
La psicoanalisi ha modificato in maniera permanente il modo in cui in tutto il mondo gli uomini e le donne interpretano se stessi e gli altri. Una storia della psicoanalisi non può accontentarsi della biografia di Freud o della storia della psichiatria o della cultura viennese, ma deve spiegare, innanzitutto, l'intensità dell'attrazione esercitata e l'ampiezza della sua influenza. Zaretsky indaga gli effetti della psicoanalisi sui modi di concepirsi degli individui che le si rivolgono o ne intercettano gli strumenti o, ancora, ne accolgono e ne ricavano, in un'eco magari lontana, un certo "stile" di approccio a se stessi e al mondo. La psicoanalisi è "la prima grande teoria e pratica della vita personale": un'esperienza di singolarità e di interiorità collocabile in uno specifico momento storico e fondata nei moderni processi di industrializzazione e urbanizzazione, oltre che nella storia della famiglia. Zaretsky non manca di interrogarsi sul "dopo", sul destino della psicoanalisi oggi e ancor più sul destino di quelle forme di esistenza individuale che essa aveva accompagnato, talvolta creato.
Questo breve testo di V. Albisetti si sofferma sulla necessità di conoscere se stessi, il proprio mondo interiore, e di accogliersi, volersi bene. Soltanto così, accogliendo e amando se stessi, si è capaci di accogliere e amare gli altri e avviare un processo liberante della propria personalità dai vari condizionamenti che, la cultura, l'educazione hanno depositato nel nostro io più profondo. E poiché la vita è un viaggio, bisogna essere attenti al come si viaggia, quali riflessi di bontà si riesce a irradiare attorno a sé.
Descrizione dell'opera
Le religioni del mondo sono tra loro differenti nei contenuti della fede, ma ancor di più nelle modalità di vivere l’esperienza religiosa. L’autore muove la sua analisi a partire dal convincimento che la consapevolezza delle diverse premesse psicologiche, e quindi delle diverse forme della religiosità, possa aiutare la comprensione e l’accettazione dei punti di vista diversi fino a consentire un effettivo e fruttuoso dialogo. Nel suo studio egli si propone dunque di esplorare – alla luce di due delle maggiori concettualizzazioni della psicologia analitica junghiana – tali forme della religiosità, allo scopo di individuare da un lato una fondamentale tipologia psicologica religiosa ed esplicitare dall’altro le dinamiche psichiche sottese al percorso che conduce verso la maturazione religiosa.
Accanto alla finalità di conoscenza e approfondimento della tematica, il volume persegue quindi anche l’obiettivo pratico di favorire il dialogo tra gli individui e tra le religioni.
Sommario
Introduzione. Le ipotesi di lavoro. Una premessa metodologica. I. Le dinamiche psicologiche della maturità religiosa. Il processo di individuazione. 1. Caratteri generali del processo di individuazione. 2. La prima metà della vita e l’insorgere della crisi. 3. L’incontro/scontro con l’ombra. 4. L’integrazione di Anima/Animus. 5. La nascita del Sé. 6. Santità come integrazione del Sé. 7. Individuazione e simbolismo cristiano. 8. Un supporto filosofico all’individuazione: Kierkegaard e gli stadi dell’esistenza. II. Le forme della religiosità. La tipologia psicologica. 1. Elementi generali della teoria. 2. Descrizione generale dei tipi. III. Le quattro funzioni psichiche. Amplificazioni. 1. Funzioni psichiche, forme della disperazione e forme della malattia. 2. Le funzioni psichiche e i quattro elementi. Epilogo. Bibliografia..
Note sull'autore
Massimo Diana, laureato in filosofia e scienze dell’educazione, è cultore di psicologia della religione presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia e segretario della Società italiana di psicologia della religione. Ha pubblicato in riviste specializzate diversi contributi sul tema dei rapporti tra la psicologia, la filosofia e la teologia e, nel 2002, il volume Angoscia e libertà. Psicologia del profondo e religione nell’opera di Eugen Drewermann, Torino, Centro Scientifico editore. Presso le EDB ha pubblicato: Ciclo di vita ed esperienza religiosa. Aspetti psicologici e psicodinamici (2004) e, con P. Ciotti, Psicologia e religione. Modelli problemi prospettive (2005).
