Oggi si parla molto di Intelligenza artificiale: è una grande opportunità, ma anche una sfida. Dall'ontologia dell'Intelligenza artificiale alla "salvezza tecnologica", dalla "provvidenzialità" nel disegno divino ai pericoli del "pragmatismo fatale", questo volume esplora con audacia e profondità le sfide e le opportunità dell'Intelligenza artificiale. I vari contributi di questo volume, in un affascinante intreccio di filosofia, teologia e scienze, smascherano il mito dell'imparzialità dell'Intelligenza artificiale e illuminano il rapporto tra intelligenza naturale e artificiale, tra identità umana e "incantamento del mondo". Un'opera imperdibile che apre orizzonti inesplorati e invita a una riflessione critica e consapevole sul futuro dell'umanità nell'era dell'Intelligenza artificiale.
"Si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti. In realtà è la pienezza della vita cristiana, che non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell'unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti." (Udienza generale, 13 Aprile 2011). Oltre 100 profili di santi da conoscere e a cui tornare attraverso le parole ispirate di Papa Benedetto XVI. Apostoli, martiri, padri della Chiesa, eremiti, fondatori di ordini religiosi, pellegrini. I santi di ieri e di oggi raccontati dal Papa che ha fatto della santità il cardine del suo magistero.
Il volume raccoglie i contributi che Giovanni Moioli scrisse, oltre ai manuali, tra il 1964 e il 1983 su alcuni grandi temi della teologia cristiana: l’Eucaristia, il Quarto sacramento, l’Unzione dei malati e l’Escatologico cristiano. Essi documentano come nei vent’anni dell’immediato post concilio don Moioli svolse la propria riflessione con il rigore e la passione che, anche grazie alla pubblicazione dell’Opera omnia, stiamo riscoprendo e imparando ad apprezzare. Una riflessione che non perde mai di vista la stretta relazione tra l’esperienza e la teologia, tra un’intelligente ricerca dell’autenticità umana e un altrettanto intelligente ascolto di ciò che Gesù rivela di sé e del suo singolare rapporto con il Padre. È uno dei motivi per i quali anche questi contributi meritano di non essere dimenticati, ma raccolti e, con la stessa sensibilità e intelligenza con la quale furono scritti, riletti.
Il volume propone una formalizzazione metodologicamente rigorosa della nozione teologica di comunione volta a renderla il fondamento unitario dell'ecclesiologia. Riprendendo la proposta di J.-M.R. Tillard, tale nozione non è fatta derivare immediatamente dal mistero trinitario, ma dalla vocazione creaturale alla relazionalità degli umani, e quindi ampiamente reinterpretata nel quadro della visione processuale di AN. Whitehead integrata dall'approccio analitico di K. W. Hector. La proposta analitico-processuale che ne deriva viene poi declinata come ecclesiologia pubblica, cioè come un modo di comprendere e dire l'identità ecclesiale che è pienamente legittimato anche nelle odierne società post-cristiane post-metafisiche.
