Il volume raccoglie la corrispondenza fino ad oggi nota intercorsa fra san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, la Congregazione dei Barnabiti e singoli suoi religiosi, ai quali il santo ricorse dal 1568 al 1584, in pratica dal suo ingresso nell'arcidiocesi ambrosiana alla sua morte. I testi del Carteggio, curati da Mons. Sergio Pagano, barnabita e Prefetto Emerito dell'Archivio Apostolico Vaticano, sono pubblicati in esteso in maniera critica e annotati con l'ausilio della più aggiornata bibliografia e di fonti d'archivio, aprendosi così nel denso apparato di note, squarci e finestre di contesti di vita diocesana milanese, di disciplinamento tridentino, di rapporti del presule con la Curia Romana, di pastorale della vasta diocesi, fino alla Valtellina e ai Grigioni. La ricerca storica condotta dal Curatore, mentre segue ovviamente l'evolversi e il diffondersi della giovane Congregazione dei Barnabiti (fondata nel 1533), cui san Carlo fu sempre e in modo particolare vicino, non trascura figure e temi dell'attività del santo arcivescovo esterni ai Barnabiti e ad essi correlati, anche alla lontana. Abbiamo pertanto un saggio che bene si inserisce nel ricchissimo e sempre crescente interesse storiografico relativo alla figura del Borromeo.
Il testo, frutto delle conversazioni tra Andrea Gagliarducci e Stefano Sanchirico, presenta in maniera semplice ma precisa i linguaggi relativi al cerimoniale e al protocollo vaticano e della Santa Sede. Un'appendice fotografica esplicativa completa l'esperta trattazione di una materia carica di tradizione ma sempre attuale. Introduzione Matteo Cantori.
Quando il nuovo Papa si è affacciato alla loggia delle benedizioni, ha suscitato emozioni e attese. Da allora molto si è detto e commentato, paragonando lo stile di Francesco e quello di Leone. Al di là dell'ovvia osservazione che un Papa succede sempre a un altro e ne prende a carico l'eredità, pochi hanno cercato di approfondire il legame tra i due pontefici. Spadaro lo ritrova nel tema dell'inquietudine, come marca dell'umano contemporaneo. Questione agostiniana e pure profondamente ignaziana, l'inquietudine permette di avere una traccia per annunciare il vangelo oggi. La riflessione è arricchita da tre testi: una introduzione di Bergoglio a un libro su Agostino, la sua omelia al capitolo generale dell'ordine agostiniano e un'ampia intervista nella quale Prevost parla della sua visione della chiesa e dei suoi rapporti con Francesco.
Ogni nascita è un evento unico, ma raramente è una notizia da prima pagina, anche se si tratta di Pier Giorgio Frassati, il figlio del fondatore del quotidiano La Stampa. Eppure la sua vita è originale e meriterà di essere raccontata: il giovane piemontese vissuto all'inizio del Novecento, infatti, diventerà un modello per tanti giovani. L'autore, attraverso lo stile giornalistico e con le parole di chi lo ha conosciuto, ci fa entrare in tutti gli aspetti della sua vita: la famiglia, la fede, la scuola, l'impegno politico, il volontariato con i più poveri, lo sport... Nel testo si trovano delle pagine, ispirate alle regole della scrittura giornalistica, utili per agganciare la storia di Pier Giorgio Frassati alla vita dei ragazzi e delle ragazze di oggi. Età di lettura: ragazzi 10-14 anni.
Il giullare è colui che simbolicamente cammina a testa in giù e, così, propone uno sguardo capovolto sul mondo. L'espressione “giullare di Dio” (ioculator Domini) esprime per questo la sintesi della rivoluzione culturale di Francesco d'Assisi. Il suo sguardo rovesciato ha origine in una particolare proposta cristiana, che dalla follia dell'intuizione si incarna sia nella rappresentazione materiale sia nella storia, nella realtà dell'istituzione entro le forme “ordinate” dell'organizzazione politica, civile, religiosa ed economica. La vita fraterna come sudditanza reciproca, la rinuncia radicale al potere e alla ricchezza sotto ogni aspetto, la posizione di sottomissione e minorità, la gratuità del dono, la nudità come inanizione e privazione sono tutte “proposte ribaltate” che invertono – o tengono insieme – dentro e fuori, essere e apparire, visione e azione, parola e gesto, alto e basso, sublime e umile. Tale mutazione delle forme della rappresentazione e della concezione del mondo è tuttora una delle chiavi per comprendere la cultura umanistica e la modernità nel suo complesso. Nel volume studiosi di diverse discipline mostrano come la logica del rovesciamento di Francesco abbia inciso su arti figurative, letteratura, predicazione, devozione e drammaturgia, modificando nel profondo la cultura istituzionale, politica ed economica dell'Occidente medievale.
Questo nuovo manuale, aggiornato e ampliato con parti inedite riguardanti ad esempio le Digital Humanities, indaga il fenomeno religioso nella sua complessità: ontologica, data dall'oggetto stesso, la religione, in ostaggio tanto del fattore del pluralismo quanto del ruolo pubblico e privato delle religioni, e epistemologica, perché necessita non solo del metodo storico-critico e comparato ma dell'apporto di diverse e nuove discipline. Tutto ciò induce a considerare in modo diverso lo studio scientifico delle Scienze della religione, che costituiscono in campo conoscitivo in movimento e in continua costruzione e ridefinizione. Ecco perché questo manuale presenta, accanto alle discipline tradizionali, eredi delle scienze umane di matrice illuministica (la sociologia, l'antropologia, la psicologia), altre prospettive, come la teologia, la filosofia, le neuroscienze, la geografia, il diritto comparato delle religioni e l'educazione. Saggi di: Andrea Aguti (Filosofia della religione); Alberto Anelli (Teologia delle religioni); Mario Aletti (Psicologia della religione); Enrico Comba (Antropologia delle religioni); Valeria Fabretti (Sociologia della religione); Silvio Ferrari (Diritto comparato delle religioni); Giovanni Filoramo (Introduzione allo studio scientifico della religione); Maria Chiara Giorda (Geografia delle religioni); Natale Spineto (Storia delle religioni); Alessandro Saggioro (Educazione e religione); Aldo Natale Terrin (Scienze cognitive della religione e neuroscienze), Angelica Federici (Digital Humanities).
