
Il volume presenta uno spaccato della visione moderna, aggiornata (e non deformata) di questo paradigma, il comportamentismo, che ha lungamente dominato la psicologia del secolo scorso e che continua ad esercitare un importante ruolo propulsivo per lo sviluppo della scienza psicologica. Sono state abbandonate le vecchie posizioni riduzionistiche e riduttivistiche che hanno caratterizzato i primi anni di vita del comportamentismo, ma sono rimaste le radici metodologiche che hanno dato vita agli Evidence Based Interventions, l'approccio che predomina in vari campi della salute umana: quella fisica e, finalmente, anche quella psicologica. Il ritratto che ne è esce è quello di un approccio vitale e dinamico, sia nel dibattito teorico-epistemologico e nella ricerca sperimentale sui processi "cognitivi", tradizionale bestia nera dei comportamentisti, sia nello sviluppo di procedure applicative nei vari campi in cui il paradigma comportamentistico si è affermato, da quello clinico che vede lo sviluppo di nuove forme di psicoterapia, a quello educativo e sociale. Ciò che rende unico questo volume è che questo sviluppo è descritto da quanti negli ultimi quarant'anni lo hanno personalmente e attivamente vissuto: nomi storici del comportamentismo italiano e internazionale.
Passato, presente e futuro del movimento dei lavoratori nel dialogo tra un "vecchio organizzatore sindacale" e il leader della Cgil. Dalle prime forme di associazione operaia ai primi scioperi di massa, dalla resistenza antifascista alla costruzione della Repubblica, dall'introduzione delle tutele elementari del lavoro alla difesa dei nuovi diritti. Un viaggio nella storia del sindacato che è anche un viaggio nella storia del nostro paese. Ma anche l'occasione per gettare uno sguardo lungo sui nuovi confini delle identità sociali, mentre insieme alle forme dell'economia e dell'impresa si trasformano gli strumenti per difendere la dignità del lavoro.
Branchi di maschi nella frenesia dello stupro collettivo: la predazione si ripete dai primordi della storia, attraversando immutata il processo di incivilimento, impennandosi nel cuore del Novecento e guadagnandosi ancora oggi grande spazio nelle cronache. Che si consumi come crimine di guerra, che collabori a finalità genocidarie, oppure si "normalizzi" in brutalità quotidiana in tempo di pace, vi agisce la stessa istintualità della barbarie più arcaica. È il cono d'ombra dell'identità maschile. Su di esso si concentra lo psicoanalista Luigi Zoja, internazionalmente noto per l'indagine sull'altra polarità maschile, quella del padre. La conciliazione di biologia e cultura, più fragile e instabile nell'uomo rispetto alla donna, è esposta da sempre a squilibri. I centauri del mito greco, esseri metà umani metà animali, ne rappresentano la forma estrema. La loro orda non conosce altro eros che l'ebbrezza orgiastica accompagnata dallo stupro, "incontrollabile come un pogrom". A differenza del violentatore singolo, il gruppo non ha coscienza di commettere un crimine. Del centaurismo come contagio psichico Zoja scandaglia i motivi e ripercorre le manifestazioni: dalla schiavitù sessuale delle donne native durante la colonizzazione dell'America Latina, all'epilogo senza onore della seconda guerra mondiale, agli stupri ritualizzati come "terapia" per le lesbiche (il jackrolling attuale in Sudafrica), fino alle condotte abusanti del 31 dicembre 2015 a Colonia.
La storia della "Società generale delle Messaggerie italiane di giornali, riviste e libri" inizia a Bologna nel 1914 per coraggiosa iniziativa di Giulio Calabi in un paese dove le comunicazioni sono ancora difficili, la lettura patrimonio di un'elite, il commercio librario circoscritto al centro delle poche grandi città. Passate nel 1938 sotto il controllo di Umberto Mauri, le Messaggerie si trasferiscono nel 1946 a Milano, e dal capoluogo lombardo accompagnano l'impetuoso processo di ricostruzione e di modernizzazione del paese sino alle sfide del XXI secolo. Basandosi su un capillare lavoro di ricerca e su centinaia di testimonianze scritte e orali, Vittore Armanni disegna per la prima volta il percorso di una avventura imprenditoriale e umana che ha segnato profondamente la vita culturale italiana. E l'epopea di due famiglie: quella dei Calabi, colpiti dalla tragedia delle leggi razziali e costretti all'esilio alla vigilia della seconda guerra mondiale, e quella dei Mauri, giunti oggi alla terza generazione. E la storia di una visione imprenditoriale aperta, che considera la distribuzione non solo un servizio logistico ma una forma di collaborazione e sostegno agli attori della filiera, dall'editore ai librai, e che a questi ultimi offre opportunità come la Scuola Umberto e Elisabetta Mauri, dal 1983 punto di riferimento per la diffusione di un'autentica cultura internazionale del libro. Con uno scritto di Achille Mauri.
