
IL LIBRO
Il viaggio di John Kampfner comincia da Singapore, paradiso dei consumatori, poi in Cina, da lì in Russia e poi verso il mondo arabo. Non ha come meta quei regimi tirannici che governano con la canna del fucile. È diretto in quei paesi che sostengono di aderire ai valori democratici, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna e poi, tra questi, l’Italia. Perché l’Italia conta, non per una qualche rilevanza geostrategica, ma perché funge da esempio di una democrazia posticcia. John Kampfner non parla di leader o uomini politici. Parla di noi, dei cittadini, e delle nostre priorità. Le domande cruciali sono queste: perché la gente, in tutto il mondo, indipendentemente dalla cultura, dalle circostanze e dalla storia, appare sempre più disposta a rinunciare alle proprie libertà in cambio di ricchezza? Perché ha conferito ai propri leader un potere quasi illimitato di prendere decisioni su questioni riguardanti la libertà? Perché ha venduto la sua acquiescenza in cambio di una coltre di sicurezza temporanea e di una prosperità che si è rivelata illusoria? Perché ha lasciato che la democrazia si tramutasse in qualcosa che non sarebbe mai dovuta diventare: un mezzo per fornire consumi.
INDICE
Prefazione all’edizione italiana - Introduzione - 1. Singapore: modello confortevole - 2. Cina: protagonista defilato - 3. Russia: capitalista rabbioso - 4. Emirati Arabi Uniti: denaro facile - 5. India: alternativa popolosa - 6. Italia: one-man show - 7. Gran Bretagna: Stato di sorveglianza - 8. Usa: sogno infangato - Conclusione: le priorità della gente – Bibliografia - Ringraziamenti - Indice dei nomi e delle cose notevoli
Dalla Repubblica dell'antica Roma agli oligarchi russi di oggi, è sempre stato così: un ristretto numero di individui spaventosamente ricchi domina l'economia e la politica del suo tempo. Come abbiano accumulato capitali così spropositati diventa irrilevante una volta che siano entrati nella ristretta cerchia di chi conta davvero. Dal banchiere dei papi Cosimo de' Medici ai padroni delle ferriere della Rivoluzione industriale, l'origine di quelle favolose fortune viene presto dimenticata, mentre i super-ricchi forniscono fondi per la costruzione di chiese e istituzioni culturali, si inventano patroni delle arti e delle lettere e, ansiosi di essere accettati dall'establishment, si sforzano di ripulire la loro immagine con grandiosi gesti di filantropia, esibizioni di stile e opulenza, imprese che i comuni mortali possono solo sognare. Gli oggetti del desiderio e gli status symbol possono cambiare, ma le regole sono sempre le stesse: gli schiavi, le concubine, i forzieri pieni d'oro e i castelli inespugnabili hanno lasciato il posto ai jet privati, i super-yacht, le isole private e le squadre di calcio, ma il gioco rimane uguale - e la storia sembra dimostrare che questo 0,01% vince ogni volta sul restante 99,99%. Ma è destinato a essere sempre così? dimostrare che questo 0,01 per cento vince sempre sul restante 99,99 per cento. Ma è destinato a essere sempre così?
Dalla Repubblica dell'antica Roma agli oligarchi russi di oggi, è sempre stato così: un ristretto numero di individui spaventosamente ricchi domina l'economia e la politica del suo tempo. Come abbiano accumulato capitali così spropositati diventa irrilevante una volta che siano entrati nella ristretta cerchia di chi conta davvero. Dal banchiere dei papi Cosimo de' Medici ai padroni delle ferriere della Rivoluzione industriale, l'origine di quelle favolose fortune viene presto dimenticata, mentre i super-ricchi forniscono fondi per la costruzione di chiese e istituzioni culturali, si inventano patroni delle arti e delle lettere e, ansiosi di essere accettati dall'establishment, si sforzano di ripulire la loro immagine con grandiosi gesti di filantropia, esibizioni di stile e opulenza, imprese che i comuni mortali possono solo sognare. Gli oggetti del desiderio e gli status symbol possono cambiare, ma le regole sono sempre le stesse: gli schiavi, le concubine, i forzieri pieni d'oro e i castelli inespugnabili hanno lasciato il posto ai jet privati, i super-yacht, le isole private e le squadre di calcio, ma il gioco rimane uguale - e la storia sembra dimostrare che questo 0,01% vince ogni volta sul restante 99,99%. Ma è destinato a essere sempre così? dimostrare che questo 0,01 per cento vince sempre sul restante 99,99 per cento. Ma è destinato a essere sempre così?
Secondo le parole di un paziente, "il risentimento è come cercare di premere l'acceleratore di un'auto incagliata nel fango. Quanto più si accelera, tanto più l'auto affonda nel fango e meno si muove ... Si è come in un vicolo cieco".
