Il tema dell'immagine e, in particolare, dell'immagine sacra è fondamentale nella storia del cristianesimo antico. L'atteggiamento dei primi cristiani nei confronti delle immagini e della realizzazione delle immagini sacre è ambivalente: da un lato, guardano con sospetto alla possibilità della produzione e soprattutto del culto delle immagini sacre; dall'altro lato, ammettono che la rappresentazione del divino e la devozione nei riguardi delle immagini sacre siano legittimate dall'incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Il secondo concilio di Nicea, del 787, che il presente volume esplora attraverso una prospettiva multidisciplinare, ossia storica, teologica, filosofica e iconografica, segna una svolta epocale nella storia della Chiesa antica, in quanto stabilisce la liceità della realizzazione e del culto delle immagini sacre, che condiziona in modo irreversibile il rapporto fra teologia ed arte nella successiva storia dell'identità cristiana, sia in Occidente sia in Oriente.
Letizia è una parola poco in uso nel linguaggio contemporaneo. Tendiamo a parlare di benessere, felicità, serenità, gioia... ma raramente facciamo riferimento alla letizia. Non solo nel linguaggio comune, ma anche in ambito francescano, nessuno ne parla più, quasi ne fosse stato smarrito il senso profondo. Eppure... nella sua esperienza di fede san Francesco ne parla diffusamente come dello stato d'animo rivelatore di un'autentica relazione con Dio. Ma cosa è la letizia? Come riconoscerla? E, soprattutto, come farne esperienza? L'Autore di queste pagine, seguendo le tracce negli Scritti e nelle biografie del Santo di Assisi, prende per mano il lettore e lo conduce a scoprire il segreto di un uomo che, seppure immerso in sofferenze e difficoltà di ogni genere, non ha mai smesso di lodare Dio con vera e perfetta letizia.
Attraverso lo studio e l'analisi delle lettere di padre Pio a una sua figlia spirituale gli autori evidenziano il metodo del santo nel condurre la direzione spirituale e la catechesi a distanza di quasi sessant'anni dalla morte e venti dalla canonizzazione. Nell'arco ben delimitato di due anni si vede come padre Pio prende per mano l'anima da lui diretta e la conduce fino alla perfezione stabilita da Dio. Il carteggio avviene tra il santo e la nobildonna foggiana Raffaellina Cerase vissuta tra fine ottocento e inizi del novecento.
Monsignor Sergio Pagano è uno degli uomini meno conosciuti ma più potenti e rispettati del Vaticano. Prefetto dell'ex Archivio Segreto Vaticano dal 1997, questo vescovo conosce a fondo verità e misteri di quello che è stato definito «la centrale dell'intelligence d'Europa», con milioni di documenti accumulati e custoditi nei suoi locali fin dal 1611, anno della fondazione. Per la prima volta, quest'uomo riservato e colto svela in un libro intervista a Massimo Franco una parte dei segreti racchiusi nel «bunker», il deposito sotterraneo lungo 86 chilometri lineari che ospita i documenti più riservati, visitato in esclusiva dall'autore per questo libro. Ne emerge una rilettura inedita e spiazzante di alcuni passaggi storici fondamentali. Dalle carte del processo a Galileo, ai silenzi di Pio XII sulla Shoah: temi cruciali che Pagano ha avuto il compito di studiare e rendere pubblici. E ancora, dalla razzia degli Archivi Vaticani da parte delle truppe di Napoleone, che li trasferì a Parigi, alla rete di spie papali a caccia dei «modernisti»; dal ruolo dell'America e dei suoi dollari nei conclavi del passato, al rapporto tormentato con la Cina comunista. Il libro rivela le ragioni che nel 2019 hanno spinto papa Francesco a rinominare l'Archivio Segreto, chiamandolo Apostolico. È solo una delle «pepite» che emergono da questa miniera di aneddoti, intrecci, a volte leggende che aiutano a conoscere le dinamiche, oltre che la storia, di un'istituzione millenaria.
Edizione a cura di Manlio Sodi e Antonio Zanardi Landi
L’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi di Malta, è stato per molti secoli parte integrante e non secondaria di quell’Europa che veniva prendendo forma sotto gli occhi di Enea Silvio Piccolomini. Ne ha costituito un bastione di difesa importante per contrastare l’avanzata degli Ottomani e dei Turchi, ne ha incarnato, insieme ad altri Ordini Ospedalieri oggi scomparsi, una vocazione di attenzione al ferito e al malato di ogni religione e di ogni razza: un fenomeno tipicamente e originariamente europeo. Oggi l’Ordine, presente e attivo in 120 paesi, porta nel mondo un seme di storia europea, che in molte parti del globo, e non certo per merito del solo Ordine di Malta, ha attecchito dando vita ad esempi di generosità e di sacrificio eccelsi. Questi principi e questi valori sono oggi in pericolo a causa dei numerosi conflitti in atto; per questo è necessario e indispensabile riflettere sulle lontane radici dell’Europa, scavate ed esposte da Pio II. E la lettura della sua opera offre una lezione di storia e di vita il cui realismo se da una parte incuriosisce, dall’altra permette di cogliere un’infinità di aspetti che caratterizzano l’animo umano di sempre.