Questa è la storia di Franco Basaglia, nato nel 1924, figura rivoluzionaria che ha dimostrato che i 'pazzi' potevano vivere fuori dagli istituti e che ha lottato per il superamento degli ospedali psichiatrici. Ma è anche la storia di Rosa, coetanea di Basaglia, una giovane donna nata e cresciuta non lontano da lui, che viene investita da un'auto e che da quel momento combatte con le crisi epilettiche e con la malattia mentale. Rosa per tutta la vita affronta il manicomio, l'elettroshock, l'uso massiccio di psicofarmaci, l'assenza di diritti civili, lo stigma. «Cento giorni che non torno», ripete a una delle figlie che la va a trovare in manicomio di nascosto, perché una madre internata è una vergogna. Le due vite di Franco e Rosa corrono parallele in un secolo in cui l'approccio alla malattia mentale cambia profondamente. Con l'approvazione della legge 180 si apre una stagione di speranze, ma l'iniziale entusiasmo lascia spazio presto alla lotta delle famiglie con servizi pubblici sottodimensionati, alla preoccupazione per i Tso violenti, alla diffusione di un 'manicomio chimico'. Valentina Furlanetto ci accompagna, con la lucidità della cronista e la sensibilità della scrittrice, in un viaggio tra dolore, vergogna, voglia di libertà.
Nel 1919 un oscuro bibliotecario di New York, Charles H. Fort, pubblicò un'opera che mise a soqquadro gli ambienti intellettuali americani, il volume si intitolava "Il libro dei dannati", e in esso Fort catalogava con scrupolo maniacale una serie di episodi "ai confini della realtà" se non abbondantemente oltre. A distanza di quasi un secolo dalla fatica di Fort, ecco Stephen I. Spignesi muoversi nella medesima direzione con "I 100 grandi fenomeni inspiegabili", un compendio di tutti i misteri irrisolti che hanno accompagnato, e accompagnano tuttora, le vicende del genere umano sul pianeta Terra.
Un marito innamorato, un figlio molto sveglio per i suoi due anni, e una seconda in arrivo. Tutto perfetto (cellulite a parte) nella vita di Chiara? Non proprio, perché Anna nasce con una grave malformazione all'esofago, che le impedisce di deglutire e nutrirsi. Appena il tempo di vederla che viene subito trasferita in un altro ospedale e operata. Da allora un intervento segue l'altro, ogni volta con la speranza che sia risolutivo, e con la paura che la bimba non ce la faccia. A una situazione del genere, o si soccombe o si reagisce. Chiara e il marito Massimiliano raccolgono tutta l'energia che hanno e si inventano una speciale terapia del sorriso: ogni momento insieme deve essere memorabile e bellissimo. Si canta in corsia, si festeggia il primo bagnetto e il primo vestitino, si spettegola sul dottore e l'infermiera pin-up, e soprattutto si ride, sempre e comunque. Perché l'allegria è la medicina più utile e preziosa, l'unica che può trasformare un anno di ricoveri in un'avventura esilarante. Settanta operazioni dopo, grazie all'aiuto di un luminare americano e di un ospedale di Firenze, Anna è una bambina sana che ha imparato dai genitori come divertirsi. Chiara oggi racconta con umorismo la storia tenera e buffa di una lunga malattia, concedendosi la licenza di inserire due personaggi: l'impossibile zia Flo e Marcello, l'amico più inopportuno che si possa immaginare.
