
Un dispetto fatto senza pensarci, una spinta non intenzionale o un vero colpo basso che muove alla guerra: sono molte le ragioni che scatenano la tempesta tra fratelli e lo sconcerto nei genitori. Come convincere i contendenti a deporre le armi? T. Berry Brazelton e Joshua D. Sparrow, esperti di riconosciuto prestigio in ambito pediatrico, spiegano come neutralizzare i bisticci e le schermaglie tra fratelli, rafforzando il legame d'affetto che li unisce. Gli autori offrono a chi è quotidianamente alle prese con questi problemi suggerimenti concreti e "su misura", in base all'età dei bambini e alle più svariate situazioni familiari.
Dalla pubblicità a internet, dalla televisione al cinema, nella nostra società il sesso è presente ovunque, e per i più giovani è sempre più alto il rischio di vivere la sessualità in modo affrettato e inconsapevole. Gli stessi adulti, che dovrebbero guidare i figli alla scoperta del proprio corpo e dei propri sentimenti, si trovano spesso disorientati di fronte alle trasformazioni vissute dalla sessualità infantile e adolescenziale. Eppure, come dimostra in questo libro la psicologa Anna Oliverio Ferraris - da sempre attenta al tema della sessualità nei giovani -, con il giusto approccio è possibile gestire con serenità le diverse fasi dello sviluppo sessuale: la scoperta delle sensazioni del corpo nei primi mesi di vita, gli innamoramenti, le trasformazioni della pubertà, la fatidica "prima volta", i rischi associati a fenomeni perturbanti come gli abusi o la pornografia. Un libro ricco di storie e consigli pratici per aiutare genitori ed educatori a guidare i più giovani alla scoperta del sesso. Perché, come ci ricorda la Oliverio Ferraris, "educare alla sessualità significa aiutare bambini e adolescenti a compiere il loro percorso con positività e naturalezza". Senza timori, nemmeno per gli adulti.
Un fantasma si aggira per l’Europa ed è l’ombra dei populismi, universalmente deplorata. Ma siamo sicuri che si tratti solo di selvaggi, un pericolo per la democrazia? Secondo Marco Revelli non è così: le piazze populiste esprimono invece la fibrillazione dei dimenticati, di coloro che vivono nel margine e sono stufi di pagare il benessere di chi invece occupa il centro della scena. Quindi si sollevano, e quel centro lo occupano loro: a volte devastandolo. Chi sono? Un mare di giovani, di qualsiasi tipo e condizione: i grandi esclusi della modernità e della globalizzazione. Molta borghesia artigiana: i mestieri non integrati nell’establishment. E poi precari, freelance, «smanettoni» di internet… «Il cosiddetto populismo è diventato una rivolta contro l’equilibrio dissestato di un mondo che non tiene. Può salvarci solo l’arrivo di una classe dirigente diversa, capace di capire che il margine non è solo arretratezza.» Perché chi pensa di poter restaurare lo status quo sarà travolto.
Anche per via della lingua - sconosciuta a pressoché tutti gli italiani (non si dice alternativamente "parlo arabo?" o "parlo turco?") - la Turchia resta nel nostro immaginario collettivo un paese in gran parte sconosciuto, affidato a luoghi comuni fuorvianti. Chi meglio di Carlo Marsili, ambasciatore in Turchia dal 2004 al 2010, ha le carte in regola per farci scoprire questo paese e le sue contraddizioni? Dalle minoranze etniche alla condizione femminile; dalle contraddizioni dell'islamismo moderato alla questione armena; dalla stratificazione sociale alla classe politica e ai partiti; ai mezzi di comunicazione e alla lotta per la libertà di stampa, al ruolo dell'esercito e alla politica interna ed estera; sino ai capitoli finali, dedicati a come i turchi vedono gli europei, allo sviluppo economico, e alla presenza italiana: ricco di aneddoti ed episodi vissuti in prima persona, il libro dà finalmente un quadro realistico e privo di pregiudizi della Turchia d'oggi. E ci spiega anche perché un'Unione Europea senza la Turchia sarebbe inevitabilmente destinata a un ruolo di secondo rango rispetto non solo a Stati Uniti e Cina, ma anche a India, Brasile e altre potenze emergenti.
