
Rivista annuale psicoanalitica internazionale, n. 4/2008.
Rivista annuale psicoanalitica internazionale, n. 5/2009.
Rivista psicoanalitica internazionale 1/2005. Indice generale: - Il tempo e l'apres-coup (Dana Birkted-Breen); - Controversie psicoanalitiche. Rimozione, transfert e ricostruzione (Harold P. Blum); - Replica ad Harold Blum (Peter Fonagy); - Controreplica a Peter Fonagy (Harold P. Blum); - Ripensare l'azione terapeutica (Glen O. Gabbard, Drew Westen); - Parte I. Violenza socialmente accettata: un punto di vista psicoanalitico (Otto F. Kernberg); - Parte II. Violenza socialmente accettata: un punto di vista psicoanalitico (Otto F. Kernberg); - Un esempio dall'analisi di una bambina con commenti di Johan Norman e Florence Guignard (Jill M. Miller); - Sull'incapacita di sognare (Thomas H. Ogden); - L'uso dell'osservazione nel trattamento psicoanalitico di un ragazzo di 12 anni con sindrome d'Asperger (Maria E. Pozzi); - Parole che toccano (Danielle Quinodoz); - Perche noi siamo anche quello che abbiamo perduto..." (Andrea Sabbadini); - Costruire ponti tra il corpo e la mente: l'analisi di un'adolescente con dolore cronico paralizzante (Barbara Shapiro); - Analisi del transfert: una prospettiva nordamericana (Henry F. Smith). "
Rivista annuale psicoanalitica internazionale, n. 6/2012.
All'indomani della sua pubblicazione, la biografia scritta da Melissa Müller ha fatto scalpore. Il motivo: il ricorso a un documento scottante, ovvero a cinque pagine dello stesso "Diario" di Anne Frank, rimaste a lungo inedite per la volontà di Otto Frank, il padre di Anne. Sono pagine in cui la giovane parla del matrimonio dei suoi genitori, rivelandone anche gli aspetti oscuri: pagine che, gettando nuova luce sui rapporti interni alla famiglia Frank, contribuiscono a umanizzarla, a toglierle quella patina mitica di cui il successo del "Diario" di Anne l'aveva ricoperta. Ed è in questa chiave che va letta la biografia: non come un libro-scandalo, ma come la più approfondita testimonianza sull'autrice del principale documento sulla Shoah.
“Apparteniamo all’umanità più agiata,
nutrita, sana, protetta e longeva
che abbia mai calcato la faccia della terra,
eppure sembriamo la più impaurita,
insicura, delusa, sfiduciata e isterica.
C’è qualcosa che non torna.”
Dal delitto di Cogne a quello di Garlasco, dalla strage di Columbine a quella di Erba, dall’attentato di Nassirya al terrorismo mediatico, i funerali di Giovanni Paolo II e l’elezione di Barack Obama, l’allarme pedofilia e l’emergenza ambientale, il nichilismo sessuale e quello giovanile, e poi gli outlet, i centri benessere, le sale massaggi, le badanti romene e le badanti oscene. Raccontando una serie di clamorosi casi di cronaca e analizzando i nuovi miti d’oggi, Antonio Scurati offre una mappatura del presente – dei suoi vizi, dei suoi limiti, delle sue inconsistenze. Con sguardo lucido e impietoso, con forza etica e polemica, con affilata sensibilità letteraria, Scurati riflette sulla trasformazione della nostra società, caratterizzata da un tempo che si consuma nella frammentazione e nell’istantaneità, senza darci modo di capirlo. E neanche di viverlo. Non a caso, in questa nuova dimensione dell’effimero trionfante – della futilità agghiacciante – pare non ci sia più nessuna voce abbastanza forte e libera da elevarsi al di sopra del frastuono televisivo. Ma non è così. E questo libro lo dimostra.
Non si tratta di auspicare un ritorno al passato, né di assolvere un fenomeno che tante ferite ha lasciato nel corpo sociale. Il libro di Enzo Peserico esamina con cura il Sessantotto, il suo fallimento politico-militare e il suo successo come rivoluzione culturale che ha cambiato gli ambienti – la famiglia, la scuola, l’università e i rapporti sociali in generale – nei quali sarebbero cresciute le generazioni successive. Per questo il Sessantotto è ancora in mezzo a noi, come una specie di malattia latente che può essere curata soltanto da una attenta educazione permanente.
Ma come accade per ogni peccato, anche il Sessantotto è stato l’occasione di una possibile rinascita, di una conversione sociale, di una "nuova evangelizzazione". Il libro coglie questo aspetto nelle pagine conclusive, aperte a una speranza di cui si cominciano a vedere i primi effetti, in particolare nel mondo giovanile, grazie anche al lungo e fecondo pontificato di Giovanni Paolo II.
Enzo Peserico (1959-2008), sposato, padre di quattro figli, professionista stimato nel campo della consulenza del lavoro e gestione risorse umane, docente di master della medesima materia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e collaboratore alla cattedra di Istituzioni di Diritto del Lavoro all’Università Statale di Milano, militante esemplare di Alleanza Cattolica, ha raccolto in queste pagine decenni di apostolato culturale rivolto a giovani, studenti e famiglie, minacciati dal protrarsi nel tempo dei guasti provocati dalla rivoluzione culturale che si richiama al Sessantotto.
Grace Kelly ha lasciato in eredità un'immagine di eleganza immutabile e unica. Questo volume illustrato ripercorre tutti i periodi e i diversi lati della vita della Principessa Grace, da stella di Hollywood a Principessa di Monaco e instancabile promotrice della fama internazionale del Principato. Il libro immerge il lettore nei ricordi di quegli anni, gli anni di Grace Kelly, come attraverso le pagine di un album di memorabilia in cui vengono mostrati fotografie, lettere, oggetti personali, abiti e accessori mai esposti prima.
Ruggero Orfei (Perugia 1930) ha diretto la biblioteca della Cattolica di Milano fino al 1968, e successivamente è stato dirigente delle ACLI e responsabile delle relazioni culturali della STET. Ha collaborato a varie riviste e ha pubblicato numerosi volumi di interesse politico. Presso Marietti è uscito nel 1998 Gli anni di latta. Osservazioni sull’epilogo della DC.
In questa autobiografia Hobsbawm reinterpreta il Novecento attraverso il personale punto di vista delle sue esperienze, e rivendica con passione la legittimità delle sue posizioni politiche e culturali di sinistra. Nato lo stesso anno della Rivoluzione d'ottobre e cresciuto a Vienna e a Berlino, fu costretto a emigrare in Inghilterra in seguito alle persecuzioni razziali. Comunista convinto senza mai essere dogmatico, è rimasto fedele agli insegnamenti di Marx anche negli anni delle abiure e delle sconfessioni.
Giovanni Moro è il figlio di Aldo. Ma questo non è un libro autobiografico. L'autore riflette sugli anni Settanta, in cui la sua vita è cambiata, guardandone l'irrimediabile complessità. Un decennio in cui non sempre si capisce chi siano i buoni e chi i cattivi, in cui comportamenti giustificati facilmente tralignano, in cui il confine fra uso della forza e ricorso alla violenza è spesso labile e quelle che appaiono buone cause a ben guardare possono non esserlo. Non riuscire a capire quel periodo troppo tormentato, terribilmente violento, comporta il non capire l'oggi che ne deriva strettamente, sia dal punto di vista politico e sociale che da quello delle biografie dei singoli viventi.