
La storiografia e l'analisi economica dell'Italia contemporanea si sono ampiamente rinnovate. Questo libro propone una interpretazione di sintesi criticamente fondata sui risultati di ricerca più aggiornati. Fra le alterne vicende dell'Ottocento e del Novecento il benessere materiale degli italiani si è innalzato. Eppure, dopo il ristagno seguito alla recessione del 1992, la società italiana è sospesa, preoccupata per il futuro. Vive una crisi profonda, di orientamenti e di identità, oltre che economica. Può risolverla in positivo, oppure regredire come altre volte nel passato le è accaduto. La retrospettiva storica offre elementi indispensabili alla comprensione delle radici della crisi, alla ricerca della via d'uscita.
Nessun luogo è maledetto e nessuna storia ha il finale già scritto. Prima scout con don Peppe Diana, poi leader di un movimento sociale radicato sul territorio e riconosciuto a livello internazionale, Valerio Taglione ha guidato Libera di Caserta ed è stato coordinatore del Comitato don Peppe Diana. La sua vita è un racconto fatto di incontri (con tanti ragazzi di strada, con i familiari di vittime innocenti della criminalità organizzata) e di impegno (sui beni confiscati alle mafie, con il mondo profit e quello del non profit). La sua storia insegna che non è mai troppo tardi per raccogliere nuove sfide e affrontare nuove battaglie, anche se vivi in una terra devastata da uno dei clan di camorra più violenti al mondo.
Nel volume vengono studiati i due più grandi monumenti della genialità cattolica che sono la Summa Theologiae di San Tommaso e la Divina Commedia di Dante. La luce dei più grandi misteri della fede si riflette continuamente nei due capolavori. Come tutti sanno la fonte teologica primaria della Divina Commedia resta sempre la Summa Theologiae. Tuttavia, ciò che in San Tommaso è rigorosa esposizione dottrinale, in Dante diventa spesso alta contemplazione. Così la via veritatis diventa naturalmente via pulchritudinis, capace di esercitare un fascino straordinario che perdura fino ai nostri giorni. L'autore dichiara, tra l'altro, il suo desiderio di lavorare all'interno di questo studio ricercando anche i punti di contatto fra temi e contenuti dell'oggetto specifico della ricerca e quelli legati a problematiche tipiche dei nostri giorni. Si è prestata inoltre particolare attenzione, alla teologia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI di cui papa Francesco ha riassunto, in una semplice frase, tutta la grandezza: "Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio, e tutti lo sappiamo".
Storia di un mafioso convertito a Medjugorje. Una realtà incredibile, sconvolgente, tenebrosa, diabolica, ma affascinante perché diventa luminosa per l’eternità, con l’intercessione della Madonna, tanto da sembrare un miracolo!
Note sull'autore
Giuseppe Cionchi è nato nel 1929 a Stacciola di San Costanzo (PU). Ordinato sacerdote nel 1951, ha insegnato in seminario ed è stato direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, dell’Ufficio Scuola e del settimanale diocesano “La Voce Misena”. È laureato in teologia pastorale presso l’Università Lateranense e è diplomato in pedagogia catechistica presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. Ha insegnato per oltre trent’anni in vari istituti d’istruzione superiore, all’Università di Urbino e in altre università. Ha trasmesso su Radio Maria per dieci anni e ha pubblicato diverse opere per la catechesi e per la scuola. Attualmente esercita il ministero liturgico presso la chiesa della Croce di Senigallia.
Questo testo nasce dall’esperienza dell’autrice nello studio per la preparazione delle lezioni e dai suggerimenti dei suoi allievi. È quindi un’opera che sintetizza apporti molteplici. Benché la sua origine sia didattica, non si rivolge solo al mondo della scuola, ma vorrebbe raggiungere anche coloro che amano la letteratura italiana e desiderano leggere piccoli saggi introduttivi ai secoli, agli autori, a qualche esempio di lettura delle opere più famose.
È anche questo un modo per contribuire a cementare la coscienza civile di una nazione che sovente stenta a percepire e dunque a ricostruire la propria memoria storica e letteraria come cosa preziosa, utile e bella.
GLI AUTORI
LAURA CIONI (Milano, 1951) insegna lettere in un liceo scientifico statale. È autrice de L'incanto delle parole: appunti di lettura (Forlì, 1997) e ha collaborato alla pubblicazione di alcuni titoli per Rizzoli: Al Dio ignoto. Preghiere degli antichi (1998), Dante, Commedia. Inferno Purgatorio Paradiso (2001), Il poema del destino. Virgilio, Eneide (2004), Manzoni. I Promessi Sposi (2005), Il poema degli uomini e degli dèi. Omero, Iliade (2007). Per Marietti ha pubblicato Il santo semplice. Vita di San Riccardo Pampuri (1996).
Il volume mette a confronto sei modelli di psicoterapia tra i più diffusi nella realtà clinica italiana. Autorevoli esponenti dei diversi orientamenti descrivono il proprio approccio secondo una griglia comune: di ciascun modello vengono presentati i presupposti teorico-epistemologici di partenza e i loro sviluppi, e si spiega - anche mediante l'esposizione di un caso clinico o trascrizioni commentate di sedute terapeutiche - come tali presupposti si traducono nella pratica clinica. Il primo e l'ultimo capitolo affrontano inoltre alcuni temi generali: la definizione di psicoterapia e la valutazione della sua efficacia, l'integrazione fra i diversi modelli e i principali problemi relativi alla formazione degli psicoterapeuti. Rivolto sia agli studenti dei corsi di laurea in Psicologia e Medicina che pensano a una successiva formazione in psicoterapia sia agli specializzandi, il libro è uno strumento utile anche per chiunque sia interessato a una panoramica rapida, ma esaustiva e aggiornata, della disciplina.