Negli ultimi anni la Turchia si è trasformata da Stato satellite dell’Occidente a nuova – e pericolosa – potenza mondiale indipendente. Come e perché è avvenuto questo cambiamento, capace di scombinare il delicato equilibrio politico globale? Quali sono le intenzioni e gli obiettivi di Erdoğan per il Paese e le relazioni internazionali? Uno dei più noti e autorevoli studiosi italiani mostra, ancora una volta, come la storia abbia tanto da insegnarci per capire il presente, e soprattutto il futuro.
Le istituzioni e i governi europei hanno in corso un complesso negoziato per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Molti dubbi e perplessità sono stati sollevati negli ultimi anni su questa trattativa. I fautori dell’adesione sostengono che la Turchia sarebbe un alleato naturale dell’Occidente contro il fondamentalismo islamico. Ma la Turchia di oggi non è più quella secolarista di Kemal Atatürk. Le elezioni del 2002 hanno visto la vittoria, confermata nel 2004, del «partito del velo» del premier Recep Tayyip Erdogan e del presidente Abdullah Gül, che provengono dalle file degli islamisti radicali. D’altra parte, il Trattato di Lisbona attribuisce agli Stati europei dell’Unione un peso politico proporzionale a quello demografico. La Turchia, che si avvia a raggiungere gli 85 milioni di abitanti, sarebbe il Paese più popolato e quello che avrebbe il maggior numero di rappresentanti nel Parlamento europeo. Mentre l’Europa rinuncia alle sue radici cristiane, la Turchia presenta un’identità politico-religiosa estremamente forte e la sua richiesta di ingresso nella UE non è stata avanzata per rinunziare a tale identità, ma per imporla. Con o senza Erdogan, la Turchia si affermerebbe come il Paese leader del mondo islamico all’interno delle istituzioni europee, dove giocherebbe un ruolo da protagonista. L’eventuale ingresso della Turchia in Europa costituirebbe un beneficio o un’irreparabile catastrofe per il nostro continente? Questo volume solleva il problema e lancia l’allarme. La Turchia è un grande Paese, situato in un’area strategica del pianeta. La sua posizione geopolitica, il suo peso demografico, il suo potenziale economico, e anche la bellezza del suo territorio e l’ospitalità dei suoi abitanti, ne fanno un possibile «partner» e certamente non un «nemico» dell’Europa. Il rapporto di partnership è tuttavia diverso dall’inserimento a pieno titolo nelle istituzioni pubbliche europee. Il problema che vogliamo sollevare nel presente studio è questo: un’eventuale entrata della Turchia nell’Unione Europea – vista dal primo ministro turco Erdogan come «un incontro di civiltà» – costituirebbe un beneficio o una catastrofe per il nostro continente? Si tratta di una questione che vogliamo esaminare in maniera approfondita e senza pregiudizi perché tocca direttamente il nostro avvenire e quello dei nostri figli.
ROBERTO De MATTEI insegna Storia del Cristianesimo presso l’Università Europea di Roma, dove presiede il Corso di Laurea in Scienze storiche. È presidente della Fondazione Lepanto e direttore della rivista «Radici cristiane». Tra le sue più recenti pubblicazioni ricordiamo: Pio IX (2000, tradotto in portoghese e inglese); La sovranità necessaria (2001, tradotto in francese e in portoghese); Guerra santa. Guerra giusta (2002, tradotto in inglese e portoghese); La Biblioteca delle Amicizie (2005); De Europa. Tra radici cristiane e sogni postmoderni (2006); Finis Vitae, a sua cura (ed. inglese 2006; ed. italiana 2007); La dittatura del relativismo (2007, tradotto in croato, polacco e portoghese).
Gli effetti della globalizzazione sui mercati economici e finanziari sono stati radicali e manifestamente visibili. Non altrettanto può dirsi riguardo all’assetto politico-istituzionale in Occidente. La celebre teoria del villaggio globale di McLuhan viene smentita dai trend di analisi dei sistemi politici europei che evidenziano una marcata reviviscenza dei fattori identitari, culturali, etnici, territoriali e religiosi.