«Il Vangelo mi rivela che la vita è una caccia al tesoro, la ricerca di una perla da tanto tempo desiderata, un viaggio nell'anima. Stare fermi significa spegnersi, avvilirsi, far diventare la fede un museo da custodire mentre, invece, è un giardino da coltivare. Allora rileggo ciò che vi scrivo e continuo a cercare Dio, dopo averlo già trovato. E, alla sua luce, tento di trovare me stesso. E il senso della vita». "Dio c'è ed è bellissimo", recitava il titolo del primo libro del teologo Paolo Curtaz. Tuttavia, ad oggi, la stragrande maggioranza delle persone, anche coloro che si professano credenti, è convinta che la religione serva a fornire una sorta di guida per diventare «buoni», un'indicazione etica, un (limitante e noioso) percorso morale e che, in fondo, Dio ce l'abbia un po' con tutti noi. Altrimenti, perché ci succedono cose brutte e le nostre preghiere non si avverano mai? Ne sa qualcosa proprio Curtaz, che dall'uscita del primo libro ha dovuto affrontare diversi gravi problemi di salute, e che convive ora con un dolore diventato una costante nella sua vita. E allora come si può, quando ci capitano tragedie improvvise e inspiegabili, continuare a pensare che Dio c'è, è bellissimo e, addirittura, ci ama? In questo nuovo libro, l'autore ci mostra che è proprio nei momenti più bui, quando con più forza cerchiamo la fede, che scopriamo che Dio non ce l'ha con noi, e che il cristianesimo non è una questione di rettitudine, ma di innamoramento: Dio c'è, ed è innamorato. Con il suo stile ironico e unico, Paolo Curtaz ci accompagna alla scoperta del Vangelo, spronandoci ancora una volta a riflettere con lui sulla verità del messaggio cristiano, scevro dalle false credenze e dai pregiudizi che ne celano il senso più puro.
Scopo di questo volume è mostrare come le verità cristiane sulla Madre del Signore possono essere lette come un'illustrazione fedele del cammino spirituale di ognuno di noi. Spesso i dogmi che riguardano Maria ci sembrano astratti e lontani dalla vita, ma così non è. Dietro ogni asserto di fede sulla Madre di Dio si nasconde la perla preziosa di un moto particolare della grazia, di un desiderio divino di raggiungerci. Maria, con la sua esistenza e con i suoi misteri, può veramente essere la guida della nostra vita spirituale. Bisogna sempre ricordare, come emerge dalla devozione mariana, che su Maria non è importante sapere molto, ma assumere la sua forma spirituale con pazienza e tenacia. Se ciò avverrà, come scriveva san Luigi Maria Grignon de Montfort, «l'esperienza ti insegnerà infinitamente di più di quanto ti dico io». Il futuro è di chi ama la Parola. Ecco perché, nota giustamente l'autore di questo prezioso volume "mariano", nel nostro domani di credenti la giovane donna di Nazaret rimarrà sempre come Madre e come Discepola.
La teologia che si fa pensiero pulsante e soteriologicamente coerente è un pensare nella relazione. L'esigenza di ripensare l'ontologia a partire dal dio uni-trino si accredita come una delle sollecitazioni più attuali e profetiche per la teologia. L'intuizione di questo saggio guarda alla relazione come chiave di volta per la presentazione di una via, concreta ed epistemicamente fondata in Cristo, per giungere a una proposta di rinnovamento in tal senso praticabile.
Il libro riporta le omelie tenute da don Carlo Molari nel periodo 2000-2010 sui Vangeli delle domeniche del ciclo pasquale (dalla Quaresima fino alla Pentecoste) e si affianca al precedente Quando Dio viene nasce un uomo con le omelie sui Vangeli del Natale. Entrambi sono parte del processo di diffusione del pensiero dell'autore che si è articolato in questi ultimi anni attraverso la pubblicazione di diverse opere curate da suoi discepoli. Anche questo volume, nei suoi riferimenti, si collega direttamente a Il cammino spirituale del cristiano, citato in nota, in quanto ne riprende, espande e radica i messaggi e i contenuti nella riflessione su Gesù di Nazaret. I due libri di questo ciclo, che portano il nostro sguardo agli eventi della nascita e poi della passione, morte e resurrezione di Gesù, mostrano come solamente attraverso i suoi commenti ai Vangeli si arrivi a comprendere in che misura il riferimento a Gesù abbia inciso nella vita di don Carlo Molari e cosa lui intendesse con il suo tanto frequente invito a immedesimarci nella figura di Gesù fino ad riviverne gli stati d'animo e il modo di porsi di fronte alle persone che incontrava e agli eventi della vita.
