È possibile affrontare il tema delle relazioni e dei conflitti familiari da un punto di vista costruttivo: quello della comunicazione non violenta. Ognuno di noi, infatti, può assumersi la responsabilità dei sentimenti che prova e trasmettere i propri messaggi in maniera corretta, principalmente al proprio coniuge. Dobbiamo superare l'idea che l'altro sia "un avversario" e considerarlo invece un alleato nella ricerca delle soluzioni. In questo senso, anziché sfuggirlo, occorre coltivare la capacità e il coraggio di "stare nel conflitto" per gestirlo al meglio e, nel limite del possibile, risolverlo. I conflitti sono necessari per la nostra maturazione e, quando li accettiamo e li consideriamo una sfida per crescere, diventiamo persone più forti, nella vita come nel matrimonio. Un metodo efficace per affrontare i conflitti in modo corretto e pacifico.
Testi adatti ai ragazzi di prima comunione, per prendere coscienza del sacramento che hanno celebrato e fare memoria, in modo semplice e significativo, del cammino di fede percorso. Un modo per rivivere con genitori, catechisti e amici il giorno di festa, integrando con riflessioni personali, foto e preghiere i vari spazi predisposti in funzione del coinvolgimento e della partecipazione; una sorta di libro interattivo per comprendere meglio il significato della presenza di Gesù nella propria vita di cristiano.
In questo volume il problema della morte è affrontato a partire dalla consapevolezza che gli enormi sviluppi scientifici e tecnologici applicati alla medicina hanno rivoluzionato negli ultimi decenni il quadro etico e giuridico in cui è stato finora concepito il fenomeno del finis vitae. Muovendo da questa trasformazione di senso epocale, l’autore affronta la questione di che cosa sia per noi la morte, oggi, e quale responsabilità morale abbiamo verso chi muore. La finalità è quella di rideterminare il principio della dignità umana al cospetto di situazioni radicalmente nuove, come il prolungamento artificiale della vita, il prelievo degli organi, la loro commercializzazione. Al centro della riflessione i lineamenti di una tanatologia critica, la questione della “morte cerebrale” e del suo accertamento, le problematiche funerarie, anche alla luce delle recenti innovazioni legislative. Paolo Becchi è professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’U­niversità degli Studi di Genova. Tra le sue ultime pubblicazioni: Morte cerebrale e trapianto di organi (Brescia, Morcelliana, 2008) e La fragilità della vita. Contributi su Hans Jonas (Napoli, La Scuola di Pitagora, 2008). Per Aracne editrice ha pubblicato, nel 2007, Da Pufendorf a Hegel. Introduzione alla storia moderna della filosofia del diritto.
Re Artù, Mago Merlino, la spada Excalibur, la corte di Camelot, i Cavalieri della Tavola Rotonda, Lancillotto e Ginevra, il Santo Graal, l'isola di Avalon: non esiste mito più affascinante e diffuso, capace di generare un'infinità di leggende, romanzi e poemi in cui si intrecciano sacro e profano, simbologia ed esoterismo. Partendo dalla narrazione di quanto realmente accadde nelle isole britanniche 1.500 anni fa, Paolo Gulisano esplora una leggenda medievale che continua a vivere anche ai giorni nostri in nuove e spettacolari versioni. Non si tratta di una semplice evasione dalla realtà per rifugiarsi nella fantasia, ma dell'occasione per volgere lo sguardo verso cose grandi, verso il nostro desiderio di Bellezza che solo i simboli e le tradizioni sanno alimentare: è quello che aveva capito J.R.R. Tolkien, grande creatore di miti e autore di La caduta di Artù, a cui è dedicata l’appendice del libro.
Lo spirito dell'etica persegue la ricerca di ciò che genera, alimenta e sostiene l'esperienza morale. Percorrendo questa strada il testo non solo raggiunge l'uomo integrale nelle sue radici spirituali, ma scopre che la stessa esperienza morale è di natura spirituale. Per dirla con papa Francesco, quando si ha a che fare con l'etica "non si tratta tanto di parlare di idee, quanto soprattutto delle motivazioni che derivano dalla spiritualità al fine di alimentare una passione per la cura del mondo. Infatti, non sarà possibile impegnarsi in cose grandi soltanto con delle dottrine, senza una mistica che ci animi, senza 'qualche movente interiore che dà impulso, motiva, incoraggia e dà senso all'azione personale e comunitaria'" (papa Francesco, "Laudato si'", n. 216).
La biografia traccia un ritratto efficace e molto ben documentato di Fiorino Tagliaferri, una delle personalità che si sono distinte maggiormente nel panorama italiano del secondo Novecento per il suo grande animo di Pastore, di uomo coltissimo, fine educatore e guida spirituale, ricostruendo la sua vita fin dagli anni di formazione a Fiesole, e nei vari incarichi che il suo ministero lo ha portato ad assumere, tra cui quello di Vescovo di Cremona, Assistente generale dell'Azione Cattolica, Vescovo di Viterbo.
