
Basato su una conferenza tenuta al Poetry Center di New York, "Il governo del futuro" è un vero e proprio manifesto politico su come la società dovrebbe strutturarsi al fine di garantire il controllo democratico. Sono quattro, scrive Chomsky, le "posizioni teoriche" che possono caratterizzare una forma di governo nella società industriale: liberalismo classico, socialismo di stato, capitalismo di stato e socialismo libertario. L'autore le prende in esame, soppesando pregi e difetti di ognuna, confrontandole e contrapponendole, fino a individuare nel socialismo libertario la naturale prosecuzione del liberalismo classico. Ed è proprio in quest'ambito, in un clima di autentica libertà democratica, che si fa largo la possibilità di esaltare le facoltà creative e intellettuali dell'uomo. Esortando a ripensare l'equilibrio dei poteri sociali, politici e di governo, Noam Chomsky mette in campo questioni di estrema importanza e attualità, confermando la prospettiva umanista della sua riflessione.
A cinquantanove anni, trentotto dei quali trascorsi in cella, Renato Vallanzasca rimane nei ricordi di questo paese, nell'immaginario delle vecchie e delle nuove generazioni, il volto del bandito, l'emblema di una vita criminale "al massimo", l'icona violenta di una città e di un'epoca: l'inquieta e brumosa Milano degli anni Settanta. Di lui tanto si è detto e si è scritto, i contorni della cronaca sono presto sfumati nella leggenda, ed è proprio questo uno dei motivi che hanno portato l'uomo a guardarsi allo specchio, a frugare nel secchio della memoria, a incontrare Carlo Bonini per raccontare una volta per tutte la propria versione dei fatti, "la vera storia di Renato Vallanzasca". L'ex boss della Comasina ha rapinato, ha ucciso. "Per pudore" nei confronti delle sue vittime, spiega, non ha mai chiesto perdono. "Per lealtà con se stesso" e con il suo personale codice d'onore, ha sempre rifiutato di vestire i panni del collaboratore di giustizia. E con lo stesso rigore e la stessa lucidità ricostruisce il suo passato, senza cadere in compiacimenti, facili ipocrisie o repentine e sospette conversioni. È una storia di sangue, quella di Renato Vallanzasca, una storia non priva di sorprese, stravaganze e inediti retroscena, una storia che affonda le sue radici in un'infanzia ribelle, in quella che appare come una precoce vocazione al crimine.
Una tesi storica largamente diffusa e riconosciuta indica la massoneria come il vero strumento strategico che ha assicurato il successo della Rivoluzione francese: le logge, permeate dallo spirito anticlericale di correnti interne come quella degli Illuminati di Baviera, avrebbero rappresentato il centro di una cospirazione contro il trono e l’altare. Il sorprendente studio di Eduardo Callaey segue l’evoluzione dell’Ordine attraverso il Diciottesimo secolo per sfatare quello che lui dimostra essere un mito. La massoneria non fu affatto l’ispiratrice e l’artefice della Rivoluzione francese – e della violenza sanguinaria che ne macchiò l’epilogo. In realtà, se è vero che nelle logge del Settecento circolavano ideali repubblicani e progressisti e che molti illuministi e giacobini avevano gravitato al loro interno, i fatti dimostrano che la massoneria tradizionale, di origine giudaico-cristiana e iniziatica, fu una vittima del Terrore rivoluzionario e venne annientata in una guerra fratricida. Dalle sue ceneri sarebbe rinata una nuova organizzazione, più vicina a un partito politico che a una «scuola di misteri», in cui la dea Ragione avrebbe preso il posto dei Gran maestri dei riti esoterici. E fu proprio questa massoneria razionalista, figlia del «secolo dei lumi», a perpetuare il mito rivoluzionario e complottista, oscurando arbitrariamente l’altra anima dell’Ordine. Questo saggio fornisce la chiave per comprendere la trama occulta – e occultata – della storia massonica, la grande contraddizione che ancora oggi attraversa l’Ordine, l’eterna diatriba fra i seguaci della tradizione spiritualista e chi individua nelle logge un efficace sistema di azione politica.
