«In cammino verso il Giubileo, ritorniamo alla Sacra Scrittura»: rispondendo a questo invito di papa Francesco, il libro vuole essere una bussola capace di orientare a 360° i credenti nel cammino giubilare, accompagnandoli quotidianamente ad ascoltare e meditare il Vangelo del giorno, illuminati dal commento di autori spirituali.
Più che tecnica di preghiera, la meditazione è un modo di essere e di vivere, un'esperienza pura di unione con Dio. Una pratica che John Main sperimenta a contatto con le religioni orientali e scopre profondamente radicata nella tradizione cristiana. I testi qui presentati, raccolti da Laurence Freeman, allievo ed erede dell'autore, toccano alcuni cardini del suo insegnamento: la semplicità della meditazione, il mantra come risonanza armonica di Dio in noi, l'importanza di riscoprire il valore del silenzio e la gioia del Vangelo, il distacco da sé e da ciò che è transitorio per avvicinarsi agli altri e all'Altro. La ricerca di Dio è allora ricerca d'amore, non conquista del pensiero ma esperienza che coinvolge la persona nella sua totalità. Ne risulta una proposta capace d'intrecciarsi alle questioni religiose e sociali che animano il mondo di oggi, un richiamo a «essere pienamente vivi», a «rispondere in modo totale alla realtà del qui e ora».
Abbiamo la testa e il cuore pieni di cianfrusaglie. Possiamo però cercare l'essenziale, lasciandoci accompagnare dalle pagine della Scrittura e dalla sapienza della Chiesa attraverso un itinerario di verità e libertà, per ritornare a stupirci del valore che la nostra vita ha davanti a Dio e davanti al mondo. Gli esercizi spirituali secondo la dinamica del discernimento del bene e del male sono un cammino di preghiera per imparare a distinguere l'Amore vero dai falsi amori, il Volto di Dio dalle sue contraffazioni, il Bene reale da quello apparente ed essere così liberi di donarci ai fratelli e alle sorelle nella gioia e nella gratuità.
Che motivo c'è di celebrare se ciò che conta per i cristiani è comportarsi bene? Che senso ha compiere riti o, peggio, sprecare tempo e risorse per la liturgia se ciò che conta è la carità? Come si può giustificare la liturgia, in particolare le sue feste, con le sue pretese, a fronte delle necessità dei poveri? Il discredito della liturgia fa eco alla domanda posta a Gesù. Questo studio tenta una risposta attraverso la dinamica antropologica estremamente attuale del dono: il dono può essere la categoria antropologica e teologica che motiva la celebrazione liturgica evitando di ridurla all'osservanza di una mera regola, riscoprendone il senso.
Lo studio procede dal piano speculativo al piano pastorale. Come il dono, anche ¡l rito se smisurato può generare imbarazzo se banalizzato può scadere nell'insignificanza: Questo libro cerca i criteri per una celebrazione nella quale sia possible gustare il Dono di Dio e nella quale la Chiesa possa "riceversi" come donata.
Avvento e Natale, per i cristiani, ridanno slancio e vitalità all'esistenza, nei giorni del solstizio d'inverno. Segnano una conclusione e inaugurano un nuovo inizio. Il più delle volte, però, il senso profondo delle celebrazioni cristiane per la nascita di Cristo pare offuscato, se non smarrito. Ecco allora queste "parole chiave", pensate per recuperare un atteggiamento decisivo per la nostra vita, quello dell'attesa della vigilanza. In un'epoca, poi, in cui violenza e arroganza sembrano crescere, l'unico che ha il potere di contrastarle alla radice è il Principe della pace. La pace che viene da lui è un dono che abita la nostra coscienza e il nostro spirito, sospingendoci verso tempi migliori. Da "attesa" a "desiderio", da "Magi" a "Giovanni Battista", da "Gerusalemme"a "Betlemme", via via fino a " Incarnazione" e "Epifania", Roberto Laurita offre pillole di riflessione chiare, immediate, a cui attingere quotidianamente per entrare nella logica del dono, fra eternità a tempo, che innesca il percorso del nuovo anno. Il quale, questa volta, ha i tratti di un nuovo anno giubilare. Un libretto efficace per alimentare la propria fede in chiave biblica e liturgica.
Il presente studio aggiunge un importante tassello ad un affascinante mosaico già particolarmente ricco di studi e contributi, riguardanti sia il pensiero che le opere del card. Giacomo Lercaro. La poliedrica visione teologico-liturgica della partecipazione attiva dei fedeli colta secondo la prospettiva pastorale, offre interessanti ed avvincenti sollecitazioni, anche per una possibile riconsiderazione della stessa negli odierni diversificati contesti ecclesiali e negli stessi ambiti accademico-formativi. Così teologia e pastorale, arte e architettura, pastori e laici, in special modo quanti hanno ereditato l'insegnamento e l'opera di Lercaro, vengono nuovamente sollecitati ad intercettare, nell'originaria unità d'azione e nella costante ricerca ed approfondimento, l'autentico significato profuso dalla vasa testimonianza ecclesiale, per una liturgia autenticamente viva e vivificante.