In effetti il risentimento e il rimorso bloccano il processo psicoanalitico. Impediscono il fluire del tempo e il cambio di oggetto. E tutto ciò ostacola l'elaborazione del lutto. Il risentimento e il rimorso rendono difficile al paziente l'accesso a una diversa dimensione spazio/temporale ed affettiva, destinandolo invece alla coazione a ripetere.
Questo aspetto pulsionale mortifero mette in evidenza la complessità e il carattere torturante di questa "danza macabra", fatta appunto di risentimento e rimorso. Il soggetto oscilla tra il ruolo di vendicatore implacabile e quello di vittima privilegiata. Ambedue, vittima e vendicatore, rappresentano i principali protagonisti del "pandemonio" dell'animo umano.
Il risentimento e rimorso , risultato di un'ampia indagine clinica, offre opportunità di chiarificazione su numerosi e importanti quesiti clinici e teorici.
Luis Kancyper , medico e psicoanalista, membro dell'Associazione psicoanalitica argentina con funzioni di training è autore, tra l'altro, di Jorge Luis Borges, o il labirinto di Narciso. Per i nostri tipi è già apparso in Itali-a Il confronto generazionale. Uno studio psicoanalitico (2000).0
Il premio Nobel Eric Kandel ci porta qui alla scoperta di ciò che i disturbi cerebrali rivelano sulla natura umana. Partendo dalle sue pionieristiche ricerche, l’autore indaga una delle questioni fondamentali che dobbiamo affrontare: come nasce la nostra mente a partire dalla materia fisica del cervello? Gli 86 miliardi di neuroni del cervello comunicano tra loro attraverso connessioni molto precise.
Se queste connessioni sono interrotte o alterate, i processi cerebrali che danno origine alla nostra mente possono venirne disturbati, portando a malattie come la depressione, la schizofrenia, il morbo di Parkinson e l’autismo.
La mente alterata illustra come i fondamentali studi di queste alterazioni possano approfondire la nostra comprensione di pensiero, sentimento, comportamento, memoria e creatività, e forse portare, in futuro, alla formulazione di una teoria unificata della mente.
Il premio Nobel Eric Kandel usa le sue straordinarie doti di divulgatore per portarci nella Vienna del Novecento, dove le figure più eminenti della scienza e dell’arte diedero l’avvio a una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il modo di considerare la mente umana. Nei salotti viennesi dell’epoca si discutevano idee che avrebbero segnato una svolta nella psicologia, nella neurobiologia, nella letteratura e nell’arte. Tali idee portarono a progressi che esercitano ancora oggi la loro influenza. Sigmund Freud sconvolse il mondo mostrando come l’aggressività e i desideri erotici inconsci si esprimano simbolicamente nei sogni e nel comportamento. Arthur Schnitzler rivelò la sessualità inconscia delle donne con l’innovativo ricorso al monologo interiore. Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Egon Schiele diedero vita a opere di grande evocatività che esprimevano il piacere, il desiderio, l’angoscia e la paura. Scritto in modo magistrale e stupendamente illustrato, L’età dell’inconscio aiuta a capire i meccanismi cerebrali che rendono possibile la creatività nell’arte e nella scienza, aprendo una nuova dimensione nella storia intellettuale.
Eric R. Kandel insegna alla Columbia University di New York e dirige il Center for Neurobiology and Behavior presso la stessa Università. Svolge inoltre attività di ricerca presso l’Howard Hughes Medical Institute. Nel 2000 è stato insignito del premio Nobel per la medicina grazie alle sue ricerche sui meccanismi biochimici che portano alla formazione della memoria nelle cellule nervose. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Psichiatria, psicoanalisi e nuova biologia della mente (2007).
Il premio Nobel Eric Kandel usa le sue doti di divulgatore per portarci nella Vienna del Novecento, dove le figure più eminenti della scienza e dell'arte diedero l'avvio a una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il modo di considerare la mente umana. Nei salotti viennesi dell'epoca si discutevano idee che avrebbero segnato una svolta nella psicologia, nella neurobiologia, nella letteratura e nell'arte. Tali idee portarono a progressi che esercitano ancora oggi la loro influenza. Sigmund Freud sconvolse il mondo mostrando come l'aggressività e i desideri erotici inconsci si esprimano simbolicamente nei sogni e nel comportamento. Arthur Schnitzler rivelò la sessualità inconscia delle donne con l'innovativo ricorso al monologo interiore. Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Egon Schiele diedero vita a opere di grande evocatività che esprimevano il piacere, il desiderio, l'angoscia e la paura. "L'età dell'inconscio" aiuta a capire i meccanismi cerebrali che rendono possibile la creatività nell'arte e nella scienza, aprendo una nuova dimensione nella storia intellettuale.
L’autore mostra come il gruppo, da oggetto di indagine che merita attenzione per la sua presenza in molteplici contesti, possa diventare strumento professionale di lavoro, come cioè sia possibile istituire diversi tipi di gruppo al fine di intervenire nella realtà sociale.
