
Quali sono le parole della mente, le parole chiave che ci aiutano a svelare i processi creativi, a comprendere i percorsi di intuizione e di individuazione? 100 relatori del Festival della Mente, in occasione del suo decennale, rispondono proponendo 100 parole come memoria e percezione, futuro e passato, gioco e filosofia, ma anche giardino e passeggiata, con definizioni inedite e personali, brevi racconti o saggi. Un libro da leggere dall'inizio o dalla fine, perché ognuno possa seguire la propria curiosità, alla ricerca di cosa sia la creatività e come funzioni la nostra mente.
Il mondo è unico e dobbiamo condividerlo, ma quali sono le nuove pratiche di condivisione per garantire un futuro sostenibile? In queste pagine otto grandi studiosi italiani e stranieri provenienti dalle più diverse discipline - dalle neuroscienze alla linguistica, dalla politologia alla geografia - ragionano su come possiamo rinnovare il nostro modo di vivere insieme. In vista di un obiettivo comune: un mondo sostenibile.
Per anni non solo il pensiero comune ma anche gli scienziati hanno pensato che le nostre funzioni mentali, con il trascorrere del tempo, non facessero che deteriorarsi. Ma le più recenti ricerche hanno dimostrato che non è affatto vero. È falso che le nostre funzioni declinino gradualmente con il passare degli anni, anzi: per molti versi è vero il contrario. Il cervello maturo è più flessibile e adattabile di quello di un giovane, non ha affatto smesso di crescere, di svilupparsi, di rigenerarsi, può contare sul bagaglio di conoscenze e di esperienze acquisite e sa utilizzare meglio emotività e intuizione. Grazie a illuminanti esempi e testimonianze, nonché a una serie di pratici suggerimenti, l'autore insegna a integrare pensiero e conoscenza per sfruttare al meglio la propria mente matura e allenarsi a vivere una vita sempre più piena e soddisfacente.
Le neuroscienze sono uno dei grandi temi di oggi: attraverso una serie di domande e curiosità sul funzionamento del cervello umano, l’autore conduce il lettore all’approfondimento delle tematiche importanti, che toccano alcuni misteri della mente, e scardina molti luoghi comuni.
Qual è il meccanismo che produce le allucinazioni? Che cos’è l’orecchio assoluto? Perché alcuni di noi sono stonati? E inoltre: la balbuzie, l’effetto placebo, l’Alzheimer, il Parkinson, la matematica e tutto quel che bisogna sapere sul funzionamento del nostro cervello.
L’autore Laurent Cohen è professore di Neurologia presso l’Ospedale Pitié-Salpêtrière-ParisVI. Autore del best-seller L’uomo termometro (2006), pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri, è oggi uno dei più stimati neurologi del panorama europeo.
Scritto come un dialogo tra l'autore e un interlocutore immaginario, il libro di Laurent Cohen esamina con un linguaggio scorrevole e diretto alcune tra le tematiche più attuali nel campo delle neuroscienze. Articolato in sei parti suddivise in brevi capitoli, il testo non richiede una lettura consequenziale, ma lascia al lettore piena libertà di muoversi tra i molteplici argomenti affrontati. Il funzionamento della memoria e le sue disfunzioni, lo sviluppo cognitivo infantile, l'empatia, la percezione visiva e le illusioni ottiche, il multitasking e le patologie neurologiche sono i temi che permettono a Cohen di offrire un quadro complessivo della vita del cervello. Privo di tecnicismi e rivolto anche a un pubblico non specialista, il saggio è arricchito da numerosi riferimenti alla storia delle neuroscienze e agli esperimenti su cui si fondano le più recenti e affascinanti teorie neurologiche.
Le rassicurazioni razionali spesso falliscono di fronte alla logica della paura: il risultato sono genitori frustrati, perché si sentono incapaci di aiutare i loro figli, e preoccupati, perché non fanno che interrogarsi sul futuro dei loro bambini. Attraverso la connessione, il gioco e l'empatia, Lawrence J. Cohen guida i genitori a insegnare ai loro figli a gestire adeguatamente il "sistema di sicurezza" di cui sono dotati, a far crescere la loro soglia di tolleranza delle situazioni che generano incertezza o disagio, ad allentare la tensione e favorire la calma nei momenti difficili. "Ho conosciuto quasi tutte le fonti di ansia che un bambino può incontrare. Questo è il libro che avrei voluto che i miei genitori avessero letto quando ero un ragazzino." Bambini che hanno paura dell'acqua, del buio o di sbagliare; bambini riluttanti a provare qualcosa di nuovo, insicuri nelle scelte, che temono di stare da soli o di stare con altri: le paure dei bambini hanno volti diversi. E, sia che prendano le sembianze di un mostro nell'armadio o nascano da nuove situazioni sociali, con gli amichetti, a scuola o nelle competizioni, l'ansia che li assale è esasperante. Lawrence J. Cohen, pedagogista statunitense ideatore del metodo Playful Parenting, improntato sull'educazione giocosa, offre speciali strumenti e strategie estremamente efficaci per superare le ansie e le paure dei bambini.