"Per fedeltà d'amore"è un viaggio intenso e coinvolgente alla scoperta della figura di Ildegarda di Bingen, monaca, profetessa, guaritrice e musicista del XII secolo, riletta attraverso una lente contemporanea. Francesca Serra intreccia spiritualità, antropologia, medicina e poesia in un'opera che esplora la vocazione come risposta a una chiamata d'amore, e la fedeltà come radice profonda del prendersi cura di sé, degli altri e del mondo. Questo libro parla al cuore e al corpo: invita a rallentare, ad ascoltarsi, a ritrovare equilibrio interiore e senso del sacro nella vita quotidiana. La visione ildegardiana della salute - intesa come armonia tra anima, corpo e natura - si rivela sorprendentemente attuale in un'epoca segnata da ansia, disconnessione e fragilità. Attraverso un linguaggio accessibile ma ricco di profondità, Serra ci accompagna in un percorso di guarigione del sé, dove la spiritualità non è evasione ma pratica concreta, radicata nel vivere, nel sentire e nel condividere. Un libro che consola, ispira e restituisce forza vitale.
La Riforma protestante rappresenta un momento di svolta per il rapporto delle donne con la Bibbia. La crescente alfabetizzazione e il focus sulla dimensione profetica dell'azione ecclesiale aprono loro nuove possibilità di acquisizione e trasmissione del testo sacro, nonostante la chiusura dei monasteri comporti la perdita di spazi di autodeterminazione femminile. La struttura patriarcale della società che impedisce alle donne il diritto di partecipazione resta sostanzialmente invariata; eppure, nonostante ciò, donne di tutti gli strati sociali hanno avuto la possibilità di leggere la Bibbia nelle diverse traduzioni volgari e di confrontarsi su questioni di fede non solo nello spazio privato, ma anche nella sfera pubblica. Il volume illustra questo processo, offrendo studi dedicati alle interpretazioni femminili della Bibbia nell'Europa centrale, occidentale e meridionale, nelle Isole britanniche e in Scandinavia.
Il Diario si presenta come uno strumento prezioso che permette di trasmettere oggi il turbinio di emozioni che seguì l'ambasceria in ogni luogo visitato. Non vuole essere un contributo esclusivamente innovativo basato solo su documenti inediti, ma cerca di raccogliere, presentare e illustrare il periodo che la legazione Tensh? trascorse in Italia, riprendendo fonti manoscritte e a stampa già note, frutto di ricerche precedenti, e affiancando a queste elementi nuovi e originali emersi grazie alle indagini di molti autori coinvolti. La proposta e l'analisi di questa documentazione permettono di far conoscere il contesto storico-politico, socio-culturale e religioso presente nei vari stati della Penisola
È difficile sfuggire al fascino delle parole che Giovanni di Salisbury, nel XII secolo, attribuisce a Bernardo di Chartres, suo maestro: "Siamo come nani assisi sulle spalle di giganti, cosicché possiamo vedere più cose e più lontano non per l'acume della nostra vista o per l’altezza del nostro corpo, ma poiché siamo sollevati più in alto dalla loro statura". L'aforisma evoca ancora oggi la questione del debito dei moderni verso gli antichi, il riconoscimento della grandezza di quanti ci hanno preceduto, il rapporto fra maestri e discepoli, e tra le diverse generazioni, ma anche la capacità e la possibilità dei moderni di vedere più lontano se sanno fare buon uso della grande opportunità loro offerta.
Contribuiti di: Massimo de Giuseppe, Luciano Caimi, Gianni di Santo, Giuseppe Riconda, Davide Barazzoni, Fabrizio Mandreoli, Guido Innocenzo Gargano, Daniele Piccini, Marco Roncalli, Guido Formigoni, Marcello Brunini, Maria Cristina Bartolomei, Giovanni Ferretti, Gian Carlo Perego, Mariangela Maraviglia, Adelina Bartolomei, Fulvio de Giorgi, Daniela Mazzucconi, Bruna Bocchini, Alessandro Andreini, Gianfranco Brunelli, Luca Rolandi, Piero Coda, Pier Giorgio Grassi, Luigi Accattoli, Angelo Bertani, Beppe Tognon, Marco Vergottini, Rosy Bindi, Claudio Ciancio, Piero Stefani, Mariella Carpinello, Marco Garzonio, Fabio Ciardi, Marinella Perroni, Vito Angiuli, Domenico Mogavero, Franco Giulio Brambilla, Sergio Tanzarella.
Pur costretti dalla loro stessa immagine pubblica a una postura di asciutta razionalità, per tutto il corso dell'età moderna i monaci benedettini cassinesi si mostrarono profondamente fiduciosi non solo nella possibilità dei miracoli, ma anche nella capacità, posseduta da speciali oggetti, di favorirne il verificarsi. Ma quanto era radicata la credenza che taluni oggetti giocassero un ruolo primario nel provocare eventi prodigiosi? La presente ricerca prende in considerazione questo peculiare aspetto dell'esperienza religiosa maturata nella più grande formazione monastica dell'età moderna: la Congregazione benedettina cassinese.