
Mai come alla fine del '500 il fenomeno del banditismo assunse proporzioni così imponenti da contrapporsi al Papato, alla Spagna e al Granducato di Toscana e da divenire strumento di ricatto nella politica internazionale. In questi tempi di inevitabili spietatezze, spicca la figura di Alfonso Piccolomini, duca di altissimo lignaggio, pronipote del coltissimo Papa Pio II. Questo libro narra la vicenda umana, sentimentale e pubblica del Piccolomini, il quale si trasformò in un protagonista temibile e implacabile di una lotta senza quartiere; un eroe da romanzo di cappa e spada, amato dal popolo e temuto dal granduca di Toscana, Francesco I de' Medici. Un libro che narra di amicizie tradite, di alleanze improbabili e di segreti inconfessabili. Quante sincere menzogne si possono annidare nell'animo umano?
I bambini anticipano, con la loro presenza, il tempo che potrà ancora continuare e che conterrà le tracce della nostra presenza. Eppure, questo mondo sembra completamente estraneo, perfino ostile, ai bambini, nonostante essi siano il meglio di cui aver cura, la speranza, il domani, la continuità. Il fatto è che Dio e i bambini stanno lì a ricordarci che l'essenziale è da un'altra parte. I bambini ci ammoniscono circa la vita, ci riportano alla semplicità dell'amore. Allora, riflettere sui bambini significa riprendere il filo dell'essenziale. Anche i vangeli ci parlano dei bambini in alcune scene. Certo, sono poche volte, ma sufficienti per farci comprendere l'enorme considerazione che Gesù ha per loro. Gesù ha un rapporto privilegiato con i bambini, tanto da additarli come i "veri abitanti del cielo". Anche Gesù è stato bambino...
Pochi conoscono le tradizioni che si nascondono dietro gli attuali usi a tavola. Una storia che dall'antica Roma arriva a noi, anche grazie al passato delle famiglie nobiliari dell'Italia pre-unitaria. Scritto da Gloria Salazar e curato da Sofia Fabrizi, il libro è diviso in due parti. La prima ripercorre la storia degli usi e costumi a tavola; la seconda spiega cosa è rimasto oggi delle tradizioni del passato, che - come sempre - ha molto da insegnare.
Quale possibile rapporto tra psicologia e discernimento vocazionale? Se vivere la propria vocazione vuol dire diventare sempre di più uomini a Sua immagine e somiglianza, la psicologia diventa uno strumento necessario per comprendere la propria umanità e rispondere in pienezza alla Chiamata con cuore libero.
Forte della sua missione, da 29 anni la Fondazione Migrantes dedica un volume di studi al tema dell'immigrazione straniera in Italia, dando ampio risalto agli aspetti qualitativi, statistici e pastorali a partire dal messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020.
Il circo rappresenta molto più che un mestiere: essere circensi è un'arte e un modo di concepire l'esistenza. Attraverso interviste, incontri e testimonianze dirette, il volume risale ai motivi per cui la convivenza sotto il tendone funziona meglio che altrove. Ne emerge un affresco variegato di alcune famiglie italiane di circensi, arricchito dalle molte culture dei migranti che entrano in carovana come artisti, maestranze e operai. C'è una misteriosa caparbietà nell'azione dei circensi; una tradizione orgogliosa che si tramanda da generazioni e non viene scalfita neanche dal disamore del pubblico o dalla critica animalista. L'essere circo è come una religione identitaria. Nel definire chi non fa parte del circo, gli artisti usano il termine i fermi. I fermi siamo noi: gli stanziali, quelli che non sono in grado di usare il proprio corpo per creare "attrazioni". Che non girano in carovana. Quelli che si spostano ma non viaggiano. Noi fermi, però, abbiamo un'opportunità unica da cogliere: imparare molto dalla resilienza del circo. Rispetto, divertimento e vita comunitaria sono gli indispensabili ingredienti di una convivenza più umana.
