
L’opera in questione, è una raccolta di saggi, scritti dal filosofo americano nel corso degli ultimi anni. Una riflessione sul rapporto tra mezzi di comunicazione, potere e controllo sociale. Un’analisi critica sulle strategie di addomesticamento e massificazione dell’individuo. Partendo infatti, da quelle che definisce Le 10 regole per il controllo sociale, Chomsky analizza storicamente e socialmente, le strategie che il potere, mette in atto per manipolare la società.
Il saggio analizza inoltre, il dissenso sociale e le reazioni, che i movimenti popolari oppongono a queste strategie.
“Questi movimenti popolari non hanno precedenti quanto a dimensione, ampiezza della partecipazione e solidarietà internazionale... Il futuro in larga parte è nelle loro mani”.
Secondo il filosofo americano, i media fanno parte di un sistema di propaganda ben congegnato. Il modo più abile per mantenere la gente passiva e obbediente è limitare rigorosamente lo spettro delle opinioni accettabili, ma permettere dibattiti molto vivaci all’interno di questo spettro incoraggiando perfino le posizioni più critiche e dissenzienti.
L'Autore si accosta a due capolavori come la Divina Commedia e il Decameron senza pretendere d'inoltrarsi in territori ignoti, d'imboccare piste inesplorate, ma in costante dialogo.
Questo libro:
— si propone di guidare, attraverso un percorso umano, etico, intellettuale e scienti fico, quanti intendono dedicarsi al lavoro scientifico;
— risponde a domande quali: «Da dove iniziare?, Come fare?, Che cosa fare?, Come organizzare il proprio tempo in vista della ricerca scienti fica?»;
— o ffre indicazioni sulle tappe e sugli strumenti di lavoro, sulla stesura del testo, sulla metodologia..., su tutto ciò che serve per la preparazione di un lavoro scienti fico.
Nel 1941 i federalisti a Ventotene hanno sognato un'Europa diversa, e una società di liberi e uguali, e questo ancora oggi disturba e imbarazza proprio gli opportunisti che non hanno una visione. Qualcuno pensa che quello europeo sia semplicemente un sogno, che nulla di tutto ciò che prevede il Manifesto - gli Stati Uniti d'Europa - potrà mai accadere. Ma il Manifesto di Ventotene, quel Progetto d'un manifesto che sognava un'Europa libera e unita, ha ancora molto da dire, soprattutto a chi non si decide a muoversi da mezzo il guado, ed è lì come testimonianza di antifascismo, di egualitarismo, di speranza in un'Europa unita e pacificata, di liberi e uguali europei. (dall'introduzione di Piero S. Graglia)
All'origine del pensiero politico moderno, "Il principe" di Machiavelli è un libro di duplice testimonianza. Disegna l'aurora della speculazione politologica sul potere e, in parallelo, ritrae l'età crepuscolare repubblicana a Firenze. "Il principe" è la codificazione di norme e regole politiche, di modelli, sistemi e strategie di potere finalizzate alla ricerca della stabilità di governo. Tra la filosofia, la teoria e la prassi della storia, tra la passione per la Realpolitik e l'utopia sull'unità nazionale italiana, l'elemento moderno de "Il principe" risiede nella scienza politica elevata a interpretazione deIla storia.
L'autore propone indicazioni generali ed esempi di lezioni di Religione svolte in una scuola secondaria di secondo grado. Le pagine del libro ripercorrono il ciclo dell'anno scolastico e liturgico. L'autore pone la questione religiosa attraverso un percorso esistenziale che va dalla Bibbia alla cronaca, dalla storia al giornalismo; tutto per guardare meglio il volto dei giovani e insegnare loro a rivolgere l'attenzione al cuore delle cose. Gli argomenti trattati sono solo accennati per permettere una elaborazione in classe che possa offrire a ogni studente la possibilità creativa.
Una vita "non serena, ma fortunata e felice". Così Eugenio Scalfari riassume il bilancio della propria esistenza, in un racconto che l'abbraccia per intero. Dalla casa dell'infanzia a Civitavecchia, con il balcone che guardava il mare, alle aule del liceo Cassini di Sanremo, dove, complice il compagno di banco Italo Calvino, "il viaggio ebbe il suo consapevole inizio". E poi gli anni dell'università e il primo lavoro di giornalista per "Roma Fascista", svolto con un piglio critico che gli valse l'espulsione dal GUF. C'è l'incontro con Pannunzio e Benedetti, l'attività politica, la lunga avventura de "la Repubblica", i viaggi "fuori e dentro di sé". Ci sono gli affetti, gli amori. Spesso, nei suoi libri, Scalfari ha incluso frammenti della sua biografia, usandoli come spunto su cui innestare le sue lucide meditazioni. Ma in questo scritto il ricordo assume per la prima volta un valore autonomo: lo scopo non è più riflettere, ma raccontare. Anche la storia del Paese resta sullo sfondo. "Racconto autobiografico" è semplicemente quello che dice: il ritratto in movimento di un uomo, la cronaca della sua esistenza eccezionale.