La Psicologia Generale è quella disciplina scientifica che si occupa di spiegare gli aspetti della mente che appaiono comuni a tutti gli individui. Si fonda quindi sull'idea, ampiamente condivisa, che le persone, come hanno un corpo che funziona in modo simile, hanno anche una mente che funziona per tutti in maniera analoga e che si basa sugli stessi processi. Quest'idea è cosi radicata da costituire il fondamento di tutte le nostre interazioni, anche se non implica, si badi bene, una rinunzia all'unicità dei singoli, né tanto meno un ridimensionamento delle differenze che esistono tra gli individui.
La Psicologia Generale sta dunque alla base di tutte quelle psicologie speciali, come la Psicologia Clinica e la Psicologia del Lavoro, che compongono l'intera Psicologia e che nella maggior parte dei casi si concentrano sullo studio dì specifiche categorie di individui o delle persone in particolari contesti e situazioni. A titolo di esempio, sarà indispensabile avere una conoscenza dei processi di memoria per comprendere cosa sia un'amnesia, cosa la determini e come possa essere trattata. Lo stesso principio varrà per i disturbi d'ansia; difficilmente possiamo pensare di comprendere cosa siano e come si possano curare se non conosciamo le funzioni e i meccanismi che regolano le emozioni e le motivazioni.
Quest'opera ha appunto lo scopo di avvicinare il lettore ai diversi ambiti di indagine della Psicologia Generale (percezione, memoria, apprendimento, attenzione, coscienza, linguaggio, pensiero, emozioni e motivazioni), di offrirne una visione il più aggiornata possibile e di farne comprendere la rilevanza per altre discipline, psicologiche e non. A tal fine, per ogni settore vengono prese in considerazione le maggiori problematiche affrontate dalla ricerca, le prospettive teoriche, i metodi di indagine e i principali studi empirici presenti nella letteratura di riferimento. Per favorire la comprensibilità del tutto, ogni materia è trattata con l'ausilio di figure, grafici e tabelle. Inoltre, per la maggior parte degli argomenti, alcune schede affrontano temi specifici che mettono in evidenza l'intima relazione tra la Psicologia Generale e altre discipline, sia di base sia applicate.
Al di là dei contenuti, è importante considerare alcune caratteristiche centrali di questa disciplina. Primo, la Psicologia Generale è una disciplina prettamente sperimentale: ciò, se da una parte favorisce la spiegazione causale dei fenomeni mentali, dall'altra evidenzia la scarsa formalizzazione delle conoscenze finora acquisite. Secondo, abbiamo a che fare con quella branca della psicologia che più risente dei diversi orientamenti teorici e delle diverse correnti che ne hanno segnato la storia. Terzo, la Psicologia Generale, essendo il principale ponte con le neuroscienze, è al centro della questione, sempre attuale, della relazione tra mente e corpo. Per tutti questi motivi, l'opera comprende una prima parte che tratta dello sviluppo storico e dei metodi di studio della Psicologia, nonché delle basi biologiche della mente.
Cinque analisti, un biologo molecolare e uno storico delle religioni, esprimono in questo libro idee a volte convergenti, a volte distanti sulla omosessualita. ...Si potrebbe dire che se da una parte l'assimilazione dell'omosessualita nella cultura occidentale l'ha resa piu vivibile e comunicativa, restituendole il suo ruolo di parte integrante della sessualita, d'altra parte questa integrazione tende ad attutire la consapevolezza della sua intrinseca - e in un certo senso ineludibile - problematicita... Il libro si fa carico proprio di questo...Ipotesi, quindi, per riconoscere il carattere insaturo e problematico di qualsiasi riflessione sull'omosessualita; gay, per segnalare l'esigenza di guardare con piu sincerita e responsabilita, rifiutando i pregiudizi e superando gli steccati. "
Questo libro nasce da un'esperienza ventennale di ascolto delle donne che si scoprono in attesa di un figlio e di madri in difficoltà. È un libro rivolto a tutte le madri, quelle che hanno desiderato ardentemente diventarlo, quelle che vivono con sofferenza la nascita di un figlio, quelle che si colpevolizzano di non amarlo abbastanza e quelle che vi hanno rinunciato consapevolmente. Un libro che non prende le mosse da un astratto "istinto materno" ma dalla constatazione dello scarto oggi esistente tra i successi delle tecniche mediche e la solitudine del vissuto interiore delle singole donne, e dalla differenza fondamentale tra "filiazione" e "genitorialità". Non si diventa madri perché si concepisce un figlio. La maternità "nasce" nel mondo interiore della donna, prende corpo nella sua infanzia, per manifestarsi un giorno come desiderio di un figlio. Marinopoulos non si sottrae a nessuno dei problemi che ruotano oggi intorno alla maternità: dalle tecnologie di procreazione alla richiesta di genitorialità degli omosessuali, all'aborto, all'abbandono, all'infanticidio.