Con questo quarto volume ha termine la raccolta che il monaco Paolo Evergetis ha approntato per la sua comunità monastica. Nell'intento di formare i suoi monaci nel vero spirito cristiano e monastico, l'autore ha raccolto testi dei santi Padri che hanno illustrato il cammino ascetico e spirituale di generazioni di monaci. In questo volume l'autore, consapevole del valore del suo insegnamento, presenta diversi argomenti che toccano nel profondo la vita del cristiano. Egli tratta dell'argomento dell'elemosina, della preghiera, del sacerdozio - che illustra con ampiezza di testi -, dei sacramenti, della Comunione frequente. Nel volume sono presenti anche argomenti che riguardano l'insegnamento catechetico, e la cura che bisogna avere per i deboli. Consegnando alle stampe questo quarto volume, si completa un percorso ricco di spunti per tutti coloro che, attratti dalla spiritualità dei Padri, vengono arricchiti nel proprio percorso di crescita cristiana.
Strumento semplice e prezioso per illuminare la mente, nutrire il cuore e guidare le opere nel tempo del Giubileo straodinario della misericordia.
"La religiosità?" Qualcosa di essenzialmente dinamico, che mette al centro non l'individuo religioso, ma la storia delle relazioni fra gli uomini e con le cose. "L'amicizia?" Una riapertura della visione negativa dell'esistenza per tornare al cuore dell'uomo. "La teologia della liberazione?" Era il sillabario della fede per i contadini dell'America Latina che veniva ad essere il centro vitale del cristianesimo. Non si occupava dei dogmi ma scopriva una delle colonne portanti del regno, la giustizia. "Charles de Foucauld?" Un faro e un interlocutore vivo che aiuta a incarnare la testimonianza di una fratellanza universale, senza barriere né pregiudizi, per amorizzare il mondo. "La Chiesa?" Per me sono le favelas dell'America Latina dove ogni tipo di sofferenza che sull'umanità è presente e la Chiesa in questi luoghi non può essere la maestra infallibile di verità ma deve mostrare quello sguardo materno che si posa tenerissimo su tutte queste miserie che spesso vengono sopportate con molto coraggio. "I giovani?" Sono una forza se uniti e (con loro) tutte le novità possono essere un terreno che muove il mondo."
Un simposio in ottica educativa, con una problematica che si pone di fronte ad una enorme sfida: La formazione morale della persona attraverso il sacramento della Riconciliazione. Da prospettive diverse gli interventi offrono un percorso di riflessione e di azione.
Rumiz compie un viaggio attraverso le mentalità, le tradizioni e i simboli del Nord (i fiumi, i campanili, i ponti ...) per ritrovare il senso della parola perduta e l'origine del successo della Lega. Scopre che tra noi è cresciuta silenziosamente una nuova figura, quella dello "spaesato", dell'uomo uscito dalla cultura di paese ma non ancora entrato in quella "globale", dell'uomo che non chiede risposte razionali ma simboli per radicarsi in uno spazio vitale. A questa vaga domanda di identità ha cercato di dare risposta il movimento di Bossi, che occupa un luogo immaginario, mitico, metaforico e simbolico prima che politico.
Troppo vicini per essere già storia. Sarà per questo che l’eredità italiana degli amati/odiati anni Ottanta stenta a trovare narratori. Paolo Morando ripercorre attraverso un racconto-reportage il decennio più ambiguo: vitale e al contempo feroce.
Italians do it better: sono le parole d’ordine lanciate da una maglietta indossata da Madonna, mentre Paolo Rossi diventa il simbolo di un’Italia che vuole lasciarsi per sempre alle spalle stragi e terrorismo. Sono gli Ottanta: gli anni dell’edonismo, dell’arricchimento, quando eravamo un Paese invidiato da mezzo mondo. Gli adolescenti di allora ricordano quegli anni con nostalgia: Nikka Costa, Maradona, Goldrake, gli Europe di The Final Countdown, il tormentone Gioca Jouer, il Cacao Meravigliao di Arbore, Il tempo delle mele, il Ciao della Piaggio, il succo di frutta Billy, il piccoletto de Il mio amico Arnold, i Puffi, il Tom Cruise di Top Gun...
Eppure, a guardar meglio, è il decennio delle mode effimere e classiste, dell’imbarbarimento della politica e della convivenza civile. Di baby pensioni. E debito pubblico al galoppo. Nella Milano da bere ci si spranga per rubarsi Timberland e Moncler, divise d’obbligo dei giovani paninari che alle ideologie preferiscono ‘cuccare’. Mentre si applicano al gioco in Borsa e all’evasione fiscale, gli italiani si confrontano con l’arrivo dei primi ‘vu’ cumprà’. E dagli scontri in piazza tra fascisti e comunisti si passa a quello Nord-Sud, con l’alba delle Leghe e uno slogan che ancora oggi risuona negli stadi: Forza Etna!