L'autostima è il sentimento di apprezzamento o di rifiuto che accompagna la valutazione che facciamo di noi stessi. È un giudizio che si basa sulla percezione di qualità concrete, come l'abilità nel relazionarsi con gli altri, l'apparenza fisica, i tratti del carattere, i successi raggiunti, le ricchezze materiali. D'altra parte su ogni processo di autovalutazione agiscono fattori di diversa natura, dalle componenti genetiche ai legami affettivi dell'infanzia, dall'ambiente circostante alle opinioni degli altri, ai valori socio-culturali dominanti. L'autore scava negli ingranaggi dell'"io" per esaminare con linguaggio semplice le radici dell'autostima, il suo sviluppo sin dai primi anni di vita, la sua influenza sulla felicità e i metodi per nutrirla e difenderla. Ma questa analisi non manca di rivelarne anche il volto più oscuro e insidioso, mostrando le degenerazioni che producono casi di narcisismo, violenza, abuso di potere, o all'opposto stati di sottomissione e servilismo, dipendenze, paranoie, masochistiche ricerche di ideali irraggiungibili, disturbi depressivi.
Nel 1941 i federalisti a Ventotene hanno sognato un'Europa diversa, e una società di liberi e uguali, e questo ancora oggi disturba e imbarazza proprio gli opportunisti che non hanno una visione. Qualcuno pensa che quello europeo sia semplicemente un sogno, che nulla di tutto ciò che prevede il Manifesto - gli Stati Uniti d'Europa - potrà mai accadere. Ma il Manifesto di Ventotene, quel Progetto d'un manifesto che sognava un'Europa libera e unita, ha ancora molto da dire, soprattutto a chi non si decide a muoversi da mezzo il guado, ed è lì come testimonianza di antifascismo, di egualitarismo, di speranza in un'Europa unita e pacificata, di liberi e uguali europei. (dall'introduzione di Piero S. Graglia)
I nostri bambini crescono circondati da un ambiente sempre più frenetico ed esigente, che complica ulteriormente il difficile compito di educarli. Sentiamo l'obbligo di programmare per loro una serie infinita di attività che ci rassicurano sulla buona riuscita del loro futuro, ma che nel complesso li privano del tempo libero, del gioco, del contatto con la Natura, del silenzio, ovvero dei doni più preziosi della loro età, di ciò che da sempre la caratterizza in modo unico e irripetibile. La vita dei bambini si è trasformata in una vera e propria gara di corsa, che li induce a saltare delle tappe fondamentali. Molti si stanno così perdendo il meglio della vita: l'emozione di esplorare il mondo, di inoltrarsi nel cuore della realtà. Un rumore assordante zittisce le loro domande e satura i loro sensi, arrestando quella lenta acquisizione che nasce dalla meraviglia di scoprire le cose per la prima volta. Catherine L'Ecuyer, basandosi sui risultati di anni di ricerche e sulla diretta esperienza di madre, ha scritto questo libro per aiutarci a invertire la rotta: educare allo stupore significa reimpostare l'apprendimento alla stregua di un viaggio che salpa dal molo più intimo di una persona e si spinge verso un'avventura entusiasmante, nel rispetto delle esigenze intrinseche del bambino, della sua innocenza, dei suoi tempi, del suo senso del mistero e della sua sete di bellezza.
«Una rosa è una rosa dal momento in cui è un bocciolo a quello in cui appassisce e muore. In ogni stato, sempre, contiene l’intero suo potenziale. Apparentemente sembra seguire un processo di costante cambiamento, invece in qualsiasi stato, in ogni istante, è perfettamente se stessa. Per un tennista, come per chiunque, il primo passo nella giusta direzione è vedere e sentire ciò che sta facendo, cioè aumentare la consapevolezza di ciò che realmente è»
Chi non ha mai desiderato una storia d'amore con l'uomo o la donna ideali? Chi non ha rincorso l'illusione della felicità eterna insieme alla persona amata? Quando crediamo di aver trovato la persona "giusta", riponiamo tutte le nostre speranze nella relazione di coppia, ma cosa accade quando chi dice di amarci, in realtà, si rivela un "vampiro affettivo"? Quando si approfitta di noi, ci manipola psicologicamente e distrugge la nostra vita? La ragione ci imporrebbe di fuggire ma molto spesso la vittima si sottomette al carnefice. Questo libro descrive e analizza le terribili implicazioni di una relazione amorosa con un soggetto manipolatore e i danni che questo genere di violenza psicologica, ancor più subdola perché vissuta in silenzio, causa al nostro io. Isabelle Nazare-Aga ci spiega come prendere coscienza di queste dinamiche e ci guida verso una possibile via di uscita dall'infelicità e dalla schivitù di una relazione "distruttiva".
