Il documentato profilo biografico realizzato da padre Gianluigi Pasquale ricostruisce la vita della beata Eurosia Fabris Barban, ai più nota come mamma Rosa: fu una mamma di adozione, naturale, di affido e di cura delle persone infette e ammalate. Lei, con il suo immancabile grembiule pieno di cibarie per i poveri, riusciva a trasformare in una casa ogni ambiente che abitava: la stalla, la stanza dove impartiva lezioni con la sua arte di sarta. Queste pagine ci mettono di fronte all'esistenza di una figura meravigliosa del XX secolo, donna, sposa e mamma. Certamente una di noi, che, però, ha saputo trasformare la storia, in storia di salvezza, abitando il quotidiano in maniera eccezionale. (l'Autore, dall'Introduzione).
Sammy Basso, giovane esempio di fede e coraggio scomparso prematuramente nell'ottobre 2024, raccontato attraverso le Beatitudini del Vangelo. Questo libretto - che accompagna la Mostra itinerante realizzata dalla Fondazione OasiApp - porterà il lettore in un viaggio toccante, in cui la vita di Sammy diventa specchio di quelle parole di speranza e promessa che Gesù ha lasciato a tutti noi.Nonostante la sua rara malattia genetica, la progeria, Sammy ha vissuto ogni giorno con un sorriso e una forza che sfidano i limiti umani. La sua breve esistenza è stata incarnata nelle Beatitudini vissute non come semplici parole, ma come scelte di vita concrete. Ogni capitolo offre un'illuminante riflessione che lega la vita di Sammy ai valori del Vangelo, invitandoci a riscoprire il senso profondo della gioia, della speranza e della fiducia in Dio anche nelle difficoltà più grandi. Un messaggio che parla a tutti, giovani e adulti, credenti e non, perché la forza di Sammy è un esempio universale di come si possa vivere con dignità e amore, superando sofferenze e sfide con umanità. Un libretto per chi cerca ispirazione spirituale, per chi desidera comprendere come la fede possa sostenere anche nelle prove più dure, e per chi vuole conoscere la storia di un ragazzo che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi lo ha incontrato. Un piccolo tesoro da leggere, regalare e conservare come fonte di luce e coraggio.
Il volume - supervisionato dal Vicepostulatore della causa di Canonizzazione della Beata Speranza di Gesù, padre Massimo Tofani, fam - traccia, in modo agile e coinvolgente, un ritratto a tutto tondo della beata Madre Speranza: ripercorre la sua vita, le sue esperienze mistiche per concentrarsi infine sulla sua Opera: il Santuario dell'Amore Misericordioso. «La vita di Madre Speranza è stata una continua unione con il "Buon Gesù". Unita a lui ha dato vita a due Congregazioni Religiose, alla costruzione di collegi per l'educazione della gioventù più povera, case per la cura dei malati e infine l'opera più grande: il Santuario dell'Amore Misericordioso» (padre Massimo Tofani, fam, dalla Prefazione). A noi e al nostro tempo, spesso preda della disperazione, la beata Madre Speranza di Gesù insegna a vedere luce dentro ogni tenebra. Ci ricorda che siamo figli amati; ci fa presente il vero volto di Dio che è Amore Misericordioso.
Questo libro ricostruisce il profilo biografico di padre Robert Francis Prevost, papa Leone XIV, e offre una lettura dei suoi primi mesi di pontificato soffermandosi sui discorsi, le omelie e i messaggi, considerati anche alla luce degli scritti di sant’Agostino.
Ripercorrendo il suo cammino tra i poveri e le periferie, fino alla chiamata universale a guidare la Chiesa, si scopre come papa Leone XIV sia radicato nella spiritualità di sant’Agostino; è il Papa del cuore: un pastore che costruisce ponti, parla di pace e invita il mondo a riscoprire la fraternità.
Contiene un prezioso approfondimento a cura di padre Pietro Bellini, agostiniano missionario in Perù, amico di lunga data e stretto collaboratore del Santo Padre.
"Vi auguro di essere eretici" è l'augurio che don Luigi Ciotti da anni rivolge a tutti noi, ricordandoci che non possiamo smettere di interrogarci su quello che ci accade intorno. Tutti abbiamo la tentazione di cedere alle letture preconfezionate e alle "parole d'ordine" del momento, che ci appaiono rassicuranti. Invece bisogna avere il coraggio non soltanto di essere scomodi nella denuncia delle ingiustizie, ma anche di "stare scomodi", noi stessi, in quello che diciamo e che facciamo. Oggi, alla soglia degli ottant'anni, Ciotti in questo lungo dialogo con Toni Mira si fa ancora più definitivo e senza peli sulla lingua e dice la sua sul nostro presente, dal drammatico tema delle droghe, delle dipendenze, alla contaminazione tra mafia e Chiesa, da tempo coraggiosamente denunciata e che ne ha fatto a lungo un emarginato: con Francesco cambia tutto e Ciotti riferisce alcuni fatti concreti. E ancora la "normalizzazione" delle mafie, oggi sempre più sottovalutate benché siano, al contrario, sempre più potenti. Le tante iniziative per concretizzare la speranza nel cambiamento, dai minori in carcere alle donne di mafia, dai familiari delle vittime ai progetti sui beni confiscati. Riflette su cosa vogliano dire giustizia e diritti, il rapporto tra politica e magistratura. La sofferenza, il dolore hanno un senso? Ciotti continua a combattere con l'impegno e la forza che lo hanno sempre contraddistinto.
