Per conoscere da vicino l'evento che ha diviso la storia e ha cambiato il destino dell'intera umanità. Tutto ciò che è accaduto dal Getsemani alla sepoltura di Gesù. Un libro rigoroso sul piano scientifico, storico, esegetico, ma al tempo stesso di alta divulgazione, da poter leggere con piacere per conoscere meglio "cosa è realmente successo". Un'indagine condotta con gli strumenti propri dell'investigazione. Inevitabilmente nel far questo si fa riferimento alla Sindone, anche se questo non è un libro sulla Sindone e tale reperto è qui utilizzato solo per il suo valore testimoniale. L'indagine si ferma alla soglia del sepolcro perché è questo l'obiettivo specifico che si è proposto l'Autore. Il volume, allora, affronta sia da un punto di vista medico-scientifico sia da quello teologico la passione e la crocifissione, dei suoi effetti sul corpo e sulla morte del condannato, degli strumenti e delle fasi della passione, nonché di alcune ipotesi su alcuni "reperti", oggetto di questa indagine.
Cosa possiamo sapere di Dio? In ottica cristiana, ciò che Gesù ha detto e fatto per raccontare Dio, possiamo dirlo, farlo e crederlo; quello che non ha detto o fatto, no. In quell'uomo ci è stato detto l'essenziale per andare a colui che continuiamo a chiamare "Dio". Se dunque è vero e giusto continuare a ripetere che Gesù è Dio, dovremmo cominciare una buona volta anche a dire che Dio è Gesù. La vita di Dio si compie e si realizza nella vita di Gesù, regno di Dio fatto persona. Come è avvenuto per quanti hanno incontrato Gesù sulle strade della Galilea e della Giudea, così può avvenire anche per noi: ascoltare Gesù, meditare su di lui e grazie a lui, significa accogliere il volto di Dio da lui disegnato con la sua vita. Questo è già passare dalla morte alla vita, dalle nostre morti quotidiane alla vita in pienezza che Gesù ci ha portato, con la sua splendente umanità. Questo è il viaggio che il libro propone.
Nella Bibbia l'economia è qualcosa di tremendamente serio. Quello economico è uno dei linguaggi più amati dagli autori biblici. Le categorie economiche non vengono usate solo per parlare degli uomini e dei loro commerci, ma anche per parlare di Dio e della sua oikonomia. Nell'utilizzare così spesso e così in profondità le parole dell'economia, però, la Bibbia ci sta dicendo qualcosa di importante sulla stessa vita umana, e cioè che sbagliare il rapporto con i nostri beni significa sbagliare anche il rapporto con Dio. La Bibbia ha tenuto radicalmente legate l'economia della salvezza con quella quotidiana degli affari e del denaro, e nel far questo ha lasciato un'eredità importante per la teologia, per l'antropologia e per l'economia stessa. Se oggi l'umanesimo biblico vuole tornare a dire e scrivere parole capaci di entrare nella vita di ogni giorno e magari cambiarla un poco, dobbiamo reimparare a parlare di lavoro, di valore, di ricchezza, di povertà.
Quanti abitanti avevano realmente la Galilea o Gerusalemme? Come e perché anche la dimensione e la demografia di quel territorio contribuirono, e non secondariamente, al modo di predicare di Gesù? «Allora Gesù parlò alla folla», si legge nei Vangeli, ma come erano composte le folle dei vangeli secondo il sesso e l'età e lo stato sociale? E perché questa composizione getta una luce potente sulla Palestina di allora? Perché tanti indemoniati e ciechi e storpi vanno incontro a Gesù? E davvero era giovane come viene tradizionalmente raffigurato, in relazione al suo tempo e ai suoi discepoli, o la sua autorevolezza non deriva anche dal fatto di non esserlo? Mai Gesù percorre le strade di Gerusalemme, limitandosi ad andare dal Tempio al Monte degli ulivi; perché non è così anche nel giorno della sua passione? Perché il percorso per raggiungere il Monte degli ulivi contrasta con la brevità abituale del cammino? E cosa rivela nel contesto della morte e della risurrezione di Cristo il rapporto di Gesù con Gerusalemme? E ancora quanti potevano essere i cristiani, nella Gerusalemme della crocifissione? Roberto Volpi racconta in modo inedito la storia di un «predicatore di provincia», e dei suoi discepoli fino a Paolo, dando vita a un quadro ampio e poco conosciuto delle origini del cristianesimo con un'attenzione particolare agli aspetti quotidiani, ai dettagli realistici, numerici e quantitativi dei luoghi, dei popoli e dei protagonisti dell'epoca della predicazione. Un libro coinvolgente e di grande interesse sul piano storico e religioso. «Volpi in questo libro prende in esame una tematica di grande rilevanza religiosa, culturale ed esistenziale: Gesù di Nazaret, i vangeli e gli inizi del cristianesimo. Propone valutazioni di tipo quantitativo che possono aiutarci a inquadrare la figura e l'opera di Gesù... E dico subito che, a mio parere, è riuscito nell'intento» (dalla prefazione di Camillo Ruini).
