
Suzanne Césaire (1915-1966) è stata, con suo marito Aimé, l’anima della rivista Tropiques, che all’inizio degli anni Quaranta, durante la guerra mondiale, pubblicò in Martinica alcuni numeri che furono un pilastro per il movimento della negritude e per il pensiero anticoloniale internazionale. Inediti in italiano, qui pubblichiamo i testi di Suzanne, protagonista dell’avventura letteraria e culturale che costituì la base del movimento politico della decolonizzazione nella Martinica e nei Caraibi, e che ebbe enorme influenza sulla situazione africana.
Il volume racconta con testimonianze pregnanti anche lo straordinario incontro tra i Césaire e un gruppo di intellettuali esuli dalla Francia occupata dai nazisti. Tra questi esuli, André Breton e altri surrealisti che trovarono per caso in libreria la rivista e il Diario del ritorno al paese natale, capolavoro di Aimé Cesaire (Jaca Book, 1978/2004). Un incontro culturalmente epocale, un’amicizia che proseguirà nella Parigi liberata e renderà i surrealisti portavoce di quanto espresso da Tropiques e da Suzanne Césaire. Il colonialismo, che crea un’espropriazione radicale nei paesi colonizzati, produce altresì una cecità culturale nei paesi colonizzatori. Tutto viene camuffato. Suzanne svela con grazia e decisione le origini di questo imbroglio: antropologia, letteratura e politica sono gli ambiti del suo disvelamento.
"Non si può essere maestri senza avere a propria volta un maestro, dal quale imparare la grandezza della vita. Come diceva Albert Camus: 'Non è attraverso degli scrupoli che l'uomo diventerà grande; la grandezza viene per grazia di Dio, come un bel giorno'. La grazia di chi ce l'ha comunicata, a noi che l'abbiamo appresa. Non ci può essere conoscenza, giudizio, come fenomeno esclusivamente individuale. Quello che sappiamo non è mai un fenomeno esclusivamente individuale. [...] Di fronte alle cose che non vanno, l'educazione, come spiegazione, da sola, non riesce a farcele affrontare; non ci basta. Ciò che ci guida, che illumina i lati oscuri dell'esistenza, è proprio una compagnia, un'amicizia concreta, umana, in grado di sostenerci e guidarci a scoprire la profondità delle circostanze e dei rapporti". (Giancarlo Cesana)
Il volume è frutto del percorso di ricerca che ha coinvolto un gruppo di studiosi riuniti in una Rete Interuniversitaria con l'obiettivo di offrire una proposta innovativa del sistema di welfare italiano, la quale pone al centro la persona e si fonda sulla responsabilità degli attori coinvolti. Essi, attraverso il confronto e la co-progettazione, forniscono risposte ai bisogni dei cittadini, delle famiglie, delle comunità. Povertà, salute, casa, lavoro, educazione, famiglia e giovani sono alcuni dei temi che vengono affrontati, con lo scopo di declinare operativamente il Welfare Responsabile per favorire la transizione da un sistema di stampo prevalentemente assistenzialistico a uno che tende ad assicurare a tutti una "buona assistenza".
Multietnicità e multiculturalismo sono due termini ormai entrati a far parte del linguaggio comune. A fronte di tale diffuso utilizzo, tuttavia, si riscontrano sia notevoli incertezze, confusioni e ambiguità in merito al loro significato, sia valutazioni contrastanti. Questo saggio si propone il duplice scopo di chiarificare tali concetti e soprattutto di affrontare i problemi posti dalle società multietniche. L’etnicità costituisce infatti una dimensione rilevante del nostro vivere associato contemporaneo e presenta significative connessioni con altri importanti fenomeni quali il processo di globalizzazione, l’intensificazione delle migrazioni internazionali, la crescita dei contatti tra culture diverse. Se le società multietniche presentano configurazioni multiple, anche il multiculturalismo, inteso quale strategia politica di gestione delle relazioni interetniche, si declina in rapporto a una molteplicità di espressioni differenti, alcune delle quali manifestano l’influenza di un radicale relativismo culturale o di spinte neo-comunitariste esasperate. Il volume si sofferma in particolare sui diversi tipi di multiculturalismo che pongono la questione del riconoscimento dei diritti collettivi delle minoranze. Tale riconoscimento, a giudizio dell’Autore, deve in ogni caso assicurare il primato dei diritti umani fondamentali necessari per la costruzione di una equilibrata società multietnica.
Vincenzo Cesareo è ordinario di Sociologia all’Università Cattolica e direttore della rivista «Studi di Sociologia». È autore di numerosi lavori aventi per oggetto il mutamento socio-culturale, la socializzazione, il sistema formativo, il processo di globalizzazione. Presso Vita e Pensiero ha pubblicato il volume Sociologia. Teorie e problemi (1993).
