
Ernesto de Martino (Napoli 1908 -Roma 1965) è ormai considerato non solo il "padre rifondatore" dell'etnologia in Italia e uno storico delle religioni di grande spessore teorico, ma anche uno dei massimi intellettuali del Novecento. Amato e seguito da un vasto pubblico fin dagli anni cinquanta per i suoi studi sui rituali magici del sud, per la tensione del suo impegno etico-politico e per l'originalissimo stile di pensiero e di scrittura, viene oggi riscoperto come un autore-chiave di quella nuova branca del sapere che è l'antropologia simbolica.
"Se la memoria non mi inganna, è successo due weekend fa, mentre stavo andando a Firenze in treno". E se la memoria ci ingannasse? Fin dove può spingersi l'inganno? Quanto possono essere distorti i ricordi? Possiamo arrivare, addirittura, a ricordare qualcosa che non è mai accaduto? Se capita, ce ne accorgiamo o ne siamo vittime inconsapevoli? Il libro si propone di rispondere a queste domande, descrivendo le illusioni di memoria più frequenti e insidiose (false memorie testimoniali, autobiografiche, per parole e oggetti), illustrando i possibili meccanismi che ne sono all'origine e indicando le strategie per difendersi. Il testo affronta questi temi alla luce dei più recenti sviluppi della psicologia cognitiva e delle neuroscienze, mettendone in evidenza sia il contributo alla conoscenza dei processi di memoria che la rilevanza in campo applicativo, soprattutto in ambito giudiziario (psicologia della testimonianza).
La semiotica visiva fornisce gli strumenti per analizzare le immagini (fotografie, dipinti, disegni ecc). Le domande a cui risponde sono diverse: come facciamo a riconoscere un insieme di linee e colori come rappresentazioni di un oggetto tridimensionale? Quali convenzioni ci permettono di riconoscere i personaggi e le situazioni descritte in un quadro? Come fanno le immagini a raccontare storie? Linee, spazi, colori possono avere un significato indipendente da quello che rappresentano? Il testo è un'introduzione alle teorie e ai principali strumenti applicativi della semiotica visiva, mostrando l'utilità per l'analisi delle immagini di altre discipline, come l'iconografia e la psicologia della percezione.
Il volume affronta il tema delle relazioni interpersonali significative che il bambino instaura con le principali figure che popolano il suo mondo sociale - gli adulti di riferimento e i pari - occupandosi nello specifico dei temi della fiducia e del coping. Nel bambino la fiducia in sé e nell'altro si sviluppa nei primissimi anni di vita attraverso le relazioni primarie che egli instaura con i genitori. In seguito, la fiducia si plasmerà grazie anche alle relazioni che il soggetto instaurerà con altre figure adulte di riferimento, insegnanti ed educatori ad esempio, e con i pari. Per il bambino, e poi per l'adulto, avere fiducia significa sapere che le persone rispetteranno gli impegni e che sugli altri, oltre che su di sé, si può contare.
Il volume intende porsi come un valido punto di riferimento per quanti vogliano avere una panoramica delle basi neurocognitive del linguaggio. È diviso in sei parti. Nella prima parte, di carattere introduttivo, viene ripercorsa la storia della neurolinguistica e vengono delineati i rapporti che la legano ad altre discipline come la linguistica generale, la psicolinguistica e le neuroscienze cognitive. La seconda parte è dedicata alla presentazione dei fondamenti della ricerca neurolinguistica, dalle osservazioni neuropsicologiche all'uso delle tecniche di stimolazione corticale o di neuroimmagine funzionale. Nella terza e quarta parte, l'attenzione viene concentrata sulle caratteristiche di alcune patologie del linguaggio in pazienti adulti e in età evolutiva. Le ultime due parti del libro, infine, sono dedicate alla neurolinguistica del plurilinguismo ed alla descrizione del network neurale della elaborazione del linguaggio.
Ogni epoca ha il suo sistema iconico e le sue modalità di rappresentazione: si è passati così dal ritratto di corte alla foto ufficiale, dalle grandi feste barocche agli eventi televisivi, dai comizi alle conferenze stampa. Il libro riflette sull'immagine come nuovo spazio per lo sviluppo dell'informazione istituzionale, sottolineando conoscenze, capacità tecniche e "grammaticali" proprie di un linguaggio diverso da quello scritto e parlato, in cui anche le professionalità cambiano.
Tra operatori, ricercatori e decisori politici esiste una notevole confusione sull'intercultura, che viene erroneamente identificata con la questione dell'immigrazione; l'intercultura ha invece a che fare con i cambiamenti che riguardano tutti, autoctoni e immigrati, in un mondo che diventa sempre più globale e plurale. Anche intercultura e multicultura vengono confuse tra loro e invece sono due strade opposte, perché la multicultura accetta le differenze ma le chiude dentro le loro supposte "comunità" etniche o religiose, mentre l'intercultura evita gli stereotipi e si occupa di come le persone mescolino pratiche, usi e lingue diverse nella loro vita quotidiana. Nel volume si presentano alcuni aspetti dell'intercultura, dalla questione del plurilinguismo e di una supposta "lingua madre" alle trasformazioni dell'identità" religiosa, dalla ricerca sul territorio alla prospettiva di una psicologia clinica interculturale, dalla mediazione alla valutazione delle competenze interculturali. Il testo è un utile strumento per lo studente, l'operatore ed il ricercatore perché collega le esperienze pratiche con i modelli e le teorie che le sostengono.