Il libro dell'Apocalisse colpisce per il suo forte carattere liturgico. Giovanni nel descrivere le sue visioni fa ampio ricorso ad arredi liturgici e gesti cultuali, e lo stesso scritto nel suo insieme sembra presentare una liturgia in corso di celebrazione.
Al di là dell'influsso della liturgia giudaica e di elementi della liturgia imperiale, si delineano già tratti della novità del culto cristiano emergente, in linea con la novità di quella Rivelazione di cui l'Autore, per incarico del Risorto, si fa portatore.
In questo contesto egli indica la presenza del Cristo come sperimentabile in tutta la sua attualità e vitalità nell'eucaristia. Ciò non con modalità descrittive di tipo rituale, come avverrà invece in altri scritti cristiani se non a lui contemporanei di poco successivi; né con un discorso teologico ampio ed esplicito come, nel contesto degli scritti giovannei, si riscontra nel capitolo 6 del Quarto Vangelo. Egli si avvale della forma di comunicazione che più gli è propria: il simbolo. Attraverso le immagini di un elaborato simbolismo eucaristico, l'Autore cerca di condurre il lettore/ascoltatore nell'ineffabile del contenuto della Rivelazione e di indurre il bisogno di impegnarsi in esso.
Un piccolo diario di bordo per creare addobbi da appendere all'albero ogni giorno fino a Natale! Un testo su cui annotare e disegnare emozioni, parole, preghiere. L'Albero di Iesse è una rappresentazione della genealogia di Gesù. In molti paesi anglosassoni è consuetudine allestirlo nelle case, utilizzando rami, feltro o con un vero sempreverde e, a partire dal 1° dicembre, giorno dopo giorno, addobbarlo con un protagonista o un avvenimento dell'Antico Testamento. Un Calendario dell'Avvento particolare, che permette di conoscere meglio la storia della Salvezza che porta a Gesù. Una storia che apre il cuore, lo riempie di speranza. Rimanendo uniti alle radici della Parola di Dio e spinti dal suo Spirito, proveremo con questo piccolo libro a prepararci ad accogliere Gesù.
Nel promulgare il Giubileo della Speranza per l'anno 2025, papa Francesco ha indicato come tappa per il 2024 il tema della preghiera, dimensione costitutiva della vita spiritual del cristiano.
Il Centro Studi "Teilhard de Chardin per il futuro dell'uomo" intende concorrere con la presente pubblicazione a questo sforzo corale dell'intera Chiesa. Occorre tener presenti le inquietudini del nostro difficilissimo tempo, che interrogano le coscienze in ordine al senso della preghiera oggi; un interrogativo serio, per il quale può apportare un fecondo contributo proprio la preghiera personale di padre Teilhard.
Il volume presenta a tal fine una inedita selezione antologica di preghiere, tratte da differenti testi, nelle quali il gesuita francese, mistico e scienziato, mette a nudo tutto il proprio essere in ricerca, ed esprime con sublimi espressioni come l'uomo del nostro tempo possa cercare di aderire appassionatamente, anima e corpo, al divenire della storia. Senza rinunce e censure, senza pessimismo chiusure, con grande speranza.
Nelle omelie raccolte in questo volume è seminato il Vangelo predicato da don Renato Coronelli nelle domeniche e nelle feste dell'anno liturgico. Esse corrispondono, con solo qualche mancanza, all'intero ciclo triennale del lezionario festivo secondo il rito ambrosiano. Le omelie qui pubblicate non sono uscite come tali dalla penna di don Renato, che ha lasciato solo manoscritti da lui utilizzati come traccia per la predicazione orale. La forma letteraria sufficientemente definita dei suoi scritti ha però permesso una revisione e redazione che non ne mortificasse lo spirito, ma anzi gli permettesse di parlare ancora vivamente, consentendo ai lettori di scorgere la cura amorosa e l'efficacia comunicativa con cui don Renato ha annunciato la Parola di Dio.
"Dilexit nos", quarta Enciclica di Francesco, ripercorre tradizione e attualità del pensiero "sull'amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo", invitando a rinnovare la sua autentica devozione per non dimenticare la tenerezza della fede, la gioia di mettersi al servizio e il fervore della missione: perché il Cuore di Gesù ci spinge ad amare e ci invia ai fratelli Per esprimere l'amore di Gesù si usa spesso il simbolo del cuore. Alcuni si domandano se esso abbia un significato tuttora valido. Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l'importanza del cuore.
Le riflessioni proposte in questo libro si basano sulla vita concreta della comunità, che cerca di mettere in pratica il Vangelo nella quotidianità, affrontando i problemi che si presentano, sia a livello personale che riguardo alla società e al mondo. Per questo motivo, le omelie di Resca sono ricche di riferimenti concreti, che riguardano problemi reali che il cristiano si trova a vivere ogni giorno e affronta attraverso la lettura della Parola di Dio. L'autore cerca di partire dalla realtà concreta per comprendere, interpretare e attualizzare la lettura del Vangelo secondo il Cuore di Dio. La lettura del Vangelo diventa viva e può avere un impatto significativo sulla vita dei fedeli.