«Quando io conobbi Maria avevo quindici anni, e tutto ciò che mi ricordavo di Dio era che "Dio è l'Essere perfettissimo", come avevo imparato al Catechismo». Così comincia il suo racconto l'autore di questo libro, che coniuga i suoi ricordi della frequentazione con Maria Bolognesi con una riflessione profonda e unica sul tema della mistica e di ciò che le esperienze mistiche hanno significato nella vita della Bolognesi stessa. Ne viene una narrazione affascinante, a svelare e circoscrivere il mistero di una donna che soffrì in anima (per le incomprensioni su ciò che le accadeva) e corpo (per le sofferenze fisiche che la portarono alla morte) e che pure seppe resistere in quell'infanzia spirituale che la rende ancora oggi un unicum nella storia della spiritualità, non solo italiana. Il libro di Raffaele Talmelli ha anche un altro pregio: quello di unire -- caso più unico che raro -- nel racconto di una storia spirituale il punto di vista teologico e quello psicologico (l'autore è, infatti, studioso di psicopatologia): siamo così accompagnati da uno sguardo acuto, credente e scientifico verso la comprensione di una figura di donna semplice, ma illuminata da una luce particolare, che la rende affascinante e che davvero necessita di una riscoperta che non lascerà il lettore insoddisfatto.
Papa Francesco ha sempre considerato la fede un'esperienza umana che mette in moto la persona. Il credente non è mai fermo né si ferma, è un pellegrino dell'assoluto, in cerca di approfondire le ragioni del proprio credere. In queste riflessioni, raccolte nell'arco del pontificato, si esplicita in semplicità il valore dell'essere persone in cammino nella propria esperienza di fede.
Il libro racconta la transizione del papato dalla fine dell'antico regime agli ultimi tre pontificati, nuovi ma con limiti evidenti di governo. In una crisi profonda del cattolicesimo l'assolutismo papale sembra essere al suo apogeo ma non riesce a riformare la curia romana e si scontra con difficoltà serie: il rapporto con il denaro, la comunicazione, la problematica santità papale. L'eredità di Ratzinger resta fondamentale, tra l'altro, per il rapporto con l'ebraismo, per la riflessione sull'estinguersi della fede in Occidente e per l'azione lucida e determinata contro lo scandalo degli abusi, ma poco efficace è stato il suo governo. Irrisolto e contraddittorio risulta invece il pontificato di Bergoglio, caratterizzato da una decisa volontà riformatrice ma anche da scelte che hanno finito per accentuare le divisioni nella Chiesa, rendendo in questo modo urgente una riflessione sull'esercizio del potere papale e sulla collegialità episcopale.
Joaquin Navarro-Valls è stato per oltre vent'anni il direttore della sala stampa vaticana al tempo di Giovanni Paolo II. Per quasi un quarto di secolo, come suo portavoce, ha avuto accesso diretto al pontefice. Lo ha accompagnato negli innumerevoli viaggi apostolici così come nelle vacanze estive in montagna, e ha potuto vivere da vicino eventi che hanno segnato la nostra storia recente, dalla prima delegazione vaticana nella Mosca sovietica all'incontro con Gorbac?ev in Santa Sede, ai preparativi per la visita del papa nella Cuba di Fidel Castro. Nel quarantacinquesimo anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II, questo libro raccoglie gli appunti personali che Navarro-Valls prese durante quegli anni. Pagine che, scritte sotto forma di diario e pubblicate per volere dell'autore dopo la sua scomparsa, offrono non solo un interessante spaccato del dietro le quinte del lavoro della Santa Sede, ma svelano alcuni dei grandi problemi dell'umanità che tanto preoccupavano il Santo Padre e, soprattutto, forniscono dettagli preziosi della sua vita quotidiana. I ricordi di Navarro-Valls mostrano il lato più umano e illuminano ancora una volta la straordinaria capacità comunicativa grazie alla quale Giovanni Paolo II esercitava il proprio ministero. E al tempo stesso restituiscono il rapporto professionale e fraterno che li ha uniti, una speciale relazione, fatta di fiducia, ironia e affetto sincero. Attraverso lo sguardo di Navarro-Valls e un ricco inserto fotografico, con immagini rese pubbliche per la prima volta, ripercorriamo i momenti salienti del papato di Giovanni Paolo II. Un viaggio al fianco di un protagonista indimenticabile della scena vaticana, che consegna un ritratto inedito di Wojtyla e aggiunge sfumature e complessità al suo pontificato.
Nel volume, l'autore ha saputo portare alla luce il tesoro di una tradizionale e vitale pratica nella vita religiosa. Oggi, pur nella fatica di viverla in profondità, rimane quale cifra dello spessore nella sequela del Signore, personale e comunitaria. Dopo un'analisi della storia della spiritualità che ha prodotto la pratica dell'orazione mentale, l'autore approfondisce la tematica ancorandola ai capisaldi della tradizione cappuccina, identificandola come metodo e necessità imprescindibile per una costante unione con Dio.