Una ricerca sul modo di comunicare della Chiesa, partendo dall'omelia, fino al web e ai Social, esplorando il mondo di radio, tv, cinema e teatro. L'opera è realizzata con la collaborazione di giornalisti ed esperti che la comunicazione la costruiscono ogni giorno dal di dentro. Ne risulta un'analisi libera da schemi precostituiti, che mette in luce carenze ma anche prospettive di sviluppo nel modo di comunicare nella Chiesa.
Dopo un evento traumatico di notevole intensità, la qualità della vita peggiora soltanto o è possibile un riordino positivo della propria esistenza? È questa la domanda che fa da filo conduttore al presente scritto e che le sfide dell'ultimo decennio fanno risuonare in seno alle comunità civili ed ecclesiali. Gli studi di Tedeschi e Calhoun sulla crescita post-traumatica, la teoria della resilienza elaborata da Cyrulnik permettono di focalizzare l'attenzione sull'evento sismico che ha colpito la città dell'Aquila nel 2009, cercando di cogliere, a poco più di un decennio dall'evento, gli aspetti più significativi da trasmette a persone e comunità colpite da catastrofi naturali.
Con un linguaggio semplice ed ironico il testo presenta quegli strumenti necessari a chi quotidianamente è alle prese con le sfide tipiche del rapporto adulto-bambino, educatore-ragazzo. Attraverso esempi concreti, esperienze personali e schede di lavoro, vengono analizzati i pensieri, le emozioni, gli scopi e la capacità di autocontrollo della persona educante per trasformarla in un vincente guerriero nella più dura delle battaglie: quella educativa.
Non siamo in un'epoca di cambiamento ma in un cambiamento d'epoca. Così principia l'autore in questo libro, che analizza un percorso storico iniziato con la Pace di Versailles e confluito nel postmodernismo. Il fine? Un nuovo ordine del mondo, fondato sul libero mercato e ostacolato soltanto dagli interessi degli ultimi Paesi socialisti. Negli ultimi decenni, tuttavia, sono emersi alcuni elementi che ci obbligheranno a cambiamenti sostanziali nella nostra vita pubblica e privata. L'autore esamina i fatti storici che hanno accelerato questo processo e gli attori politici che, più di altri, godranno dei vantaggi di un pianeta globalizzato. Un processo di cambiamento che, con l'attuale pandemia mondiale di Coronavirus, ridisegna il nostro modo di pensare, di sentire, di vedere il mondo.
Con l'avvento di Internet, si è tornati a comunicare per iscritto, già dalla più tenera età i millenial comunicano quasi unicamente scrivendosi, per qualunque motivo. Questo fenomeno che riguarda la popolazione mondiale e di qualsiasi età, presenta però anche degli svantaggi. Con la velocità consentita dai nuovi mezzi di comunicazione, si sono perse alcune regole che conviene rispettare per farsi comprendere al meglio, per fare arrivare nel modo più efficace possibile ciò che desideriamo dire. Per scrivere, non importa se alla nonna, all'amica del cuore, al Professore con cui si sta preparando la tesi o al Presidente della Repubblica, ci sono delle regole e consuetudini che devono essere conosciute e applicate. Una corretta comunicazione, rispettosa delle regole e delle consuetudini, è indispensabile sia nei rapporti tra privati, sia nei rapporti professionali. In questo agile manuale, si potranno trovare preziose indicazioni, criteri e suggerimenti per ogni occasione.
L'autore, attraverso una narrativa dai tratti semplici, racconta gli eventi rimasti impressi nella sua memoria, traendo origine dai disagi di un bambino costretto a sentirsi "un diverso" e ripercorrendo gli avvenimenti determinanti della propria esistenza. Nei tratti di un percorso che lo ha portato alla consapevolezza della propria realizzazione personale, si delinea il pieno valore di una vita vissuta intensamente.