In ogni epoca della storia, in ogni latitudine del mondo, i Santi appartengono a tutte le età e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione e costituiscono una straordinaria varietà, come un giardino pieno di svariati e bellissimi fiori. E non dobbiamo pensare solo a quei Santi che sono canonizzati, ma anche alle tante persone buone che il Signore ci ha fatto incontrare e che forse non saliranno mai agli onori degli altari, ma che hanno vissuto la fede nell'umile quotidiano ed hanno irradiato intorno a sé il profumo e la luce di Cristo. Da questo meraviglioso giardino di santità l'Autrice raccoglie nel suo libro alcuni dei fiori più piccini, come a farne un mazzetto, non solo per rallegrarci del suo profumo e ringraziarne il Signore, ma soprattutto per trarne esempio e stimolo ad intraprendere anche noi il cammino verso la santità cui, del resto, siamo chiamati. Questi piccoli grandi testimoni della fede brillano come luci nel firmamento e ci dicono che la santità è possibile se apriamo il cuore alla Grazia, collaborando con essa.
Maddalena Carini è stata la prima donna italiana miracolata a Lourdes. Nata in provincia di Pavia, ha fondato a Sanremo la Famiglia dell'Ave Maria. Nel 2013 è stata introdotta la sua causa di beatificazione.
La seconda parte del racconto autobiografico della vita dell'autore Mario Lo Pinto, che dopo gli studi, si impegna nel mondo del lavoro e mette su famiglia. Rimane nel tempo la verifica della tenuta dell'esperienza cristiana che informa e da senso ad ogni vissuto.
Il titolo riprende la frase biblica: "Tirando le somme devo riconoscere che ho sempre avuto la tentazione di ridurre tutto alla mia misura. E invece: una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio. Mi è stata versata in grembo una quantità esorbitante più di quella dei sacconi che riempivo fino all'orlo con il seme che usciva dalla sgranatrice".
Una magistrale autobiografia di un quasi centenario che riassume e capovolge quanto ha scritto il prete "cercatore di perle" tra i più "piccoli" e gli "ultimi". Noto finora per avere vissuto l'esodo (exodos) come uscita permanente da ogni sistema, ecclesiastico e laico, desideroso solo di andare incontro ai "fuori sistema" e vivere con loro, dopo anni di rilettura della propria storia personale e comunitaria alla luce della Parola di Dio, il prete degli Zingari ci consegna il suo esodo (eisodos) come entrata, come continua ricerca e immersione nel mistero di Dio. È Lui la "perla" preziosa.
Una storia vera, davvero insolita: una donna giovane e bella abbandona i miti pagani dei quali si è nutrita negli anni giovanili man mano che si trova a compiere uno strano pellegrinaggio che la porta a decidersi per Cristo, facendo di questa ricerca la ragione della sua vita. Un miracolo di sant'Antonio avvenuto pochi anni or sono in una chiesetta ticinese, raffigurato in un quadro di Giuseppe Gasparro, che l'autrice incontra al momento della collocazione dell'opera, dà inizio ad una improvvisa e del tutto imprevedibile conversione, che induce l'autrice a modificare il suo modo di pensare e di vivere. Un mutamento, quindi, anche filosofico ed esistenziale, come sottolineato nella prefazione da Diego Fusaro, così anomalo in un'epoca come la nostra, che rende ancor più affascinante questa storia. Postfazione di Luca Brunoni.
“Lo tenga a casa al caldo, non lo faccia affaticare”, è la frase che tante volte genitori di bambini disabili si sono sentiti rivolgere quando cinquanta/sessant’anni fa chiedevano di poter iscrivere i loro figli alla scuola pubblica. Certo il progresso, non solo scientifico e tecnico, ma anche quello nei valori, ha bisogno di adeguati tempi di riflessione per concretizzarsi. Se pensiamo al trattamento riservato ai bambini disabili nell’antica Grecia o in tempi più recenti alla Germania nazista, dobbiamo constatare che progressi ne sono stati fatti, ma in Italia prima che si arrivasse a stabilirne il diritto all’integrazione scolastica, la strada è sempre stata disseminata di ostacoli, pregiudizi ed atteggiamenti che pur non decretando la morte fisica dei piccoli, ne facilitavano la morte civile. Ecco quindi che di fronte a una situazione di notevole arretratezza nella legislazione nazionale, spicca l’esempio trainante di una semplice maestra che antepone il senso del dovere alla comoda tranquillità della sua vita, fa la differenza e propaga “il contagio” accettando nella sua classe una ragazza disabile. Le storie silenziose, ma avvincenti della maestra Elena e della sua allieva Francesca fanno pensare che in un mondo in cui si dice che nulla mai cambierà, vale la pena lottare perché qualcosa in meglio prima o poi muti. In questa prospettiva ci conforta una massima di sant’Agostino che affermava: “La speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio, lo sdegno per le cose come sono e il coraggio per cambiarle”.
