Ogni attimo della nostra vita è gravido di futuro, del pensiero di ciò che avverrà, di ciò che prepariamo, che temiamo che auspichiamo. Siamo il contadino che semina, siamo il ventre gravido di una donna, siamo l'augure che scruta il cielo, siamo il medico che cura.
Siamo il bambino che si addormenta tra le braccia della madre in un rifugio antiaereo sotto i bombardamenti.
Ogni nostro atto o pensiero è una freccia puntata verso il futuro, e e sta a noi il compito e la responsabilità di scegliere se guardare ad esso con paura o con speranza
Quaranta brevi prose poetiche per entrare a Gerusalemme: percorrere le sue mura, contare le sue torri, attraversare le sue porte. E per scoprire la verità del versetto: «Ma di Sion si può dire: in lei è nato ogni uomo» (Salmo 87, 5).
La cosa che più mi preme di condividere è come il cammino della nonviolenza suggeritomi dal Cristo Gesù, da Gandhi, da Capitini e dai tanti altri e altre che abbiamo ricordato, se da un lato mi risulta esigente, scomodante fino ad arrivare a perforare le mie ferree armature, io lo stia avvertendo sempre di più come il mio vero cammino, quel cammino che mi fa sentire realizzato come uomo oltre che come cristiano, quel cammino che corrisponde al mio impulso, al mio desiderio più profondo. Un qualcosa di bello, un qualcosa di autentico e di vero. Direi di vero, proprio perché lo vedo e lo sento bello, in sintonia con il poeta John Keats che affermava: «Non posso avvertire qualcosa come veramente autentica e vera se non a partire dalla sua bellezza».
Lo spreco di parole, di cui si fa veramente abbondante uso e consumo, spesso determina una confusione nel cuore e nell’agire dell’uomo: l’essenzialità non soltanto è necessaria, ma anche determinante per la coerenza dell’agire di ogni persona. La ridondanza, di contro, ha determinato e determina ciò che siamo: luce spenta vagante nel nulla dell’incomprensibilità. L’essenzialismo poetico tende ad abbracciare diversi campi del vivere: dalla poesia alla prosa, dall’arte tradizionale alla ricerca di una nuova espressione figurativa, dalla politica alla scienza, dalla teologia alla filosofia... insomma un po’ tutte le espressioni del genere umano nella loro essenzialità.
"Pilastri della fede e della vita cristiana" è una raccolta di Omelie tratta dalle Opere ascetiche di sant'Alfonso Maria de Liguori che, in origine, si chiamava Sermoni compendiati. Il curatore, padre Gilberto Silvestri, che ripropone l'opera in lingua corrente, ha diviso le Omelie in quattro grandi temi: l'amore, la salvezza, la morale cristiana e le cose ultime, affinché l'opera si presti facilmente alla riflessione spirituale. I Sermoni sono gli schemi di predicazione del Santo, frutto del suo studio e della sua attività di missionario popolare. Sant'Alfonso, infatti, si è sempre dedicato a predicare la Parola di Dio con uno stile semplice e immediato. Questa continua a essere un'opera attualissima, capace di parlare agli uomini del nostro tempo, immersi in un mondo spesso lontano da Dio e dimentico delle realtà eterne.
Nella varietà del mondo carismatico troviamo un fenomeno molto dibattuto e forse compreso: il riposo nello Spirito. In questo libro si vuole sottolineare la sua dimensione partecipativa, emotiva, mistica, che pone interrogativi e supera la ragione, in quanto la libertà dello Spirito vi si manifesta nella prassi soggettiva con il passaggio del fedele da spettatore ad attore.
Un percorso di vita spirituale, una serie di meditazioni ispirate ai Sermoni di sant'Antonio di Padova. Un libro utile a quanti desiderano approfondire il significato del proprio battesimo, guidati dal Santo, grande conoscitore della Bibbia, teologo e maestro di vita spirituale. Con i Sermoni egli ha commentato la Scrittura per farne la fonte della vita cristiana. È il metodo della Chiesa delle origini, riproposto anche dal Concilio Vaticano II e attuato dalla riforma liturgica che da esso è stata avviata. Ogni meditazione conduce il lettore a porsi un triplice interrogativo: A che punto è la mia fede? Cosa vuole da me il Signore? Quale impegno concreto assumo per la mia vita spirituale? Ogni riflessione si conclude con un'opera d'arte contemporanea, a soggetto religioso dell'artista Luigi Enzo Mattei, scultore bolognese, e con un suggerimento per la preghiera. Prefazione di fr. Luciano Bertazzo.