Quando, dopo la morte di Cioran, furono ritrovati i trentaquattro taccuini che per quindici anni aveva riempito con le annotazioni più disparate, si rimase sbalorditi di fronte a quell'imponente giacimento, raccolto poi in un libro, Quaderni, che leggiamo oggi come uno dei vertici della sua opera. A quel libro possiamo ora affiancare - e sarà come integrare in un mosaico numerose tessere mancanti - questa raccolta di frammenti rinvenuti nella Bibliothèque Doucet di Parigi. Risalgono alla metà degli anni Quaranta, e sono le ultime pagine che Cioran scrisse in romeno, quando già da sette anni si trovava a «muffire gloriosamente nel Quartiere Latino». E anche qui, tra schegge sulfuree, sentenze fulminanti, spietate dissezioni del proprio intimo, ci aggireremo nelle stanze più segrete di un pensiero in perpetua ebollizione - capace come sempre di trafiggere, con un colpo secco e preciso, tutto ciò che lo circonda: «L'imbecille basa la sua esistenza solo su ciò che è. Non ha scoperto il possibile, la finestra sul Nulla».
«Ho deciso di scrivere. Proprio a te, coinvolto nella ubriacatura razzista che attraversa il Paese. Una ubriacatura a cui partecipi forse per convinzione o forse solo per l'influenza di un contesto in cui prevalgono le parole di troppi cattivi maestri e predicatori d'odio, che tentano di coprire così l'incapacità di chi ci governa (e ci ha governati) di assicurare a tutti, compresi i più poveri, condizioni di vita accettabili. Non mi sento, comodamente e presuntuosamente, dalla parte giusta. La parte giusta non è un luogo dove stare; è, piuttosto, un orizzonte da raggiungere. Insieme. Ma nella chiarezza e nel rispetto delle persone. Non mostrando i muscoli e accanendosi contro la fragilità degli altri. Così don Luigi Ciotti apre questa lettera a un razzista del terzo millennio. Una lettera dura e, insieme, accorata. Perché il rancore non prevalga, travolgendo tutti.»
Il diametro della terra è di 13.000 chilometri, e ne abbiamo già oltre 14.000 occupati da muri, filo spinato, barriere che non risolvono, ma anzi aggravano i problemi. I muri, inoltre, non sono solo quelli fatti con il cemento e i mattoni, ma quelli delle menti, delle visioni, delle paure. Oggi l'Europa dei muri sta soffocando la sua antica identità, ha smarrito il suo fine e il suo ideale, mentre l'Unione corre il grave rischio di disintegrarsi e lo Stato democratico è in crisi tra contraddizioni del sovranismo, impoverimento diffuso ed emergenza economica e criminale. Cosa si può fare per invertire una deriva così pericolosa? Occorre ricostruire anzitutto la nostra identità di italiani ed europei, sconfessando la sua negazione da parte della globalizzazione neoliberista e abbattendo i muri alzati dal sovranismo populista. Come? Attraverso un nuovo umanesimo che orienti le differenze e crei un rinnovato ideale. Don Luigi Ciotti e il filosofo Vittorio V. Alberti firmano un saggio-manifesto in cui spiegano la necessità di un programma educativo, sistematico e a lungo termine volto a rianimare l'ideale europeo, che parta da scuole e università per ricucire la società.
Con sguardo analitico don Luigi Ciotti racconta cosa sono diventate nel tempo le mafie, in Italia e a livello internazionale, alla luce della conoscenza acquisita sul campo in oltre vent'anni: dalla denuncia delle narcomafie alle prime campagne di sensibilizzazione in Sicilia, dopo le stragi Falcone e Borsellino, fino alla fondazione e diffusione di "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Ciotti ha accettato di violare la promessa che aveva fatto a se stesso - di non offrirsi mai a libri dal sapore autobiografico per parlare soprattutto dei tanti compagni di viaggio che in questi anni lo hanno sostenuto: giovani, uomini e donne di buona volontà, molti di loro parenti delle vittime di mafia. Lungo la narrazione don Luigi si lascia andare a ricordi commoventi e a tante rivelazioni, anche sulle minacce ricevute. Eppure, il suo sguardo è proiettato con speranza sul futuro. Per il sacerdote la mafia non è un destino ineluttabile a cui siamo condannati, c'è possibilità di scegliere. Fare cultura della legalità significa promuovere assunzione di responsabilità da parte di tutti: cittadini e istituzioni. La prima riforma da fare oggi è la "riforma delle coscienze".
In un dialogo coinvolgente, dai toni appassionati e forti, don Luigi Ciotti (prete "antimafia" per antonomasia) e Nichi Vendola (politico scomodo e di frontiera) confrontano le loro esperienze di lotta alla criminalità organizzata e indicano un percorso di riscatto. Quello che emerge è un bisogno di cittadinanza consapevole e attiva, un'urgenza di legalità. È un libro a tratti duro, che interroga la coscienza di ognuno e richiama con forza ai doveri civili.