«Il testo che abbiamo tra le mani è una dolcissima lezione sul tema della cura. Una lezione di cui abbiamo urgente mente bisogno per superare la grave crisi entropica nella quale siamo finiti.» Scrive così il sociologo Mauro Magatti nella postfazione al libro. La «dolcissima lezione» di Fondazione Arché nasce nel 1991 a Milano su iniziativa di padre Giuseppe Bettoni per rispondere all'emergenza dell'HIV pediatrico. Oggi Arché accompagna i bambini e le famiglie vulnerabili nella costruzione dell'autonomia sociale, abitativa e lavorativa offrendo servizi di supporto e cura; è presente con i suoi progetti a Milano, Roma e San Benedetto del Tronto. Le pagine di questo libro sono il frutto di un lungo lavoro, corale, nel quale gli operatori e i volontari di Arché raccontano i sogni e le delusioni, i pensieri e le strategie educative, la vita quotidiana attraversata dai drammi di donne e bambini, insieme a storie di coraggiosa rinascita. «Questo libro nasce da una bellissima suggestione: sperare oltre ogni umana speranza. La speranza non si pone limiti: è visionaria, intrepida, sfrontata. Fatica a stare dentro i confini della burocrazia, dei bandi, dei finanziamenti sempre col contagocce. Rifiuta di accettare la contabilità dei "successi": «Quanti ne avete salvati?», ci chiedono alcuni, alla ricerca di un cinico rapporto costi/benefici. «E quanti ne avete condannati, voi, con l'egoismo e l'indifferenza?» (dalla prefazione di Luigi Ciotti). «Ho ricevuto e ricevo molto dall'incontro con queste donne che portano in sé stesse le cicatrici della violenza e del sopruso, quando si aprono a un nuovo orizzonte di senso che le porta ad abbracciare la vita con uno slancio nuovo. Potessimo imparare da loro a parlare di Dio al femminile, al femminile plurale perché ognuna di loro è amata a modo suo da Lui, e ognuna di loro è amante al modo di Dio, perché lui è madre e padre, genera e dà vita, ama e perdona.» (Giuseppe Bettoni)
Jacopa de' Settesoli, nobildonna romana del XIII secolo, emerge in queste pagine come figura chiave del primo francescanesimo e del Terz'Ordine, accanto a San Francesco d'Assisi. Sabrina Viti ne restituisce il profilo storico e lo spessore spirituale, mettendo in luce il suo ruolo attivo nella Chiesa, nella famiglia e nella società del tempo. Fu compagna nel cammino evangelico del santo, tanto da meritare l'appellativo di "Frate Jacopa". Questa amicizia e la sua appassionata partecipazione al momento della morte lo rendono un unicum nella storia: una testimonianza viva di fede, dedizione e spiritualità francescana (+ Domenico Sigalini).
Può un ragazzo quindicenne insegnare a degli educatori? Non solo può, ma deve. Carlo Acutis ci provoca con la sua normalità e, al tempo stesso, con la sua straordinaria originalità. Ci invita a guardare il Cielo, sapendo che ogni ragazzo della sua età nasconde un desiderio di infinito. Un agile strumento per la preghiera e la meditazione degli educatori che hanno soprattutto a che fare con i preadolescenti e gli adolescenti. Dieci appuntamenti ispirati alla spiritualità del santo adolescente: per accompagnare gli educatori a riflettere sul proprio servizio; per lasciarsi provocare dalla sua testimonianza di vita; per affrontare domande reali, quelle che educatori e ragazzi si pongono ogni giorno, forse senza troppe differenze fra loro; per assumere impegni concreti alla scuola di Carlo Acutis: "non io ma Dio".