Già noto in Italia per il volume "Tutti i bambini possono diventare Einstein" (Orme, 2012, nuova edizione Ultra, 2014), Alberca affronta lo scottante tema del rendimento scolastico, introducendo una nuova visione dello studio, molto più moderna ed efficace. Profondamente convinto che ogni ragazzo abbia un potenziale straordinario che aspetta solo di venir sviluppato ed espresso, sottolinea una questione fondamentale: si tratta di riuscire a individuare e perfezionare il metodo di studio più adatto ai nostri figli, che permetta loro di ottenere risultati migliori, ma ancor più di non perdere la motivazione e affrontare le prove scolastiche con maggiore serenità. In tutto questo il ruolo dei genitori, e in modo particolare quello del padre, è primario e di grande importanza. Alberca ci spiega quindi come affiancare i nostri figli nello studio, sviluppando tecniche e piccoli stratagemmi per sintetizzare, memorizzare, schematizzare gli argomenti di studio, acquisire maggiore sicurezza e maggiore serenità nei confronti delle prove di esame. Se è vero che i voti non rappresentano la persona e non ne descrivono neppure le reali capacità, è pur sempre grazie a dei "buoni voti" che si può accedere a un numero maggiore di possibilità nel campo del lavoro così come in quello della formazione superiore e specialistica.
A sette anni Albert Einstein non sapeva ancora leggere, e fino ai nove aveva serie difficoltà a parlare. La sua maestra lo aveva classificato come un bambino "mortalmente ottuso". Venne bocciato all'esame di ammissione al Politecnico, e al termine del ciclo di studi la sua tesi di dottorato non suscitò la minima impressione, se non quella che spinse i suoi professori a definirla "abbastanza mediocre". Eppure, Einstein è diventato uno dei più brillanti scienziati di tutti i tempi. E, come lui, la storia è piena di pessimi studenti che sono diventati, in vari campi, veri e propri geni rivoluzionari: Thomas Edison, Graham Bell, Winston Churchill, Federico Garcia Lorca, Pablo Picasso, Gregor Mendel, Stanley Kubrick, Steve Jobs e molti altri. Con "Tutti i bambini possono diventare Einstein" ogni genitore potrà cercare le chiavi di accesso alla genialità nascosta dei propri figli, individuarne le potenzialità e metterli in condizione di utilizzare le proprie risorse per arrivare al successo individuale. Come dice l'autore, "Oggi esistono milioni di piccoli Einstein in tutto il mondo. Solo nel corso della mia carriera di professore ne ho incontrati a centinaia. Questo libro aspira a essere, per chiunque lo legga, la molla capace di spingere un bambino a sfruttare le sue reali possibilità, che sono molto spesso maggiori di quanto crede. Le capacità umane sono infinite e ogni bambino è in grado di fare tutto, purché abbia il metodo corretto e le giuste motivazioni".
Chi è un multipotenziale? Se da bambino non hai mai saputo dare un’unica risposta alla fatidica domanda “cosa vuoi fare da grande?”, e oggi non sai che cosa scrivere sul tuo biglietto da visita, molto probabilmente sei tu. E come te – basta guardarsi intorno per rendersene conto – ci sono milioni di persone che vivono perennemente in bilico fra l’ansia di non avere ancora trovato la propria strada e il piacere di imboccarne sempre diverse con facilità, interesse e profitto. Ispirato dalla celebre Ted Conference Perché alcuni di noi non hanno un’unica vera vocazione di Emilie Wapnick, Fabio Mercanti ha approfondito il tema della multipotenzialità riconoscendo come persone con molti interessi e occupazioni creative quelle che con ogni probabilità imprimeranno la spinta più forte all’innovazione nei prossimi decenni. Per la prima volta in Italia un libro affronta questo argomento attualissimo, che sintetizza questioni cruciali del mondo del lavoro e getta una nuova luce sul concetto di identità professionale. Con uno stile diretto e colloquiale e partendo da concrete esperienze di vita e di lavoro, Fabio Mercanti – egli stesso un multipotenziale cronico – ci mostra l’importanza delle qualità fondamentali di chi ha più di una carriera, individuando nella multipotenzialità una delle risorse più promettenti della società contemporanea.