Per quasi cinque secoli si sono accumulate scoperte scientifiche che hanno suggerito che fosse possibile spiegare l'Universo senza la necessità di un Dio creatore. Inaspettatamente, il pendolo della scienza ha oscillato nella direzione opposta. Dopo aver definito cosa sia una prova nella scienza e le implicazioni delle due tesi opposte dell'esistenza o meno di un Dio creatore, il libro affronta le scoperte scientifiche degli ultimi 150 anni, che hanno portato a una vera rivoluzione concettuale. Solo 100 anni fa tutti gli scienziati pensavano che l'Universo fosse eterno e stabile, mentre oggi sappiamo che ha avuto un inizio, avrà una fine, è in espansione e proviene da un Big Bang. Questo punto solleva la questione di un Dio creatore. La scoperta della regolazione fine dell'Universo, che rende possibile l'esistenza degli atomi, delle stelle e della vita complessa, è un secondo punto chiave che solleva anche la questione della sua origine. In un linguaggio accessibile a tutti, gli autori offrono un'affascinante panoramica delle prove scientifiche dell'esistenza di Dio. Vengono così portate alla luce evidenze razionali convergenti, in campi indipendenti, che gettano una luce nuova sulla questione, forse, decisiva. Con i commenti finali di Vincenzo Balzani, Noemi Di Segni, Roberto Giovanni Timossi, John C. Lennox, Andrew Briggs, Denis Alexander, Luc Jaeger, Cardinale Robert Sarah, e Monsignor André Léonard.
Al cuore delle comunità cristiane affiora un vistoso disagio, che si manifesta in modi diversi. In molti parlano ormai apertamente di fuoriuscita del cristianesimo dalla cultura occidentale, e di una sua imminente implosione. Cosa resterà, della Chiesa di oggi, nei prossimi decenni? Obiettivo del libro è di ricostruire i tratti salienti della religiosità contemporanea, per immaginare i caratteri della Chiesa futura ma più in generale della società futura. Dalla scomparsa della figura del praticante a vantaggio di quelle del nomade dello spirito e del pellegrino e dalla spinosa ma ineludibile questione del pluralismo religioso alla nuova geografia degli odierni cristianesimi; dal ruolo della Bibbia, grande codice dell'Occidente e non solo, alla figura di Gesù, riscoperta di recente nella sua ebraicità. La domanda centrale è poi su che cosa rischiamo tutti di perdere in una cultura in cui il cristianesimo che abbiamo ereditato dal passato non funziona più. Quel che è certo è che se la visione cristiana vuole risultare ancora credibile, va ripensata da capo.
Il volume propone il tema dell'amore per la famiglia, attraverso i testi delle Catechesi sulla famiglia di papa Francesco, frutto della sua amorosa e appassionata "contemplazione" della famiglia umana nella sua dimensione vocazionale e condizione esistenziale. A partire dalla famiglia di Nazaret, Francesco, con la sua narrazione sempre pertinente ed empatica, ci fa attraversare le identità dei protagonisti (madre, padre, figli, nonni, zii...), le reciproche interrelazioni e le responsabilità in ordine alla vita familiare, al compito formativo in rapporto alla società, alla cura del creato e ai valori, senza tralasciare gli aspetti "critici" con i quali fare i conti giorno per giorno. Ne risulta un affresco che attira e coinvolge la più variegata audience sul tema "famiglia", ritenuto dal Papa urgente e fondamentale per l'umanità. Il volume è arricchito dal commento di Mimmo Armiento che tesse, sullo sviluppo dei contenuti delle Catechesi di Francesco, un approccio alla bellezza e importanza della famiglia, nella vita umana, a partire da "Un sorriso...", ritenuto dall'Autore «nutrimento della coppia e grembo da cui nasciamo...»
In seguito alla rovinosa caduta della Repubblica Napoletana del 1799, tra le vittime più illustri della prima Restaurazione borbonica vi fu, senza dubbio, l'anziano cardinale Giuseppe Maria Capece Zurlo (1711-1801), arcivescovo di Napoli dal 1782. Sulla base di una approfondita indagine archivistica e bibliografica, l'autore ricostruisce il periodo della fatale collaborazione con le autorità repubblicane e del successivo esilio di Capece Zurlo. Viene Inoltre evidenziato come le forzate - ma, di fatto, mai accettate - dimissioni di Capece Zurlo avessero contribuito a logorare non poco le relazioni tra il Regno di Napoli e la Santa Sede agli albori del XIX secolo.