Giuseppe Carini racconta in modo vivace, ma sfidante, la sua amicizia con padre Puglisi. Aveva 21 anni e studiava medicina quando lo conobbe a Brancaccio, quartiere di Palermo con consolidate realtà mafiose, dove era nato e cresciuto. Fin da piccolo - anche grazie a un parente che il giovanissimo Giuseppe idealizzava - era attratto da Cosa Nostra. Come molti o tutti nel quartiere era cresciuto con il mito dell'uomo d'onore. Poi accadde l'incontro con 3P - come i ragazzi chiamavano padre Pino Puglisi - e la sua vita cambiò. Divenne un suo stretto collaboratore sino al giorno dell'omicidio, e restò fedele ai suoi insegnamenti al punto da divenire nel 1995 testimone di giustizia. Da quel momento è nello speciale programma di protezione previsto in questi casi.
Quello che state per sfogliare non è uno di quei tanti libri che hanno lo scopo di far conoscere al lettore la storia e la figura di un uomo ormai riconosciuto come un vero e proprio segno dei tempi. Queste pagine vorrebbero significare molto, molto di più, almeno per chi appartiene al Movimento dei Focolari, con il quale Carlo Casini ha avuto un intenso e vero rapporto di amicizia. Attraverso la vibrante testimonianza di Maria Voce - che per prima ha raccolto l'eredità di Chiara Lubich presidente - e di numerosi altri membri del Movimento, con questo volume si vuole esprimere tutta la riconoscenza dei Focolari all'amico, al fratello, al compagno di viaggio, al maestro che volentieri si è calato nel ruolo di discepolo, diventando ben presto ispiratore della stessa fondatrice. Anna e Alberto Friso dal 2008 al 2014 Responsabili internazionali di Famiglie Nuove. Con il discorso di Chiara Lubich al Convegno del Movimento per la Vita. Testimonianze di: Luigina Ambrosi Breda, card. Ennio Antonelli, Antonio Maria Baggio, Lavinia Balata, Giuseppe Barbaro, Silvia Battaglini Chellini, Liliana Cosi, Mourin Farag, Lucia Fronza Crepax, Elena Giacchi Mancini, Giovanna e Rocco Giudice, Valeria Masini, Giuseppe Moschella, Daniela Notarfonso Cefaloni, Luigi Stralla, Marina Zornada Veliach, Maria Voce, Giuliana Zoppis.
Don Dolindo Ruotolo ebbe fama di santità già in vita, tanto che Padre Pio stesso, ai napoletani che andavano in pellegrinaggio da lui, diceva "Perché venite qui, se avete don Dolindo a Napoli? Andate da lui, egli è un santo".
Teologo e predicatore, scrisse molte opere, ma anche tantissimi aforismi, preghiere e messaggi che riceveva in locuzione interiore. Dai suo scritti, don Marcello Stanzione ha raccolto una selezione di pensieri de cui farsi ispirare nella preghiera e e nel cammino spirituale, seguendo quello che è stato il più grande insegnamento di don Dolindo: vivere sempre nell'abbandono a Gesù.
Il testo si conclude con una selezione delle più belle preghiere di dor Dolindo Ruotolo.
Fondatrice delle Suore del Sacro Cuore di Gesù, proclamata beata nel 1990 da papa Giovanni Paolo II, Maria Schininà (1844-1910) nacque in una nobile famiglia ragusana. Dopo la morte dei genitori cambiò radicalmente stile di vita: abbandonata ogni mondanità e spogliatasi delle proprie ricchezze, si dedicò all'aiuto dei poveri e dei bisognosi. Prese il nome di Maria del Sacro Cuore, ma divenne nota anche come la "madre dei poveri". La figura della Beata Maria Schininà dovrebbe essere un esempio da imitare ed un faro per illuminare i nostri cuori.