L'edizione, rivista e ampliata con l'aggiunta di 100 voci, del fortunato Dizionarietto che ricostruisce la "carta d'identità" della nostra cultura e permette di riscoprire la più formidabile macchina per pensare (e per sentire) mai elaborata: la lingua greca. Chi ha detto che il greco è marginale nel panorama delle lingue moderne o, peggio, che il greco antico è una lingua morta? Paolo Cesaretti e Edi Minguzzi propongono ai lettori una cavalcata interdisciplinare attraverso le parole (da "Abissale" a "Zoologia"), mostrando come l'universo linguistico greco sia il serbatoio concettuale di 3000 anni di cultura occidentale. Lo dimostrano anche i neologismi che hanno caratterizzato le scienze negli ultimi secoli (dalla fisica alla cibernetica, dall'economia alla psicoanalisi). Per ogni lemma si presentano l'etimologia, la fortuna culturale, gli esiti, spesso paradossali, nella lingua comune, le curiosità e l'uso, con brevi citazioni di passi greci proposti nell'originale, trascritti e tradotti.
UNA RICERCA SUL SISTEMA CORE CONFLICTUAL RELATIONSHIP THEME (CCRT) ELABORATO DA LESTER LUBORSKY E SULLE APPLICAZIONI PRATICHE. Questo libro presenta una ricerca su come il ccrt applicato ad una psicoterapia sistemico-relazionale della famiglia funzioni ottimamente come indicatore sia dello schema relazionale fonte di problemi, sia del cambiamento di tale schema, sia dell'affermarsi di uno sche
La filosofia «politica» è da sempre sospesa in un limbo fra il campo della filosofia e quello della scienza politica: qual è il suo statuto? quale il suo canone? come si differenzia da una storia delle politiche o da una teoria politica? esiste una specificità italiana nel praticarla?
Per dare risposta a tali questioni, è necessario operare un radicale spostamento di prospettiva: passare dalla «filosofia politica» a una «politica della filosofia». Perché la filosofia, checché se ne dica, è anzitutto una pratica: una pratica del sapere che produce significati, discorsi, forme di verità e falsità, istituzioni e da qui effetti sull’ambito sociale e della vita politica.
Per questo occorre anzitutto interrogare l’istituzione all’interno della quale avviene l’insegnamento di questa disciplina e che è la sede di validazione dei saperi filosofici: l’Università. Si scopre allora che l’Università non è affatto un luogo neutro di trasmissione del sapere filosofico, né è sempre stata la sede nella quale veniva praticata la filosofia. Si tratta tutto sommato di un’invenzione recente, la quale ha effetti di potere sui filosofi stessi e sulla pratica del pensiero. Effetti non positivi quando l’Università diventa un’istituzione del neoliberismo. Per questo alla filosofia oggi spetta il compito di fare politica.
Trieste 1978. Le feste sono finite e Salvatore deve salutare la famiglia per tornare al suo comando a Catania. Sale come sempre sul Freccia della Laguna, anche se non ha fatto in tempo a pagare il supplemento rapido. Lo farò a bordo, si dice. Ma un controllore particolarmente rigido lo costringe a scendere. Poche ore dopo il treno deraglia, lasciando dietro di sé una scia di morti e feriti. La carrozza più colpita è la tre, dove avrebbe dovuto viaggiare Salvatore. Invece il fato è intervenuto per proteggerlo, secondo un suo imperscrutabile disegno. Lo stesso disegno potente e misterioso che riguarda ognuno di noi. Ma qual è? Cosa ci riserva il futuro? Che ruolo abbiamo nell'ordine delle cose? Saremo all'altezza? Marco Cesati Cassin, da anni attento ricercatore della sfera spirituale, ha raccolto decine di testimonianze e di casi straordinari con i quali ci illustra cos'è il destino, che cosa lo determina, in che modo possiamo influire sul nostro e su quello dei nostri figli. Spaziando tra antichi testi sacri ed esperienze personali, ci spiega qual è il rapporto tra il libero arbitrio e la linea della vita e ci insegna come interpretare i segni per capire che compito ci aspetta. E ci lascia con un messaggio: qualunque sia la nostra situazione al momento, dobbiamo avere fiducia, perché lo scopo di ogni esistenza è l'evoluzione e la crescita. Per quanto il destino oggi possa sembrarci oscuro, è sempre benevolo, e dietro un'apparente sfortuna potrebbe riservarci la svolta che aspettavamo.
Almeno due o tre volte al mese ci imbattiamo in coincidenze che risuonano con straordinaria chiarezza dentro di noi, ma la razionalità prevale e le ignoriamo. Invece nulla accade per caso: in quei momenti è il nostro destino che si rivela e ci indica la direzione. A patto di imparare ad ascoltarlo. Marco Cesati Cassin ha studiato oltre duecento episodi esemplari tratti dalla storia e dalla cronaca e in questo libro spiega la fenomenologia delle coincidenze significative, il loro senso profondo e come interpretarlo per migliorare la nostra vita. Perché in quell'attimo illuminante entriamo in contatto con forze superiori che possono dare una svolta alla nostra esistenza.