È davvero possibile essere felici? E qual è il segreto per raggiungere questa condizione che l'uomo insegue da sempre? Yves Boulvin è convinto che la felicità non sia un obiettivo irrealizzabile e frustrante, e ci propone un percorso che non dimentica la vita e le sue esigenze concrete. Al contrario, Boulvin prende in considerazione proprio le difficoltà e le sofferenze di ogni giorno, facendosi forte della sua attività di psicologo e di esperto in relazioni interpersonali. In cento brevi testi - da leggere secondo l'ispirazione del momento o nella successione proposta - evoca i nodi e le fatiche del nostro quotidiano e ci invita a guardare le cose da un altro punto di vista. Spesso basta un piccolo cambio di prospettiva per leggere gli eventi con occhi più positivi e sereni, dando una svolta alla propria vita. Dopo la "cura Boulvin" le nostre piccole e grandi vicende (soprattutto quelle negative), le ombre e le luci, ciò che ci opprime e ciò che ci conforta, ci appariranno in una luce nuova e assumeranno un'importanza e una valenza molto diverse. Dimentichiamo troppo spesso che ogni uomo ha dentro di sé un seme divino, un tesoro che dobbiamo imparare a riconoscere e a valorizzare, in noi stessi e negli altri. Questo è il vero invito che ci fa Boulvin. Se lo accogliamo, scoprire l'altra faccia della vita ed essere felici non sarà più impossibile.
Con straordinaria preveggenza Aurelio Peccei aveva tracciato il cammino da percorrere per coniugare la crescita economica e materiale con le risorse umane e naturali del Pianeta. Questo libro uscito nel 1981, che ancora oggi mantiene inalterata la sua enorme forza visionaria, presenta i problemi politici, energetici, demografici che minacciano di distruggere il Pianeta. È necessaria una vera rivoluzione umana, uno straordinario coraggio per realizzare una collaborazione mondiale basata sull'eguaglianza reciproca tra paesi ricchi e paesi poveri. Quando Peccei scrisse queste pagine pochi gli prestarono ascolto. Oggi la sua strategia globale è l'unica possibilità di salvezza del Pianeta.
Un libro per raccontare vent'anni di "Libera" non basta. Ce ne vorrebbero tanti, per quante sono le storie, le persone che durante questi vent'anni hanno contribuito con corresponsabilità a combattere mafie e corruzione nel nostro Paese. Storie di donne e uomini, appassionati e discreti, che hanno dato gambe, corpo, cuore e cervello per costruire quel "Noi" che si ribella all'indifferenza e alla rassegnazione. Non siamo certamente riusciti a dare voce a tutte le iniziative, ai momenti e alle persone che meritavano un ricordo o una citazione. Avremo dimenticato molti episodi significativi nei mille territori in cui Libera c'è e lavora quotidianamente, ma questo libro non può e non deve essere considerato un punto di arrivo. La cultura della legalità e la giustizia sociale camminano sulle gambe dell'impegno civile e della partecipazione, su quelle pratiche quotidiane di cittadinanza che costruiscono e fondano una comunità. Una comunità in cui continueremo a vivere insieme, con la consapevolezza che la strada è in salita, ma ne vale sempre la pena.
L'educazione non avviene fuori la relazione. Si costruisce al suo interno e in tutto quello che viene messo in comune. L'obiettivo di questo libro è quello di creare un territorio condiviso, un oggetto, nel nostro caso il libro stesso, da mettere "dentro" la relazione, che possa essere letto allo stesso modo da genitori e figli e che tratti un argomento "comune" rispetto al quale sia possibile parlare, discutere, confrontarsi, ma per prima cosa sorridere. Una relazione educativa deve per prima cosa reggersi sull'armonia e sulla gioia per poter funzionare, non può essere basata esclusivamente sullo scontro, su una battaglia di trincea, in cui ognuno rimane rinchiuso nel proprio fossato alla ricerca della strategia migliore per combattere il nemico ed ottenere la vittoria. E questa armonia la si può costruire a partire anche da un sorriso che sciolga la tensione e aiuti a parlare anche d'altro, guardando una semplice vignetta. Questo libro vuole essere un ponte tra le due generazioni, quella dei genitori e quella dei figli, che già per loro natura strutturale sono su due fronti opposti. Un libro che si può leggere insieme o separatamente. Giocando sull'idea della ricetta, con ingredienti da combinare e pietanze da gustare, attraversa la complessità delle relazioni familiari e prova, sdrammatizzando, a dire cose serie e importanti. Poi ognuno, come al solito, saprà trovare l'ingrediente vincente per rendere unico il suo piatto. In copertina illustrazione di Portos.