"L'epoca dei concili" è un'opera di riferimento all'interno della grande «storia della chiesa» organizzata. Hubert Jedin, direttore della collana, fu padre conciliare nel Vaticano II. A partire dalla libertà religiosa, divenuta presto posizione maggioritaria del cristianesimo nell'impero romano, i concili divennero il modo per costruire una cultura religiosa condivisa da parte dei cristiani. In questa costruzione non mancarono forti scontri che furono non solo religiosi ma anche politici (con ariani, donatisti, nestoriani, monofisiti, pelagiani, ecc.). Se furono occasioni di importanti chiarimenti sulle figure di Cristo, di Maria, della Trinità e della Chiesa stessa, a volte le separazioni si dimostrarono pretenziose e solo nel tempo si ritrovò la comunione. È questo noto anche come il periodo dei grandi «Padri della Chiesa», sia nel mondo di tradizione greca che latina. Si tratta infine del periodo che vede il sorgere del monachesimo, prima in Oriente, poi in Occidente. In un periodo in cui il tessuto civile dell'ex impero romano era condannato a sfaldarsi, il monachesimo era invece vocato a divenire non solo un nerbo religioso, ma anche uno strumento di aggregazione e di civiltà. Dopo il primo sulle origini, questo secondo volume approfondisce i temi della formazione del dogma, del monachesimo, della diffusione missionaria e della cristianizzazione dell'impero romano.
Questo volume traccia un quadro sul cristianesimo in epoca costantiniana, per poi passare alla controversia ariana, al concilio di Nicea (325 d.C.) e a tutte le vicende fino al definitivo crollo teologico della dottrina di Ario nel concilio di Costantinopoli (381 d.C.). Dal ritratto che Baus fa della Chiesa primitiva emerge il richiamo a non considerarla come qualcosa di statico, di permanente o di perfettamente realizzato. Anzi, dalla lettura risulta che il dinamismo e lo sviluppo costituiscono un dato costante della Chiesa dai primi secoli. Il fascino della Chiesa dei primi secoli fu sempre vivo e operante in tutti i secoli. A quell'esperienza fecero appello i monaci orientali e occidentali per giustificare la loro scelta di vita; a quella comunità apostolica si ispirarono i movimenti rinnovatori dei secoli XII-XIII, sfociati in tensioni antigerarchiche in alcuni e in una testimonianza evangelica in altri (san Francesco, san Domenico); a quel periodo si richiamarono i vari riformatori dei secoli xv e xvi (fra questi anche Lutero).
Nell'Europa cristiana di antico regime, l'esecuzione capitale era un grande spettacolo pubblico destinato a educare il popolo col terrore delle pene e a edificarlo sul piano religioso. In esso la preoccupazione dominante era quella della conversione. Dal condannato ci si aspettava che si convertisse: e la conversione doveva essere manifestata pubblicamente con segni di pentimento, esibizione di sentimenti di lealtà e inviti ai presenti a non disobbedire alle leggi e a coltivare sentimenti religiosi. La conversione era una trasformazione profonda che al posto della figura esecrata e maledetta del criminale, del ribelle e dell'eretico doveva far apparire improvvisamente un pio cristiano pentito e pronto a scontare col suo sangue il male fatto per guadagnarsi il premio della vita eterna. Sull'intreccio tra conversione e mutamento di identità, che si manifesta in occasione delle esecuzioni capitali, questo volume, che raccoglie un seminario tenuto presso la Scuola Normale, getta luce nuova e originale.
Papa Francesco ha a cuore la qualità della vita di ogni uomo e di ogni donna. Per lui contano ogni singolo volto, ogni anima, ogni persona. Per questo dedica alla crescita di sé stessi un'attenzione speciale. In questo è interprete del comandamento evangelico: "Ama il prossimo come te stesso"... perché il primo ostacolo tra noi e la felicità, tra noi e la capacità di amare, siamo noi stessi! Il Papa si rivolge a tutti: bambini, giovani, anziani, uomini, donne, coppie e famiglie. A tutti insegna la via di una vita di qualità e ricca di soddisfazioni. Tutto questo comincia dal rafforzamento dell'uomo e della donna interiori e, soprattutto, dall'amare sé stessi. Ognuno di noi è un essere prezioso e unico, amabile e capace di bene! Ciascuno di noi ha un tesoro prezioso nascosto nel profondo del suo cuore, della sua mente e della sua volontà. Scoprire sé stessi e il proprio valore; valorizzare i propri sogni e sognare in grande!; imparare ad amarsi e ad amare. Papa Francesco insegna a coltivare sé stessi per dare energia alla vita.
A Milano la religione gioca da sempre un ruolo importante, anzi decisivo. Nemmeno i laicisti più incalliti protestano se sono chiamati 'ambrosiani', dal nome del vescovo Ambrogio, e nessuno si risente per l'inno indiscusso della città "O mia bela Madunina". Ambrogio è considerato patrimonio di tutti, né si potrebbe immaginare Milano senza il suo santo vescovo e senza la Madonnina d'oro. Dal santo patrono a san Carlo Borromeo, da Montini a Martini, a Tettamanzi, i ministri del culto hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia religiosa e civile di Milano. Ma in queste pagine non troveremo solo storie di arcivescovi. Questo libro è un vero e proprio viaggio nel rito ambrosiano e nel perché della sua diversità, nell'origine e nei segreti dei luoghi di culto, nelle figure (come don Carlo Gnocchi, Luigi Giussani, David Maria Turoldo) che hanno dato al cattolicesimo milanese una vivacità speciale. Aldo Maria Valli entra nell'Università Cattolica, visita la Biblioteca Ambrosiana, racconta dei missionari nel mondo, fa la storia della comunità ebraica e della presenza islamica, propone un giro nelle abbazie, fa capire quanto siano centrali a Milano (città 'dal cuore in mano') il connubio tra fede e carità e il dialogo tra religioni e culture. Tantissime le curiosità. Ad esempio, sapete perché si dice 'roba da chiodi'? E da dove deriva l'espressione 'viaggiare a ufo'?