Quando giocano, i bambini sono concentrati, cooperativi e creativi. Il gioco è il modo in cui essi s'impadroniscono del mondo, lo esplorano, apprendono dalle nuove esperienze e si riprendono dalle loro piccole o grandi sofferenze. Tuttavia, giocare non sempre è facile per noi adulti, poiché abbiamo dimenticato tanto. E a volte ci sentiamo incapaci di entrare in contatto con i nostri figli, perché da troppo tempo non siamo più bambini. Eppure, sostiene Lawrence Cohen, se noi adulti adottassimo un approccio giocoso all'educazione, se reimparassimo le "regole del gioco", alle quali i bambini fanno ricorso costantemente per esprimersi, comunicare, creare e imparare a diventare grandi, potremmo più facilmente entrare in sintonia con loro, evitare rimproveri e sgridate, non degenerare in conflitti e discussioni e raggiungeremmo molto prima e senza tensioni gli obiettivi educativi che ci prefiggiamo. Non si tratta semplicemente di spegnere la tv e dedicare un po' di tempo a giocare con i bambini, si tratta piuttosto di adottare il gioco come modalità con cui ci si relaziona con loro. Cohen declina le varie modalità di partecipazione e di intervento sul gioco, considerando i modi attraverso i quali favorire l'autostima, disinnescare le "prese in giro" dei compagni, considerare le differenze e i punti di contatto fra maschi e femmine mentre giocano, fino a valorizzare anche il gioco "duro". Aiuta a gestire l'inversione dei ruoli nel gioco e a veicolare in tal modo contenuti profondi.
Quando giocano, i bambini sono concentrati, cooperativi e creativi. Il gioco è il modo in cui essi s'impadroniscono del mondo, lo esplorano, apprendono dalle nuove esperienze e si riprendono dalle loro piccole o grandi sofferenze. Tuttavia, giocare non sempre è facile per noi adulti, poiché abbiamo dimenticato tanto. E a volte ci sentiamo incapaci di entrare in contatto con i nostri figli, perché da troppo tempo non siamo più bambini. Eppure, sostiene Lawrence Cohen, se noi adulti adottassimo un approccio giocoso all'educazione, se reimparassimo le "regole del gioco", alle quali i bambini fanno ricorso costantemente per esprimersi, comunicare, creare e imparare a diventare grandi, potremmo più facilmente entrare in sintonia con loro, evitare rimproveri e sgridate, non degenerare in conflitti e discussioni e raggiungeremmo molto prima e senza tensioni gli obiettivi educativi che ci prefiggiamo. Non si tratta semplicemente di spegnere la tv e dedicare un po' di tempo a giocare con i bambini, si tratta piuttosto di adottare il gioco come modalità con cui ci si relaziona con loro. Cohen declina le varie modalità di partecipazione e di intervento sul gioco, considerando i modi attraverso i quali favorire l'autostima, disinnescare le "prese in giro" dei compagni, considerare le differenze e i punti di contatto fra maschi e femmine mentre giocano, fino a valorizzare anche il gioco "duro". Aiuta a gestire l'inversione dei ruoli nel gioco e a veicolare in tal modo contenuti profondi.
Riparare i danni profondi causati dall'abuso precoce, dall'incuria grave e dalla deprivazione infantile è un compito estremamente complesso, paragonabile alla guarigione di una lesione in un organo del corpo. Questo testo offre al lettore italiano il primo studio completo e rigoroso sul trauma da trascuratezza infantile, noto anche come neglect. Ruth Cohn descrive con precisione le molteplici competenze che un clinico deve padroneggiare per diagnosticare correttamente il neglect e impostare un adeguato percorso terapeutico. Il testo, innovativo e in molti passaggi illuminante, si fonda in modo solido sulla teoria dell'attaccamento ed è reso accessibile e schematico grazie anche all'esposizione di casi clinici in apertura di ogni capitolo. Caratterizzato da un taglio pratico e dall'approccio evidence-based, "Teoria e clinica del Neglect" fornisce a tutto il mondo della psicoterapia, e in particolare agli psicotraumatologi, gli strumenti per riconoscere i segni della trascuratezza traumatica infantile e comprendere gli effetti duraturi che questa può avere nell'età adulta, al fine di massimizzare così l'efficacia della terapia.