Anche quest'anno torna l'itinerario per i gruppi di spiritualità familiare. Un percorso di riflessione e approfondimento per l'anno pastorale 2023-2024 sui temi della famiglia nel mondo. Essa è chiamata ad affrontare le sfide epocali odierne che il contesto socio-ambientale pone. Viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo e solo con la forza della fede e della parola le famiglie possono far fronte a quanto accade, non lasciandosi intrappolare dallo spirito del mondo.
Quando le cose non vanno come dovrebbero, quando le trame della nostra vita paiono tessersi lontano da noi, il senso di impotenza può sopraffarci. È ciò che succede, sovente, nei momenti più difficili della nostra esistenza, perché il dolore diventa talmente grande da sembrarci insostenibile. Cosa fare, allora? Se la parola "rassegnazione" ha spesso descritto l'atteggiamento del cristiano - immaginato forse a capo chino, pronto ad accogliere passivamente fortune e sfortune -, più di recente si è preso a parlare di "resilienza", ossia della capacità di resistere e reagire alle avversità. Questo volumetto, partendo dal Libro di Giobbe e concludendo la sua trattazione al fianco di Gesù nell'Orto degli Ulivi, traccia una riflessione tra questi due apparenti opposti, costruendo una traccia che possa aiutare ogni lettore a riprendere in mano la propria vita.
La capacità di ascoltare va preservata e accresciuta perché è fondamentale per la vita. L'ascolto di noi stessi è essenziale tanto quanto quello che riserviamo agli altri. Senza, siamo impermeabili a tutto, corpi inerti e insensibili, e possiamo fare del male non dando spazio né alla nostra voce interiore, né a chi, prossimo a noi, sente il bisogno di qualcuno che gli presti orecchio. Papa Francesco l'ha chiamata «sordità del cuore», ed è l'anticamera di ogni cattiva relazione. Ma c'è un altro pericolo. Se lo spirito si nutre dell'ascolto della Parola di Dio, la nostra sordità interiore è tra i peggiori rischi per la donna e per l'uomo di fede: per questo l'ascolto è indispensabile alla ricerca spirituale. Questo libro è una riflessione sull'ascoltare ispirata da Gesù e, in particolare, dagli episodi dei Vangeli in cui le sue parole e le sue azioni sanano chi ha perso la capacità di ascoltare.
La semplicità e immediatezza del parlare di Gesù viene recuperata in questo libro in cui Enrico Impalà rilegge con noi e attualizza gli inviti, le esortazioni, i proverbi del Nuovo Testamento fornendoci briciole di saggezza eterna commentate e attualizzate per la nostra vita quotidiana. Un libro perfetto per essere tenuto sul comodino, per una breve meditazione serale o da regalare a chi è in cerca di frammenti di sapienza (sia essa o esso credente o meno) e in cui le frasi del Nazareno possono diventare una sorta di mantra quotidiano, di preghiera del cuore da ripetere quotidianamente. Per chi è in ricerca, l'incontro con una saggezza eterna; per i credenti, un nuovo modo di incontrare la Parola di Gesù e di riscoprire la sua modernità, la sua ricchezza.
Che cosa ha a che fare la ricerca e la valorizzazione degli elementi di umanità con l'ambizione di perseguire una vita di successo? Possono i valori come l'empatia, la compassione, lo spirito di servizio, l'altruismo... sedersi allo stesso tavolo di una leadership conference, guidare una strategia di sviluppo aziendale, oppure sostenere un piano di ristrutturazione industriale? I punti di contatto tra le due sfere di azione sembrano essere davvero pochi. Ha senso, nel momento storico in cui ai rapporti tra le persone viene richiesta la massima efficienza, aspirare alla connessione tra individui nella globalità dei loro valori individuali? Forse sì. Jake Esman permette al lettore di "guardare" il suo itinerario di scoperta, la sua esperienza spirituale, estremamente radicata nel quotidiano. È una spiritualità che non diffonde profumi d'incenso, ma risuona del vociare dei consigli di amministrazione. Lungo questo percorso, la valorizzazione dell'errore, l'esaltazione del dubbio, la potenzialità dell'imprevisto guadagnano un ruolo di insperata dignità. È un'occasione, non una soluzione, per guardare e vedere, per conoscersi e per riconoscersi addosso la parte di umanità che cerchiamo.