Un viaggio attraverso la vita di Albino Luciani, divenuto Giovanni Paolo I: l'infanzia a Canale d'Agordo (BL), con i ricordi di prima mano della nipote Pia Luciani; ma anche con le testimonianze rimaste dei fratelli Edoardo ed Antonia. Infanzia umile e semplice come fu sempre, formazione sacerdotale robusta e profonda. Fu uomo di profonda cultura, attraverso la quale trasmetteva la Verità. Umile e amabile, Papa Luciani era comunque dotato di fermezza e di coraggio, come ricordano i testimoni. Morì in circostanze ancor oggi non accertate, lasciando un grande vuoto, nonostante i soli trentatré giorni del suo indimenticabile pontificato.
Francesco Faà di Bruno (1825-1888), ufficiale, poi matematico e astronomo, voluto da Vittorio Emanuele II come precettore dei suoi figli, infine sacerdote, beatificato nel 1988 da Giovanni Paolo II, emerge nel panorama ottocentesco come figura ricca di ingegno, di cultura e di pietà. Nel contesto risorgimentale delle durissime persecuzioni contro la Chiesa, quasi a smentire il luogo comune secondo cui i cattolici formino un'entità a sé, carente di senso civico e delle istituzioni, Faà di Bruno mostra invece come l'esperienza di fede esalti il senso di appartenenza a un popolo e a una nazione, consentendo al tempo stesso che la libertà di iniziativa personale e sociale non sia subordinata all'autorizzazione dello Stato. Il beato è infatti ricordato per le sue grandiose opere di carità a favore degli anziani, dei poveri, dei malati, delle cameriere, delle prostitute...
«Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l'apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Il prossimo Giubileo, dunque, sarà un Anno Santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio. Un Anno Santo durante il quale ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del creato. Lasciamoci fin d'ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano.
Per la prima volta, nella storia bimillenaria della Chiesa, papa Francesco ha virtualmente invitato tutti i fedeli del pianeta a esprimere la loro voce e le loro esigenze, a dare il loro parere sulle riforme possibili e necessarie. Ma l'ideale di una «Chiesa sinodale» spesso finisce per ridursi a uno slogan privo di contenuti determinati o per lasciare adito a strumentalizzazioni ideologiche. Questo libro vuole ricostruire storicamente il concetto di sinodalità a partire dal Vaticano II , mostrandone la genesi e l'evoluzione, le variazioni semantiche, le forme di recezione nella dottrina teologica, canonistica e sociologica. Lo scopo è triplice: precisare cosa si debba intendere propriamente per sinodalità; determinare la sua portata in rapporto ai modelli di Chiesa e porre in risalto i limiti e gli equivoci cui è esposta l'attuazione del progetto papale.
Pregare significa attingere costantemente ai doni dello Spirito Santo: pace, sapienza, forza, giustizia, equilibrio. La preghiera è condizione essenziale della vita cristiana e sfida, con la sua bellezza, ogni riduzione dell'uomo alla sola dimensione materiale, dove dobbiamo essere efficienti, competitivi e, soprattutto, soli Papa Francesco pone profonda fiducia nel potere della preghiera ed è sinceramente convinto che senza di essa nulla sia possibile, nella vita dell'umanità, mentre tutto assume una luce nuova se "attraversato" dalle luce che solo dalla preghiera emana su ogni cosa. Proprio la preghiera, come spiega il papa anche in questo libro, ravviva uno dei messaggi fondamentali del cristianesimo: nessuno di noi è solo e in particolare nessun credente è solo, neppure il papa e neppure l'ultimo dei poveri della terra. Grazie al formidabile itinerario alla scoperta di ogni aspetto della vita di preghiera, e della preghiera per la vita, che Francesco ci propone in 5 fondamentali passi scoprirai l'essenza della preghiera del cuore: 1. Cos'è la preghiera e perché pregare? 2. La preghiera nella Bibbia 3. I diversi tipi di preghiera 4.Tanti modi di pregare 5. La forza della preghiera e ottenerne i frutti Inoltre, il volume contiene le più belle Preghiere del papa e un Piccolo manuale di preghiera.
Questo libro riporta in luce un personaggio dimenticato, legato al Papa e alla Chiesa, a Roma e alla sua gente, cui si dedicò interamente con intelligenza e cuore, distinguendosi fra i grandi protagonisti del suo tempo.
«Come ministro delle armi, l’arcivescovo de Mérode fu colui che costituì l’esercito pontificio prima della campagna del 1860 che portò alla conquista, da parte del Piemonte, di Marche e Umbria, riducendo lo Stato della Chiesa al solo Lazio. In seguito trasformò la città di Roma, dandole un’impronta moderna e splendida». - Alberto Leoni
Xavier de Mérode è stato definito dai suoi detrattori scaltro, approfittatore, fazioso fino alla violenza. Un carattere ruvido, irruento, sempre pronto alla risposta. Di nobile famiglia belga – suo padre Felix è considerato uno dei padri fondatori della Patria –, ha vissuto il suo ministero nella Roma di Pio IX attraversando tutta la parabola dalla Repubblica romana (1849) alla Legge delle guarentigie (1871). Un periodo non facile, che lo ha trovato strenuo difensore del potere temporale della Chiesa. Durante il suo servizio come elemosiniere, è riuscito a salvare dalla distruzione molte catacombe e cimiteri cristiani dall’invadenza dei piani regolatori del nascente Regno d’Italia. Accusato di essere un “palazzinaro” senza scrupoli, in realtà ha posto con sapienza le basi per gran parte dell’urbanizzazione di Roma e del comprensorio pontino, realizzando opere tutt’ora visibili.