Ciò si traduce, sotto il profilo istituzionale, nella predilezione per il ruolo delle autonomie locali territoriali, in quanto meglio incarnano il senso delle comunità coniugato alla buona amministrazione. Nella UE un preciso segnale di conferma a questo orientamento è stato il fallimento del Trattato per la Costituzione europea, che dimostra la difficoltà dell’Europa nell’individuare piattaforme comuni di governo che sappiano conciliare le radici identitarie del Vecchio Continente. Come evidenziato da Todorov e da Amartya Sen, uno dei principali elementi di instabilità che mina la società politica occidentale sorge dall’eclissi di identità, che è invece fattore di inclusione e integrazione sociale, dunque di stabilità politica.
In questo libro la tematica del fattore identitario nell’organizzazione politica europea viene declinata secondo quattro prospettive di cogente attualità: la tutela delle minoranze, il ruolo delle autonomie locali, lo sviluppo del principio di sussidiarietà e il rapporto tra libertà religiosa e diritti politici, alla luce, in particolare, del massiccio fenomeno di migrazione entro i territori della UE di popolazioni di fede islamica. Le autonomie territoriali e locali appaiono in Europa uno strumento privilegiato per la tutela del fattore identitario, confermando l’analisi di uno dei maggiori giuristi italiani, Costantino Mortati, secondo il quale a ogni comunità intesa in senso socio-culturale deve corrispondere un ente in chiave giuridico-costituzionale, e non viceversa.
Luca Galantini è docente di Diritto internazionale all’Università degli Studi La Sapienza di Roma ed è specializzato in Diritto internazionale umanitario e dei conflitti armati. Ha insegnato Istituzioni sociali europee all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha partecipato ai lavori del Trattato per la Costituzione europea in qualità di componente del Gruppo di supporto per le riforme istituzionali europee costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. È stato consigliere esperto presso il Ministero degli Affari Esteri, curando le politiche istituzionali e culturali di integrazione europea. Dal 2007 è docente di Diritto internazionale e diritti umani a Sarajevo, nell’ambito dei programmi di cooperazione per l’associazione della Bosnia-Erzegovina alla UE.
Chiedete a un insegnante. Vi dirà che il vero nemico quotidiano del suo lavoro non sono gli studenti indomiti, i tagli ai fondi di un nuovo ministro o il cattivo stato delle strutture scolastiche. Ma i genitori: è colpa loro se il ruolo e l'identità degli insegnanti sono stati degradati, la loro autorità delegittimata, la loro professionalità vilipesa. È il punto di vista ironico e spietato della "Profe": l'insegnante con gli anfibi diventata nota con libri, blog, radio, giornali e tv. Un divertentissimo ricevimento genitori, campionario delle varie tipologie: il genitore assente, il genitore disarmato, quello delegante, quello "ggiòvane", il genitore che fa finta di non esserlo e quello che "lasciamo che si esprimano!", il genitore che ha studiato e fa sfoggio di cultura e quello che "troppo studio fa male", quello arrogante, competitivo, che fa i compiti al figlio e vuole un voto alto per sé. E con un pizzico di indulgenza in più racconta anche gli studenti che di questi genitori sono prodotto. L'autrice è consapevole che "questo è un libro impopolare. Un libro che potrebbe far discutere, senz'altro innervosire coloro che si riconosceranno nel bestiario dei genitori. Si astengano semmai dal leggerlo i permalosi, i portatori di coda di paglia e i deficienti di umorismo".
Cosa ci hanno trasmesso e a cosa mirano i poteri dominanti? Il femminile viene indagato puntando oltre i soliti dibattiti che lo vedono contrapposto al maschile. Qui viene esaltato il ruolo di entrambi, evidenziando come la natura, il mito e gli archetipi fondino il proprio equilibrio sulle due essenze complementari. La sfida per la donna è rimanere sé stessa. Un viaggio da Eva al mito di Atena, fino alla Vergine Maria: il femminile può salvare l'umanità dagli inganni nascosti nelle logiche dei poteri. Una vera rivoluzione educativa!
La felicità e l'ottimismo si possono coltivare: la disciplina che se ne occupa si chiama psicologia positiva e si basa sull'analisi dei fattori che infondono benessere e serenità nelle persone. In questo libro i migliori esperti di psicologia positiva ci raccontano le loro scoperte e i loro esperimenti sulla felicità, svelando i meccanismi psicologici su cui si basa l'ottimismo in ogni parte del mondo. Comprendere qual è il potere positivo delle persone felici ci può aiutare a creare la nostra stessa felicità e a diffonderla nel mondo che ci circonda.