Le ultime parole di un uomo sono sempre importanti e tendono a essere ricordate. Si può immaginare, allora, quale valore è stato da sempre attribuito a quelle di Gesù in croce tramandate dagli evangelisti. Questa nuova edizione, completamente rinnovata e aggiornata dell'opera di Angelico Poppi, si propone di rileggerle, collocandole nel loro contesto letterario ed evidenziando il particolare orientamento teologico che ogni evangelista ha sviluppato nel proprio racconto. Infatti, le "ultime parole di Gesù", riportate con notevole diversità dai quattro vangeli, ricapitolano l'essenza del messaggio che ogni evangelista ha colto nel dramma sconvolgente della croce e ha voluto offrire ai suoi destinatari per ravvivarne la fede.
Che cosa accade quando l’ascolto di un libro biblico non si esaurisce con la prima lettura, ma accompagna l’intera esistenza? Ne scaturisce un dialogo profondo, appassionato, un corpo a corpo che diventa danza amorosa.
L’itinerario spirituale che propone Anna Maffei permette di accompagnare chi desidera attingere alla fede biblica ma esita a intraprendere il cammino.
Tu, Vangelo, hai presentato all’inizio del cammino l’invito ad andare a casa di Gesù. Per due suoi discepoli fu l’inizio di una vita in cui, per gran parte, non avrebbero neppure avuto una casa vera. Poi Gesù stesso, ogni giorno un po’ di più, diventò la loro casa, il luogo del loro radicamento, come, ogni giorno un po’ di più, è divenuta la mia. Quel cammino fu una passeggiata? Non so. Un’avventura? Sempre.
Da sola? Mai più. Ora sono arrivata alla fine di questo dialogo. Io ho parlato con te e tu, Vangelo, non hai mai smesso di parlare con me. Ti ho fatto molte domande, altre me le sono serbate per me. So che questo viaggio non è finito, tu continuerai a parlarmi di Gesù mentre ascolto oggi di nuovo la sua vecchia parola, ogni giorno nuova: «seguimi».
Anna Maffei
La Bibbia – sorta come raccolta scritta della vivente tradizione religiosa del popolo di Israele – è l’insieme di 73 libri composti nell’arco di oltre un millennio, scritti in ebraico e in greco, con qualche piccola parte in aramaico. L’intento di questa Introduzione è offrire una guida a tale autentica biblioteca, passando in rassegna tutti i volumi che compongono prima l’Antico e poi il Nuovo Testamento, ai quali l’autore si accosta sia con un approccio storico-letterario sia con visione teologica: solo considerando entrambi gli aspetti può derivare una comprensione adatta alla natura della Scrittura, che è la documentazione umana della Parola con cui Dio si è fatto conoscere, prima attraverso i profeti e poi nel Figlio Gesù.
CLAUDIO DOGLIO è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Ha pubblicato articoli e studi biblici, in particolare sull’apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni. Ricordiamo: Il giardino di Dio. Bestie, piante e monti nella Bibbia (Effatà, 2020); Quaresima. Un itinerario nella storia della salvezza (San Paolo, 2019); La testimonianza del discepolo. Introduzione alla letteratura giovannea (LDC, 2018); Dies Irae (Glossa, 2018); Imparare Cristo. La figura di Gesù Maestro nei vangeli (San Paolo, 2014).
"Le Scritture hanno un potere e non comunicano soltanto un sapere o delle informazioni. Danno la salvezza attraverso la fede e rendono capaci di opere buone" (P. Beuchamp). Indagando elementi e metodi di approccio al testo biblico, come la Lectio Divina, l'autore propone la Parola di Dio come risorsa feconda per il counseling pastorale, l'accompagnamento nell'itinerario dell'individuazione dell'identità di maturazione integrale della persona. Attraverso le teorie di diversi autori psicologici - tra cui Anselm Grün e Massimo Recalcati - mette in luce la peculiare dynamis della Parola di Dio nell'interpellare la vita e il suo potere risanatore che, al di là del cammino fede, la rendono strumento autentico ed efficace nella conoscenza del proprio io.