Un libro controcorrente che denuncia i mali storici, clericalismo anzitutto, all'origine della crisi attuale del cattolicesimo. Ancora da compiere il passaggio, decisivo, da una spiritualità ridotta alla pura osservanza di norme e precetti, a una religiosità ispirata da una coscienza più libera, più consapevole. Gli argomenti trattati sono tutti temi "caldi" affrontati con senso critico e a volte pungente favorendo un dibattito costruttivo. Tra i temi più importanti evidenziamo "classe clericale e clericalismo"; "gerarchia ecclesiale e popolo di Dio"; "fede e religiosità".
Breve presentazione e antologia dei testi più belli di Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della chiesa che visse nel IV secolo d.C., un'età di importanti trasformazioni e fervore spirituale. Scrittore straordinariamente prolifico, noto soprattutto come l'iniziatore dell'innologia sacra occidentale, descrive con ineguagliabile delicatezza lo splendore del creato e l'universo interiore dell'uomo. Le sue opere ci invitano a riscoprire le stupende meraviglie del nostro intimo e del mondo che ci circonda, riflesso della somma bellezza di Dio: guardando al suo amore e accogliendolo nella nostra vita possiamo rivestire di gioia e vigore il nostro cammino verso di lui.
Le statistiche attestano che “il 39% dei leghisti è cattolico praticante”, a questa percentuale va aggiunto chi, pur non praticando, si dichiara credente. Ma è possibile essere al contempo leghisti e cattolici? Il messaggio di accoglienza e amore per il prossimo predicato da Cristo come si concilia con le dichiarazioni aggressive e a tratti violente del Carroccio nei riguardi di musulmani, zingari, rumeni ed extracomunitari in genere? È proprio la tradizione cattolica ad aver prodotto le menti leghiste o sono le menti leghiste ad aver stravolto la dottrina cattolica? O forse è stato l’incontro del cattolicesimo mediterraneo tradizionalista con l’egoismo piccolo-borghese ipermoderno a costituire una miscela infernale? Augusto Cavadi, teologo e giornalista, si interroga sul rapporto tra Lega Nord, Cattolicesimo e Chiesa.
Un libro che non è scritto contro qualcuno, ma per chi, leghista o antileghista, voglia cercare di capire e di agire per migliorare lo stato di cose esistenti.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Augusto Cavadi, giornalista e teologo, svolge attività di insegnamento e di consulenza filosofica presso scuole, università e altre istituzioni culturali. Collabora con «Repubblica», «Narcomafie» e altre testate. Curatore de Il Vangelo e la lupara. Materiali su Chiese e mafia (Bologna, 1994), è considerato fra i maggiori esperti del rapporto fra cattolicesimo e associazioni criminali.Tra i suoi libri ricordiamo anche La mafia spiegata ai turisti (Trapani, 2008; trad. francese, spagnola, inglese, tedesca e giapponese 2008); Come posso fare di mio figlio un uomo d’onore? (Trapani, 2008), Non lasciate che i bambini vadano a loro. Chiesa cattolica e abusi su minori (Falzea, 2010) e 101 storie di mafia che non ti hanno mai raccontato (Newton Compton, 2011). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato Il Dio dei mafiosi (2009). Il suo sito internet è www.augustocavadi.eu.
Don Gilberto Pozzi, con l'aiuto del maresciallo della Guardia di Finanza Luigi Cortile e di Nella Molinari, diede vita a Clivio (VA) a una cellula partigiana che combatté una guerra senza armi, procurando false identità a ebrei, profughi e persone invise ai nazifascisti, permettendogli così di scampare alla deportazione. Fu tra i fondatori della cellula O.S.C.A.R. (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati), che favorì l'espatrio clandestino in Svizzera di ex prigionieri e dissidenti, e collaborò con le "Aquile Randagie", un movimento scout clandestino nato durante il Ventennio fascista. Definito lo "Schindler di Clivio", Pozzi venne imprigionato nel carcere di San Vittore a Milano e liberato grazie all'intervento del cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster; mentre il maresciallo Cortile morì nel campo di Mauthausen-Melk. Don Gilberto proseguì il suo ministero sacerdotale anche dopo la guerra e per la sua attività umanitaria ricevette l'encomio del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano.