L'interesse per il sogno come testimonianza dell'esistenza dell'inconscio è inseparabile dal pensiero di Jung, e spesso costituisce il fondamento empirico della sua teorizzazione. Il sogno è il tema attraverso il quale Jung elabora le più sostanziali fra le sue critiche della concezione freudiana. "Il materiale onirico non consiste solo di ricordi, ma racchiude nuovi pensieri che non sono ancora coscienti". "L'analisi dei sogni, cioè la scoperta di questi 'nuovi pensieri', deve avvenire all'interno di una relazione fra due individui. Su questo punto, Jung anticipa le idee odierne circa la natura fondamentalmente paritaria della relazione tra paziente e analista, con la necessità che quest'ultimo tenga sempre presente e metta in gioco la propria soggettività. Il volume contiene la trascrizione di appunti presi in cinquantuno sedute seminariali tenute a Zurigo dal 7 novembre 1928 al 25 giugno 1930. Il lettore ha modo di conoscere la tecnica junghiana di analisi dei sogni, e anche di incontrare il personaggio Jung, con la sua chiarezza espositiva, il suo senso dell'umorismo, il suo lasciarsi andare ad affascinanti divagazioni.
Il rapporto madre-figlia rappresenta la fonte della salute di ogni donna. Il nostro corpo e le nostre convinzioni al riguardo si generano nel terreno delle emozioni, delle opinioni e dei comportamenti di nostra madre; è lei a offrirci la prima esperienza di nutrimento quando non siamo ancora nate, è lei il primo e più potente modello femminile a insegnarci che cosa significa essere donna e prendersi cura del proprio corpo. E il nostro comportamento in tutte le relazioni - con il cibo, con i figli, con i partner, anche con noi stesse, ne è un riflesso. Ogni donna che capisca i legami madre-figlia può ricostruire la propria salute (qualunque sia la sua età!) e lasciare alla generazione successiva un'eredità positiva e duratura.
Sue Gerhardt illustra in particolare come le prime relazioni del bambino concorrano a formare il suo cervello "sociale" e come lo sviluppo cerebrale possa condizionare l'equilibrio emotivo futuro. Esistono infatti "percorsi neuronali" che influiscono sul modo in cui reagiamo allo stress e possono condurre a condizioni patologiche come l'anoressia, l'abuso di sostanze, i disturbi di personalità o i comportamenti antisociali. Rendendo semplice la complessità, l'autrice offre una brillante interpretazione delle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze, della psicologia, della psicoanalisi e della biochimica: le relazioni che stabiliamo con gli altri formano il nostro carattere e l'amore è fondamentale per sviluppare la nostra capacità di diventare pienamente "umani". Un libro utile non solo ai genitori ma anche a quanti si occupano di salute mentale e di educazione e a chiunque sia interessato al benessere delle future generazioni.
Oggi la mente monoculturale è un dispositivo essenziale per acquisire la cultura di appartenenza e per definire la propria identità, ma è anche un limite poiché induce a valutare altre culture come inadeguate o persino come una minaccia. Nelle attuali condizioni sociali occorre pensare a una mente multiculturale, capace di acquisire e gestire una molteplicità di modelli culturali fra loro differenti in termini di credenze, valori, emozioni e pratiche. La sfida del futuro è formare persone con una mente multiculturale, in grado di convivere in un mondo pluralista più tollerante, giusto e libero.