sue principali fonti e al metodo di indagine, il volume si sofferma ad approfondire il rapporto tra l’eroe classico e il santo cristiano, entrambi presentati come exempla ad imitandum, che sembrano svolgere la medesima funzione all’interno della società: l’eroe, simbolo della cultura classica, sarebbe stato sostituito dal santo, nuovo eroe del cristianesimo. Evidenziate le differenze tra le due figure, l’autore analizza quali elementi e schemi narrativi della tradizione classica siano stati ripresi e rielaborati dai primi autori agiografici.
Il volume si apre quindi all’analisi e al commento di alcune tra le opere più significative delle letteratura agiografica. L’itinerario proposto accompagna il lettore attraverso gli atti e le passioni dei martiri, le biografie antiche e medievali, le narrazioni di traslazioni di reliquie. Questo approccio consente di immergersi nel contenuto delle fonti e addentrarsi nei contesti storici in cui hanno preso forma. Un’attenzione particolare è riservata al calendario liturgico e all’evoluzione del processo di canonizzazione, elementi chiave nella costruzione della memoria agiografica. Conclude il percorso il commento alla pièce Assassinio nella cattedrale di T.S. Eliot, incentrata sul martirio di Thomas Becket, opera che getta luce sul complesso rapporto tra verità storica e narrazione agiografica. Il libro introduce così il lettore allo studio dell’agiografia e diventa un percorso che attraversa i secoli, in cui la parola agiografica diventa spazio di confronto tra devozione, politica e cultura, e in cui la lotta tra morte e vita, evocata nel titolo, si rinnova in ogni pagina.
Questo volume indaga, con sapiente equilibrio tra erudizione e profondità spirituale, il mistero dei sacramenti di guarigione: la Penitenza e l’Unzione degli infermi.
L’opera traccia un percorso storico che parte dalle prime testimonianze nel Nuovo Testamento, attraversando tutte le epoche della cristianità. Dai padri della Chiesa alle pratiche medievali, dalla riforma tridentina fino ai rinnovamenti conciliari, l’autore ci guida in un viaggio illuminante che rivela come questi sacramenti si siano evoluti in risposta alle mutevoli sensibilità spirituali e pastorali. Con meticolosa attenzione e linguaggio accessibile, l’autore analizza i riti attuali della Penitenza e dell’Unzione secondo il Rituale Romano vigente, portando alla luce le profonde radici teologiche che ne alimentano il significato. In tal modo l’esperienza liturgica viene arricchita dall’intelligenza teologica, mostrando come si tratti di una vera e propria teologia incarnata.
Per ritus et preces ogni elemento celebrativo acquisisce nuova luce e vitalità, offrendo ai lettori – siano essi studiosi, ministri o fedeli – una comprensione rinnovata di questi potenti strumenti di riconciliazione, conforto e guarigione spirituale. Un’opera particolarmente importante per chi desidera approfondire non solo la pratica, ma anche l’anima di sacramenti che continuano a toccare l’esperienza umana nelle sue dimensioni più vulnerabili e autentiche.
Antonio Miralles, nato ad Alicante (Spagna) nel 1941, è stato ordinato Presbitero nel 1965, incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei. Già Direttore dell’Istituto di Liturgia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma), è Professore emerito di Teologia dei sacramenti della medesima Università. È stato Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per il Clero. È autore di decine di articoli e contributi, e di diversi volumi.
Dove va la Chiesa? La complessità sociale e geopolitica suggerisce l'intreccio di più sguardi, ma è la vita stessa a chiederci di accostare diversi piani di lettura. Per molti versi imprendibile, la realtà contemporanea demolisce i sistemi chiusi e le pretese totalitarie che paiono invece imporsi. Vi sono soglie su cui esercitare una particolare vigilanza e margini che vengono al centro. Quello che tutti attraversiamo è un travaglio, per molti versi doloroso e violento, ma dal quale può nascere un mondo diverso e migliore. È un tempo di passaggi, in cui i cattolici possono giocare fino in fondo la comune partita. Un tempo per riconoscersi incompleti e scommettere su ciò che non separa, ma rinvia all'intero. Prefazione di Armando Matteo.
C'è qualcuno a cui interessa essere salvato? L'amore chiede eternità? La morte, la fragilità, il male ci sfidano? Le relazioni sono una banale consumazione del tempo? Gli altri, uomini e donne, mogli, mariti, figli, genitori, amici sono fonte di gioia e redenzione? E il lavoro, la fatica, i soldi? L'autore ci rimanda all'avvenimento di un Dio che si incarna per salvaguardare la relazione con gli uomini pensati a sua immagine e somiglianza e amati come figli. In quanto creature, per noi la vita si realizza nella relazione con l'altro: l'amore, il matrimonio, la fecondità, anche nelle forme di consacrazione verginale, sono esperienze universali che invocano e offrono a ciascuno opportunità di salvezza. Ma è nella comunione sacramentale della Chiesa, lo strumento salvifico voluto da Cristo come luogo della sua permanenza e presenza nella storia, che si compie al livello più alto la relazione d'amore stabilita da Dio con le sue creature predilette. Prefazione di Marco Andreolli.
Questo piccolo libro rappresenta il terzo e ultimo volume di un trittico dedicato alla cristologia e soteriologia della Summa Theologiae di San Tommaso d'Aquino. Dopo aver approfondito la persona e le due nature di Cristo ed essersi poi soffermati sui misteri cristologici dal concepimento alla trasfigurazione, in queste pagine si affronta l'analisi della passione, morte e sepoltura, discesa agli inferi, risurrezione e ascensione, glorificazione e giudizio finale di Cristo. L'analisi del mistero pasquale e del compimento dell'opera di redenzione rappresenta infatti il coronamento della riflessione dell'aquinate, che coniuga una cristologia "dall'alto" con una soteriologia "dal basso".
L'editoriale propone il testo della "Prolusione" della Rettrice del Politecnico di Milano, in occasione dell'Inaugurazione dell'Anno Accademico 2023-2024. I saggi di Massimiliano Scandroglio, Laura Invernizzi, Salvatore Amato e Luciano Eusebi sono i contributi di un Seminario interdisciplinare, svolto in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore e l'Università del Piemonte orientale sul tema della Dignità. Quando l'uomo può dirsi umano. Chiudono il fascicolo due contributi di taglio storico-teologico.