Il progetto di pubblicazione dell'Epistolario di Aldo Capitini, avviato dalla Fondazione intitolata al suo nome, vede realizzarsi con il presente carteggio con Danilo Dolci, dopo quello con Walter Binni, il suo secondo volume. Aldo Capitini (Perugia 1899-1968) è stato il maggior teorico e attuatore della nonviolenza in Italia e forse anche in ambito europeo, e un innovatore del pensiero e della prassi sociale. Danilo Dolci (Sesana 1924 - Partinico 1997), poeta, educatore, sociologo, è stato appassionato sperimentatore della nonviolenza e instancabile promotore di iniziative collettive per il cambiamento sociale, a partire dalle battaglie condotte in Sicilia per il lavoro, l'acqua, la democrazia e contro ogni mafia. Il contatto tra il pensatore umbro e il giovane Danilo avviene nel 1952, quando Dolci sta attuando il suo primo digiuno e riceve un'unica lettera di solidarietà, inviata da Perugia da "uno sconosciuto": Aldo Capitini. Si instaura, da subito, tra i due un rapporto di reciproca influenza e di profonda stima, documentato da un'ampia corrispondenza quasi interamente inedita. Dolci riconosce in Capitini una sorta di paternità dal punto di vista dell'ispirazione ideale. Da parte sua Capitini seguirà costantemente l'attività dell'amico e le sue posizioni verranno a costituire per lui lo spunto per elaborare approfondimenti e confronti, "aggiunte", in campo civile, educativo, politico.
Negli ultimi anni i contributi di diverse discipline hanno evidenziato il grande interesse scientifico e culturale sullo sviluppo del maschile e del femminile: un campo in evoluzione in cui la genetica, la psicologia, la sociologia e l’antropologia si impegnano a chiarire il difficile tema dell’identità di genere. In questo senso, il libro inquadra lo sviluppo psicoaffettivo e sessuale sottolineando anche la funzione svolta dai fattori biologici e dal contesto sociale nelle fasi critiche nell´arco di vita. A partire dal concepimento, vengono affrontate le tematiche relative all’infanzia, alla pubertà e all’adolescenza, con particolare attenzione alla costituzione dell’identità personale anche alla luce delle teorie più accreditate. Inoltre, vengono trattati i temi del consolidamento e della verifica dell’identità sessuo-affettiva nell’arco di vita: la formazione della coppia, la procreazione, la genitorialità e l’invecchiamento.
Non sempre, nei manuali di sociologia dei media, nell'esporre teorie e risultati delle ricerche si pone esplicita attenzione al metodo e alle tecniche d'indagine che le hanno prodotte. In questo volume, invece, teorie e risultati sono considerati nel loro stretto legame con le strategie di ricerca. Nella prima parte si prendono in esame i principali ambiti e filoni d'indagine: la ricerca sul pubblico, sul consumo mediale, sulla fruizione dei testi mediali e sugli effetti dei media a breve e a lungo termine; la ricerca sulle aziende dei media, in particolare sulle organizzazioni giornalistiche e sul processo di produzione delle notizie; la ricerca sull'offerta dei media tradizionali e dei nuovi media digitali. La seconda parte affronta i problemi metodologici della ricerca sui media, tanto quantitativa (inchiesta, analisi del contenuto e disegni sperimentali), quanto qualitativa (etnografia dei media e grounded theory).
La lingua poetica dell'italiano "classico" (dal Petrarca fino al secondo Ottocento) ha mantenuto una fisionomia specifica e un'eccezionale stabilità, tanto da configurare - come scriveva alla fine del Cinquecento Leonardo Salviati - "quasi un altro idioma diverso dalla prosa". L'autore ne disegna in questo volume un profilo linguistico particolareggiato, fondandosi su strumenti tradizionali (dizionari storici, trattati grammaticali e retorici) ed elettronici (CD di testi letterari, oltre che su ampi spogli personali). La parte teorica e descrittiva è integrata da un'ampia antologia che passa in rassegna, commentandole fittamente dal punto di vista linguistico, stilistico e metrico, trenta poesie dislocate dal XIII secolo (Giacomo da Lentini) al XIX (Carducci). Accanto ai poeti della grande tradizione letteraria è stato dato un certo spazio a forme marginali di versificazione, come la librettistica, la poesia estemporanea, la poesia per l'infanzia, la musica leggera. Anche in questi rivoli si coglie la grande compattezza grammaticale di un edificio linguistico eretto nel Trecento, consolidato nel Cinquecento e definitivamente sgretolatesi solo nel pieno Novecento.
Aggiornato e coerente con i più fecondi sviluppi della ricerca sui media, il manuale - pur particolarmente attento alla chiarezza espositiva - non rinuncia ad analizzare la complessità delle relazioni fra media e società, ricostruendo approfonditamente teorie, modelli, metodi di ricerca. Il volume si colloca all'interno delle tendenze più avanzate dei media and cultural studies, offrendo nel contempo uno sguardo aperto e plurale sulle diverse posizioni e sui differenti approcci alla sociologia dei mass media. Ne risulta un testo fondamentale per chi voglia acquisire i rudimenti della disciplina ma anche per chiunque desideri intraprendere percorsi di approfondimento. Sul sito www.carocci.it sono disponibili materiali per ulteriori letture.