Margherita di Savoia, una donna che ha lasciato una traccia nella nostra storia: si pensi al termine Margheritismo coniato per definire il movimento culturale-sociale-artistico fiorito attorno alla sua corte o alla prima rivista di moda che si chiamò "Margherita" in suo onore. Regolo, già autore di due biografie su Elena e Maria José, le altre due regine d’Italia, conclude così un ciclo, portando a galla scritti e testimonianze su Margherita che, come scrive la principessa Maria Gabriella di Savoia nell'introduzione, persino tra i discendenti erano sconosciute. Dal rapporto difficile col patrigno, Rapallo, che sposò segretamente la madre Elisabetta di Sassonia, alle nozze combinate con il cugino Umberto I, col quale costruì un'alleanza "professionale" ma mai un rapporto coniugale. Anche col figlio Vittorio Emanuele Margherita alterna slanci e ansie materne a rigore e freddezza estremi dovuti anche al senso di colpa che le provocava l’aspetto dell’erede, di poco superiore al metro e mezzo d’altezza. Lettere inedite ricostruiscono il rapporto con il barone Peccoz, forse l'unico suo vero amore, seppure Margherita non sacrificò mai a esso il "culto" per la missione dinastica. Fu artefice instancabile di disgelo tra i Savoia e la Chiesa dopo la Presa di Porta Pia, ma anche cultrice del latino, musa di poeti come Carducci, referente privilegiata di altri reali, non ultimo il consuocero Nicola del Montenegro che se ne invaghì, capace di ammaliare persino Garibaldi. Le ricevute degli acquisti svelano una smania compulsiva per lo shopping, ma anche il suo perfezionismo, dai dettagli per i costumi carnevaleschi alle lezioni di mandolino. Col suocero, "padre della Patria", ebbe un rapporto complesso e si adirò quando per liquidare le madri dei suoi figli illegittimi il ministro della Real Casa tagliò l’appannaggio anche a lei e al marito, come provano documenti finora inediti dell'Archivio centrale dello Stato. Con le sue contraddizioni Margherita, che fu tra le prime donne a guidare l’auto e ad abbracciare la causa dell'emancipazione femminile, nonostante il reazionarismo politico era entrata nel cuore degli italiani e fu salutata da ali di folla piangente lungo i binari del treno che da Bordighera, dove morì nel 1926, la portò a Roma, dove tuttora, al Pantheon, riposa.
P. Matteo La Grua (Castelbuono 15 febbraio 1914 - Palermo 15 gennaio 2012) è notissimo, ma spesso solo per la sua fama di esorcista e per i segni straordinari a lui attribuiti. Frate minore conventuale, è stata una figura di rilievo per il suo Ordine e per la Chiesa di Palermo: persona colta e rigorosa, di profonda spiritualità, ha ricoperto una molteplicità di incarichi delicati. La svolta della sua vita si verifica nel 1975 quando, a più di sessanta anni, accoglie la richiesta del card. Salvatore Pappalardo di prendersi cura del Rinnovamento nello Spirito già presente a Palermo. Dal giorno della preghiera di effusione, ricevuta a Roma, iniziò qualcosa di totalmente nuovo. Il frate schivo e riservato divenne il comunicatore potente dell'amore del Padre per i suoi figli. Subito si cominciarono a verificare segni straordinari e la sua fama si è diffusa rapidamente. Alla sua porta sono accorse moltitudini. Ad oggi la sua tomba è meta di tanti che lo ricordano o che cercano consolazione.
«Da dove arriva?», «Come fate poi a lasciarli andare via?», «Come fate a organizzarvi?», «Vi pagano per farlo?». Sono solo alcune delle domande che guidano i capitoli di questo libro. Pagina dopo pagina, arrivano tutte le risposte: franche, trasparenti, autentiche come nessun opuscolo formativo sull'affido potrà mai fare. Perché l'autore e la moglie, genitori di due ragazzi, da oltre vent'anni hanno aperto le porte della loro casa accogliendo in affidamento bambini provenienti da esperienze difficili. Ed eccoli, allora: Spider Man, Flash, Daredevil ma anche Attila, Giovanna d'Arco, Cip e Ciop, Paperoga e molti altri. Storie complicate, dolorose, raccontate con una grazia infinita e un pizzico di ironia, appassionando e commuovendo, offrendo uno sguardo che sa abbassarsi all'altezza degli occhi di questi bambini e ne sa comprendere le fatiche. Storie che, parlando di casi al limite, offrono una lezione universale su cosa significa essere educatori, con la consapevolezza che non si lavora su una scienza esatta ma si ha a cuore il futuro di persone in crescita.
«Chi percepisce gli ultimi come estranei sente il bisogno di moderare il linguaggio. Noi non lo sentivamo – scrive Riccardo Ghinelli nell'introduzione di questo libro – perché con quelle persone avevamo messo la vita e ci sentivamo fratelli». Insegnante con la passione della fotografia, l'autore è tra quei giovani che negli anni '60 del Novecento sono stati catturati dalla vision di un sacerdote riminese, don Oreste Benzi, che ha saputo coniugare la proposta di una conversione personale, illuminata dal Vangelo, con un'azione politica che punta a rimuovere le cause dell'emarginazione, trasformando gli esclusi in protagonisti del cambiamento. Di questa storia, che porta alla nascita e allo sviluppo della Comunità Papa Giovanni XXIII, oggi diffusa in 42 Paesi del mondo, Ghinelli si concentra sulla fase nascente, documentandola con particolari inediti e con i suoi scatti fotografici, che rendono questo libro una testimonianza unica. Parole e immagini trasmettono la freschezza e l'entusiasmo di un movimento di rivoluzione sociale e spirituale capace di sfidare le “strutture di peccato” con un impegno personale e collettivo che continua tutt'ora.