Contenuto
Giovanni Paolo I, solo trentatré giorni da Papa. «Papa del sorriso», con quel suo presentarsi semplice, dimesso, colloquiale, più da parroco di campagna che da Sommo Pontefice. E la gente aveva cominciato a conoscerlo e ad amarlo. Era anche l’uomo delle sorprese, le sorprese di Dio. Figlio della montagna e di operai migranti, culturalmente molto preparato, di spiccata capacità comunicativa e pastorale, di fede robusta e di grande attenzione ai problemi della gente, non ha mai fatto molto per imporsi all’attenzione. Perciò, fu una sorpresa la sua nomina a vescovo di Vittorio Veneto, una sorpresa la nomina a patriarca di Venezia; sorpresissima la sua elezione a Sommo Pontefice. Una sorpresa la fece anche lui, presentandosi in bicicletta a una visita pastorale: era una delle domeniche di austerity, senza auto per tutti, e lui non voleva privilegi. E poi, la sua morte improvvisa, evento naturale e misterioso insieme, l’ultima sorpresa di Dio.
Destinatari
Tutti.
Autore
PIERO LAZZARIN, giornalista, per anni caporedattore del «Messaggero di sant’Antonio» è autore di varie opere biografiche, di storia e di arte, presso diverse case editrici. Per le Edizioni Messaggero Padova ha pubblicato una decina di titoli, tra cui il fortunato Libro dei santi che ha già venduto quasi diecimila copie.
Ponendosi in continuità con il testo di R. Murawski, Storia della catechesi, vol. 1: Età antica, Roma, LAS 2021, il volume intende offrire un quadro complessivo della variegata proposta catechistica elaborata dalla Chiesa nell'arco del lungo periodo medioevale.
Divenuto papa nell'agosto 1978, Albino Luciani ha voluto dedicare le sue catechesi del mercoledì al tema delle virtù teologali (fede, speranza, carità). A partire dalla terza di queste catechesi e dalla metafora dei due gemelli (amore di Dio e amore del prossimo), ripresa da san Francesco di Sales, il libro ripercorre la vita di Luciani rintracciando il filo rosso di una testimonianza concreta di povertà e di un insegnamento costante della virtù della carità.
Autorevoli maestri introducono e commentano il "Credo del popolo di Dio": la più significativa, recente e sintetica presentazione della fede cattolica. Contiene la versione integrale della preghiera proclamata da Paolo VI come atto conclusivo dell'Anno della Fede. Il 30 giugno 1968 - al termine dell'Anno della Fede, indetto per il XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo - Paolo VI proclamò una solenne professione di fede, chiamata sin da allora "Credo del popolo di Dio". In occasione del nuovo Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI per il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, si ripropone questa splendida professione di fede con alcune note di lettura affidate ad autorevoli teologi e interpreti della odierna vita ecclesiale.
Il 30 giugno 1968 – al termine dell’Anno della Fede, indetto per il XIX centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo – Paolo VI proclamò una solenne professione di fede, chiamata sin da allora Credo del popolo di Dio.
Il Successore di Pietro ritenne utile, per confermare la fede dei propri fratelli, ricordare loro la ricchezza e la profondità delle verità rivelate e invitarli ad aderire col pensiero e col cuore a Cristo, Maestro e Salvatore.
In occasione del nuovo Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI per il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, si ripropone questa splendida professione di fede con alcune note di lettura affidate a d autorevoli teologi e interpreti della odierna vita ecclesiale.
Resta infatti attuale la domanda posta da Paolo VI il 30 ottobre 1968: “Che sarà di noi? Saremo tra i fortunati che avranno il dono della fede? Si, rispondiamo; ma è dono che bisogna avere prezioso, bisogna custodirlo, bisogna goderlo, bisogna viverlo”.