Nella prima parte del volume si propone un esame critico delle principali teorie, focalizzandosi sullo sviluppo del tema nella prospettiva psicosociologica.
La seconda parte si concentra su alcune dimensioni del gruppo di lavoro oggi, partendo dalla pratica professionale ed evidenziando aspetti relativi alla conduzione.
L'autore
Cesare Kaneklin insegna Psicologia dei gruppi e delle organizzazioni all’Università Cattolica di Milano. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Formazione e narrazione (con G. Scaratti, 1998).
L'opera, composta da due volumi, rappresenta uno strumento agile ma rigoroso e approfondito, finalizzato alla preparazione degli esami di Stato per l'iscrizione alla sezione A dell'Ordine professionale degli psicologi. La struttura dell'opera - costruita indagando le esigenze di coloro che si apprestano ad affrontare l'esame di Stato - permette al lettore di riorganizzare gli argomenti teorici in modo chiaro e veloce e di "mettersi alla prova" con la guida di precise indicazioni. Il primo volume riguarda le tematiche oggetto della prova teorica dell'esame di Stato. È organizzato in una serie di argomenti chiave, individuati attraverso l'analisi delle prove assegnate nelle diverse Università italiane. Per ciascun argomento vengono proposti: una mappa conoscitiva dell'argomento, suddivisa in una prima parte discorsiva in cui vengono riassunti i concetti principali e una seconda parte di schematizzazione grafica; lo svolgimento di alcune tracce assegnate nelle Università, con indicazione dei passaggi-chiave; esercitazioni guidate allo svolgimento dei temi, che consentono di analizzare la propria preparazione; l'elenco di alcune tracce già assegnate nelle Università italiane; una bibliografia mirata con l'indicazione dei volumi utili per eventuali approfondimenti della tematica. Infine sono riportati in Appendice il Codice deontologico dello psicologo, alcune normative di riferimento e l'elenco delle Università sedi di esame.
La struttura dell'opera permette al lettore di riorganizzare gli argomenti teorici in modo chiaro e veloce e di "mettersi alla prova" con la guida di precise indicazioni. Il secondo volume raccoglie gli strumenti per preparare le prove pratiche dell'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di psicologo. Il libro è strutturato in tre parti: la prima parte riguarda la discussione di casi relativi a un progetto di intervento rivolto a individui e strutture complesse, mentre la seconda parte riguarda la progettazione di interventi complessi inerenti le problematiche della valutazione dello sviluppo delle potenzialità dei gruppi, della prevenzione del disagio psicologico, del sostegno psicologico, della riabilitazione e della promozione della salute psicologica. Ognuna di queste due parti viene declinata secondo i diversi indirizzi del Corso di laurea in psicologia. Nella terza parte si affronta lo svolgimento delle tracce che riguardano progetti trasversali agli indirizzi o tracce relative al tirocinio. Per ciascun argomento vengono proposti: lo svolgimento di alcune tracce assegnate nelle Università, con indicazione dei passaggi-chiave; esercitazioni guidate allo svolgimento dei temi, che consentono di analizzare la propria preparazione; elenco di alcune tracce già assegnate nelle Università italiane; una bibliografia mirata, con l'indicazione dei volumi utili per eventuali approfondimenti della tematica.
Il testo cerca di accompagnare il lettore all'interno dei diversi percorsi narrativi seguiti da ogni autore, suggerendo, nelle tre parti in cui si articola altrettanti modi per scoprire ed evidenziare le prospettive e i variegati accenti posti sulla tematica trattata. Una prima parte sviluppa alcune riflessioni sul rapporto tra formazione e approccio narrativo. La seconda parte propone chiavi di rilettura in prospettiva narrativa di tradizionali ambiti formativi. La terza parte evidenzia, attraverso il racconto e la ripresa di particolari situazioni di lavoro formativo sul campo, aspetti e coordinate di un approccio narrativo alla formazione-intervento.
Nel 1913, un impiegato indiano di 25 anni, Srinivasa Ramanujan, scrisse a G. H. Hardy, il più grande matematico inglese dell'epoca, per sottoporgli alcune sue idee sui numeri. Hardy si rese subito conto che la lettera era opera di un genio, organizzò il viaggio di Ramanujan da Madras a Cambridge, e così ebbero inizio un'amicizia e una collaborazione tra le più singolari nella storia della scienza. Il giovane indiano, sotto la guida di Hardy, concepì teoremi e congetture che sbalordirono il mondo scientifico e che avrebbero avuto sorprendenti applicazioni, a decenni di distanza, in settori come la chimica e l'informatica. Dopo sette anni, tuttavia, Ramanujan, lontano dalla famiglia e dalla patria, si ammalò e tornò in India solo per morirvi.