Se noi oggi leggessimo i vangeli con gli occhi dei lettori del I e del II secolo, che esperienza faremmo? Non vi sono prove che, a quell'epoca, il vangelo venisse considerato un libro pubblicato da un autore. Riformulando perciò la domanda: che cosa significa leggere i vangeli "prima del libro"? In questo studio stimolante, Larsen mette in discussione diverse convinzioni sottili ma problematiche riguardanti autori, libri e pubblicazioni nel cristianesimo delle origini. Analizza una varietà di elementi sottovalutati della cultura di allora, come i testi incompiuti, la pubblicazione accidentale, le revisioni di un'opera dopo la pubblicazione, l'esistenza di molteplici versioni autorizzate della stessa opera. E sostiene che i fruitori più antichi del testo che ora chiamiamo Vangelo secondo Marco lo hanno considerato una raccolta di appunti: incompiuta, aperta, fluida. In questa prospettiva, il Vangelo secondo Matteo sarebbe da considerare non come libro pubblicato da un diverso autore, ma come continuazione della stessa, incompiuta tradizione dell'unico evangelo. Larsen offre così un quadro metodologico nuovo per la futura ricerca sugli antichi vangeli cristiani. «Questo è un libro sulla incompiutezza e la indefinitezza. Ed è un testo sulle pratiche di scrittura, sui metodi di lettura e sull'intersezione fra questi due ambiti» (Matthew D.C. Larsen).
Diritto e fede si incontrano nella storia che è, all'un tempo, luogo concreto di verifica del modo in cui la ricerca della regola si confronta con l'aspirazione al conseguimento di un risultato di giustizia, nonché strumento essenziale del disegno redentivo. Poiché Legge e giustizia sono termini relazionali che chiamano in causa la teodicea e gli esseri umani, la svolta decisiva si verifica quando l'evento più illegale, che è la crocifissione di Cristo, diventa il centro della giustificazione e della giustizia divina. Da questo paradossale centro focale, Paolo ripensa la storia della salvezza - dalla creazione all'eschaton - estendendo gli orizzonti della giustizia divina alla predestinazione, l'elezione, la libertà e il destino dell'essere umano. Accennate in altre lettere, le tensioni tra giustizia e Legge sono affrontate soprattutto nella Lettera ai Romani: l'evangelo di Dio in cui Paolo raccoglie le sfide sulla Legge e la giustizia per dipanarle con qualsiasi destinatario.
In questo commento discorsivo e scorrevole, Blenkinsopp esplora la storia biblica di Abramo, facendoci dono di un ritratto nuovo e creativo di questo intrigante antesignano per giudaismo, cristianesimo e islam. Mentre decifra i testi di Genesi 11-25, Blenkinsopp si concentra sull'arte letteraria e teologica della narrazione nel suo insieme. Egli discute inoltre una serie di questioni sollevata dalla saga di Abramo, tra cui la conferma delle promesse di Dio, il cosiddetto sacrificio di Isacco (anche in rapporto alla morte di Gesù) e il ruolo dell'altro figlio di Abramo, Ismaele. Ogni capitolo comprende poi una sezione intitolata «Colmare le lacune», che analizza con occhio critico una quantità di commenti ebraici, cristiani e islamici suscitati dal testo-base di Genesi nel corso dei secoli. Abramo ne esce illuminato di una luce nuova. Da storico esperto qual è, Blenkinsopp ci restituisce un riassunto solido ed essenziale del testo, delle sue affermazioni e delle sue ricche risorse per la fede. Concentrandosi infine sul ruolo e la funzione che la tradizione abramitica seguita a svolgere, al lettore e alla lettrice si spiega che cosa può significare il patriarca per i cristiani di oggi.
Perché Gesù per parlare di Dio, del suo Regno e di ciò che si aspetta dalle persone, ha deciso di raccontare delle storie? Anche nel suo confronto con gli avversari, il Nazareno si serve di racconti per mettere in crisi una certa visione di Dio e della fede, e suscitare così un nuovo agire: più fraterno, attento agli ultimi, ai più deboli e agli emarginati. Gesù non "spiega" Dio come una teoria, ma lo rivela col proprio agire. Analogamente, solo una storia narrata può mettere in scena l'eccesso d'amore che è la vera novità di Dio. Con il loro finale aperto le parabole suscitano la creatività dell'uditore, chiamato a vivere di questa nuova immagine di Dio nella propria quotidianità. Ripercorrendo trentadue parabole tratte dai vangeli sinottici, il noto esegeta belga Camille Focant ci offre un percorso biblico fresco e piacevole, al fine di esplicitare come funziona ancora oggi l'insegnamento in parabole di Gesù.