Il libro si svolge tra due punti focali. Nel primo si discute su quale modello di scienza si può fondare oggi la teologia, evitando lo scoglio del riduzionismo scientifico che impone alla teologia il suo quadro epistemologico e il difetto opposto della strategia di auto-immunizzazione, per cui alla teologia basterebbe la sua credenza interna. Nel secondo fuoco si prendono in esame due documenti di teologia liturgica, Desiderio desideravi (2022) di papa Francesco e Gestis verbisque (2024) del Dicastero per la Dottrina della Fede, per corroborare la tesi della necessità di una teologia comparata; una teologia che ha bisogno delle scienze umane per esercitare il suo compito critico riguardo alla mediazione rituale della fede e per non essere emarginata dal dibattito pubblico.
In questo lavoro l'autrice propone una specifica e inedita interpretazione del senso del diaconato, non senza offrire un'ampia panoramica storica, dalle origini al Vaticano II. Restituito dopo secoli di oblio come grado autonomo e permanente, il diaconato sollecita la Chiesa a riconsiderare la teologia complessiva del ministero ordinato, decostruendo il modello tridentino di leadership clericale e promuovendo una chiesa sinodale e missionaria. In più, spinge la Chiesa a estendere la propria presenza oltre le strutture ecclesiali, raggiungendo i luoghi di lavoro e di vita familiare: i diaconi sono coinvolti nella vita ordinaria (spesso coniugati e con figli, svolgono una professione, intrattengono relazioni di amicizia e di vicinato...), sicché il loro annuncio può avere il sapore delle gioie e delle fatiche del quotidiano. In definitiva, l'agire pastorale dei diaconi - e in futuro, si spera, della diacone - introduce nuove voci, nuovi linguaggi, nuove prospettive sulla realtà: favorisce lo sviluppo di quello stile di servizio che deve qualificare l'intera comunità, non solo alcuni singoli. Noceti, così facendo, apre criticamente la riflessione all'oltre, a un di più decisivo. Una affermata specialista internazionale del tema offre una sintesi e apre a nuove prospettive per la teologia e la pastorale.
Una riflessione fondamentale per chi si interroga sul mistero che svela il senso della vita, un contributo alla battaglia necessaria in ogni generazione per la comprensione cattolica e la degna celebrazione dell'Eucaristia. L'uomo e sempre piu disorientato da un cattolicesimo che impernia in teoria la sua fede e il suo culto sul sacramento - che rappresenta il piu vertiginoso e non esoterico dei misteri, un Dio personale presente e operante per il cambiamento dell'uomo e del mondo - ma in pratica questo cattolicesimo si mescola a preghiere interreligiose rivolte a un Dio impersonale, o addirittura ignoto, ambiguo. Dov'e la verita? Un pensiero debole si e diffuso nella Chiesa: secondo gli avversari laici, ad essa non interesserebbe piu la proclamazione della fede come verita. La celebrazione del sacramento e il culto divino costituiscono oggi il punto piu visibile della sua crisi e della penetrazione del pensiero non cattolico nella Chiesa. Il libro risponde a diversi interrogativi sui generis di teologia sacramentaria: il mistero e l'eucaristia.
Il digiuno rappresenta una delle opere della maturità di Tertulliano. Tra i manifesti del suo radicalismo religioso, questo breve trattato indirizza con nettezza verso la prassi ascetica tanto la vocazione martirologica della Chiesa tanto le aspettative escatologiche correlate alla professione di fede del credente. Questo scritto rivela anche una forte carica polemica, indirizzata dall'autore verso gli «psichici» - quei cristiani che, sulla scorta di 1Cor 2,14, erano incapaci di comprendere le cose spirituali. Sin dall'esordio dell'opera, Tertulliano richiama l'integralità della fede cristiana. Non vi può essere una professione di fede disincarnata: il rigore della prassi religiosa non si distingue dalla fermezza nel credere; credere è insieme professare la fede e comportarsi di conseguenza. Il testo, è il più antico trattato sul digiuno pervenutoci. L'edizione ha testo originale a fronte e un impianto interpretativo totalmente rinnovato.