Dove è più facile aprire un'impresa? In un paese dove si possono fare affari con relativa semplicità. Nella classifica della Banca Mondiale, l'Italia è all'820° posto, dopo il Kazakhistan, la Serbia, la Giordania e la Colombia. Merito della nostra infernale burocrazia. Un giornalista prova a diventare imprenditore. Segue i corsi di primo soccorso, quello antincendio, quello sulla prevenzione degli infortuni. Frequenta commercialisti e avvocati. Informa le "lavoratrici gestanti" dei rischi che corrono - ma solo quelle "di età superiore ad anni 15". E poi c'è l'Asl con tutti i regolamenti sull'igiene e l'obbligo di installare e numerare le trappole per topi (non basta il topicida vogliono fare una statistica?). C'è persino il decalogo che insegna quando bisogna lavarsi le mani. Compra centinaia di marche da bollo, compila (e paga) un'infinità di bollettini postali. Sei mesi dopo e con centomila euro di meno, apre finalmente l'attività: un piccolo negozio di pizza d'asporto. Ma a quel punto si trova a dover fare i conti con i cosiddetti "lavoratori" e con i sindacati. Dopo due anni infernali, chiuderà bottega. L'eccessiva rigidità nei rapporti di lavoro porta a un eccesso di flessibilità? Le leggi troppo restrittive spingono inevitabilmente verso l'economia sommersa e il lavoro nero? Sono i temi di discussione in questi mesi caldi, mentre si parla di riforma della Legge Biagi. Quello di Gigi Furini non è un trattato di economia del lavoro. È il resoconto di due anni impossibili...
“Gli italiani si trovano davanti a sfide nuove. Dovranno ridefinire il senso del loro stare insieme come nazione davanti a fenomeni giganteschi ed epocali. Ci troviamo di fronte a un grande movimento storico che non dobbiamo subire ma di cui dobbiamo essere protagonisti attivi. E voi, ragazzi nati con il crollo del Muro di Berlino, dovrete essere in prima fila.”
La caduta del Muro di Berlino ha cambiato la vita degli europei, a Est come a Ovest. Nel ventesimo anniversario, Gianfranco Fini prende spunto da quell’evento epocale per analizzare i radicali cambiamenti che il mondo ha vissuto negli ultimi anni e puntare lo sguardo su un futuro ancora da costruire. Crollate le barriere e venute meno le grandi opposizioni ideologiche, è finalmente diventato possibile lavorare per una nuova libertà, piena e allargata: risultato cui si può puntare solo affrancandosi dalla pesante eredità delle vecchie ideologie, per interpretare il mondo secondo codici nuovi, trovando punti di vista originali. È proprio per questo che il presidente della Camera si rivolge, qui, ai ventenni di oggi, la prima generazione di italiani ed europei ad aver vissuto davvero in un’epoca di libertà, democrazia e possibilità. Sono loro che, alleati in un nuovo patto generazionale con i loro padri e fratelli maggiori, hanno il compito di raccogliere le sfide da vincere: perché la libertà possa essere un bene sempre più esteso e diffuso. Sfide che coincidono con i temi caldi del dibattito politico attuale: dalla questione sociale all’immigrazione e alla coesione nazionale; dalla crescita dell’Unione europea alla necessità di mettere di nuovo la persona al centro dei processi economici e politici. Per ognuno di questi temi Fini propone idee e spunti di riflessione che, proprio perché liberi dai vincoli di ideologie arroccate e passatiste, suscitano ogni giorno appassionati dibattiti.
"Ho dei problemi a introdurre un libro come questo. Potrebbe sembrare un atto di accusa contro i genitori, e forse lo è almeno in parte, ma non lo è nelle intenzioni. Dovrei dire perché lo scritto, e come, ma non ho quell'acutezza che consente ad alcuni di spiegare adeguatamente la genesi dei loro lavori. So che non volevo parlare male della categoria dei genitori e bene dell'altra, quella dei figli. Ma può anche darsi che l'abbia fatto. So che non volevo insegnare niente a nessuno, che non volevo raccontare la mia vita, cioè le mie esperienze di pediatra, che non volevo proporre o riproporre delle opinioni, e che ancor meno volevo scrivere un testo di psicologia, o di pedagogia, o di puericoltura, o di scienze dell'educazione." (Marcello Bernardi)
Una nuova via per raggiungere il benessere: i metodi delle neuroscienze e della psicoterapia uniti alla pratica buddista della "piena conoscenza". Un nuovo approccio che unisce le più recenti acquisizioni della neurologia e della psicologia a un'antichissima pratica buddista così da permetterci di penetrare all'interno di noi stessi, compiendo una vera e propria operazione alchemica, tramutando quello che a prima vista può apparire piombo in oro.
La famiglia e la scuola hanno come compito fondamentale l'educazione delle nuove generazioni. Un compito che, oggi, a fronte dell'evoluzione sociale e culturale, sembra paragonabile a una vera e propria "sfida". Faticosa e complessa, non c'è dubbio, ma ancora possibile e avvincente. Soprattutto se si sceglie di "agire insieme" per il bene e lo sviluppo armonico dei figli. È questa la prospettiva dalla quale partono i due autori. Il volume, diviso in due parti, affronta nella prima l'educazione alla differenza, l'educazione alle regole e l'alleanza educativa tra famiglia e scuola. La seconda parte è invece una riflessione sul senso e sul significato dell'educazione nell'attuale epoca storica.